Lingua volgare
e un'espressione con la quale si indicano le lingue parlate dal popolo nel
Medioevo
in
Europa occidentale
e in
Europa meridionale
derivate dal latino, ma notevolmente distanti dal
latino classico
, il quale, con la diminuzione delle comunicazioni causata dalla
caduta dell'Impero romano d'Occidente
, si era evoluto in modo diverso di regione in regione, in quanto influenzato da substrati diversi dovuti ai diversi idiomi originari dei popoli conquistati, nonche da superstrati dati dai dialetti delle popolazioni
barbariche
(
germaniche
,
slave
, ecc.) confinanti. La parola "volgare" non va dunque intesa come dispregiativa, ma semplicemente come riferimento alla
lingua vernacolare
, quella cioe impiegata - nella sua forma prevalentemente orale - nella vita quotidiana, in distinzione rispetto a quella della tradizione letteraria latina.
Gia in epoca romana come in quella medievale e sempre esistita una lieve distanza tra lingua scritta e lingua orale, il che ha dato origine, in concomitanza anche con la differenza culturale tra i vari ceti sociali, alla formazione dei dialetti "volgari" (in latino "
sermones vulgares
"), come detto sopra. Dal "volgare" parlato nei diversi paesi si sono evolute le attuali
lingue romanze
(dal latino
romanicus
e
romanice loqui
), alcune delle quali diventate di Stato (
italiano
,
francese
,
spagnolo
,
portoghese
,
romeno
). Nella maggior parte dei casi con "lingua volgare" o piu semplicemente "volgare" ci si riferisce alle prime forme espressive e letterarie della lingua italiana. La lingua volgare italiana non ha una data di nascita precisa, tuttavia dal
secolo VIII
in poi si possono trovare numerosi documenti che comprovano la necessita, per chi volesse essere compreso al di fuori della cerchia dei
chierici
, di adoperare, anche per iscritto, la lingua volgare.
Dall'
VIII secolo
si hanno le prime testimonianze di una lingua che si differenzia nettamente dal latino: i primi scritti in lingue volgari italiane pervenuti fino a noi sono l'
Indovinello veronese
, scritto verso l'anno
800
(che una parte degli studiosi considera pero ancora un esempio di latino volgare), l'
Iscrizione della catacomba di Commodilla
del
IX secolo
, i
Placiti cassinesi
del
960
circa, e la
Guaita di
Travale
[1]
, scritta il 6 luglio
1158
, da molti definita un vero e proprio verso poetico e per questo ritenuta fondamentale nella ricerca delle origini del
Dolce stil novo
. Quali prime testimonianze di volgari in Italia sono altresi da ricordare l'
iscrizione di san Clemente e Sisinnio
a
Roma
, il
Ritmo bellunese
e il
Glossario di Monza
. Dell'
842
e invece il
Giuramento di Strasburgo
, in volgare francese e tedesco. Nell'
XI secolo
i volgari italiani, con notevoli differenziazioni nelle varie regioni, molte di esse sfociate poi nelle
lingue locali d'Italia
, risultano in uso corrente in documenti di carattere giuridico, ecclesiastico e mercantile.
Per quanto riguarda la presenza consapevole di una lingua letteraria con l'ambizione di essere italiana, e in grado di produrre testi maturi dobbiamo invece attendere il
XIII secolo
, con la figura di
Francesco d'Assisi
(
1181
-
1226
) e con la
scuola poetica siciliana
(
1230
-
1250
) con
Giacomo da Lentini
,
Cielo d'Alcamo
il messinese
Stefano Protonotaro
che produrranno esiti fortemente influenzati dai dialetti locali, e pertanto molto diversi fra loro.
L'opera piu famosa in siciliano e "
Rosa fresca aulentissima
".
Dante Alighieri
, nel dodicesimo capitolo del primo libro del trattato del
De vulgari eloquentia
, ricorda il
volgare siciliano
come uno tra i piu illustri volgari italiani del suo periodo:
≪
Il volgare siciliano si attribuisce fama superiore a tutti gli altri per queste ragioni: che tutto quanto gli Italiani producono in fatto di poesia si chiama siciliano; e che troviamo che molti maestri nativi dell'isola hanno cantato con solennita
.≫
Nel
1268
,
Andrea da Grosseto
traduce dal latino i Trattati morali di
Albertano da Brescia
, fornendo un primitivo esempio di prosa letteraria in italiano: il volgare utilizzato dal grossetano e una lingua simile al dialetto toscano da cui egli cerca di eliminare alcune caratteristiche tipicamente locali, un idioma artificiale inventato con l'ambizione di poter essere compreso in tutta la penisola tant'e che il letterato lo definisce
italico
. Nel
XIV secolo
si affermano i grandi scrittori
fiorentini
in lingua volgare:
Dante
(
1265
-
1321
),
Petrarca
(
1304
-
1374
) e
Boccaccio
(
1313
-
1375
). Grazie alla loro influenza la nuova
lingua italiana
nasce limitatamente al solo ambito delle arti e della letteratura, e si codifica basandosi sul dialetto toscano, emendato di alcune sue caratteristiche specifiche non ravvisabili in altri dialetti della penisola.
Nel primo
Quattrocento
si assiste pero a una crisi del volgare, a causa di un giudizio negativo da parte dell'elite intellettuale sulle qualita retorico-stilistiche di questa lingua; contemporaneamente si nota un rinascere dell'interesse per i classici, che ben pochi erano ancora in grado di comprendere agevolmente. Anche i laici si dedicano alla ricerca e allo studio dei grandi autori latini e a poco a poco emergono dalle
biblioteche
testi da tempo dimenticati. Mentre a Firenze non e possibile evitare un confronto con la grande tradizione trecentesca in volgare, gli umanisti non fiorentini sono accomunati da un atteggiamento di svalutazione o disprezzo nei confronti di questa lingua.
Di fatto con l'
Umanesimo
le due tradizioni continuano a convivere: nella seconda meta del secolo il letterato umanista non e quasi mai esclusivamente latino, bensi bilingue, e contribuisce all'espansione del volgare; talvolta si ha persino la compresenza delle due lingue in uno stesso testo. Nel
XV secolo
si affermano quindi due tipi di produzione letteraria: da un lato si ha la produzione in latino, espressione di un ritorno all'antico tramite l'imitazione dei generi classici, e quindi rivolta a un pubblico di specialisti; dall'altro lato si ha la produzione in volgare, destinata a una fruizione piu ampia e all'espressione di generi popolari, ma non per questo rivolta esclusivamente a un pubblico sprovvisto di mezzi intellettuali.
Nella seconda meta del Trecento si avra un'intensificazione della circolazione dei testi in volgare, nonostante ancora alla meta del Cinquecento la produzione in questa lingua sia ancora nettamente inferiore a quella in latino: questo fenomeno e facilitato anche dall'affermarsi dell'arte della
stampa
a caratteri mobili.
Il latino sopravvivera come
lingua franca
per i letterati e gli scienziati fino al XIX secolo inoltrato (grandi scienziati moderni come
Newton
,
Linneo
,
Eulero
,
Gauss
pubblicarono tutte le proprie opere in latino); quindi verra soppiantato in questo ruolo dal
francese
e dal
tedesco
e, in epoca piu recente, dall'
inglese
.