La
Magna Curia
del
Regno di Sicilia
fu l'organo centrale della amministrazione pubblica.
Era composta da cinque
grandi ufficiali
(poi sette) e da vari consiglieri e funzionari regi.
Guglielmo II di Sicilia
la divise di due organismi: uno come organo finanziario alle dipendenze del
camerario
, l'altro come alta corte di giustizia.
[1]
Nella Magna Curia con l'istituzione di magistrati e giustizieri provinciali siciliani veniva assicurata la liberta civile dei sudditi e si formava una autorita giudiziaria, perfezionata dalla figura del maestro giustiziere che aveva facolta di
avocarvi
sia cause civili che penali e di decidere in base agli scritti del diritto. Propriamente detta consiglio reale, il re veniva assistito da sette grandi ufficiali e da fidati prelati e baroni, per esaminare le cause appellate dai nobili.
Venne istituita intorno al
1140
dal re
Ruggero II di Sicilia
che modifico la struttura amministrativa, centrale e periferica, di cui si era servito fino ad allora nella
contea di Sicilia
: l'espressione
curia regis
, documentata per la prima volta nel 1145, indicava il corpo "
riformato
" dei funzionari del re che aveva sede nel
palazzo reale di Palermo
. La prima composizione vedeva i figli del re Anfuso, Guglielmo e Ruggero, l'ammiraglio Michele, il cancelliere Roberto, il magister Tommaso, lo scriniarius Maione, il logotheta Nicola; il protonotarius Filippo e il magister Aschettino.
[2]
Ruggero per primo introdusse la figura del
giustiziere
provinciale e dei tre distretti siciliani di
Val Demone
,
Val di Noto
,
Val di Mazara
ed una Camera civile in
Val di Girgenti
al di la del fiume
Salso
determinando le provincie dei magistrati giuridici-economici
[3]
.
Nel
1172
gia
Guglielmo II di Sicilia
aveva istituito la propria Magna Curia con tre giudici(definiti grandi e supremi) componenti un Tribunale supremo e ordinario dove si proponevano petizioni, eccezioni, si esaminavano testimoni e prove, la pertinenza e il possesso di ampie
baronie
siciliane, riconoscendo per primo l'autorita e competenza del tribunale.
Con l'imperatore
Federico II
essa ebbe la massima grandezza e dignita, rinnovata come tribunale di suprema, amplissima e ordinata giurisdizione nel 1231 con le
costituzioni di Melfi
[4]
. L'istituzione venne anche descritta dall'arabo
Novairo
[5]
come
la curia del Maestro giustiziere
, dalla nuova figura istituita e subentrata nella direzione del supremo organo giudiziario del Regno al posto dei tre
magistri
, che con le sue
figure giuridiche
venne reputata conforme alle azioni dei re normanni inglesi. Nelle costituzioni l'imperatore Federico II cita la frase in
latina
,
Nihil veterum principum authoritati detrahimus
, come l'inizio della Magna Curia dove dichiarava di: 1 ) rimettere in vigore ordini e istituzioni dei predecessori ; 2 ) deliberare e adattare nuove riforme; 3 ) recare a forme migliori istituzioni antiche, vengono inoltre apportate severe modifiche anche a diverse tradizioni linguistico - culturali, quella greco-bizantina, quella arabo-musulmana e quella latina
[6]
.
La Magna Curia dell'imperatore
Federico II
era un vero tribunale con
figure giuridiche
e
giudici
,sulla quale Egli stesso esercitava la suprema giurisdizione a persone di qualunque grado sociale. Alla Magna curia competevano gli appelli dalle
baronie
e dei
feudi
iscritti nei registri fiscali,con un maestro di giustizia che girava e visitava il reame esercitando il suo grado. Durante il governo di Federico II l'ammirazione per la saggezza economica e l'intelligenza nell'ordine pubblico adottata, oltrepasso i confini della Sicilia.Chiunque avesse commesso nei confini siciliani dei leggeri delitti o delle cause civili o delitti atroci, vedeva amministrata la giustizia con delle sanzioni
[7]
.
La Magna Curia era inoltre
ambulante
. Ambulanti lo erano i magistrati locali e provinciali ed anche la Suprema Autorita giudiziaria che girava in ogni luogo del regno cosi ciascun suddito poteva implorarla dinanzi alla propria porta
[8]
. Rinnovata ed autonoma era anche l'identita letteraria dello stato di Federico II,legata alla scelta di usare il volgare
siciliano
locale
[9]
Fu presieduta come maestro giustiziere dal 1222 al 1242 da
Enrico Di Morra
.
[10]
L'autorita generale ed ampia della magna curia era affiancata dalla Curia dei pari. Per ragioni di
privilegio
i nobili del regno siciliano erano reputati come Pari (o Convassalli) dell'impero normanno e costituivano la corte, l'assemblea e i giudici naturali di individui di stesso ceto sociale in cause civili e criminali. La curia venne regolamentata dal re
Ruggero II
in una forma legittima e vennero aggiunti come assessori, i
magistrati
.In tutti i giudizi dei
baroni
e
nobili
del tempo si rinviene almeno un intervento di magistrati e di giustizieri. Gravi delitti imputati a nobili altolocati erano giudicati da
conti
e
baroni
con la citazione
la corte che li giudico fu composta di suoi pari
[11]
.Nelle
Costituzioni di Melfi
dell'imperatore
Federico II
si ordino che i giudici del regno erano come assessori necessari ad assistere a tutti i giudizi dei nobili cosi da poter rappresentare degnamente la curia sotto i
Normanni
.
Tutte le corti del regno siciliano riconoscevano una Corte Maggiore presieduta dalle autorita. Ne presiedeva il re assistito da ufficiali, consiglieri e magistrati che componevano il supremo consiglio di stato. Il re Ruggero II volle come esempio di modello monarchico, costituire degli uffici deputati alla corona reale per esercitare la giurisdizione. Amministravano negli uffici alte cariche militari,di giustizia,di economia ed il Gran Siniscalco di Stato. Gli affari di stato e gli esteri erano affidati al Gran Cancelliere di Stato, le cariche di consiglieri naturali erano affidati ai primi baroni e anche scienziati, uomini d'ingegno e letterati favorendo le alte doti artistiche (
ars dictandi
). Tutti gli uffici componevano il Gran Consiglio di Stato presieduto dal re radunato a palazzo. La citta di
Palermo
che era stata la sede degli
Arabi
,fu la sede della monarchia e nel palazzo reale vennero disposte stanze nobilissime a privati e grandi consiglieri. Qui si teneva il consiglio di stato che manifestava la sovrana risoluzione assegnando i motivi e le ragioni, tutti registrati dalla cancelleria tenuta e servita da
scrittori
e
notai
come
ufficiali
del regno siciliano. La squadra privata reale era invece deputata alla custodia del palazzo e la sua corte era simile alle magnifiche corti dei
principi
musulmani
.
Con gli
Angioini
si ebbero tre supremi organi: la Magna Curia come complesso dei sette grandi ufficiali, quella dei maestri razionali, trasformata poi nella Camera della sommaria e la Magna Curia del maestro giustiziere, affiancata dal 1304 da una curia del gran siniscalco, poi chiamata curia regale, poi curia ducale e quindi curia della vicaria.
La Magna Curia giudiziaria fu abolita dal 1336 al 1345.
Dal 1230 al 1250 circa, intorno alla Magna Curia di
Federico II
si raccoglie un gruppo di poeti e uomini di cultura, siciliani o provenienti da altre zone del dominio imperiale. Alcuni avrebbero anche fatto parte dell'organismo, come
Pier della Vigna
e
Taddeo da Sessa
.
Il rinnovamento di Federico II continuo con l'approfondire la
filosofia
, l'astrologia
[12]
, l'astronomia, la matematica
[13]
l'algebra, la medicina e le scienze naturali
[14]
. Scrisse anche un manuale sulla falconeria, il
De arte venandi cum avibus
[15]
che rappresento un notevole progresso verso la scienza moderna. La
falconeria
era esercitata dalla corte con passione in
Puglia
presso il
Castello di Lucera
(o dei Saraceni) ed a
Castel del Monte
(ora Patrimonio dell'Umanita presso
Andria
)
[16]
. La Magna Curia favoriva il soggiorno a corte di uomini di gran cultura quali
Michele Scoto
[17]
,
Teodoro d'Antiochia
[18]
e di
Juda ben Salomon Cohen
[19]
. A Palermo durante il
XIII secolo
vennero tradotti i commentari di
Averroe
sull'opera
De anima
di
Aristotele
. Dei 35 commentari totali conosciuti all'epoca, ne furono tradotti in caratteri
arabici
circa 28 titoli; di seguito 15 di essi vennero tradotti dall'arabo al
latino
. Tra questi: il commentario sulla
Fisica
, l'11º:
Meteorologica
(tradotto da
Michele Scoto
); il 15º:
Metafisica
, con il suo
Proemio di Fisica
tradotto da Teodoro d'Antiochia.
Vennero poi tradotti 19 commentari dall'
ebraico
. Di questi l'
Epitomo di Fisica
venne tradotto dallo Scoto, ed il suo
Minus Proemium
fu tradotto da Teodoro d'Antiochia e da Mantinus, poi pubblicato nel 1575. Inoltre nei testi vengono anche indicate
[20]
;
- - le traduzioni di
Aristotele
- - le parafrasi di Aristotele
- - i testi arabi di Alfarabi,
Avicenna
e
Avempace
.
Federico II accolse anche i sostenitori delle teorie d'avanguardia delle Scuole d'oriente, per questo gli scrittori medievali lo definirono piu volte un
musulmano
battezzato. Accolse alcuni poeti o
romanzaturi
[21]
nella
Scuola siciliana
alla quale il poeta
Dante Alighieri
riconoscera la priorita della lingua volgare e del linguaggio poetico. Nel
1224
Federico II istitui l'
Universita di Napoli
[22]
la prima istituzione statale con docenti dell'impero tra cui i giuristi
Benedetto da Isernia
e
Roffredo di Benevento
. Nel
1231
venne approvata la regola della
Scuola Medica Salernitana
con l'istituzione della prima cattedra; inoltre venne regolata l'attivita di medico nella stessa scuola
[23]
La
poesia
lirica dei
Siciliani
( poeti di origine siciliana) conteneva un linguaggio ricco in qualita-quantita capace di inventare parole nuove per
neologismo
e
sincretismo
(attraverso i dialetti italiani e francesi), formando una concreta linguistica definita come
Aulico siciliano
. Questa ricchezza poetica e metrica fu dovuta alle caratteristiche della Magna Curia, che si spostava nel corso delle campagne militari ed acquisiva di volta in volta come modello linguistico una nuova lingua oppure un dialetto locale. L'accoglienza presso la corte siciliana dei poeti provenzali e della loro
poesia trobadorica
, porto i poeti siciliani a leggere ed a frequentare questi
trobadour
ed a imitarli nello scrivere alla stessa maniera. Grazie al modello provenzale si riusci a dare valore al
volgare siciliano
(usato solo in qualche canto plebeo o di giullari come
Cielo d'Alcamo
) per diventare pregevole e degno della poesia, come confermato poi da
Dante
nella sua opera
De vulgari eloquentia
.
L'introduzione di un nuovo sistema metrico quale il
Sonetto
, diede lo spunto al sistema canonico per eccellenza di far poesia, lo stesso usato poi dal
Petrarca
mettendo in rilievo la praticita e musicalita che questa forma poetica dimostra.
- ^
http://www.treccani.it/enciclopedia/magna-curia/
- ^
http://www.treccani.it/enciclopedia/magna-curia_(Federiciana)/
- ^
La Sicilia venne divisa idealmente da Ruggero II in Al di qua del fiume
Salso
e al di la del fiume
Salso
solo per una determinazione geografica delle zone e provincie siciliane
- ^
Bartolomeo Capasso,
Sulla storia esterna delle costituzioni del regno di Sicilia promulgate da Federico II
, vol. 1, 1869.
- ^
Abd-el-Wehab noto come il
Novairo
, mori nel
1332
e fu autorita storica scrivendo in modo dettagliato le vicende della Sicilia musulmana. Le sue opere riguardanti la fisica, la storia naturale e la morale dell'
Africa
erano dedicate al sultano Mohamed-ebn-Kelaun della dinastia dei Mamelucchi o Saracini. Tra le sue opere molti Manoscritti autografi, e la piu grande enciclopedia dal titolo
Nehayet-al-areb-fi-fonoun-al-Adeb
, divisa in cinque parti di cui la quinta sulla storia d'
Africa
e della
Sicilia
( cit. da G. Meli, Nuova raccolta di scritture e documenti intorno alla dominazione degli arabi in Sicilia,
1851
- tradotto da J.J.A Caussin, Biblioteca nazionale di Francia - cit. da Canonico
Rosario Gregorio
,Rerum arabic ampi,
1790
)
- ^
Da
Europa
, la scuola poetica siciliana Vol 7 - Europa : storia e documento dei movimenti letterari europei,Vol.7,Bianchi-Giovini, C. Guerrieri Crocetti Editore,
1947
- ^
Le sanzioni erano chiamate
bajuli
(in
siciliano
: bicciuli),adottate e rispettate in tutte le provincie (cit.da Bartolomeo Capasso, 1869)
- ^
Da Bartolommeo Capasso, Sulla storia esterna delle costituzioni del regno di Sicilia promulgate da Federico II,Vol 1, 1869 - consultato nel 2011
- ^
Bianchi-Giovini, 1947
- ^
http://www.treccani.it/enciclopedia/enrico-di-morra_(Federiciana)/
- ^
Bartolomeo Capasso del
1869
- ^
Ne fu consigliere naturale l'astrologo
Guido Bonatti
- ^
Si ebbe corrispondenza con il matematico pisano
Leonardo Fibonacci
, scopritore della successione numerica a suo nome
- ^
Fu istituito lo
Zoo
di
Palermo
famoso nel regno di sicilia per il numero di animali esotici contenuti
- ^
Trattato sui problemi di
ornitologia
, allevamento, addestramento e di
caccia
con il principio dell'osservazione diretta, esperienza e indipendenza
- ^
Estratto dal
folio 16 recto
del trattato
De arte venandi cum avibus
- ^
Michele Scoto
tradusse alcune opere di
Aristotele
- ^
Teodoro d'Antiochia o Maestro Teodoro era originario di
Antiochia
in
Siria
; fu nominato nel
1230
astrologo della corte siciliana con funzioni di medico e divinatore. Conosceva la
lingua latina
e, per la sua ottima conoscenza della
lingua araba
, fu incaricato di redigere la lettera di credenziali di due ambasciatori imperiali presso il re di
Tunisi
. Per i suoi servigi gli venne concesso un
feudo
in
Sicilia
. A Federico II dedico un intero trattato sull'
igiene
e la cura della persona, ricollegandosi ad un'opera forse di
Aristotele
. Mori suicida in barca nel tentativo di tornare ad Antiochia (cit. dall'
Enciclopedia Federiciana
)
- ^
Judah ben Salomon Ha-cohen Matqah era un enciclopedista ebreo di chiara fama (cit. da
Enciclopedia Federiciana
)
- ^
Cit. da Harvard University : commentary of Averroe, 2008
- ^
Poeti di origine siciliana, quali ad esempio
Jacopo da Lentini
- ^
Universita come fonte di
scienze
, seminario di dottrine del Regno di Sicilia
- ^
cit. da
Federico II di Svevia
in
Costituzioni di Melfi
.
- Errico Cuozzo,
MAGNA CURIA
,
Enciclopedia Federiciana
, vol. II (2005),
Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani
- Bartolomeo Capasso
,
Sulla storia esterna delle costituzioni del regno di Sicilia promulgate da Federico II
[
collegamento interrotto
]
, Stamperia della Regia Universita, 1869.
- Girolamo Tiraboschi
,
Storia della letteratura italiana
, vol. 2, N. Bettoni, 1833.
- (
FR
)
Jean-Etienne Montucla
,
Histoire des mathematiques... par M. Montucla
, Ch.-Ant. Jombert, 1758.
- Vincenzo Mortillaro,
Giornale di scienze letteratura ed arti per la Sicilia
, vol. 49 anno 13, Palermo, 1835.
- Michele Amari
,
VI
, in
Storia dei Musulmani di Sicilia
, vol. 2.
- Girolamo Tiraboschi
, Antonio Lombardi, Francisco Xavier Llampillas e Tommaso Maria Mamachi,
Storia della letteratura italiana: Dall'anno MCLXXXIII fino all'anno MCCC
, Venezia, 1795.
- Vincenzo Di Giovanni
,
Storia della filosofia in Sicilia da'tempi antichi al sec. XIX, libri quattro
, vol. 2, Lauriel, 1873.
- 'Abds as Sabatur Turrini,
L'islam e la Sicilia cristiana
, Co.re.is. Italiana, 2008.
- Ibn Sab'in
('Abd-al-'aqq Ibn-Ibrahim Ibn-Sab'in),
Le
questioni siciliane
. Federico II e l'universo filosofico
, a cura di traduzione dall'arabo, introduzione e note a cura di Patrizia Spallino, presentazione di Bakri Aladdin, Palermo,
Officina di Studi Medievali
, 2002,
ISBN
88-88615-42-3
.
- Azzarello da Bronte,
Commentario di Dante e Virgilio: Citazione ≪Cosa disse Dante a Virgilio davanti alle tre fiere? Virgi arritiriti i cani!≫
, Catania, Delfino, 1984.