Michele Magone

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Michele Magone ( Carmagnola , 19 settembre 1845 ? Torino , 21 gennaio 1859 ) e stato un allievo di San Giovanni Bosco , morto tredicenne e ricordato per essere uno dei tre ragazzi (insieme a Domenico Savio e Francesco Besucco ) dei quali il santo presbitero scrisse la vita.

Michele Magone nacque a Carmagnola , nel torinese , il 19 settembre 1845; rimasto presto orfano di padre, inizialmente la sua fu una vita da ragazzo di strada, cacciato da scuola, povero ed abbandonato a se stesso.

Incontro per la prima volta Don Giovanni Bosco , alla Stazione di Carmagnola , nell'autunno 1857 , mentre il sacerdote era di ritorno da Sommariva ed attendeva il treno diretto a Torino . Michele, insieme ad un gruppo di giovani emarginati, fu notato da Don Bosco nella piazza antistante la stazione; alla vista del sacerdote i ragazzi scapparono, ma Michele, essendo il capobanda, fu l'unico ad affrontarlo. A seguito di un breve colloquio, Don Bosco riusci facilmente ad ottenere fiducia dal giovane, consegnandogli una medaglia e suggerendogli di rivolgersi al vice-parroco, Don Francesco Alberto Ariccio (1819-1884), in modo da avere informazioni sulla sua condotta.

Michele si precipito da Don Ariccio, raccontandogli quanto accaduto ed il sacerdote scrisse a Don Bosco, facendogli presente la difficile situazione di quel ragazzo. La lettera giunse a Don Bosco, il quale decise di accogliere Michele nel suo Oratorio di San Francesco di Sales , a Valdocco , aiutandolo a studiare e ad imparare un mestiere. Il primo mese a Valdocco lo trascorse tra impegni scolastici, momenti di preghiera e di ricreazione, la sua preferita, poiche durante i vari giochi divenne capitano della sua squadra (i "Barrarotta"). La sua allegria lo distingueva dagli altri giovani, alternata da momenti di tristezza e malinconia, soprattutto quando ripensava a certe malefatte che aveva commesso prima di conoscere Don Bosco, oltre a sentirsi pertanto diverso dai compagni dell'oratorio. Si confido cosi col sacerdote, si confesso e si accosto, da allora assiduamente, ai Sacramenti. Da quel momento il suo modo di vivere cambio. Divento un ragazzo molto attento verso i compagni, aiutandoli e partecipando alle funzioni religiose; divenne, inoltre, molto devoto alla Madonna . Ed anche a Carmagnola, suo paese natale, guido la sua squadra nell'intervenire in situazioni burrascose, qualora ne fossero insorte; solo quando lo riteneva necessario, interveniva tramite percosse, anche in presenza di Don Bosco, in particolar modo in un episodio verificatosi in Piazza Castello , a Torino , dove si azzuffo violentemente con un giovane che bestemmiava ripetutamente e solo l'intervento del sacerdote riusci a separarli.

Il 18 gennaio 1859 , improvvisamente, Michele s'ammalo, accusando forti dolori allo stomaco; gia la sera successiva, stanchezza e fatica gli causarono inoltre seri problemi respiratori. Due giorni dopo, tento di alzarsi dal letto per ricevere l' Eucarestia , ma Don Bosco glielo impedi e lo sottopose nuovamente alle cure di un medico, in quanto le sue condizioni si erano aggravate ulteriormente. Alla sera del 21 gennaio 1859, ormai in fin di vita, forse a causa di un'ulcera o di una peritonite, gli fu conferita l' Eucarestia e amministrata l' Estrema Unzione e poco prima della mezzanotte, con a fianco Don Bosco e la madre, Michele spiro; tempo dopo, Don Bosco scrisse la sua biografia.

Collegamenti esterni

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  • Michele Magone , in Santi, beati e testimoni - Enciclopedia dei santi , santiebeati.it.
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