Nella
teoria musicale
, l'
intervallo
e la quantita in
toni
e/o
semitoni
di tra due
note musicali
(misurata come "salto" tra i
gradi
della
scala
in uso), o anche la differenza in
altezza
tra i due
suoni
(misurato come rapporto tra le due
frequenze
d'
onda
).
[1]
Si parlera di intervallo
melodico
,
diacronico
o di
salto
, tra le due note (o suoni) prodotte consecutivamente (una dopo l'altra), oppure di intervallo
armonico
,
sincronico
o
bicordo
(es:
power chord
), tra le due note (o suoni) prodotte simultaneamente (insieme):
- un
intervallo melodico
(
melodia
) si distingue anche per la
direzione
,
ascendente
o
discendente
, a seconda che il secondo suono sia rispettivamente piu acuto o piu grave rispetto al primo.
- un
intervallo armonico
(
accordo
) e caratterizzato anche dalla
consonanza e/o dissonanza
, come fenomeno legato all'
interferenza
generata dai due suoni in questione, vibranti simultaneamente.
[2]
Gli intervalli tipici della tradizione musicale europea, definiscono le distanze fra le note di una scala musicale, in gruppi di toni e/o semitoni, dove gli intervalli piu piccoli possono avere come unita di misura il
comma
o il
cent
.
[2]
L'
unisono
non e propriamente un intervallo.
[1]
Inoltre, e da notare che l'intervallo musicale e una classificazione teorica delle distanze musicali (tra le note) e non delle distanze acustiche che separano un suono dall'altro; per tale motivo, l'intervallo non rientra nel campo dell'
accordatura
e del
temperamento
. E a causa della
fisiologia
della percezione del suono, l'intervallo musicale non e percepito proporzionalmente alla differenza tra le
frequenze
dei due suoni, ma come differenza tra i loro
logaritmi
, cioe come rapporto tra le due frequenze.
Chiamando, per necessita di chiarezza, il suono piu grave
1º termine
e il suono piu acuto
2º termine
, per calcolare un intervallo evitando confusioni, e necessario stabilire la "distanza" e la "specie".
La
distanza
identifica quanti
gradi
intercorrono tra i due termini contando anche i due in questione, attraverso un aggettivo numerale ordinale al genere femminile (ad esempio: Do
3
-Re
3
=
intervallo di seconda
o di 2ª; Do
4
-Mi
4
=
intervallo di terza
o di 3ª); gli intervalli che vanno da quello di prima a quello di ottava vengono detti primari o semplici; quelli superiori all'ottava vengono detti multipli o composti dei precedenti, vale a dire che essi sono considerati trasposizioni degli intervalli primari alle ottave superiori (ad es.: l'intervallo di 10ª e il multiplo di quello di 3ª). Solitamente nella classificazione gli intervalli multipli vengono ricondotti ai loro corrispettivi primari, tranne in casi particolari riguardanti lo studio dell'
armonia
.
La
specie
e la caratteristica di un intervallo, determinata dalla sua composizione in toni e semitoni. Essa viene determinata come segue:
- se il secondo termine dell'intervallo appartiene sia alla
scala maggiore
che a quella
frigia
, entrambe aventi per
tonica
il primo termine, l'intervallo si dira giusto (abbreviazione G); questa condizione si puo avverare nel caso degli intervalli di 1ª, 4ª, 5ª e 8ª (ad es.: Do-Sol = intervallo di quinta giusto o 5ª G);
- se il secondo termine appartiene alla
scala maggiore
e non a quella
frigia
, entrambe aventi per
tonica
il primo termine, l'intervallo si dira maggiore (abbr. M); questa condizione si puo avverare nel caso degli intervalli di 2ª, 3ª, 6ª e 7ª (ad es.: Do-Mi = intervallo di 3ª M);
- se il secondo termine appartiene alla
scala frigia
e non a quella
maggiore
, entrambe aventi per
tonica
il primo termine, l'intervallo si dira minore (abbr. m); questa condizione si puo avverare nel caso degli intervalli di 2ª, 3ª, 6ª e 7ª (ad es.: La-Sol = intervallo di 7ª m);
- se il secondo termine non appartiene ne alla scala maggiore ne a quella frigia, entrambe aventi per tonica il primo termine, ovvero il primo termine ha doppia alterazione, che gli attribuisce percio valore musicale di una nota di grado diverso, occorre anzitutto assumere fittiziamente per quest'ultimo il valore piu prossimo nominalmente omologo (ad es. per Do## prendere Do#) e ricalcolare l'intervallo fittizio secondo le precedenti regole, modificando quindi la specie come di seguito indicato.
[3]
- per ogni allontanamento di un semitono del primo/secondo termine reali al di fuori dell'intervallo fittizio calcolato, queste sono le denominazioni crescenti progressivamente assunte dall'intervallo: se minore (m), prima di tutto maggiore (M); se maggiore o giusto (G), aumentato (A), piu che aumentato (+A), eccedente (E), piu che eccedente (+E), ultra eccedente (uE); ad esempio l'intervallo Do-Fa? e un intervallo di 4ª A (
quarta aumentata
) perche e piu ampio di un semitono rispetto a Do-Fa che e il corrispettivo intervallo giusto.
- per ogni avvicinamento di un semitono dei due termini reali all'interno dell'intervallo fittizio, queste le denominazioni che accompagnano la diminuzione dell'intervallo: se maggiore (M), prima di tutto minore (m); se minore o giusto (G), diminuito (D), piu che diminuito (+D), deficiente (DF), piu che deficiente (+DF), ultra deficiente (uDF); ad esempio l'intervallo Do-Fa♭ e un intervallo di 4ª D (
quarta diminuita
) in quanto piu piccolo di un semitono rispetto a Do-Fa che e l'intervallo giusto; invece Do-Mi♭ e un intervallo di 3ª m (
terza minore
) perche piu piccolo di un semitono rispetto a Do-Mi che e l'intervallo maggiore.
[
senza fonte
]
Segue una tavola degli intervalli maggiormente usati. Per scelta e per limitare l'esempio, il primo termine non viene mai modificato. Questo comporta che si possono ottenere solo intervalli da
piu che diminuito
a
piu che aumentato
.
[
senza fonte
]