Guglielmo il Maresciallo
,
I conte di Pembroke
(in
inglese
William The Marshal
, in
francese
Guillaume le Marechal
;
1150
circa ?
Caversham
,
14 maggio
1219
), e stato un
cavaliere medievale
e
condottiero
inglese
.
Nacque da
Giovanni
e Sibilla di Salisbury in localita sconosciuta e mori nel suo
castello
di
Caversham
. La data della morte e certa e ben documentata, dato lo spessore storico e politico raggiunto da Guglielmo, ormai
conte di Pembroke
[1]
La sua
famiglia
apparteneva alla piccola
nobilta
inglese che gravitava nell'orbita dei
Plantageneti
.
Nella famiglia
medievale
la nascita, specie per chi non apparteneva ad una casa reale o all'alta nobilta, aveva un'importanza relativa: era solo un fatto
biologico
, l'inizio di una nuova vita nella forte incertezza della sopravvivenza ? data la elevatissima
mortalita infantile
? e nell'altrettanta incertezza del suo possibile sviluppo sociale. Questo spiega i dubbi sul tempo e sul luogo di nascita di Guglielmo in un'epoca, il
XII secolo
, in cui sono ben piu importanti il momento dell'
exitus
e gli istanti che lo precedono, gli attimi del bilancio finale: la morte nel Medioevo era, per cosi dire, uno spettacolo dello
status
raggiunto e uno strumento di legittimazione del successore
[2]
.
La
chanson
di Guglielmo
Intitolata
Histoire de Guillaume le Marechal, comte de Striguil et de Pembroke, regent d'Angleterre
(
Storia di Guglielmo il Maresciallo, conte di Striguil e Pembroke, reggente di Inghilterra
), la
chanson
del
trovatore
Giovanni risale al
XIII secolo
e fu composta in
anglonormanno
, una variante estinta della
lingua d'oil
, parlata dalla nobilta normanna in Inghilterra e diffusa nell'ambiente di corte. Era la lingua utilizzata per le composizioni letterarie dell'epoca.
La
chanson
di Guglielmo e particolarmente importante dal punto di vista letterario per essere la biografia piu antica che ci sia pervenuta in questa lingua
[3]
.
Si tratta di una
chanson
encomiastica, costituita da 19.214 versi, in
couplet
di ottosillabi.
Il
couplet
nella
metrica
francese medioevale indicava un particolare tipo di
distico
. Il suo utilizzo piu celebre e quello de
I racconti di Canterbury
del poeta inglese
Geoffrey Chaucer
.
Del poema esiste un'unica copia originale facente parte della nota collezione libraria di Sir Thomas Phillips a
Cheltenham
, cittadina inglese del
Gloucestershire
.
La
chanson
venne scoperta dal
filologo
francese
Paul Meyer
che compi diversi studi sui manoscritti di Cheltenham e la pubblico in tre volumi corredati di commento tra il
1891
e il
1902
.
Le notizie sulla sua famiglia di origine sono scarse e non aiuta in questo il
poeta trovatore
Giovanni, suo
biografo
ufficiale, che ne illustro la vita in un poema in versi.
La
chanson
che gli fu commissionata da Guglielmo il Giovane, il primogenito successore del Maresciallo, ad eterna memoria del padre
[4]
ma anche a gloria del casato, e di grande importanza per la storia del nostro protagonista ma ancora di piu per il costume e l'
ideologia
dell'epoca, che descrive in tutte le sue sfumature
psicologiche
.
Si tratta di un testo, per quanto encomiastico, fondamentale per la comprensione della
cavalleria medievale
, dei suoi principi, delle sue aspirazioni, dei suoi
tabu
, della sua
liturgia
altrettanto forte di quella religiosa. Cio che emerge da quei
versi
che vogliono esaltare una figura eroica e il ritratto vivo di una societa
guerriera
, dei suoi principi come dei suoi umori, dei suoi ideali come delle sue bassezze
[5]
.
La
chanson
di Guglielmo
≪
ci consegna qualcosa di infinitamente prezioso: la memoria cavalleresca quasi allo stato puro; senza questa testimonianza non ne sapremmo quasi nulla
.≫
In quest'opera la voce e del Trovatore ma la parola e di Giovanni d'Early, lo scudiero e amico fedele del Maresciallo
[7]
, il cui ricordo a volte vacilla, a volte sottace, ma e sempre attento ad esaltare la figura del suo
signore
. Forse la
cronaca
non e sempre precisa ma il mondo descritto rivive in tutta la sua freschezza offrendo una fine analisi psicologica del protagonista e dei suoi comprimari, il cui
palcoscenico
era una societa turbolenta e creativa che tuttavia si stava avviando al tramonto.
Il silenzio del Trovatore sui progenitori di Guglielmo potrebbe essere stato un
artificio retorico
per esaltare maggiormente la sua figura quale uomo che ha creato da solo la propria fortuna, il proprio successo grazie esclusivamente alla propria
virtus
[8]
.
Abbiamo solo il nome del nonno paterno,
Gilberto
, un discendente dei
normanni
al seguito di
Guglielmo I il Conquistatore
nella sua avventura inglese.
Gilberto era al servizio di
Enrico I d'Inghilterra
con la funzione di maresciallo, poco piu di un servitore addetto alla cura dei
cavalli
reali, funzione che fu ereditata dal figlio
Giovanni
, il padre del nostro Guglielmo, divenendone il
patronimico
[9]
.
Giovanni, per una serie di circostanze fortunate, si trovo, nei torbidi che seguirono la
successione
di Enrico I, ad aiutare
Matilda
,
[10]
la madre del futuro
re d'Inghilterra
Enrico II
, della quale divenne uno dei favoriti: fu l'inizio della sua fortuna e della sua scalata sociale. Sposo in seconde nozze
Sibilla
Chaworth, sorella di Patrizio da Salisbury, primo
conte di Salisbury
, dalla quale ebbe Guglielmo ed altri tre maschi, oltre a due femmine a cui si aggiungevano Gilberto e Gualtiero, frutti di un precedente
matrimonio
. Guglielmo, quarto in linea di successione, era destinato ad una vita da cadetto, ossia alla ricerca dell'avventura e della fortuna facendo affidamento soltanto sulle proprie forze, un
destino
comune a tutti i cadetti dell'epoca
[8]
.
Seguire la vita di Guglielmo vuol dire entrare nel mondo della
cavalleria
, comprenderne il reale significato, i doveri e gli onori, in un certo senso osservare la culla dell'organizzazione
sociale
occidentale
come iniziava a formarsi sulle ceneri dell'
Impero carolingio
[8]
.
La
Storia di Guglielmo il Maresciallo
scritta da Giovanni il Trovatore apre uno squarcio nella
societa feudale
, i cui
valori
principali erano la
virtus
guerriera unita alla
fidelitas
e alla
caritas
verso un
Senior
, sia esso di livello intermedio o l'apice della scala
gerarchica
guerriera, il
Sovrano
. Sotto questo aspetto Guglielmo fu lo
stereotipo
del perfetto cavaliere tanto da meritarsi dai suoi contemporanei il titolo di
migliore cavaliere del mondo
[11]
. La sua carriera fu esemplare, quasi didascalica: da scudiero a
tutore
di re e poi
reggente
del
Regno d'Inghilterra
, l'
apoteosi
finale
[12]
.
Guglielmo era un figlio cadetto e per questo in presenza del primogenito nulla gli era dovuto dalla famiglia, dal padre
[13]
:
Nella
societa
feudale
era il primogenito che coagulava su di se, oltre all'amore paterno, gli interessi della casata.
[8]
Solo al primogenito spettava l'
asse ereditario
, intendendo con cio non solo i beni economici ma anche tutti gli altri di ordine immateriale quali le
giurisdizioni
, la tutela degli elementi femminili della famiglia, le
alleanze
, insomma quel complesso di rapporti e principi che costituivano l'
onore
della famiglia o meglio della
stirpe
. Al cadetto, che era vissuto come un peso ed un pericolo perche avrebbe potuto ostacolare il primogenito ? l'unico a cui erano demandati l'onore e l'onere della perpetuazione della stirpe ? rimaneva la strada del mondo o la carriera
ecclesiastica
: Guglielmo fu avviato alla prima
[8]
.
Giovanni il Maresciallo
, il padre, lo invio ancora fanciullo
[14]
in
Normandia
da Guglielmo signore di
Tancarville
, un
feudatario
del
Re d'Inghilterra
, perche lo svezzasse e lo educasse da guerriero, da futuro cavaliere. Il signore di Tancarville era anche un
parente
e per questo sentiva maggiormente l'importanza di allevare e ammaestrare il ragazzo affidatogli
[15]
.
Il suo era il compito tipico del cavaliere
senior
, specie se aveva raggiunto un certo grado nella scala
gerarchica
guerriera: sostituire il padre carnale assumendone le funzioni educative nei confronti del cadetto o dei cadetti affidatigli e portarli all'addobbamento.
[5]
La consegna della
spada
, che trasformava il giovane apprendista in cavaliere, ossia in vero uomo, era il momento
simbolico
piu alto della vita del guerriero, il momento che marchiava per sempre la sua
anima
. La vestizione era un momento liturgico,
sacramentale
,
[16]
carico di simbolismi, vissuto intensamente dal
mentore
e ancora di piu dal suo pupillo, un secondo
battesimo
o meglio il vero battesimo del cavaliere che da quel momento in poi si trovava solo con se stesso di fronte al mondo e alle sue capacita: ≪... la cavalleria, sorgente di grazia, era senz'altro cio che i teologici definivano allora un sacramento≫
[17]
.
Divenuto cavaliere, Guglielmo partecipo a diverse scaramucce di poca importanza tra feudatari dimostrando sempre un grande valore bellico per audacia e per tecnica. Inizio a partecipare ai
tornei
che si tenevano nella
regione
, distinguendosi sempre di piu e vincendo i premi messi in
palio
oltre alle
armature
e ai palafreni dei cavalieri sconfitti. I tornei, in un'epoca in cui il
denaro
contante era un elemento piuttosto raro, erano l'occasione per mettersi in mostra e guadagnare somme anche considerevoli, a volte arricchirsi,
[18]
come nelle moderne gare sportive.
La
Normandia
,
feudo
del
re d'Inghilterra
e al tempo stesso
vassalla
del
re di Francia
era una regione ricca di tornei, una palestra di guerrieri dove Guglielmo compi e perfeziono il suo apprendistato, ma restava per lui solamente una terra di adozione
[8]
[19]
.
Lo statuto giuridico della Normandia quale vassalla del Re di Francia rendeva ambigua la posizione del re d'Inghilterra. Questi era infatti sovrano in Inghilterra, ma in quanto titolare del ducato di Normandia era tenuto all'omaggio vassallatico verso il re di Francia.
Ormai abile e affermato cavaliere decise di rientrare in Inghilterra, la sua patria, ma non presso la propria famiglia di origine, dove altri per diritto di primogenitura ne erano a capo. Ando ed entro nella famiglia di
Patrizio
conte di Salisbury
, zio materno, che lo accolse benevolmente.
[20]
La scelta che fece Guglielmo di rientrare in Inghilterra presso Patrizio di Salisbury fu oltre che fortunata oculata, in quanto questi era intimo di
Enrico II d'Inghilterra
. Essere al servizio dello zio significava essere al servizio del Re e di un Re dello spessore di Enrico II, ma significava anche gravitare attorno alla corte reale con tutto cio che ne poteva derivare, insomma un rientro da grande tra i grandi in un mondo in continuo fermento in cui non sarebbero mancate le occasioni da sfruttare
[8]
.
L'occasione fortunata fatalmente si presento nel
1168
quando accompagno lo zio incaricato da Enrico II di scortare la regina
Eleonora d'Aquitania
nel
Poitou
per domarvi una rivolta. Qui in uno scontro con dei ribelli Patrizio fu ucciso e lo stesso Guglielmo, che si era lanciato per vendicarne la morte, fu ferito e fatto prigioniero. In questa azione mostro coraggio e audacia, amore e fedelta verso lo zio, e con cio, secondo i canoni etici dell'epoca, rispetto e capacita di sacrificio per l'onore della Regina e del Re d'Inghilterra. La sua condotta impressiono moltissimo
Eleonora
, che, grata, lo riscatto dalla prigionia e lo inseri tra i cavalieri del suo seguito
[21]
.
Il destino di Guglielmo si compi: non piu cavaliere errante ma membro di una corte reale e, ancora meglio, di una famiglia reale, l'inizio di un lungo viaggio eroico e smagliante che lo avrebbe portato ad essere l'uomo piu potente d'Inghilterra
[22]
.
Enrico II nel
1170
incorono re il figlio quindicenne
Enrico
, d'ora in avanti il Giovane, senza cedergli tuttavia alcun potere reale che tratteneva strettamente nelle sue mani.
Enrico il giovane
si affaccio cosi alla vita politico-militare carico di prestigio formale ma privo di esperienza e di alcun potere effettivo, pieno di quell'ansia di autonomia e di quelle ambizioni che lo avrebbero messo in rotta di collisione con il padre fino a scatenargli una guerra.
Enrico II, consapevole della situazione ed estremamente geloso del potere, che non intendeva spartire con il giovane e inesperto figlio, scelse come suo mentore ? quasi un tutore ? Guglielmo il Maresciallo, ormai nelle grazie della regina e dello stesso re. Questo incarico proietto di colpo Guglielmo al vertice del gruppo dei cavalieri che facevano parte della casa reale
[23]
.
Essere l'istruttore del figlio del re, esso stesso re, suo consigliere, suo difensore e in situazioni particolari sua volonta decidente conferiva a Guglielmo una responsabilita e un'importanza inimmaginabili. Era come essere signore del proprio signore, anche se si trattava di un signore che il padre preferiva tenere lontano dal potere foraggiandone, piu o meno volentieri, costosissime imprese cavalleresche
[5]
.
Queste imprese si tradussero in un continuo errare per tornei
[25]
, sport e sfogo per i giovani guerrieri che volevano mettersi in mostra e vivevano in modo ludico questa specie di esercizio bellico, spesso piu pericoloso della stessa guerra, tanto da essere stato condannato dalla
Chiesa
nel
Concilio Laterano
del
1179
. In queste circostanze si dispiego tutta la bravura di Guglielmo, che doveva proteggere il giovane re, farlo vincere e farlo ben figurare in una societa che poneva i tornei tra gli elementi fondamentali della propria cultura. Guglielmo si dimostro, oltre che fulgido cavaliere e torneatore, attento istruttore e prezioso consigliere, tanto da guadagnarsi l'amore del giovane Enrico
[26]
.
Quest'amore Enrico glielo dimostro quando gli chiese di armarlo cavaliere: trattandosi di un re, per giunta del Re d'Inghilterra, questo compito, ancor piu importante di quello del padrino nei nostri battesimi e considerato allora un enorme onore e privilegio, sarebbe spettato ad un altro re, probabilmente a
Luigi VII di Francia
, che oltretutto era suo signore feudale. Fu invece Guglielmo, semplice cavaliere, a cingergli la
spada
, a prendergli le mani tra le sue, a baciarlo sulla bocca, a farlo nascere cavaliere, a farlo sbocciare alla virilita facendone un vero uomo di guerra e immettendolo in quella
fraternitas
che costituiva lo strato eletto della societa feudale
[27]
.
La posizione di Guglielmo si era grandemente rafforzata e l'intimita con il re lo elevava tra i suoi compagni suscitando invidie e gelosie che gia covavano per il tumultuoso e inarrestabile sviluppo della sua carriera.
(
FR
)
≪
Li envios orent envie
del bien e de la bone vie
del Mareschal e de l'amor
que il aveit a son seignor
.≫
(
IT
)
≪Gli invidiosi ebbero invidia
del bene e della bella vita
del Maresciallo e dell'amore
che aveva per il suo signore.≫
Alcuni cavalieri del seguito reale, invidiosi della benevolenza ed affetto che Enrico il Giovane ostentava nei suoi confronti, ordirono nel
1182
una congiura
[29]
contro di lui.
Si incomincio ad insinuare, prima velatamente e poi apertamente, il sospetto di un suo rapporto adulterino con la moglie di Enrico,
Margherita
figlia di
Luigi VII di Francia
: si voleva rovinare Guglielmo e sostituirsi a lui nel cuore del Re. Guglielmo respinse ogni accusa, si dichiaro pronto a sostenere il
Giudizio di Dio
[30]
attraverso un duello con qualsiasi campione, ma il sospetto e le accuse ebbero la meglio, e perse l'affetto del Re. Abbandono la corte iniziando ad errare per tornei certo che presto sarebbe stato richiamato.
Guadagno moltissimo, ma spese altrettanto, come si conveniva ad un cavaliere di cui la prodigalita era una caratteristica; la sua bravura dava lustro ai tornei e per questo era ambito e conteso, e al tempo stesso ne aumentava il prestigio e il guadagno
[31]
.
Non dovette aspettare molto: Enrico il Giovane, che nel frattempo si era disfatto della moglie restituendola a Luigi VII di Francia ed era entrato in guerra con il proprio padre, Enrico II, aveva bisogno di lui e della sua capacita bellica.
Lo fece cercare per riammetterlo a corte; Guglielmo chiese delle garanzie che ottenne e rientro nel seguito di Enrico
[32]
.
L'11 giugno
1183
Enrico il Giovane inaspettatamente mori di
dissenteria
nei pressi del castello di
Martel
in
Turenna
, infliggendo cosi un altro duro colpo, questa volta involontario, a Guglielmo, che sperava di ripartire da dove i sospetti e la congiura lo avevano allontanato. Guglielmo lo ricordo commosso:
(
FR
)
≪
Ha Dex, que fera or Largesse
e Chivalerie e Proesce
qui dedenz lui soleient meindre?
...
A Martel morut, ce me semble
cil qui ot dedenz sei ensemble
tote corteisie et proesce
debonairete et largesce
.≫
(
IT
)
≪Oh Dio, che faranno ora Generosita
e Cavalleria e Prodezza
che erano solite abitare dentro di lui?
...
A Martel mori, io credo,
colui che riuni in se
ogni cortesia e prodezza,
amabilita e generosita.≫
Tutto sembrava cospirargli contro quando Guglielmo eseguendo l'ultima volonta di Enrico lo sostitui come
crociato
recandosi al suo posto a
Gerusalemme
dopo averne ottenuto l'autorizzazione del padre, il re. Enrico II lo aveva perdonato per avere levato le armi contro di lui poiche lo aveva fatto per fedelta al figlio che gli aveva affidato in ossequio alle leggi non scritte della cavalleria dove la
fidelitas
era considerata la prima virtu del cavaliere. Agli occhi di Enrico il Vecchio avere seguito il figlio che gli aveva mosso guerra era piu un'azione da premiare che non un demerito da punire
[8]
.
Al ritorno, nel
1187
, entro nel seguito di Enrico II, il vecchio e potente re d'Inghilterra: ora era ammesso la dove si gestiva il vero potere in un momento in cui il re vedeva l'altro figlio
Riccardo
muovergli guerra, sobillato ed aiutato da
Filippo II di Francia
.
Il re gli concesse il feudo di
Cartmel
, ma era poca e povera cosa, Guglielmo aspirava ad altro; come tutti i cavalieri voleva una propria casata, la ricchezza vera ed un potere che per quanto subalterno a quello del re lo ponesse al di sopra degli altri cavalieri facendolo entrare nell'alta nobilta
[34]
.
Tutto cio si poteva conseguire solo attraverso una conveniente unione matrimoniale e questa fu il premio che il re gli diede per la sua fedelta alla casa
plantageneta
[8]
.
Il re medioevale premiava cosi i propri fedeli, utilizzando un ampio bacino di ereditiere, piu o meno giovani, delle quali teneva lo stretto controllo.
La politica matrimoniale era come una gratificazione, ma anche uno strumento per legare maggiormente a se i piu fedeli del proprio seguito o dei propri alleati
[35]
.
Questa politica, che trovava ampio spazio nella societa feudale, svolgeva una funzione redistributiva della ricchezza e attuava una rapida
mobilita sociale
. La
donna
come mezzo di promozione sociale in un mercato matrimoniale di cui il re era il supremo custode ed arbitro. La donna, la cui volonta semplicemente non aveva alcun ruolo, assumeva un'importanza fondamentale allorquando, oltre ad essere essa stessa elemento premiale, era tramite di alleanze o del loro consolidamento
[36]
.Questo accadde anche a Guglielmo.
Enrico II, la cui
salute
iniziava a declinare, gli promise la diciassettenne
Isabella di Clare
, ricchissima ereditiera che custodiva nella
Torre di Londra
. La fanciulla, orfana di
Riccardo di Clare, II conte di Pembroke
, soprannominato
Strongbow
(forte arco) e di
Eva MacMurrough di Leinster
figlia dell'irlandese
Dermot
re di
Leinster
, era ricchissima, con immensi possedimenti in
Irlanda
(quasi un quarto dell'intero territorio), in Inghilterra e in
Normandia
[8]
.
Questo matrimonio avrebbe proiettato Guglielmo nell'alta aristocrazia europea, quasi all'altezza di un re. L'obiettivo era sfolgorante ma anche questa volta vi si frappose un improvviso ostacolo, la morte di Enrico II prima che fosse celebrato il matrimonio
[8]
.
La corte di
Saumur
che Enrico tenne nel
Natale
1188
sanci il fallimento della sua altalenante politica familiare e la rottura ormai insanabile con il figlio Riccardo conte di
Poitou
, sopravvissuto ai
fratelli
che lo precedevano dinasticamente: fu la guerra; da una parte Enrico II e il fedele Maresciallo, dall'altra Riccardo e l'alleato
Filippo Augusto
re di Francia
[37]
.
Nel
1189
Enrico si ritrovo assediato a
Le Mans
da dove dovette precipitosamente fuggire sotto l'incalzare del figlio e delle sue truppe. Durante questa azione accadde un episodio che avrebbe potuto perdere Guglielmo, e per sempre; questi che ne copriva la ritirata si scontro con Riccardo abbattendone il cavallo, ma volutamente senza ferirlo, come dira piu tardi
[14]
.
Si ritrovo cosi coinvolto in una situazione delicatissima, in una guerra tra padre e figlio, tra un re e chi lo sarebbe stato tra non molto; fedele al primo, il perdente, ed avendo umiliato il secondo, il vincitore, avrebbe avuto di che temere quando Riccardo sarebbe diventato re
[38]
.
Il 6 luglio
1189
Enrico II che si era ritirato a
Chinon
mori distrutto dalla
malattia
e dalla sconfitta lasciando Guglielmo sull'orlo di un baratro. La morte di Enrico II, uno degli uomini piu potenti e temuti dell'
occidente
, avvenne nello squallore dell'abbandono generale. Derubato persino del suo mantello, solo Guglielmo gli fu ancora vicino curandone la
tumulazione
nell'
abbazia di Fontevrault
nell'indifferenza generale. Ancora una volta gli dimostro quell'affetto e quella
pietas
che neanche il figlio sentiva.
≪Suo figlio Riccardo, appresa la morte del padre, accorse in tutta fretta, il cuore pieno di rimorsi. Fin dal suo arrivo, il sangue si mise a colare dalle narici del cadavere, come se l'anima del defunto si indignasse della venuta di colui che era la causa della sua morte, e come se questo sangue gridasse vendetta a Dio. A tal vista, il conte ebbe orrore di se e si mise a piangere amaramente.≫
Tutto sarebbe precipitato: niente ereditiera, niente gloria anzi l'ignominia, forse la morte. In un'atmosfera tragica e carica di minacce avvenne il suo incontro con Riccardo.
Riccardo lo accuso apertamente di avere tentato di ucciderlo senza riuscirci, ma Guglielmo replico, a viso aperto, che lo aveva risparmiato volutamente e che se avesse voluto lo avrebbe potuto finire facilmente data la sua ben nota forza e bravura
[40]
. Riccardo Cuor di Leone dimostrando generosita e forse lungimiranza lo perdono e mantenne la promessa matrimoniale fattagli da suo padre dandogli in sposa la diciassettenne Isabella, contessa di Striguil
[41]
e di Pembroke, ricordandogli abilmente che mentre il padre gliela aveva promessa lui gliela dava, e lo inseri nel suo seguito. Il destino di Guglielmo il Maresciallo si compi.
Guglielmo, la cui unica
dote
era stata la propria forza, la propria capacita bellica e la fama di guerriero che lo circondava, era ora un
senior
potentissimo, capo di una nuova casata e con un seguito di cavalieri o aspiranti tali, come lui stesso era stato molti anni prima.
Si chiudeva cosi il cerchio: da apprendista cavaliere, baccelliere, quindi
Senior
; non piu tornei, ma l'alta politica e la cura e l'affetto dei suoi protetti e sodali. Ora era lui a dispensare benefici e ricchezza in quella societa guerriera e gerarchizzata, in cui il premio o la sua aspettativa erano il cemento della fedelta personale che costituiva la base del vassallaggio, forza aggregante e disgregante al tempo stesso. A tutto cio si aggiungeva la cura e l'ampliamento del patrimonio acquisito con il matrimonio, patrimonio che comprendeva diversi
castelli
, i piu importanti dei quali erano il
castello di Pembroke
, nel
Galles
meridionale, ed il
castello di Chepstow
che amplio e fortifico
[42]
.
Con il matrimonio cambio anche il suo rapporto con la famiglia reale, dalla quale da quel momento usciva. Non piu un rapporto di tipo quasi parentale ? filiale con Enrico II, paterno con Enrico il Giovane ? bensi pubblico e vassallatico
[43]
. Alla
caritas
si sostitui la
fidelitas
, temperata peraltro dalla necessita di difendere e fare valere i diritti della propria famiglia e della moglie.
Riccardo Cuor di Leone e Giovanni Senza Terra
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Il 20 luglio
1189
Riccardo
fu insignito del titolo di
Duca di Normandia
dall'
arcivescovo di Rouen
e pochi mesi dopo venne incoronato Re dall'
arcivescovo
Baldovino di Exeter
nell'abbazia di
Westminster
con una cerimonia fastosa. Alla processione dell'incoronazione Guglielmo il Maresciallo portava lo
scettro
reale a testimonianza del favore del re e della posizione raggiunta
[31]
.
Non segui Riccardo quando questi parti per la
crociata
, preferendo rimanere in patria a salvaguardia della propria casa, tenuto conto che a gestire il regno rimaneva
Giovanni Senza Terra
, che cercava di approfittare della situazione e del quale doveva essere fedele vassallo. Di questo dovette giustificarsi con Riccardo al suo rientro, protestando di avere servito i due fratelli con pari fedelta. In effetti seguiva i canoni della cultura feudale basata appunto sulla
fidelitas
, un intreccio di devozioni incrociate a volte contraddittorie ma tutte tese a rendere unito il traballante corpo politico della societa feudale. Basta pensare alla posizione dei re Plantageneti, re in Inghilterra ma vassalli del re di Francia in Normandia
[31]
.
Anche con Riccardo diede prova di grande valore militare e di quell'irruenza giovanile che lo accompagno sempre, come quando nel
1197
ormai cinquantenne si lancio alla conquista del castello di
Milly
in Normandia e incurante della sua posizione fece personalmente alcuni prigionieri.
Riccardo per questo suo comportamento lo rimprovero amabilmente.
(
FR
)
≪
Li reis dist: Sire Marechal
ce n'est mie bien, einz est mals,
d'ome de si tres grant hautece,
e de si tres bele proece
qu'il deie enprendre tel afaire:
as bachilers le laissiez faire
qui ont a porchacier lor pris.
≫
(
IT
)
≪Il re disse: Signor Maresciallo
non e affatto bene, anzi e male,
per un uomo dalla posizione tanto alta
e dalla prodezza tanto bella
che si impegni in una faccenda simile:
lasciatela ai baccellieri,
che devono guadagnarsi la fama.≫
Guglielmo visse abilmente le difficolta che le diverse fedelta contemporanee gli creavano ? mentore di Enrico il Giovane, ma cavaliere del padre Enrico II; vassallo del re d'Inghilterra, ma anche dipendente dal re di Francia per i feudi che la moglie possedeva in Normandia.
Questa situazione gli complico spesso la vita, come puntualmente accadde quando Giovanni mosse contro il re di Francia in quella guerra continua che serpeggiava tra i Plantageneti e i
Capetingi
alimentata da queste contraddizioni feudali. Supero sempre queste difficolta vassallatiche, che
Giovanni
gli faceva pesare anche dopo che - alla morte di Riccardo I avvenuta il 6 aprile
1199
a
Chalus
- Guglielmo ne aveva facilitato l'incoronazione nei confronti del nipote Arturo, figlio di
Goffredo di Bretagna
, aiuto per il quale Giovanni gli concesse il titolo di Conte di Pembroke.
Nel grande gioco di alleanze e controalleanze, di ribellioni e torbidi che caratterizzarono gli ultimi anni di regno di Giovanni Senza Terra, Guglielmo mantenne sempre una linea di equidistanza, senza rompere tuttavia la fedelta che lo legava a lui ma senza impegnarsi troppo. I suoi interessi avevano assunto ormai un carattere internazionale ? spaziavano dall'Irlanda alla Francia passando per l'Inghilterra ? e cio lo poneva in una posizione particolarmente delicata che riusci sempre a padroneggiare.
Nell'ottobre del
1216
re Giovanni mori, ma prima di spirare affido suo figlio Enrico, un bambino di soli nove anni salito al trono come
Enrico III d'Inghilterra
, alla tutela del Maresciallo: ecco l'
apoteosi
di un cavaliere, in questo caso del
miglior cavaliere del mondo
, come mai piu si sarebbe ripetuta. Guglielmo, partito molti anni prima come povero cadetto, concluse la sua carriera come tutore del re bambino e come
reggente
del regno, uno degli uomini piu potenti dell'occidente dell'epoca
[31]
.
Nella sua nuova posizione, i suoi atti politici piu importanti furono le riemanazioni della
Magna Carta
del
1216
e del
1217
con alcune varianti rispetto alla versione emanata da Giovanni Senza Terra a
Runnymede
il 15 giugno
1215
che peraltro aveva controfirmato come testimone
[31]
.
La Magna Carta e considerata la radice delle moderne costituzioni parlamentari e delle liberta individuali.
(
LA
)
≪
[...] Nullus liber homo capiatur, vel imprisonetur, aut disseisiatur, aut utlagetur, aut exuletur, aut aliquo modo destruatur, nec super eum ibimus, nec super eum mittemus, nisi per legale judicium parium suorum vel per legem terre
.≫
(
IT
)
≪[...] Nessun uomo libero sara arrestato, imprigionato, espropriato, messo fuori legge, esiliato o molestato in alcun modo, ne noi useremo la forza contro di lui o demanderemo di farlo, se non per giudizio legale dei suoi pari e per la legge del regno.≫
Concluse il suo
curriculum
bellico con la
battaglia di Lincoln del 1217
contro i francesi, l'ultima splendida vittoria, salvando il regno al suo pupillo e non accanendosi contro i vinti. Scorto infatti al
porto
d'imbarco le truppe nemiche e
Luigi
, il figlio di
Filippo Augusto
, che le conduceva
[46]
.
Questo zelo cavalleresco fu interpretato variamente: come diplomatica difesa dei suoi interessi in terra di Francia, come tradimento della causa inglese o come doverosa osservanza del codice cavalleresco. Enrico, il suo pupillo, divenuto re parlera di questa azione, dopo la sua morte, come di un
tradimento
[47]
.
La battaglia di Lincoln fu il canto del cigno di Guglielmo, che mori poco tempo dopo, il 14 maggio
1219
, nel suo castello di Caversham. Erano presenti l'amico Giovanni d'Early ed i figli, ad eccezione del secondogenito Riccardo, che si trovava in Francia col re Filippo Augusto.
Come aveva espressamente richiesto durante il suo soggiorno a Gerusalemme, volle essere seppellito come un
cavaliere templare
e come tale fu ammesso nell'ordine poco prima di morire
[48]
.
I funerali si conclusero con la sepoltura del suo feretro nella
chiesa del Tempio
a
Londra
[5]
.
Cosi nacque la leggenda del "miglior cavaliere del mondo", la cui morte, pero, sanci la fine di un mondo di cui si
nutriva in fondo al cuore una struggente nostalgia
[49]
.
- Guglielmo, II conte di Pembroke
(α
1190
- 6 aprile
1231
), sposo:
- Riccardo, III conte di Pembroke
(
1191
- 16 aprile
1234
), sposo:
- Matilde Marshal
, (
1192
- 27 marzo
1248
), sposo:
- Gilberto, IV conte di Pembroke
, ( 1194 - 27 giugno
1241
), sposo:
- Guatiero, V conte di Pembroke
, (
1196
- 24 novembre
1245
), sposo:
- Anselmo, VI conte di Pembroke
[50]
, ( ??? - 22 dicembre
1245
), sposo:
- Isabella di Pembroke
, (9 ottobre
1200
- 17 gennaio
1240
), sposo:
- Sibilla Marshal, ( ??? - ???), sposo:
- Eva Marshal, (
1203
-
1246
), sposo:
- Giovanna Marshal, ( ??? - ??? ), sposo:
- Warin di Montchensy, signore di Swanscombe.
- ^
G. Duby,
Guglielmo il Maresciallo
, p. 25
- ^
G. Duby, op. cit., p.7.
- ^
G. Duby,
op. cit.
, p.39.
- ^
G. Duby,
op. cit.
, p. 37.
- ^
a
b
c
d
G. Duby,
ibidem
.
- ^
G. Duby,
op. cit.
, p.42.
- ^
G. Duby,
op.cit.
, p. 44.
- ^
a
b
c
d
e
f
g
h
i
j
k
G. Duby,
ibidem
- ^
G. Duby,
op. cit.
, p. 74.
- ^
G. Duby,
op. cit.
, p. 76.
- ^
Jean Flori,
Riccardo Cuor di leone
, p. 292,
op. cit.
- ^
Jean Flori,
ibidem
- ^
G. Duby,
op. cit.
, p. 11.
- ^
a
b
G. Duby,
op. cit.
, p. 84.
- ^
G. Duby,
op. cit.
, p. 85
- ^
G. Duby,
Lo specchio del feudalesimo
, p. 378.
- ^
G. Duby,
op. cit.
, p. 86.
- ^
F. Cardini,
Il guerriero e il cavaliere
p. 111. In
L'uomo medievale
di J. Le Goff,
op. cit.
- ^
Lo statuto giuridico della Normandia quale vassalla del Re di Francia rendeva ambigua la posizione del re d'Inghilterra. Questi era infatti sovrano in Inghilterra, ma in quanto titolare del ducato di Normandia era tenuto all'omaggio vassallatico verso il re di Francia.
- ^
Ecco un'altra caratteristica della societa feudale: la particolare figura dello zio materno e i particolari rapporti che si creavano e consolidavano con i figli della sorella. Era un rapporto di tipo paterno da una parte e filiale dall'altra. Lo zio materno sentiva il dovere di curarsi dei figli della sorella come fossero i propri figli, forse piu dei propri, tra i quali potevano nascere problemi ereditari che invece un nipote non poteva creare: i figli cadetti dovevano uscire dalla famiglia mentre i figli della sorella erano i benvenuti. Lo zio materno diventava non il tutore bensi il vero padre, e questo accadde a Guglielmo (G. Duby,
op. cit.
, p. 95.)
- ^
G. Duby,
op. cit.
, p. 97.
- ^
JeanFlori,
op. cit.
, p.12.
- ^
G. Duby,
op. cit.
, p. 98.
- ^
Cavalieri normanni a
Hastings
, raffigurati nell'
arazzo di Bayeux
, XI sec.
- ^
Jean Flori,
op. cit.
, p. 30.
- ^
Jean Flori,
cifr, bibliografia
.
- ^
G. Duby,
op. cit.
, p. 101.
- ^
Ex Jean Flori, op. cit., p. 379.
- ^
G. Duby,
op. cit.
, p. 59.
- ^
Il giudizio di Dio, od
ordalia
, era il sistema, riconosciuto giuridicamente valido, attraverso cui l'innocenza di un accusato veniva accertata con il superamento da parte sua di prove particolarmente difficili e pericolose. Il fondamento del
giudizio di Dio
si basava sulla presunzione che Dio avrebbe aiutato il sospettato innocente, mentre il mancato superamento della prova ne avrebbe attestato la colpevolezza.
- ^
a
b
c
d
e
G. Duby,
op. cit.
.
- ^
G. Duby,
op. cit.
, p. 143.
- ^
Jean Flori, op. cit., p. 37.
- ^
G. Duby, op. cit., p. 149.
- ^
G. Duby,
op. cit.
, p 161.
- ^
Christiane Kaplisc-Zuber,
La donna e la famiglia
, in
L'uomo medievale
, p. 323, op. cit.
- ^
G. Duby,
op. cit.
pp 83-84.
- ^
G. Duby,
op. cit.
, p. 152.
- ^
Ex Jean Flori,
op. cit.
, p. 58
- ^
Jean Flori,
op. cit.
, p. 64.
- ^
Striguil
e il nome che indicava nel periodo normanno il complesso costituito dal
Castello di Chepstow
e il porto sul fiume
Wye
.
- ^
G. Duby,
op. cit.
, pp 172-174.
- ^
G. Duby,
op. cit.
, p. 174.
- ^
Jean Flori, op. cit, p. 184.
- ^
Magna Carta firmata da Giovanni d'Inghilterra. Versione del 1225, The National Archives (Archivi Nazionali), Inghilterra.
- ^
G. Duby,
op. cit.
, pp 188-189.
- ^
G. Duby,
op. cit.
, p. 189.
- ^
G. Duby,
op. cit.
, pp 190-192.
- ^
G. Duby,
op. cit.
, p.192.
- ^
La linea dinastica diretta del
Conte di Pembroke
discendente da Guglielmo il Maresciallo cesso con la morte dell'ultimo figlio maschio Anselmo, VI conte di Pembroke.
Attualmente il titolo, la decima linea dinastica, appartiene a William Alexander Sidney Herbert, XVIII conte di Pembroke e XV conte di Montgomery (α,
1978
).
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- Informazioni genealogiche
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, su
geneweb.inria.fr
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