Jochen Rindt
, nato
Karl Jochen Rindt
[1]
(
Magonza
,
18 aprile
1942
?
Monza
,
5 settembre
1970
), e stato un
pilota automobilistico
austriaco
ai fini sportivi, campione del mondo di
Formula 1
nel
1970
. Il titolo gli fu assegnato postumo dopo che il pilota trovo la morte in un incidente sul
circuito di Monza
.
Dotato di uno stile di guida aggressivo e spettacolare,
[2]
era considerato uno dei migliori piloti automobilistici della sua epoca.
[2]
Durante la sua intera carriera agonistica, pur mantenendo anche la cittadinanza
tedesca
data dai suoi natali, corse sempre sotto licenza austriaca, Paese in cui si era trasferito in tenera eta e poi era cresciuto, dai nonni, dopo la morte dei genitori avvenuta durante la
seconda guerra mondiale
[2]
e di cui, secondo molte fonti, non fu mai cittadino.
[3]
[4]
Rindt trascorse buona parte della sua carriera in
Formula 1
, categoria in cui vinse sei Gran Premi (di cui cinque nel 1970), ma ottenne successi pure in altre categorie, quali la
Formula 2
e le competizioni a ruote coperte, in cui conquisto la
24 Ore di Le Mans
del 1965.
Rindt era un pilota molto veloce sul giro, tanto che la stampa specializzata prese a chiamarlo "Grindt"
[5]
visto il suo temperamento focoso in pista. I tifosi lo chiamavano anche "Dynamite"
[6]
per via del suo piede destro molto pesante. Curioso il soprannome che gli diedero alcuni giornalisti, "Tiger"
[5]
per via del suo naso che era schiacciato come quello del
felino
.
[7]
Il decano dei giornalisti inglesi,
Denis Jenkinson
, disse che secondo lui Rindt era
veloce ma senza testa
[
senza fonte
]
(nonostante la cosa sia citata in molteplici fonti, in origine pero risulterebbe solo che il giornalista reputava il pilota arrogante e testardo), tanto che se avesse vinto un Gran Premio si sarebbe tagliato per scommessa la sua famosa barba;
[8]
Jenkinson per inciso si taglio la barba nel
1969
quando Rindt vinse il suo primo Gran Premio al volante della
Lotus
. Rindt sopportava l'utilizzo del casco integrale solo quando guidava su circuiti meno tortuosi, quali Hockenheim e Monza,
[9]
poiche riduceva a suo giudizio il campo visivo alla guida. Il pilota soffriva inoltre anche di
mal d'auto
[9]
e aveva una gamba piu corta dell'altra di quattro centimetri, per una frattura del collo del femore, frutto di un incidente sugli sci avvenuto quand'era ragazzo.
[3]
Rindt nacque a
Magonza
nel 1942, durante la
seconda guerra mondiale
. I suoi genitori erano Karl Rindt
[10]
e Ilse, nata Martinowitz.
[10]
Il padre era tedesco, ricco commerciante di spezie,
[11]
titolare di un'azienda di Magonza che risaliva al 1840, la
Klein & Rindt
[10]
fornitrice durante la seconda guerra mondiale della Wehrmacht,
[12]
la madre, austriaca, figlia di un noto avvocato,
[10]
era stata una tennista di successo
[3]
fumava e guidava automobili;
[13]
da un precedente matrimonio terminato con un divorzio aveva avuto un figlio, di nome Uwe Eisleben.
[10]
Morirono nel luglio 1943 ad Amburgo,
[13]
dov'erano andati a ispezionare una filiale della Klein & Rindt,
[10]
durante un bombardamento aereo della
Royal Air Force
[4]
nel corso dell'
operazione Gomorrah
:
[13]
fu quindi cresciuto dai nonni materni, Hugo e Gisa Martinowitz, residenti a
Graz
,
[10]
nell'allora
Ostmark
.
[14]
Fu il nonno austriaco ad assicurargli il passaporto tedesco, come precauzione per fargli conservare la sostanziosa eredita paterna.
[1]
Sviluppo fin dalla tenera eta una gran passione per l'automobilismo: conobbe il futuro compagno di corse
Helmut Marko
quando a Graz frequentavano insieme il ginnasio,
[15]
con cui si cimentava in corse notturne clandestine.
[16]
Nel 1961, con Marko e altri amici, assistette al
Gran Premio di Germania 1961
;
[3]
decise di vendere l'azienda lasciatagli dal padre in eredita per cominciare a gareggiare,
[14]
usando la
SIMCA
Monthlery della nonna in gare rallystiche,
[3]
per poi passare in seguito nel campionato turismo alla guida di una
Giulietta TI
.
[11]
[17]
Il suo debutto in monoposto avvenne nel 1963, con la partecipazione al campionato di
Formula Junior
, dove ebbe l'occasione di competere con altri piloti di rilievo come
Jackie Stewart
e
Jo Siffert
,
[6]
vincendo la quinta edizione del circuito di Cesenatico nell'aprile 1963.
[18]
L'anno seguente passo alla
Formula 2
, categoria che lo vide protagonista assoluto fino al tragico epilogo della sua carriera.
[11]
Raccolse in questa categoria un numero impressionante di pole e 45 vittorie,
[6]
misurandosi sempre con piloti come
Jim Clark
e
Graham Hill
.
[11]
Sempre nel 1964 balzo all'onore della cronaca sportiva vincendo la famosa gara internazionale di F2 sul
circuito di Crystal Palace
nei pressi di
Londra
, battendo in quell'occasione Clark, Hill e Stewart; in quell'anno debutta in
Formula 1
nel
Gran Premio d'Austria
sulla pista ricavata dall'
aerodromo di Zeltweg
al
volante
di una
Brabham
della scuderia di
Rob Walker
. Parte tredicesimo ma dovette ritirarsi per un guasto al cambio.
L'anno successivo riusci poi a imporsi alla
24 Ore di Le Mans
con
Masten Gregory
ed
Ed Hugus
;
[11]
il trio parti all'undicesimo posto in griglia
[19]
e la corsa fu ultimata da Gregory, che taglio vittorioso il traguardo proprio quando il differenziale della vettura si ruppe
[20]
Vinse in seguito a
Zeltweg
con una Ferrari 250 il Gran Premio d'Austria Auto Sport e Prototipi, in una corsa messa a rischio dall'aver urtato un'altra macchina in gara.
[21]
Nel
1965
approda stabilmente al campionato di F1 con la
Cooper
, al fianco di
Bruce McLaren
, piazzandosi al quarto posto in Germania.
[11]
Nella stagione
1966
alla guida della
Cooper
-
Maserati
ottiene il primo podio in carriera (il secondo posto in
Belgio
) e diversi altri risultati a podio, il terzo in Germania e il secondo negli USA, battendo i compagni di squadra
Richie Ginther
,
Chris Amon
e
Moises Solana
, ottenendo cosi il terzo posto finale nel campionato.
[11]
Nel luglio 1967 vince il Gran Premio di Formula 2 a Rouen, precedendo al traguardo Bruce McLaren,
Jo Schlesser
e Graham Hill.
[22]
In Formula 1 arrivano due quarti posti, in
Belgio
e in
Italia
, concludendo cosi il relativo campionato al tredicesimo posto con sei punti.
Nel 1967 fu ancora impegnato a
Le Mans
con
Gerhard Mitter
.
[23]
Nel
1968
entra a far parte della scuderia
Brabham
, senza ottenere grandi risultati, a parte battere
Jack Brabham
, ottenere due terzi posti in Sudafrica e in Germania,
[11]
alcune
pole position
e giri veloci in gara, per via della scarsa competitivita della monoposto
[24]
con cui per dieci volte dovette ritirarsi per problemi meccanici.
[11]
Alla fine della stagione entro nel team della
Lotus
come compagno di Graham Hill, grazie al suo manager
Bernie Ecclestone
.
[11]
Nel 1969 fu al volante della
Lotus 49B
che ≪aveva la fama di vettura fragile e pericolosa, specialmente con i nuovi dispositivi aerodinamici, infatti proprio durante la trasferta oltre oceano Hill, si fratturo entrambe le gambe interrompendo la sua carriera per qualche tempo≫.
[25]
Il 4 maggio 1969 rimase vittima di un grave incidente al
Gran Premio di Spagna
, per la rottura dell'alettone posteriore urto prima i
guard rail
e poi la macchina di Graham Hill
[26]
rimasta sul circuito dopo essere stata danneggiata in un incidente
[27]
e si ruppe il setto nasale,
[11]
la mandibola e subi una
commozione cerebrale
[26]
che gli procuro disturbi alla vista e all'equilibrio per qualche tempo.
[28]
Heinz Pruller, il biografo ufficiale di Rindt, afferma che, in seguito a quest'incidente, il pilota disse alla moglie Nina di volersi ritirare dalle corse,
[26]
decisione che divenne nota nell'ambiente della Formula 1.
Ristabilitosi, conquisto il suo primo successo sul
circuito di Watkins Glen
,
[11]
dove il suo compagno di scuderia, Hill, si fratturo le gambe;
[11]
sempre in quella stagione arrivo un secondo posto in Italia a 8 centesimi di secondo dal vincitore Stewart
[29]
e un terzo in Canada.
[11]
Nel
1970
divento il pilota di punta della
Lotus
e riusci a vincere cinque gare nelle prime nove.
[11]
Con la vittoria nel
Gran Premio di Francia
si porto in testa alla classifica del campionato del mondo per piloti.
[30]
Ad agosto vinse in volata il
Gran Premio di Hockenheim
,
[31]
una gara dove
Jacky Ickx
era stato al comando della corsa per trentuno dei cinquanta giri con Rindt che solo al quarantanovesimo giro riusciva a superare definitivamente Ickx.
[32]
Approdo al
Gran Premio d'Italia
primo in classifica generale, con un consistente vantaggio sugli inseguitori e con l'obiettivo di vincere matematicamente il titolo mondiale.
[28]
A Monza, durante le qualifiche del sabato, all'inizio del quinto giro
[9]
perse il controllo della vettura appena prima della curva Parabolica, andando a urtare violentemente contro il
guard-rail
. La vettura si disintegro e Rindt mori durante il trasporto all'ospedale.
Le cause dell'impatto sono ignote.
[33]
L'ipotesi piu accreditata riguarda un problema all'impianto frenante: la rottura dell'alberino di supporto del disco freno
[34]
entrobordo, che si trancio di netto a causa del cedimento strutturale del materiale, troppo sollecitato dall'assenza degli alettoni, che rendevano molto instabile la
Lotus 72
. Questa scelta tecnica fu attuata per contenere la differenza di prestazioni con le Ferrari su un circuito veloce come quello di
Monza
. La brusca decelerazione prima della Parabolica porto la vettura verso il
guard-rail
. L'angolo di impatto non era dei piu pericolosi, tuttavia la ruota sinistra si infilo sotto il parapetto, dove probabilmente dei tifosi avevano scavato una buca per entrare clandestinamente nell'autodromo, e causo una rapida rotazione. Il medico che per primo intervenne sul luogo dell'incidente verifico che, nonostante le ferite evidenti al torace e agli arti inferiori, non c'era fuoriuscita di sangue, perche era avvenuto un arresto cardiaco al momento dell'impatto con il
guard rail
. Le pupille risultavano molto dilatate. Clinicamente era ancora vivo, ma dopo il primo massaggio cardiaco il polso era molto debole.
La morte fu causata principalmente dal piantone dello sterzo, che sfondo lo sterno del pilota austriaco: le cinture di sicurezza si strapparono parzialmente dai sei punti di ancoraggio alla scocca e non ressero alla decelerazione dell'impatto, proiettando il pilota in avanti verso il volante. La forte decelerazione e la totale perdita dell'avantreno dovuta all'impatto, fecero si che anche gli arti inferiori subissero gravi lesioni seppur non fatali. Il piede sinistro, il piu leso dall'angolo d'impatto, era separato quasi di netto dalla caviglia. Ai soccorritori che per primi giunsero sul luogo apparve una scena raccapricciante: Rindt era disteso nell'abitacolo con gli arti inferiori completamente esposti. Spiro pochi minuti dopo nell'ambulanza che lo stava trasportando all'
ospedale
Niguarda
di
Milano
. Fu aperta un'inchiesta della magistratura italiana, che mise sotto accusa la Lotus e
Colin Chapman
per la scarsa solidita delle sue vetture.
[6]
Giancarlo Gnepo Kla scrisse per
Ruoteclassiche
: ≪Nell'ottica di una migliore distribuzione dei pesi Chapman sposto i dischi all'interno del telaio, allontanando masse dalle ruote. Tuttavia le torsioni che gravavano sul mozzo erano tali da provocare anche dei cedimenti≫.
[35]
Quasi un mese piu tardi, la vittoria di
Emerson Fittipaldi
al
Gran Premio degli Stati Uniti
impedi a
Jacky Ickx
di superare l'austriaco in classifica generale: in tal modo Rindt fu il primo e ancora oggi unico campione del mondo postumo.
[6]
Al suo funerale, a Graz l'11 settembre 1970,
Joakim Bonnier
pronuncio l'elogio funebre dicendo: ≪
Morire facendo qualcosa che amavi fare, significa morire felici. E Jochen ha l'ammirazione e il rispetto di tutti noi. L'unico modo di ammirare e rispettare un grande pilota e amico. A prescindere da cosa accadra nei Gran Premi rimanenti quest'anno, per tutti noi Jochen e il campione del mondo
≫.
[7]
Rindt riposa nel
Cimitero centrale
di
Graz
.
[36]
[37]
Al momento della morte Rindt aveva vinto cinque dei dieci Gran Premi della stagione, dandogli quindi un vantaggio nella classifica del campionato per piloti di venti punti sul secondo provvisoriamente in classifica e ventisei su colui che alla fine della stagione sarebbe stato il secondo in classifica, rispettivamente Stewart e Ickx.
Dopo la vittoria nella corsa successiva in
Canada
, Ickx ridusse lo svantaggio che aveva su Rindt a 17 punti a due gare dal termine della stagione, rendendolo l'unico ad avere una possibilita di conquistare il titolo, a patto che vincesse le ultime due corse guadagnando cosi i diciotto punti necessari;
[38]
al successivo
Gran Premio degli Stati Uniti
invece Ickx arrivo quarto, in una corsa vinta da colui che aveva sostituito Rindt al volante della Lotus,
Emerson Fittipaldi
; cio rese Rindt il solo campione del mondo postumo nella storia della Formula 1. Nella circostanza Ickx dichiaro:
≪Meglio cosi, non mi sarebbe piaciuto strappare il titolo a Jochen, che lo meritava pienamente.
[39]
[40]
≫
Il trofeo di campione del mondo fu consegnato alla vedova Nina da Stewart il 18 novembre 1970, nel corso di una cerimonia vicino a
Place de la Concorde
a Parigi
[7]
[41]
[42]
Rindt fu coinvolto da Stewart nella lotta per migliorare le misure di sicurezza in Formula Uno; per questo motivo fu criticato dalla stampa, che defini Stewart, Rindt and Joakim Bonnier la "Geneva connection", per la comune residenza in Svizzera
[
senza fonte
]
. Quale membro della
Grand Prix Drivers' Association
di recente costituzione, fu lui a ispezionare il 4 maggio 1969 quel
circuito del Montjuic
dove, per la rottura dell'alettone posteriore, si sarebbe schiantato contro quei
guard rail
che aveva insistito perche fossero resi meno pericolosi.
[26]
Nel luglio 1970 fu tra i piloti che si batterono per una maggiore sicurezza nei circuiti, sostenendo modifiche a essi che avrebbero evitato la sua morte poche settimane dopo: dichiaro la necessita di creare aree dove la macchina potesse decelerare oltreche la sostituzione delle vecchie barriere di sicurezza con staccionate in legno leggero, piu adatte a frenare la corsa di una vettura uscita di pista in maniera piu dolce e senza lacerare i serbatoi di benzina.
[43]
In seguito all'incidente avvenuto durante il GP di Spagna del 1969 invio una lettera aperta a varie testate giornalistiche specializzate in cui criticava gli alettoni sottolineadone la pericolosita, riflessioni che provocarono scalpore nell'ambiente e spinse la Commission Sportif Internationale, l'organo di governo sportivo che ha preceduto la FIA, a decidere di decretare la provvisoria inammissibilita di tali alettoni per poi imporre ulteriori modifiche al modo con cui dovevano essere installate.
[26]
Rindt e stato commemorato in vari modi, sinche la competizione esistette la gara iniziale della BARC 200 Formula Two fu ribattezzata
Jochen Rindt Memorial Trophy
, nel 2000, in occasione del 30º anniversario della sua morte, la citta di Graz ha svelato una targa in bronzo in suo ricordo, alla presenza della moglie Nina e della figlia Natasha;
[44]
la penultima curva al
Red Bull Ring
e stata dedicata a lui.
[45]
Nel Regno Unito l'Historic Sports Car Club ha organizzato un campionato riservato alle vetture di Formula 2 storiche, la categoria riservata alle monoposto costruite prima del 1972 e stata chiamata "Class A Jochen Rindt Trophy".
[46]
1965
|
Scuderia
|
Vettura
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Punti
|
Pos.
|
Cooper
|
T73
e
T77
|
Rit
|
NQ
|
11
|
Rit
|
14
|
Rit
|
4
|
8
|
6
|
Rit
|
|
|
|
4
|
13º
|
1966
|
Scuderia
|
Vettura
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Punti
|
Pos.
|
Cooper
|
T81
|
Rit
|
2
|
4
|
5
|
Rit
|
3
|
4
|
2
|
Rit
|
|
|
|
|
22 (24)
|
3º
|
1968
|
Scuderia
|
Vettura
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Punti
|
Pos.
|
Brabham
|
BT24
e
BT26
|
3
|
Rit
|
Rit
|
Rit
|
Rit
|
Rit
|
Rit
|
3
|
Rit
|
Rit
|
Rit
|
Rit
|
|
8
|
12º
|
1969
|
Scuderia
|
Vettura
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Punti
|
Pos.
|
Lotus
|
49B
|
Rit
|
Rit
|
|
Rit
|
Rit
|
4
|
Rit
|
2
|
3
|
1
|
Rit
|
|
|
22
|
4º
|
1970
|
Scuderia
|
Vettura
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Punti
|
Pos.
|
Lotus
|
49C
e
72
|
13
|
Rit
|
1
|
Rit
|
1
|
1
|
1
|
1
|
Rit
|
NP
|
|
|
|
45
|
1º
|
Legenda
|
1º posto
|
2º posto
|
3º posto
|
A punti
|
Senza punti/Non class.
|
Grassetto
? Pole position
Corsivo
? Giro piu veloce
|
Squalificato
|
Ritirato
|
Non partito
|
Non qualificato
|
Solo prove/Terzo pilota
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