Il grande caldo
(
The Big Heat
) e un
film
del
1953
diretto da
Fritz Lang
.
L'espressione
The Big Heat
, il titolo originale del film, non indica solo un'estate torrida: nel
gergo
della
malavita
americana, e l'elevarsi del livello di guardia della
polizia
nei confronti della
criminalita
[1]
.
Indagando sul suicidio di un collega, nonostante le pressioni dei superiori affinche non se ne occupi, il sergente Dave Bannion scopre una fitta rete criminale che avvolge nelle maglie della
corruzione
gran parte della citta.
Chiave della vicenda e la vedova del collega suicida, Bertha, la quale e in possesso di un diario del defunto ove sono esposte le prove della collusione fra la malavita, alcuni personaggi della politica e parte della stessa polizia: la scaltrezza della donna sta nell'aver combinato le cose in modo tale che, in caso di suo decesso, queste carte finiscano in mano ai giornalisti, il che le consente di ricattare il boss della mala, che si nasconde dietro un'aura di rispettabilita, Lagana.
Addentrarsi nell'indagine costera a Bannion la vita della moglie, uccisa da una bomba piazzata nella sua auto e destinata a lui.
Sospeso dalla polizia, Bannion decide di farsi giustizia da solo, aiutato da Debbie Marsh, la donna di Vince Stone, capo degli scagnozzi del boss Lagana, sfigurata in volto dal caffe bollente gettatole in faccia dal violento amante.
Sara proprio Debbie a risolvere la situazione uccidendo Bertha ed innescando cosi l'inarrestabile sequenza di eventi che portera all'incriminazione del Lagana, dei suoi corrotti funzionari ed al reintegro di Dave Bannion nella polizia.
Realizzato dalla
Columbia
in un momento di crisi dell'industria cinematografica, il film ebbe una gestazione brevissima e un'altrettanto rapida realizzazione: i diritti furono acquistati il 12 gennaio 1953 e il 20 febbraio fu reso noto il nome del regista,
Fritz Lang
. Pochi giorni dopo si defini anche il cast, ossia
Glenn Ford
,
Lee Marvin
,
Jocelyn Brando
e
Gloria Grahame
.
Il grande caldo
e tratto dall'omonimo romanzo, uscito a puntate sul
Saturday Evening Post
nel 1952 e scritto da
William P. McGivern
[2]
, "
il cantore principale dell'angosciata epopea del poliziotto del dopoguerra
", ma "
il materiale e puro Lang adattato ai tempi nuovi
".
[3]
.
Le riprese ebbero luogo fra il 14 marzo e il 15 aprile 1953.
[4]
La censura statunitense assegno al film una X e, mentre il pubblico rimase sconcertato per la violenza usata oltre le convenzioni fino ad allora accettate nel cinema, la critica recensi il film in maniera molto positiva. Il critico
Bosley Crowther
del
New York Times
lodo l'interpretazione di Glenn Ford.
[5]
Variety
descrisse la regia di Lang come "intensa" e "potente".
[6]
Oggi,
Il grande caldo
e considerato un classico del cinema
noir
, spesso citato tra i migliori film del genere.
[7]
≪Il debito evidente nei confronti del cinema poliziesco che si richiama ai libri di
Raymond Chandler
- primo fra tutti
The Big Sleep
,
Il grande sonno
, realizzato nel 1946 da
Howard Hawks
con la coppia
Humphrey Bogart
-
Lauren Bacall
- viene saldato dal regista proprio restando fedele a se stesso. Dave Bannion e un uomo onesto nella citta corrotta, duro abbastanza da sfidare il crimine organizzato [...] Tuttavia non e
Marlowe
: fa parte di una struttura pubblica (la polizia), ha una famiglia, evita osservazioni retoriche e melanconiche sul significato dell'esistenza. Non e un eroe da romanzo [...]
Il detective privato chandleriano aggira le alte pareti del destino filosofando da esistenzialista e si rompe la testa solo quando non ha scelta; il sergente langhiano invece e un ariete, un cupo montone infuriato.≫
- La doppia natura dell'uomo
Nella descrizione del protagonista Dave Bannion, Fritz Lang riprende un soggetto ricorrente nei suoi film americani
[8]
, ossia quello di un americano qualunque, pacifico e socialmente inquadrato, che "
per reagire a un'ingiustizia sconvolgente si isola dal mondo e affonda nell'odio, nella violenza e nella vendetta
".
[9]
Qui vi si aggiunge l'aggravante che a trasformarsi in un giustiziere e un poliziotto, un uomo delle istituzioni e non della folla.
La duplicita della natura umana e rappresentata da Lang da una metafora visiva di grande intensita: il volto bellissimo di
Gloria Grahame
per meta sfigurato dall'ustione provocata dal caffe bollente lanciatole addosso dall'amante violento e geloso. Viene in mente anche la faccia di Emma Robey coperta dal foulard in
Dietro la porta chiusa
e il viso di Alice Reed, per meta velato dall'ombra, in
La donna del ritratto
.
A rappresentare il Male nel film sono in particolare il sadico e violento Vince Stone (interpretato da un allucinato
Lee Marvin
), che rappresenta la violenza bruta, e il piu sottile Mike Lagana (
Alexander Scourby
), che dietro una facciata rispettabile nasconde un abisso di malvagita senza fine.
Lotte Eisner
cosi descrive la prima scena del film:
≪Su una scrivania vediamo una pistola in primo piano. Una mano entra nell'inquadratura, poi un braccio. La mano prende la pistola e la macchina da presa arretra su una vista da dietro con l'arma alzata. Uno sparo, la testa e le braccia dell'uomo ricadono sulla scrivania. Panoramica su una grossa busta indirizzata al procuratore della repubblica, e accanto ad essa, il distintivo di un sergente della polizia.≫
L'efficacia di questa scena fu anche dovuta alla censura statunitense, che non consentiva la ripresa di un suicidio. Racconta ironicamente lo stesso Lang che aveva ricevuto una lettera dal suo produttore Robert Arthur, in data 10 aprile 1953, che gli chiedeva di rispettare il Breen Office, di non mostrare gli omicidi e farli avvenire fuori campo. Cio lo costrinse a escogitare soluzioni di suggestiva intensita.
Nel
2011
e stato scelto per essere conservato nel
National Film Registry
della
Biblioteca del Congresso
degli
Stati Uniti
.
[10]
In Italia i manifesti e le locandine del film furono realizzati dal pittore cartellonista
Anselmo Ballester
.
- ^
Dizionario dei film 1998
, a cura di Paolo Mereghetti, p. 857.
- ^
McGivern sceneggio diversi film e alcune puntate della
serie televisiva
Kojak
.
- ^
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, p. 392.
- ^
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, anno X, n° 4, aprile 1994.
- ^
Bosley Crowther,
The Big Heat (1953)
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, 31 dicembre 1952.
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- ^
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Rancho Notorious
del 1952, nel personaggio di Vern Haskell
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il 1º gennaio 2012)
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