La Starza
e un'area archeologica dell'
Italia meridionale
ubicata su un'altura gessosa (sfruttata anche come cava e pertanto denominata
Monte Gesso
[1]
) a
410
m s.l.m.
, nei pressi di una fonte sorgiva perenne della
valle del Miscano
, in territorio di
Ariano Irpino
. Sorge a breve distanza dalla
sella di Ariano
, il principale valico dell'
Appennino campano
.
[2]
Nel sito furono rinvenuti, nel corso del
XX secolo
, i resti di un insediamento preistorico risalente al
neolitico inferiore
(
VI millennio a.C.
), sicuramente il piu antico in
Campania
[3]
e tra i principali del
Mezzogiorno
[2]
, come attestato dalla precoce diffusione locale della
cultura della ceramica impressa
e graffita
[4]
propagatasi dalla
Penisola balcanica
al
Tavoliere pugliese
e da li verso gli
Appennini
[5]
. Oltre a tali primitive testimonianze, il sito mostra anche tutto il lungo evolversi della
cultura appenninica
, dai suoi primordi fino alla sua progressiva cessazione.
[4]
I reperti rinvenuti testimoniano un'occupazione lunghissima (pluri-millenaria) e pressoche ininterrotta durante tutto il
neolitico
e l'
eta del bronzo
[6]
fino all'abbandono del sito avvenuto a ridosso dell'
eta del ferro
(
900 a.C.
) e preceduto dalla fortificazione dell'insediamento mediante l'erezione di una cinta muraria.
[7]
I resti piu antichi sono riferibili a un villaggio di capanne risalente alla fase antica del neolitico (
V millennio a.C.
), mentre piu cospicui ed elaborati sono i rinvenimenti dell'eta dei metalli (cuspidi di frecce, asce, lame ecc.), dai quali si evince la presenza di un quartiere artigianale specializzato nelle lavorazioni metallurgiche. Assai numerosi sono anche i reperti in ceramica locale risalenti principalmente all'
eta del bronzo
medio (
XVI
-
XIV secolo a.C.
), dapprima non ornati e successivamente incisi ed intagliati
[8]
; la ceramica era prevalentemente grossolana, ma una certa quota era rappresentata ceramica fine, piu elaborata e decorata
[9]
.
Molti erano anche gli strumenti in
osso
e quelli in
selce
; quest'ultimo materiale era in parte di origine locale e in parte di provenienza
garganica
. Tuttavia i numerosi e vari resti vegetali e animali rinvenuti suggeriscono che l'economia era essenzialmente di tipo agro-pastorale, con forme e metodi ancora assai primitivi. In generale l'allevamento ovi-caprino prevaleva su quello suino e su quello bovino, mentre tra gli animali selvatici comparivano la
lepre
, il
capriolo
e la
gru
(quest'ultima ricercata forse per le piume); non mancavano inoltre i cani, utilizzati anche a scopo alimentare.
[9]
Il villaggio di capanne fu piu volte ricostruito sullo stesso sito, specialmente dopo l'eruzione vesuviana delle
pomici di Avellino
(
II millennio a.C.
), che comunque fece relativamente pochi danni in zona. Le capanne, di forma rettangolare, avevano peraltro dimensioni medio-piccole, ma erano comunque dotate di tetto a doppio spiovente e di focolari interni (e talvolta anche esterni); i forni erano invece sempre esterni alle abitazioni
[9]
.
Decisamente tardiva fu invece l'erezione della cinta muraria, databile forse agli inizi dell'eta del ferro a giudicare dai frammenti di
ceramica geometrica
iapigia
(di probabile provenienza
dauna
) rinvenuta tra gli interstizi delle mura stesse; cio permette anche di ipotizzare che il sito de La Starza doveva trovarsi lungo una delle principali direttrici che dalla
Daunia
conducevano in
Campania
, ove notevoli quantitativi di ceramica iapigia iniziavano a essere smerciati proprio a partire da quel periodo. Alla prima eta del ferro sembrano risalire anche le ultime sepolture a fossa, caratterizzate peraltro da corredi assai modesti (un solo vaso e pochi oggetti personali)
[10]
.
Gli scavi sono stati avviati dalla Scuola Britannica di Roma
[11]
tra il 1957 ed il 1962 e poi proseguiti fra il 1988 al 2000 dalla locale
Soprintendenza archeologica
sotto la direzione dell'archeologa Claude Albore Livadie
[4]
.
Molti dei reperti portati alla luce sono custoditi nel
Museo archeologico di Ariano Irpino
.
A non molta distanza, sull'altipiano di Camporeale all'altezza della
sella di Ariano
, sono inoltre venuti alla luce resti sporadici dell'eta del bronzo nell'ambito di un recinto adibito a
necropoli
[12]
.
- ^
Nicola Busino,
L’alta valle del Cervaro fra tarda antichita e alto medioevo: dati preliminari per una ricerca topografica
(
PDF
), p. 132
(
archiviato
il 5 novembre 2020)
.
- ^
a
b
Giuseppe Galasso,
Storia del Mezzogiorno: Il Mezzogiorno antico
, vol. 1, Edizioni del sole, 1986, pp. 83-98.
- ^
L'abitato neolitico de La Starza
, su
Archemail
(archiviato dall'
url originale
il 19 settembre 2015)
.
- ^
a
b
c
La Starza-1
, su
Claude Albore Livadie
(archiviato dall'
url originale
il 25 settembre 2020)
.
- ^
Giulio De Martino,
Storia della Campania e di Napoli. Linee per un curricolo di storia locale e regionale
, Liguori Editore, 2007, p. 24,
ISBN
9788820738235
.
- ^
Alessandra Manfredini,
La Starza
, in
Enciclopedia Italiana
, V Appendice, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1993.
- ^
Claude Albore Livadie
,
Considerazione sui nuovi scavi a La Starza (Ariano Irpino) e sulle comunita pastorali appenniniche
,
Civilta della Transumanza
, Santa Croce del Sannio, novembre 1988, pp. 32-45.
- ^
Ente Provinciale per il Turismo di Avellino - L'abitato neolitico de La Starza
, su
eptavellino.it
.
URL consultato il 25 agosto 2009
(archiviato dall'
url originale
il 6 maggio 2006)
.
- ^
a
b
c
La Starza-2
, su
Claude Albore Livadie
(archiviato dall'
url originale
il 2 gennaio 2021)
.
- ^
Claude Albore Livadie (a cura di),
Nuovi scavi alla Starza
, in
Congresso L'Eta del Bronzo in Italia nei secoli dal XVI al XIV a.C.
, Rassegna di archeologia, vol. 10, All’Insegna del Giglio, 1992, p. 483,
ISBN
9788878140493
.
- ^
Cenni storici
, su
Comune di Ariano Irpino
.
- ^
Claude Albore Livadie,
La Starza di Ariano Irpino
, in
Storia illustrata di Avellino e dell'Irpinia
, I, Pratola Serra, Sellino & Barra, 1996, pp. 17-32.