La
medicina veterinaria
[1]
e una branca delle scienze mediche che si occupa della
salute
e del
benessere
degli
animali
, del loro
allevamento
e dei prodotti che da essi ne derivano,
alimentari
e non alimentari
[2]
[3]
.
La cura e l'attenzione per gli animali da parte dell'uomo si pone in stretta relazione con l'allevamento e dell'addomesticamento degli animali che iniziarono nel
Neolitico
. La prima traccia storica della professione medico veterinaria la ritroviamo nel
codice di Hammurabi
(
2250 a.C.
) dove si descrivono per la prima volta i doveri dei
medici
e dei medici veterinari e i loro onorari.
Nel
papiro
ritrovato a Kahoun in
Egitto
(
1900 a.C.
), sono descritte alcune malattie degli animali e si ha notizia dei medici che curano gli animali che sono una casta con regole e statuti
[4]
.In un altro papiro trovato a
Ras Shamra
si tratta delle malattie del
cavallo
[5]
. In
India
, nei testi
Veda
, (
1800 a.C.
-
1200 a.C.
) sono descritte malattie dell'uomo e degli animali. Secondo i
Veda
la medicina ha avuto origine dall'osservazione degli uccelli e degli animali. E dunque, come afferma lo Smithcors (
1957
), la scienza medica e derivata dalla medicina veterinaria
[6]
.
Nell'
antica Grecia
Ippocrate di Coo
studio alcune malattie degli animali per cui da molti e considerato il fondatore della medicina veterinaria.
Senofonte
(
350 a.C.
) c.a tratta di igiene, allevamento e malattie degli animali, nonche del cavallo e delle sue malattie nell'opera
Sull'equitazione
. Di particolare interesse le opere di ippiatria di vari autori greci (Apsirto, Eumelo, Hierocle, Teomnesto, ecc.).
Nel mondo romano celebri trattatisti di agricoltura e medicina veterinaria furono
Marco Terenzio Varrone
(
116 a.C.
-
27 a.C.
),
Marco Porcio Catone Uticense
,
Rutilio Tauro Emiliano Palladio
,
Columella
e
Aulo Cornelio Celso
che descrisse anche alcune malattie degli animali
[7]
. Ed ancora tra i cultori della medicina veterinaria:
Publio Virgilio Marone
(
I a.C.
), che nelle
Georgiche
oltre che di agricultura parla anche di veterinaria descrivendo alcune malattie degli animali e dei rimedi
[8]
.
Gargilio Marziale
che tra il
220
e il
240
scrisse il
De curis bovum
; e ancora
Marco Porcio Catone
che nel suo
De re rustica
(
234 a.C.
) tratta di alcune malattie e terapie.
Pelagonio
(
IV secolo
) scrisse
Ars veterinaria
, in parte basata sui testi di
Columella
, e a sua volta usata come fonte da
Vegezio
nei suoi famosi quattro libri tra cui spicca l'
Artis Veterinariae sive digestorum mulomedicinae
[9]
che raccoglie molti reperti dei medici veterinari bizantini
[10]
. Nel
Mahavamsa
o cronaca singalese ricorda che il re Dutha Gamani (
161 a.C.
) ordinava che vi fosse un medico veterinario ogni dieci villaggi
[11]
.
In
Cina
sono stati descritte cure per gli animali con vari metodi compresa l'
agopuntura tradizionale cinese
durante la
dinastia Shang
(
1600 a.C.
c.a -
1046 a.C.
c.a) e la
dinastia Zhou
(
XII
e il
III a.C.
)
Nel
Medioevo
le opere di medicina veterinaria sono alquanto rare. Nell'
Alto Medioevo
per ordine di
Costantino VII Porfirogenito
il Porfirogenito (
905
-
952
), molte nozioni sul trattamento degli animali derivate in gran parte dai medici veterinari dell'esercito greco, vennero incorporate nel trattato
Hippiatrica
.
Si segnalano varie opere sulla falconeria e sulle malattie dei volatili. I medici veterinari di fama del tempo sono: Teodorico vescovo di Cervia,
Pietro de' Crescenzi
(
1233
-
1310
), Maestro Mauro di
Colonia
(
XIV secolo
),
Lorenzo Rusio
(
1288
-
1347
) veterinario a
Roma
e Umberto di Cortenuova, conte e canonico di
Bergamo
[12]
[13]
Di particolare importanza il trattato di ippiatria
Medicina equorum
(
1250
) di
Giordano Ruffo
marescalco di
Federico II
[14]
.
In epoca rinascimentale gli studi di medicina veterinaria hanno un nuovo impulso. Nel
XVI secolo
vengono pubblicati numerosi trattati di medicina veterinaria, in particolare riguardanti le malattie del cavallo. Tra i maggiori studiosi e trattatisti di ippiatria si ricordano: Pietro Dini, Bartolomeo Spadafora di
Messina
, Maestro Marino e Bartolomeo Grisone entrambi di
Bologna
, Girolamo Biscanto
XV secolo
, Pietro Andrea, Maestro Faccio e Manuele Diaz di
Napoli
[15]
.
Ed ancora: Federico Grisone, Claudio Corte, Cesare Fiaschi e M. Filippo Scacco di
Tagliacozzo
, quest'ultimo scrisse il “Trattato di mascalcia” (
1553
) pregevole per le numerose illustrazioni che mostrano le caratteristiche di alcune malattie dei cavalli e dei modi di trattarle
[10]
.
Tra gli studiosi di fama troviamo
Agostino Colombre
(fine
XV secolo
inizi
XVI secolo
) che e considerato il padre della medicina veterinaria moderna e l'anatomista conte
Carlo Ruini
(
1530
-
1598
) autore dell'opera
Dell'anatomia e dell'infermita del cavallo
, celebre trattato illustrato sulle malattie del cavallo.
Nel
XVII secolo
significative le opere dei francesi dedicate alla "marescialleria": Solleysel, de La Brue, Nicolas Beaugrand e dell'inglese Gervase Markham (
1562
-
1637
).
Nel
1762
,
Claude Bourgelat
(
1712
-
1779
) fonda la Scuola Veterinaria di
Lione
(
Francia
) creando la prima scuola di medicina veterinaria al mondo basata su un moderno sistema didattico. In questo periodo vengono pubblicati numerosi testi di veterinaria tra cui spicca l'opera di Philippe Etienne Lafosse (
1738
-
1820
). Importante anche l'opera
Medecine Veterinaire
di Louis Vitet (
1736
-
1809
),
medico
francese, soprattutto per la parte sulla
farmacologia
veterinaria
[10]
.
Nella seconda meta del
XVIII secolo
in
Italia
, come in altre parti d'
Europa
, vengono fondate Scuole di Veterinaria sul modello francese:
Padova
(
1765
),
Torino
(
1769
),
Parma
(
1776
),
Bologna
(
1783
),
Ferrara
(
1786
),
Modena
(
1791
),
Milano
(
1791
) e
Napoli
(
1795
)
[15]
.
Nel
XIX secolo
due grandi scienziati,
Edward Jenner
(
1749
-
1823
) e da
Louis Pasteur
(
1822
-
1825
) aprono la strada della vaccinazione animale. Il progresso scientifico in campo
medico
e medico veterinario avanza rapidamente nel corso del secolo. Numerose le opere e gli studiosi tra i quali emergono
Edoardo Perroncito
(
1847
-
1936
) della Scuola Veterinaria dell'Universita di
Torino
e Lorenzo Brusisco.
E solo verso la meta del
XIX secolo
che si incomincia a sviluppare l'ispezione degli alimenti, altra grande branca della medicina veterinaria. Sono infatti di quel periodo le scoperte dei cicli vitali di alcuni parassiti che sono veicolati all'uomo dalle carni animali (
Tenia solium
(
1853
),
Tenia saginata
(
1861
),
Trichinella spiralis
(
1860
)); l'accertamento del collegamento tra patologie tifosimili nell'uomo e il consumo di carni di animali morti o macellati d'urgenza, nonche la scoperta del bacillo della
tubercolosi
(
1882
) e la connessione con la
tubercolosi
nel bovino. Anche in
Italia
, quindi, viene istituzionalizzata la figura del medico veterinario pubblico per il controllo delle carni nei
macelli
e la vigilanza negli spacci pubblici di carni
[16]
.
Nel secolo seguente il controllo di competenza medico veterinaria sara poi progressivamente esteso a tutti gli altri alimenti di origine animale
[17]
.
Con il
XX secolo
si compie il maggior progresso nelle scienze mediche compresa la medicina veterinaria. Nel periodo che va dal
1930
al
2000
la
farmacologia
veterinaria e la branca che maggiormente si sviluppa grazie alla scoperta di numerose molecole, tra cui spiccano sulfamidici e di alcuni chemioantibiotici, rivoluzionando i vecchi sistemi terapeutici, applicati, in molti casi, empiricamente; come pure vengono scoperti nuovi metodi di somministrazione di farmaci. Vengono inoltre messi a punto migliori sistemi per il contenimento per gli animali. Dagli anni '30, con la scoperta delle
vitamine
, l'alimentazione animale compie enormi passi avanti. La messa a punto di anestetici, tranquillanti e di sedativi migliora il benessere animale e rende la professione meno pericolosa
[10]
.
La medicina veterinaria in Italia si sviluppa per gran parte nel settore privato. La maggior parte dei medici veterinari lavora come libero professionista in studi, ambulatori, cliniche veterinarie, ospedali veterinari, presso allevamenti, aziende di trasformazione dei prodotti di origine animale o come medici veterinari "itineranti" ovvero senza avere una struttura ma spostandosi da una sede lavorativa ad un'altra (ad esempio molti medici veterinari buiatri ed ippiatri). Un'altra parte dei medici veterinari e invece impiegata nell'amministrazione statale a vari livelli, svolgendo funzione di tutela della salute pubblica, ricerca, insegnamento e divulgazione scientifica. Nel settore pubblico i medici veterinari sono inseriti nel
Servizio sanitario nazionale
che e suddiviso in diversi livelli ed enti e fa capo al Ministero della Salute
[18]
. I Medici Veterinari operano assieme ai Medici Chirurghi nel Dipartimento di Igiene e Prevenzione del SSN. La
telenarcosi
e di esclusiva competenza del medico veterinario.
[19]
L'organizzazione, a livello centrale, prevede:
- Ministero della salute
- Dipartimento della sanita pubblica veterinaria, della sicurezza alimentare e degli organi collegiali per la tutela della salute
Enti ed organi di livello centrale:
A livello regionale:
Nelle
forze armate italiane
il Corpo veterinario dell'Esercito, costituito nel
1861
riunisce dopo l'
unita d'Italia
tutti i medici veterinari militari dei diversi eserciti preunitari. Dal
1998
il personale medico veterinario dell'Esercito e inquadrato come Dipartimento di medicina veterinaria nel
Corpo sanitario dell'Esercito Italiano
.
- ^
Il termine veterinaria deriva da
veterinus
, nome di incerta etimologia, che riferito all'animale significa "adatto a portare some". Il termine riferito al medico degli animali fu introdotto da Flavio Renato Vegezio verso il 400 d.C.
- ^
Prodotti di origine animale non alimentari: pellame, lana, peli, corno, grasso, estratti opoterapici, ecc..
- ^
Grande Dizionario Enciclopedico UTET
, v. XIX, Torino, 1973, ed. UTET.
- ^
R. Roncalli Amici,
Il trattamento e la cura degli animali …
, op. cit.
- ^
Chiodi Valentino,
Storia …, op. cit.
, p. 38
- ^
R. Roncalli Amici,
Il trattamento e la cura degli animali …, op. cit
.
- ^
Barbieri Luigi,
La mascalcia …, op. cit.
, v. II, pp.15-27.
- ^
R. Roncalli Amici,
Il trattamento e la cura degli animali …, op. cit.
.
- ^
Ruggero Benassi, Storia della Veterinaria, op. cit.
- ^
a
b
c
d
R. Roncalli Amici,
Il trattamento e la cura degli animali …, op. cit.
- ^
Chiodi Valentino, Storia …, op. cit.
, p. 38
- ^
Barbieri Luigi, La mascalcia …, op. cit., v. II, p.54
- ^
Chiodi Valentino,
Storia …, op. cit.,
p. 174
- ^
Barbieri Luigi,
La mascalcia …, op. cit.
, v. II, p.30
- ^
a
b
R. Benassi,
La storia della veterinaria, op. cit.
- ^
Legge n. 5849 del 22 dicembre 1888 e regolamento di attuazione R.D. n.6442 del 9 ottobre 1889.
- ^
G. Corsico,
L'insegnamento dell'ispezione sanitaria ..., op. cit.
- ^
Enti del Servizio Sanitario Nazionale
Archiviato
il 5 settembre 2013 in
Internet Archive
.
- ^
Administrator,
FNOVI: l'utilizzo di un lanciasiringhe e esercizio abusivo della professione
, su
Ordine dei Veterinari della Valle d'Aosta
, 7 ottobre 2012.
URL consultato il 27 febbraio 2023
.
Le seguenti opere digitalizzate (in visione completa) fanno parte del Fondo Maestrini, appartenente alla biblioteca di Medicina Veterinaria "G.B. Ercolani", dell'
Universita di Bologna
.
- Opera della medicina de caualli composta da diuersi antichi scrittori, et a commune vtilita di greco in buona lingua volgare ridotta
, Venezia,
1543
.
- Francesco Bonsi,
Dizionario ragionato di veterinaria teorico-pratica
, Venezia,
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-
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- Pasquale Caracciolo,
La gloria del cauallo. Opera dell'illustre S. Pasqual Caracciolo diuisa in dieci libri
, Venezia,
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- (
FR
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William Cavendish
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La methode et inuention nouuelle de dresser les cheuaux par le tres-noble, haut, et tres-puissant prince Guillaume marquis et comte de Newcastle ...
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Del modo di conoscer la natura de'caualli et le medicine appartenenti a loro.
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Opera di d. Giuseppe D'Alessandro duca di Peschiolanciano divisa in cinque libri.
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Il dottissimo libro non piu stampato delle malscalzie del cauallo del Sig.or Giordano Rusto Calaurese
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978-1-78639-463-7
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OCLC
1118406638
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URL consultato il 7 dicembre 2019
(
archiviato
il 7 dicembre 2019)
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