Con il termine
marocchinate
vengono generalmente definiti tutti gli episodi di
violenza sessuale
e
violenza
fisica di massa, ai danni di migliaia di individui di tutte le eta (ma soprattutto di donne) effettuati dai
goumier
marocchini
inquadrati nel
Corpo di spedizione francese in Italia
(
Corps expeditionnaire francais en Italie
- CEF) durante la
campagna d'Italia
della
seconda guerra mondiale
.
Questi episodi di violenza sfociavano a volte anche in esecuzioni coatte degli abitanti delle zone sottoposte a razzia e violenza, e raggiunsero l'apice durante i giorni immediatamente successivi all'
operazione Diadem
e lo sfondamento della
linea Gustav
da parte degli
Alleati
[1]
.
Il 14 maggio 1944 le unita del Corpo di spedizione francese in Italia, composto per il 60% da reparti di origine nordafricana
[1]
, attraversando un terreno apparentemente insuperabile nei monti
Aurunci
, aggirarono le linee difensive tedesche nell'adiacente
Valle del Liri
, consentendo al XIII Corpo britannico di sfondare la
linea Gustav
e di avanzare fino alla successiva linea di difesa predisposta dalle truppe germaniche, la linea Adolf Hitler. In seguito a questa battaglia si verificarono i saccheggi dei paesi e le violenze sulla popolazione denominate appunto
marocchinate
.
A seguito delle violenze sessuali molte persone furono contagiate da
sifilide
,
gonorrea
e altre
malattie a trasmissione sessuale
, e solo l'uso della
penicillina
statunitense salvaguardo quelle zone da una vasta
epidemia
. Molte donne rimasero incinte e altrettante
abortirono
o ebbero
aborti spontanei
; benche non siano state fatte ricerche in merito, si ritiene che si verificarono diversi casi di suicidio tra le donne violentate, nonche molti casi di
infanticidio
della prole nata dallo
stupro
[2]
.
Per le migliaia di donne rimaste incinte, il solo
orfanotrofio
di
Veroli
, accoglieva dopo la guerra circa 400 bambini nati da quelle violenze sessuali
[3]
.
Il sindaco di
Esperia
(comune in
provincia di Frosinone
) affermo che nella sua citta 700 donne su un totale di 2.500 abitanti furono
stuprate
, e alcune di esse, in seguito a cio, morirono. Con l'avanzare degli
Alleati
lungo la penisola, eventi di questo tipo si verificarono altrove: nel
Lazio
settentrionale e nella
Toscana
meridionale
[4]
.
Lo scrittore
Norman Lewis
, all'epoca ufficiale britannico sul fronte di
Montecassino
, narro gli eventi:
≪Tutte le donne di
Patrica
,
Pofi
,
Isoletta
,
Supino
, e
Morolo
sono state violentate... A
Lenola
il 21 maggio hanno stuprato cinquanta donne, e siccome non ce n'erano abbastanza per tutti hanno violentato anche i bambini e i vecchi. I marocchini di solito aggrediscono le donne in due - uno ha un rapporto normale, mentre l'altro la sodomizza.≫
Diverse citta laziali furono investite dalla furia dei goumier (truppe marocchine): si segnalano nella Provincia di Frosinone le cittadine di
Esperia
[6]
,
Pontecorvo
, Vallecorsa,
Castro dei Volsci
,
Vallemaio
,
Sant'Apollinare
,
Ausonia
,
Giuliano di Roma
,
Patrica
,
Ceccano
,
Supino
,
San Giorgio a Liri
,
Coreno Ausonio
,
Morolo
e
Sgurgola
, mentre nella Provincia di Latina si segnalano le cittadine di
Lenola
,
Campodimele
,
Spigno Saturnia
,
Formia
, Itri,
Terracina
,
San Felice Circeo
,
Roccagorga
,
Priverno
,
Maenza
e
Sezze
, in cui numerose ragazze e bambine furono ripetutamente violentate, talvolta anche alla presenza dei genitori
[7]
.
Numerosi uomini che tentarono di difendere le proprie congiunte furono uccisi o violentati a loro volta. Il parroco di Esperia don Alberto Terilli che cerco invano di salvare tre donne dalle violenze dei soldati, fu legato e
sodomizzato
tutta la notte, morendo due giorni dopo per le sevizie subite
[8]
.
A
Pico
i soldati statunitensi del 351º reggimento fanteria (della 88ª divisione di fanteria, i cui membri erano soprannominati i "blue devils" per la loro ferocia in combattimento)
[9]
giunsero mentre i goumier stavano compiendo le violenze, ma furono bloccati dal comandante francese del reparto, che disse loro che "erano qui per combattere i tedeschi e non i francesi"
[10]
.
In una relazione redatta il 28 maggio 1944 del capitano italiano Umberto Pittali viene detto che “ufficiali francesi lasciano ai marocchini una discreta liberta di azione” e “preferiscono ignorare” quanto accade
[10]
. Secondo un testo
≪Addirittura c’e tra loro chi non ha paura di parlare di vero e proprio “diritto di preda” per i reparti marocchini
[11]
.≫
Don Alfredo Salulini nel suo libro
Le mie memorie del tempo di guerra
(Casamari, Tipolitografia dell'Abbazia, 1992), racconto autobiografico, cita un episodio di una giovane ragazza di appena 16 anni tenuta prigioniera in un casolare di campagna all'inizio di Vallecorsa e costretta a subire violenza carnale da un intero plotone di goumiers (anche soldati francesi che si nascondevano tra loro), morta dopo una settimana di violenze.
≪A S. Andrea, i marocchini stuprarono 30 donne e due uomini; a Vallemaio due sorelle dovettero soddisfare un plotone di 200 goumiers; 300 di questi invece, abusarono di una sessantenne. A Esperia furono 700 le donne violate su una popolazione di 2.500 abitanti, con 400 denunce presentate. Anche il parroco, don Alberto Terrilli, nel tentativo di difendere due ragazze, venne legato a un albero e stuprato per una notte intera. Morira due anni dopo per le lacerazioni interne riportate. A Pico, una ragazza venne crocifissa con la sorella. Dopo la violenza di gruppo, verra ammazzata. A Polleca si tocco l’apice della bestialita. Luciano Garibaldi scrive che dai reparti marocchini del gen. Guillaume furono stuprate bambine e anziane; gli uomini che reagirono furono sodomizzati, uccisi a raffiche di mitra, evirati o impalati vivi. Una testimonianza, da un verbale dell’epoca, descrive la loro modalita tipica: "I soldati marocchini che avevano bussato alla porta e che non venne aperta, abbattuta la porta stessa, colpivano la Rocca con il calcio del moschetto alla testa facendola cadere a terra priva di sensi, quindi veniva trasportata di peso a circa 30 metri dalla casa e violentata mentre il padre, da altri militari, veniva trascinato, malmenato e legato a un albero. Gli astanti terrorizzati non potettero arrecare nessun aiuto alla ragazza e al genitore in quanto un soldato rimase di guardia con il moschetto puntato sugli stessi"
[3]
≫
Da alcuni documenti dell’Archivio Centrale dello Stato, risulta che a Pico furono violentate 51 donne da 181 franco-africani e da 45 francesi bianchi. Questi crimini vennero minimizzati dalla Francia, sostenendo che erano state le donne italiane, in molti casi, a provocare i militari marocchini
[12]
.
≪2.-Comunque forti possono essere i nostri sentimenti nei riguardi di una Nazione che odiosamente tradi la Francia noi dobbiamo mantenere un’attitudine dignitosa.≫
Il 18 giugno del 1944
papa Pio XII
sollecito
Charles de Gaulle
a prendere provvedimenti per questa situazione. Ne ricevette una risposta accorata e al tempo stesso irata nei confronti del generale Guillaume. Ancora, il cardinale francese
Tisserant
rivolse una lamentela al generale Juin, che rispose che "si era provveduto alla fucilazione di 15 militari, accusati di stupri, colti sul fatto, mentre altri 54, colpevoli di violenze varie e omicidi, erano stati condannati a diverse pene compresi i lavori forzati a vita"
[14]
. Entro quindi in scena la
magistratura
francese, che fino al 1945 avvio 160 procedimenti giudiziari nei confronti di 360 individui. I reparti coloniali vennero alla fine ritirati e la 2ª divisione marocchina venne reimpiegata sul fronte tedesco, nella
Foresta Nera
e a
Freudenstadt
, nell'aprile del 1945, dove accaddero ancora episodi di stupri e rapine
[15]
.
Nel 1965, l'Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra pubblico il testo di un presunto volantino in francese e in arabo, secondo il quale sarebbe stato lo stesso generale
Alphonse Juin
ad istigare le truppe coloniali francesi alle turpi azioni: "...oltre quei monti, oltre quei nemici che stanotte ucciderete, c’e una terra larga e ricca di donne, di vino, di case. Se voi riuscirete a passare oltre quella linea senza lasciare vivo un solo nemico, il vostro generale vi promette, vi giura, vi proclama che quelle donne, quelle case, quel vino, tutto quello che troverete sara vostro, a vostro piacimento e volonta. Per 50 ore. E potrete avere tutto, fare tutto, prendere tutto, distruggere e portare via, se avrete vinto, se ve lo sarete meritato. Il vostro generale manterra la promessa, se voi obbedirete per l’ultima volta fino alla vittoria...". Di tale presunto volantino non e mai stato ritrovato l'originale, tanto che il Senato italiano non lo cito all'interno del progetto di legge del 1996 che intendeva riconoscere pubblicamente le sofferenze della popolazione a causa della marocchinate. Cionondimeno, ripresa dall'estrema destra italiana, l'idea delle cinquanta ore di carta bianca garantite da Juin si e fortemente impressa nell'immaginario collettivo
[16]
.
Una nota del 25 giugno del 1944 del
comando generale dell'Arma dei Carabinieri dell'Italia liberata
alla Presidenza del Consiglio, segnalerebbe nei comuni di Giuliano di Roma, Patrica, Ceccano, Supino, Morolo, e Sgurgola, in soli tre giorni (dal 2 al 5 giugno 1944, giorni della liberazione di Roma), 418 violenze sessuali, di cui 3 su uomini, 29 omicidi, e 517 furti
[17]
.
Numerosi stupri si sono verificati anche nei comuni di Latina, Lenola, Campodimele, Fondi, Formia, Itri, Sabaudia, San Felice Circeo, Sezze, Cori, Norma, Roccagorga, Latina, Maenza, Prossedi, Spigno Saturnia, Frosinone, Ceccano, Giuliano di Roma, Vallecorsa, Castro dei Volsci, Villa Santo Stefano, Amaseno, Esperia, Supino, Pofi, Pratica, Pastena, Pico, Pontecorvo
[18]
.
Le stime ammonterebbero a circa 3.100 casi, come riportato in una inchiesta italiana sottostimata per difetto fino ai dati probabilmente inverosimili delle 50.000 denunce presentate entro la fine del conflitto
[19]
.
Nella seduta notturna della
Camera
del 7 aprile 1952 la deputata del
PCI
Maria Maddalena Rossi
(presidente dell'
UDI
) denuncio che solo nella provincia di Frosinone vi erano state 60.000 violenze
[20]
da parte delle truppe "Magrebine" del generale Alphonse Juin. Al convegno "Eroi e vittime del '44: una memoria rimossa" tenutasi a Castro dei Volsci il 15 ottobre 2011, il Presidente dell'Associazione Nazionale Vittime delle "Marocchinate" Emiliano Ciotti fa una stima dello stupro di massa:
≪Dalle numerose documentazioni raccolte oggi possiamo affermare che ci furono un minimo di 20.000 casi accertati di violenze, numero che comunque non rispecchia la verita; diversi referti medici dell'epoca riferirono che un terzo delle donne violentate, sia per vergogna o pudore, preferi non denunciare. Facendo una valutazione complessiva delle violenze commesse dal "Corpo di Spedizione Francese", che inizio le proprie attivita in Sicilia e le termino alle porte di Firenze, possiamo affermare con certezza che ci fu un minimo di 60.000 donne stuprate, e ben 180.000 violenze carnali. I soldati magrebini mediamente stupravano in gruppi da 2 (due) o 3 (tre), ma abbiamo raccolto testimonianze di donne violentate anche da 100, 200 e 300 magrebini≫
Queste violenze non vennero compiute solo in questa zona dell'Italia: il fenomeno sarebbe iniziato gia dal luglio 1943 dopo lo
sbarco alleato in Sicilia
, proseguendo poi nel resto della penisola. Si sarebbe arrestato solo nell'ottobre del '44 alle porte di Firenze, quando il corpo di spedizione francese fu trasferito in
Provenza
.
In Sicilia, i goumier avrebbero avuto scontri molto accesi con la popolazione per questo motivo: si parla del ritrovamento di alcuni goumier uccisi con i
genitali
tagliati (secondo alcuni un chiaro segnale). La violenza era su donne e uomini, ma soprattutto su donne, per cui i siciliani, oltre a nascondere le donne in rifugi naturali o artificiali come grotte o pozzi, in diversi casi reagirono come a
Capizzi
, dove una quindicina di marocchini vennero uccisi con l'acquiescenza delle autorita militari alleate
[21]
; in altri casi gli autori degli stupri vennero uccisi a roncolate o evirati, dilaniati e dati in pasto ai maiali
[21]
.
≪Dato il coinvolgimento di sottufficiali e ufficiali bianchi, alcuni dei quali italofoni in quanto corsi, non presenti nei reparti di truppa goumier, si puo affermare che i violentatori si annidavano in tutte e quattro le divisioni del Cef. Forse anche per questo, gli ufficiali francesi non risposero ad alcuna sollecitazione da parte delle vittime e assistettero impassibili all’operato dei loro uomini. Come riportano le testimonianze, quando i civili si presentavano a denunciare le violenze, gli ufficiali si stringevano nelle spalle e li liquidavano con un sorrisetto”. Questo atteggiamento perduro fino all’arrivo in Toscana del Cef. Qui ricominciarono le violenze a Siena, ad Abbadia S. Salvatore, Radicofani, Murlo, Strove, Poggibonsi, Elsa, S. Quirico d’Orcia, Colle Val d’Elsa. Perfino membri della Resistenza dovettero subire gli abusi. Come testimonia il partigiano rosso Enzo Nizza: ”Ad Abbadia contammo ben sessanta vittime di truci violenze, avvenute sotto gli occhi dei loro familiari. Una delle vittime fu la compagna Lidia, la nostra staffetta. Anche il compagno Paolo, avvicinato con una scusa, fu poi violentato da sette marocchini. I comandi francesi, alle nostre proteste, risposero che era tradizione delle loro truppe coloniali ricevere un simile premio dopo una difficile battaglia”.≫
Le truppe francesi presero parte all'invasione della Germania e alla Francia fu assegnata una zona di occupazione in Germania. Secondo Perry Biddiscombe, i francesi commisero "385 stupri nell'area di
Costanza
, 600 a
Bruchsal
e 500 a
Freudenstadt
".
[22]
Commisero inoltre uno stupro di gruppo nel distretto di Hofingen, vicino
Leonberg
.
[23]
Anche nella
Germania
meridionale i goumier si abbandonarono a violenze e stupri di gruppo ai danni della popolazione. Secondo Norman Naimark,
storico
statunitense
, le truppe marocchine integrate nell'esercito francese occupante dimostrarono comportamenti simili a quelli dell'
Armata Rossa
, specialmente durante l'occupazione del
Baden
e del
Wurttemberg
[24]
.
≪Adesso lui mi stava sopra; e io mi dibattevo con le mani e con le gambe; e lui sempre mi teneva fissa la testa a terra contro il pavimento, tirandomi i capelli con una mano; e intanto sentivo che con l'altra andava alla veste e me la tirava su verso la pancia e poi andava tra le gambe; e tutto a un tratto gridai di nuovo, ma di dolore, perche lui mi aveva acchiappato per il pelo con la stessa forza con la quale mi tirava i capelli per tenermi ferma la testa≫
Il film
La ciociara
, ispirato al romanzo omonimo di
Alberto Moravia
e diretto da
Vittorio De Sica
, culmina con la violenza da parte dei goumier sulle protagoniste, madre e figlia adolescente; la madre chiama i violentatori "turchi", in un disperato sfogo verso ufficiali francesi che si fingono scettici.
Nel 2013 e stata rappresentata la piece teatrale "La Marocchinata" scritta e diretta da Stefania Catallo, basata sulla testimonianza di una vittima.
Il 13 giugno 2015 e andata in scena all'
Opera di San Francisco
l'
opera
Two women
(
La ciociara
), tratta dal romanzo di Moravia e dalla sceneggiatura cinematografica di Luca Rossi, e musicata da
Marco Tutino
, su libretto dello stesso Tutino e di
Fabio Ceresa
.
[25]
L'opera e stata poi ripresa, in prima europea, al
Teatro lirico di Cagliari
il 24 novembre 2017, ed anche ripetutamente teletrasmessa dalla
RAI
su
Rai 5
[26]
.
Ad agosto 2016 ha debuttato al Festival "Narrastorie - Il Festival del racconto di strada" lo spettacolo
Le Marocchinate
, un monologo scritto da
Simone Cristicchi
e Ariele Vincenti ed interpretato da quest'ultimo
[27]
.
- La ciociara
, romanzo di
Alberto Moravia
- Il Canto 72 (1944) dei
Cantos
del poeta statunitense che aderi al
fascismo
,
Ezra Pound
, scritto in italiano e in stile
dantesco
, contiene una strofa in cui si accenna con dure parole al fenomeno delle marocchinate (a parlare al poeta e lo spirito del condottiero medievale
Ezzelino III da Romano
, che Pound non considera un feroce tiranno come nella tradizione storica):
≪"
Calunnia
Guelfa
, e sempre la loro arma
fu la calunnia, ed e, e non da ieri.
Furia la guerra antica in Romagna
lo sterco sale sino a Bologna
con stupro e fuoco, e dove il cavallo bagna
son marocchini ed altra genia
che nominar e vergogna
,
si che il sepolto polvere s'affasca
nel profondo, e muove, e spira,
e, per cacciar lo straniero, agogna
a tornar vivo."≫
≪Centro strategicamente importante, situato sulla linea Gustav, durante l’ultimo conflitto mondiale si trovo al centro degli opposti schieramenti, subendo ogni sorta di violenza dalle truppe tedesche e marocchine e continui e devastanti bombardamenti da parte alleata che causarono la morte di numerosissimi cittadini e la totale distruzione dell’abitato. I sopravvissuti, costretti a trovare rifugi occasionali sulla montagna, resistevano con fierissimo contegno alle piu dure sofferenze, offrendo un ammirevole esempio di coraggio e amor patrio.≫
? Vallecorsa (FR) 1943/1944
[28]
.
≪Piccolo Comune con pochissime migliaia di abitanti, occupato per la posizione strategicamente favorevole dall'esercito tedesco impegnato a difesa della linea "Gustav", fu obiettivo di ripetuti e selvaggi bombardamenti che provocarono numerosissime vittime civili e la quasi totale distruzione dell'abitato. Con l'arrivo degli alleati il paese subi, poi, una serie impressionante di furti, omicidi e saccheggi e dovette registrare piu di settecento atti di efferata violenza su donne, ragazze e bambini da parte delle truppe marocchine. Ammirevole esempio di spirito di sacrificio e elette virtu civiche.≫
? Esperia (FR), Ottobre 1943-Maggio 1944
[29]
.
≪Piccolo Comune di poche migliaia di abitanti, occupato dalle truppe tedesche impegnate a difesa della linea Gustav, subi un violentissimo bombardamento che causo la morte di cinquantotto civili e numerosi feriti. I sopravvissuti, costretti all'evacuazione dovettero trovare rifugio nelle campagne circostanti. Con l'arrivo degli alleati il paese dovette registrare centinaia di atti di efferata violenza su donne e uomini da parte delle truppe marocchine. Ammirevole esempio di spirito di sacrificio e di amor patrio.≫
? Lenola (LT), 1943-1944
[30]
.
≪Piccolo Comune del frusinate, posto sulla linea Gustav, fu oggetto di feroci rastrellamenti da parte delle truppe naziste e di devastanti bombardamenti che provocarono numerose vittime civili e la distruzione della meta del patrimonio abitativo. La popolazione fu costretta ad abbandonare i propri beni e a trovare rifugio in montagna, tra stenti e sofferenze. Con l'arrivo degli alleati il paese dovette registrare poi alcuni atti di efferata violenza su concittadine da parte delle truppe marocchine. Ammirevole esempio di spirito di sacrificio ed amor patrio.≫
? Castro dei Volsci (FR), 1943-1945
[31]
.
≪Centro strategicamente importante, situato sulla linea Gustav, durante l'ultimo conflitto mondiale si trovo al centro degli opposti schieramenti, subendo ogni sorta di violenza dalle truppe tedesche e marocchine e continui e devastanti bombardamenti alleati che causarono la morte di numerosissimi cittadini e la quasi totale distruzione dell'abitato. Splendido esempio di spirito di sacrificio ed amor patrio.≫
? Ceccano (FR), 1943-1944
[32]
.
≪Piccolo comune situato sulla linea Gustav, durante l'ultimo conflitto mondiale si trovo al centro degli opposti schieramenti, subendo ogni sorta di violenza da parte delle truppe tedesche e marocchine nonche devastanti bombardamenti da parte dell'esercito alleato, che causarono la morte di numerosi cittadini, la quasi totale distruzione dell'abitato e ingenti danni al patrimonio zootecnico e agrario. Nobile esempio di spirito di sacrificio ed elette virtu civiche.≫
? Campodimele (LT), 1943-1945
[33]
.
≪Centro situato in posizione strategica ed occupato dall'esercito tedesco impegnato a difesa della linea Gustav, fu oggetto di rastrellamenti da parte delle truppe naziste e di numerosi bombardamenti che provocarono molte vittime civili e ingenti danni all'abitato. Anche con l'arrivo delle truppe alleate il paese subi soprusi, saccheggi e atti di efferata violenza su uomini e donne. Ammirevole esempio di spirito di sacrificio ed amor patrio.≫
? Pofi (FR), 1943-1944
[34]
.
≪Centro strategicamente importante posto sulla linea Gustav, fu oggetto di violenti rastrellamenti da parte delle truppe naziste e selvaggi bombardamenti che provocarono numerose vittime civili e la totale distruzione dell'abitato. La popolazione fu costretta ad abbandonare i propri beni e trovare rifugio in montagna, tra stenti e sofferenze. Con l'arrivo degli alleati il paese dovette registrare, poi, alcuni atti di efferata violenza su concittadine da parte delle truppe marocchine. Ammirevole esempio di spirito di sacrificio ed amor patrio.≫
? Spigno Saturnia (LT), 1943-1944
[35]
.
≪Centro strategicamente importante, situato sulla linea Gustav, durante l’ultimo conflitto mondiale si trovo al centro degli opposti schieramenti, subendo ogni sorta di violenza dalle truppe tedesche e marocchine e un gran numero di bombardamenti da parte alleata, che provocarono numerosissime vittime civili e la quasi totale distruzione dell’abitato. La popolazione tutta, con fierissimo contegno, resistette alle piu dure sofferenze, offrendo un ammirevole esempio di coraggio ed amor patrio.≫
? Castelforte (LT), 1943-1944
[36]
.
≪Comune situato in posizione nevralgica, durante l’ultimo conflitto mondiale si trovo al centro degli opposti schieramenti, subendo ogni sorta di violenza dalle truppe tedesche e marocchine e un gran numero di bombardamenti da parte alleata, che provocarono numerosissime vittime civili e la quasi totale distruzione dell’abitato. I sopravvissuti, costretti a trovare rifugio in varie localita, resistettero impavidi agli orrori e ai disastri della guerra, offrendo un’ammirevole prova di coraggio e amor patrio.≫
? SS. Cosma e Damiano (LT), 1943-1944
[37]
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