La
Geografia
(in
greco antico
:
Γεωγραφικ?
?
,
Gheographika
)
[1]
e un'opera in diciassette libri di argomento storico-geografico, scritta in
lingua greca
dall'erudito greco
Strabone
, la cui composizione e databile tra il
14
e il
23
d.C.
[2]
Tramandata nella quasi totale interezza - con la sola eccezione di qualche
lacuna
nella parte finale del settimo libro - la
Geografia
e anche l'unica opera di questo autore che ci sia pervenuta. Si conosce, infatti, l'esistenza di una sua precedente trattazione di argomento storico, la cui stesura intendeva colmare le lacune temporali precedenti e, soprattutto, successive all'arco temporale coperto dall'opera di
Polibio
; ma di questa estesa composizione, i
Commentari storici
(
?στορικ? ?πομν?ματα
), articolata probabilmente
[3]
in ben 47 libri,
[4]
non ci e pervenuto altro che il frammento papiraceo
Vogliano
46, conservato presso l'
Universita degli Studi di Milano
,
[5]
a cui sono da aggiungere brevi e frammentarie citazioni riportate da lui stesso o da altri autori, in particolar modo da
Flavio Giuseppe
.
[6]
Per la vastita dei materiali offerti al lettore, per i frequenti
excursus
storici, per la precisione dei riferimenti toponomastici, il testo di Strabone e opera fondamentale della
storiografia greca
e
romana
, strumento imprescindibile per lo studio di molti aspetti della civilta e della
storia del mondo antico
mediterraneo.
Strabone, descrive se stesso come un uomo che ha molto viaggiato, come mai avrebbe fatto alcun altro cultore della materia:
≪[...] dall'
Armenia
verso occidente, fino alla
Tirrenia
di fronte alla
Sardegna
, e dal
Ponto Eusino
verso sud fino ai confini dell'
Etiopia
. Ne puo trovarsi altra persona, tra chi abbia scritto di geografia, che abbia viaggiato per distanze piu lunghe di quanto io stesso non abbia fatto≫
E tuttavia la sua esposizione non e quella di un
periegeta
, come sara invece nella
Guida della Grecia
di
Pausania
. Neppure i suoi viaggi sembrano potersi considerare finalizzati o in qualche modo propedeutici alla realizzazione dell'opera visto che egli sembra servirsi ben poco delle conoscenze acquisite da osservazioni autoptiche: quando queste ricorrono, e sono rarissimi i casi, il contributo che aggiungono e solitamente accessorio e marginale, con l'unica probabile eccezione del caso di
Corinto
.
[7]
Ma le scarne annotazioni autoptiche risultano per altro verso preziosissime per la datazione del complesso dell'opera e delle sue singole parti, oltre che per far luce su aspetti della vita e della cronologia di Strabone.
Strabone, invece, dipende in maniera essenziale dalle sue fonti scritte, di volta in volta menzionate nel corso della descrizione o, in buona parte, preventivamente dichiarate.
[8]
Gli autori a cui attinge sono di varia estrazione: si va da poeti come
Omero
, da lui definito, in un altro passo, il
padre della geografia
,
[9]
a filosofi, matematici e scienziati come
Anassimandro
,
Ecateo
,
Eraclito
,
Democrito
,
Eudosso
,
Dicearco
,
Eforo di Cuma
,
Eratostene
,
Ipparco
, oltre ovviamente a geografi e storici come
Polibio
,
Posidonio
,
Artemidoro di Efeso
,
Eforo di Cuma
,
Apollodoro di Artemita
.
Si tratta, a ben vedere, di un repertorio che rinvia costantemente a un ambiente e una tradizione scientifico-letteraria di
cultura e lingua greca
. Strabone non mostra, infatti, di tenere in gran conto geografi e
storici di cultura latina
o comunque di estrazione culturale diversa da quella greca:
≪Ma delle regioni barbare, remote, piccole e frammentate, di tutte queste le descrizioni non sono ne precise ne numerose: e tanto piu sono distanti dai
Greci
tanto piu aumenta l'ignoranza. Gli storici romani poi imitano quelli greci, ma non pienamente: infatti cio che dicono lo derivano dai Greci, mentre cio che di proprio aggiungono non testimonia di una gran sete di sapere, cosicche ogni qual volta occorre una lacuna tra i primi, non viene sufficientemente colmata da questi ultimi, se e vero che gli stessi nomi, quelli piu illustri, sono per lo piu greci.≫
Dati questi presupposti, non stupisce se, perfino nella descrizione della
Gallia
, Strabone riesce a limitarsi a una sola e fugace menzione dei
Commentari
redatti da
Giulio Cesare
nel corso delle sue
campagne galliche
.
[10]
In altro luogo dell'opera, volendo riferire della
fama
oratoria
di
Menippo di Stratonicea
, non puo fare a meno di un vago accenno a
Cicerone
che, avendone ascoltata di persona l'
eloquenza
, a buon titolo aveva potuto testimoniare il suo apprezzamento in un passo di una sua opera sulla retorica.
[11]
Quello di Strabone e, con tutta evidenza, un lavoro basato su materiali estremamente disparati ed eterogenei, provenienti per di piu da epoche diverse, e assai difformi nell'impostazione, nei diversi gradi di approfondimento e nella copertura spaziale e cronologica.
Ne risulta, in maniera quasi obbligata, una disomogeneita della trattazione. C'e da aggiungere, comunque, che in Strabone, proprio in vista del carattere unitario della sua concezione geografica, e evidente la tendenza a far uso di un approccio di volta in volta diverso, a seconda dei luoghi descritti; infatti se si ammette, com'e nella sua ottica unitaria, che la sfera geografica non puo prescindere dai differenti aspetti umani, economici, ambientali, allora l'approccio ad aree geografiche diverse deve essere ogni volta declinato in funzione delle particolarita dei suoi abitanti.
Vi e un altro importante elemento che contribuisce a conferire disomogeneita alla trattazione e incostanza nell'approfondimento, finendo per costituire un limite dell'opera: si tratta dell'accoglimento della testimonianza poetica di Omero quale fonte privilegiata della Geografia. Si e gia ricordato il passo programmatico dei
prolegomeni
in cui l'autore dell'
Iliade
e dell'
Odissea
viene definito
padre della geografia
.
[8]
A questo va ad aggiungersi, nell'VIII libro (il
Peloponneso
) una enunciazione di metodo critico:
≪Ora, mentre e facile dare un giudizio su quel che hanno scritto gli altri, le notizie date da Omero hanno invece bisogno di una attenta indagine critica, dal momento che egli parla da poeta e, inoltre, non di argomenti attuali, ma molto antichi, che il tempo ha in gran parte offuscato≫
Nonostante le premesse, Strabone avverte spesso il bisogno di non dare per scontata questa sua impostazione, preferendone ribadire la necessita ogni volta che se ne presenta l'occasione.
Procedendo da queste assunzioni programmatiche, il ruolo attribuito alla tradizione omerica e l'analisi critica che ogni volta ne consegue, comportano un notevole appesantimento dell'esposizione proprio per quei luoghi, come il Peloponneso, nei quali il confronto diretto con la narrazione epica si fa piu serrato.
[12]
Il solo fatto di aver attribuito al poeta epico il ruolo di autorita in campo geografico, secondo
Albin Lesky
, che vede in questo un influsso della
Stoa
,
[13]
costituisce di per se un limite metodologico che
≪gli impedisce di penetrare a fondo nelle cose≫
.
[14]
E lo stesso autore a descrivere la scopo formativo e i destinatari della sua opera:
≪In breve, questo mio libro dovrebbe essere di utilita generale - a beneficio sia del politico che del comune cittadino - come il mio lavoro sulla
Storia
. In questo, come in quell'altro lavoro, non intendo per politico la persona completamente illetterata ma qualcuno che abbia seguito il corso regolare degli studi che compete a un uomo libero e a uno studente di filosofia. E cosi, dopo aver scritto le mie
Descrizioni storiche
, che ritengo siano state utili per la filosofia politica e morale, mi sono deciso a scrivere anche questo trattato; perche questo lavoro e basato sullo stesso disegno, essendo indirizzato alla stessa classe di lettori, e particolarmente a persone di elevato status sociale. Inoltre, come nelle mie descrizioni storiche [...] cosi in questo lavoro io non mi soffermo su cio che e insignificante e indegno di nota, ma rivolgo la mia attenzione su cio che e nobile e grande, e a cio che contiene qualcosa di utile, memorabile o divertente. [...] Si tratta infatti di un'opera enorme, che si occupa di fatti relativi alle cose grandi, e nel loro aspetto generale, eccetto per qualche dettaglio minore, laddove puo stimolare l'interesse dello studioso o della persona comune. Ho detto tutto questo per mostrare che questo e un lavoro serio, e ben degno dell'interesse di un filosofo.≫
In relazione a tale dichiarazione di metodo, e ai destinatari dell'opera, occorre rimarcare come il suo stile, pur senza esprimere particolari qualita, manifesti comunque un'aspirazione alla semplicita che non sembra piu di tanto soggiacere ad influssi di
impronta atticista
[14]
e che ha il pregio di garantire alla sua prosa una piacevolezza di lettura che, unita all'interesse per le sue descrizioni, permane immutata ancora oggi. La sua lingua, vicina a quella di
Polibio
, mantiene il contatto con la lingua viva dell'epoca. Ne risulta una
koine ellenistica
ricca di forme popolari e di novita lessicali.
[15]
L'Europa nell'
oikoumene
secondo Strabone.
La materia trattata riguardava la geografia dell'intero
ecumene
allora conosciuto, in un'accezione che non si riduceva ai soli aspetti della
Geografia fisica
, ma che teneva in considerazione le relazioni esistenti tra questi ultimi e le connotazioni culturali, etnografiche, storiche, politiche: si tratta di ambiti di indagine appartenenti alla sfera conoscitiva di quello che, con linguaggio attuale, possiamo definire
geografia umana
e
politica
.
E notevole ad esempio la sua osservazione su come l'espressione culturale di un popolo dipenda dal suo rapporto con il territorio. Strabone, ad esempio, individua la felice posizione della
Grecia
sul
mare
quale uno dei fattori della sua fortuna, stabilendo, in questo caso, un'interessante correlazione tra il progredire della civilta di un popolo e il suo contatto con l'elemento marino.
Ma riguardo alla relazione con i luoghi, e all'importanza di questa nel
condizionare il percorso di una civilta
, la sensibilita del geografo non incorre nell'errore di trascurare gli effetti che, sulla sfera ambientale, sono indotti dall'attivita dell'uomo. Cosi, riferito alla citta di
Roma
:
≪Questi sono dunque i vantaggi che la natura ha offerto alla citta, ma i Romani, da parte loro, ne hanno aggiunti altri che derivano dalla loro oculata amministrazione. Mentre infatti i Greci ritenevano di aver raggiunto il loro massimo scopo con la fondazione delle citta, perche si erano preoccupati della loro bellezza, della sicurezza, dei porti e delle risorse naturali del paese, i Romani hanno pensato soprattutto a cio che quelli avevano trascurato: a pavimentare vie, a incanalare acque, a costruire
fogne
che potessero evacuare nel
Tevere
tutti i rifiuti della citta. Selciarono anche le vie che passano attraverso tutto il territorio, provvedendo a tagliare colline e a colmare cavita, cosicche i carri potessero accogliere i carichi delle imbarcazioni; le fogne, coperte con volte fatte di blocchi uniformi, talvolta lasciano il passaggio a vie percorribili da carri di fieno. Tanta e l'acqua condotta dagli
acquedotti
da far scorrere fiumi attraverso la citta e attraverso i condotti sotterranei: quasi ogni casa ha cisterne e fontane abbondanti dovute per la maggior parte alla cura che se ne prese
Marco Agrippa
, che ha abbellito la citta anche con molte altre costruzioni.≫
Allo stesso tempo, insisteva sul fatto che i fattori ambientali e le interrelazioni con l'attivita dell'uomo non erano in grado, da soli, di spiegare la grandezza di un popolo, senza considerarne le inclinazioni: nella determinazione della grandezza della civilta greca, ad esempio, fermo restando la felicita del rapporto che essa aveva con il mare, Strabone attribuiva un grande peso all'interesse espresso da quella cultura per le arti, la politica, la speculazione scientifica e filosofica.
E evidente inoltre propensione dell'autore a non accontentarsi di una descrizione cristallizzata a un'epoca a lui contemporanea: Strabone indulge spessissimo ad
excursus
diacronici, a divagazioni sia mitiche che storiche. Non e un fatto casuale; fedele ai suoi precursori, e tra essi in particolare
Polibio
, Strabone segue una precisa e dichiarata scelta di metodo:
≪E tuttavia chi si propone di trattare la geografia della terra deve esporre sia le cose come sono attualmente, sia, in qualche misura, anche come furono prima, soprattutto quando si tratta di cose illustri.≫
≪Forse non dovrei esaminare cosi estesamente cose che sono passate, ma limitarmi semplicemente a parlare in dettaglio lo stato attuale delle cose, se non vi fossero su questi argomenti racconti che abbiamo appreso fin da bambini≫
L'investigazione geografica ha, in Strabone, una portata eminentemente filosofica.
Nella concezione di Strabone, come si puo vedere dal passo precedentemente citato,
[17]
quella geografica e una forma di conoscenza che occupa un posto di grande rilievo. Cosi si esprime in
apertura dell'opera
:
≪La scienza della Geografia, che mi propongo ora di investigare e, a mio parere, tanto quanto le altre scienze, di competenza del filosofo≫
La larghezza di vedute che essa presuppone, la vastita di conoscenze che pone in gioco, sono prerogativa di chi, per sua natura, e incline alle speculazioni sul senso piu profondo dell'
esistenza
, la
ricerca filosofica
della
felicita
:
≪[...] l'ampiezza del sapere, la sola in grado di render possibile l'intraprendere lo studio della geografia, e prerogativa di chi ha saputo speculare sulle cose sia umane che divine, la conoscenza delle quali si dice costituisca la filosofia. [...] l'utilita della geografia, intendo dire, presuppone che il geografo sia egli stesso un filosofo, un uomo che impegna se stesso nella ricerca dell'arte di vivere, o detto in altro modo, della felicita.≫
L'autore poi si intrattiene spesso, nei
Prolegomeni
dei primi due libri, a discutere sull'importanza della matematica e della geometria nella conoscenza geografica:
≪Mi sembra, come ho gia detto, che in una materia come la geografia sia prima di ogni cosa necessaria la geometria e l'astronomia; [...] perche senza i loro metodi non e possibile determinare accuratamente configurazioni geometriche, fasce climatiche latitudinali, dimensioni, e altre questioni collegate; ma siccome queste scienze dimostrano, in altri trattati, tutto quello concerne alla misurazione della terra nel suo complesso, io potro dare per assodato che l'universo e di forma sferica, che la superficie della terra e sferica e, soprattutto, dare per presupposto la legge che precede questi due principii, cioe che i corpi sono attratti verso il centro≫
Ma sono proprio le confutazioni in cui si produce e le discettazioni che egli intesse, in rapporto agli autori che l'hanno preceduto, a rivelare come questi campi di conoscenza non dovessero essere quelli a lui piu congeniali.
[14]
[15]
Il successo della
Geografia
di Strabone, nei due secoli successivi, non dovette essere proporzionale alla grandiosita della concezione e alla vastita del materiale presentato. Appare strano infatti, proprio in relazione a tali peculiarita che il testo straboniano sia completamente trascurato, per un paio di secoli, da
logografi
e scrittori greci e latini di geografia:
Tolomeo
arrivera a scrivere la sua importante
Geografia
trascurando completamente il testo straboniano; ma gia
Plinio
, per altri versi un affastellatore acritico di notizie, mostra di ignorare completamente Strabone. In seguito, fino al
V
secolo, l'opera si guadagna qualche rara citazione, ma perche essa riceva la dovuta attenzione bisogna aspettare il
secolo successivo
quando
Stefano di Bisanzio
, nella redazione del suo lessico
Ethnika
, incorporera frequenti notizie attinte dal testo straboniano. Di questa epoca ci sono pervenuti una trentina di
papiri
, databili presumibilmente al periodo dal
100
al
300
.
[18]
Queste caratteristiche suscitarono invece un interesse maggiore in epoche successive,
Medioevo
e
Umanesimo
, tanto da favorire la
trasmissione
quasi integrale del testo fino ai giorni nostri.
L'esposizione e infatti letteralmente costellata di annotazioni del genere piu disparato: storia, miti di fondazione, mitologia, cultura, ambiente, opere d'arte; tutti questi elementi concorrono insieme a fare dell'opera una fonte inestimabile di informazioni.
Il ritrovamento dei resti del
santuario di Hera Argiva alla foce del Sele
e stato guidato dalla fedele indicazione topografica del testo di Strabone
La visione geografica di Strabone, sottesa nella sua trattazione, ha suscitato l'attenzione e l'apprezzamento di importanti geografi del
XIX
e
XX
secolo
, fondatori di una nuova concezione della geografia, come
Friedrich Ratzel
e
Paul Vidal de la Blache
.
I pregi della
Geografia
di Strabone ne hanno fatto col tempo uno strumento imprescindibile nello studio di tanta parte del mondo antico mediterraneo, nelle diverse implicazioni storiche, geo-topografiche, etnografiche, toponomastiche e archeologiche, tanto che essa e oggetto di frequentissime citazioni in studi moderni.
Non e un caso se importanti opere sul mondo antico mediterraneo sono largamente intessute di corsivi estratti dall'opera di Strabone. Esempi ne sono
Jean Berard
,
La Magna Grecia
, Torino, 1963 e
Mario Napoli
,
Civilta della Magna Grecia
, Eurodes, 1978.
La puntualita delle sue descrizioni, le preziose digressioni storiche, la precisione delle annotazioni topografica, sono elementi che sono di basilare importanza nell'inquadramento e nella soluzione di problemi di indagine archeologica.
Un esempio eclatante risale al
1934
, quando l'appassionata ricerca di due intellettuali
confinati
,
Umberto Zanotti Bianco
e
Paola Zancani Montuoro
, orientata proprio dalle parole di Strabone, rese possibile una delle piu importanti scoperte dell'archeologia greca del
XX
secolo
, lo spettacolare ritrovamento dei resti dell'
Heraion alla foce del Sele
, le cui origini mitiche risalgono a
Giasone
e gli
Argonauti
, con l'importante ciclo narrativo-metopale di epoca arcaica:
Questa e invece la descrizione di
Plinio
:
E da rimarcare la differenza abissale tra la descrizione di Strabone e l'indicazione di Plinio: l'erudito romano colloca infatti il santuario sulla destra idrografica del fiume, nell'
ager Picentinus
, territorio che un tempo fu degli
Etruschi
. L'imprecisione di questo passo e stata all'origine dell'incertezza topografica fino alla scoperta dello
Heraion alla foce del Sele
nel XX secolo.
- Libro I e II,
I Prolegomena
, a cura di Federica Cordano e Gabriella Amiotti, Tivoli, Tored, 2013.
ISBN 88-88-61740-X
- Libro III e IV,
Geografia. Iberia e Gallia
, BUR (Biblioteca Universale Rizzoli), Francesco Trotta (a cura di), 1996.
ISBN 88-17-17114-X
- Libro V e VI,
Geografia. L'Italia
, BUR (Biblioteca Universale Rizzoli), Anna Maria Biraschi (a cura di), 1988.
ISBN 88-17-16687-1
- Libro VIII,
Geografia. Il Peloponneso
, BUR (Biblioteca Universale Rizzoli), Anna Maria Biraschi (a cura di), 1992.
ISBN 88-17-16859-9
- Libro XI e XII,
Geografia. Il Caucaso e l'Asia minore
, BUR (Biblioteca Universale Rizzoli), Roberto Nicolai e Giusto Traina (a cura di), 2000.
ISBN 88-17-17339-8
- L'Anatolia Meridionale in Strabone - Libro XIV della "Geografia"
, Edilibri, Nicola Biffi (a cura di), 2009.
ISBN 978-88-7228-569-5
- L'Estremo Oriente di Strabone. Libro XV della "Geografia"
, Edilibri, Nicola Biffi (a cura di), 2005.
ISBN 88-7228-450-3
- Il Medio Oriente di Strabone. Libro XVI della "Geografia"
, Edilibri, Nicola Biffi (a cura di), 2002.
ISBN 978-88-7228-356-1
- L'Africa di Strabone. Libro XVII della "Geografia"
, Edizioni Dal Sud, Nicola Biffi (a cura di), 1999.
ISBN 88-7553-025-4
- ^
Indicata anche, fino al
V secolo
, con il titolo di
Geographoumena
.
- ^
Francesco Sbordone,
L’impero di Tiberio e la redazione definitiva della ≪Geografia≫ di Strabone
, in
Liceo ginnasio statale G. Bruno (Maddaloni). Nel CL annuale della fondazione (1807-08/1957-58). Annuario celebrativo
, Caserta, Tip. E. Farina, 1958, pp. 51-59. Bisogna comunque sempre ricordare che nell'opera (XVII 3, 7) e menzionata come recente la morte di
Giuba II di Mauretania
, avvenuta nel 23 d.C.
- ^
Albin Lesky
,
Op. cit.
, Vol. III, p. 958.
- ^
I primi quattro libri coprivano gli eventi fino al
144 a.C.
, gia trattati da
Polibio
e costituivano i
prolegomeni
alla parte successiva (probabilmente in 43 libri) nella quale si realizzava l'intenzione, dichiarata gia nel sottotitolo ≪storia dell'eta posteriore a Polibio≫ (
Τ? μετ? Πολ?βιον
), di coprire estesamente il periodo successivo all'opera di Polibio, dal 144 a.C. all'
eta augustea
; cfr. Albin Lesky.
Op. cit.
, Vol III, p. 958.
- ^
Per le edizioni di questo frammento si veda
Strabo: Papyri
Archiviato
il 28 febbraio 2008 in
Internet Archive
. di Sarah Pothecary, citato tra le fonti.
- ^
Va segnalato che le frequenti citazioni di Strabone fatte da questo autore, sono sempre prive del titolo dell'opera cui si riferiscono. Si veda: Sir William Ridgeway,
Contributions to Strabo's Biography
, citato in bibliografia.
- ^
Sulle finalita non documentarie dei viaggi si veda l'introduzione di H.L. Jones all'edizione Loeb,
p. xxiii
, disponibile su
LacusCurtius
, in cui peraltro viene smorzata l'enfasi posta da Strabone sulla sua esperienza di viaggiatore. Si vedano poi in particolare, a
p. xxiv
, le considerazioni di
Ettore Pais
sulle circostanze e le motivazioni non documentarie che ispirarono i viaggi di Strabone.
- ^
a
b
Strabone
,
Geografia
. i 1, 1.
- ^
Strabone
.
Geografia
. i 1, 2.
- ^
Strabone
.
Geografia
. iv 1, 8-11.
- ^
Strabone
.
Geografia
. xiv 2, 25. Anche se non indicato da Strabone in maniera esplicita, il passo ciceroniano e riconoscibile in
Brutus
,
315
((
LA
) su
The Latin Library
).
- ^
Anna Maria Biraschi.
Introduzione
e note all'VIII libro, p. 23, BUR, 1992.
- ^
Nella formazione di Strabone, improntata a un certo
eclettismo
, ha un peso considerevole il filone culturale e dottrinario dello
stoicismo
, come da lui affermato in vari passi, che si affianca alla sua
formazione peripatetica
. Fu certamente amico di
Atenodoro di Tarso
(XVI, 4 21) e del suo discepolo
Augusto
. Subi l'influenza del maestro di Atenodoro, lo stoico
Posidonio
, importante filosofo ma anche geografo, che Strabone enuncia tra le sue fonti nel passo gia citato. E molto dubbia invece la circostanza di una frequentazione diretta di Posidonio, ricavabile da un frammento del VII libro.
- ^
a
b
c
Albin Lesky
.
Storia della letteratura greca
. Milano, Il Saggiatore, 1984, Vol. III, p. 1083.
- ^
a
b
Aristide Colonna
.
La letteratura greca
. Lattes, Torino, 1973 pp. 697-698
- ^
https://www.romanoimpero.com/2020/08/strabone-strabo.html
- ^
Strabone
.
Geografia
, i, 22-23.
- ^
Si veda il sito
Strabo: Papyri
Archiviato
il 28 febbraio 2008 in
Internet Archive
. di Sarah Pothecary, citato tra le fonti.
- ^
Il riferimento va letto alla citta della
Tessaglia
, legata al mito degli
Argonauti
, e non alla
Argo
del
Peloponneso
.
- ^
E il territorio etrusco che, a sud di
Salerno
e a nord del fiume Sele, si distende tra i
monti Picentini
e il
Tirreno
, prendendo il nome da
Picentia
, citta non ben identificata, ma corrispondente forse all'odierna
Pontecagnano
. Si Veda
M. Napoli
, in
Studi Etruschi
, XXXIII (Serie II), 1965, pp. 661-670.
- Strabone,
Geografia: L'Italia
, a cura di Anna Maria Biraschi, Libri V, VI, BUR, 1988,
ISBN
88-17-16687-1
.
- Strabone,
Geografia: Il Peloponneso
, a cura di Anna Maria Biraschi, Libro VIII, BUR, 1992,
ISBN
88-17-16859-9
.
- Albin Lesky
.
Storia della letteratura greca
. Milano, Il Saggiatore, 1984, Vol. III
- Aristide Colonna.
La letteratura greca
. Lattes, Torino, 1973
- (
EN
)
Contributions to Strabo's Biography
, in
Classical Review
, Vol. 2 (1888), p. 84 (disponibile su
LacusCurtius
)
- Alcune edizioni digitalizzate
- (
GRC
) Strabo,
Geographica
, Basileae, Heinrich Petri, 1549.
URL consultato il 21 aprile 2015
.
- (
GRC
) Strabo,
Geographica. 1
, a cura di Johann Philipp Siebenkees, Lipsiae, Weidmannsche Verlagsbuchhandlung, 1796.
URL consultato il 21 aprile 2015
.
- (
GRC
) Strabo,
Geographica. 2
, a cura di Johann Philipp Siebenkees, Lipsiae, Weidmannsche Verlagsbuchhandlung, 1798.
URL consultato il 21 aprile 2015
.
- (
GRC
) Strabo,
Geographica. 3
, a cura di Johann Philipp Siebenkees, Lipsiae, Weidmannsche Verlagsbuchhandlung, 1801.
URL consultato il 21 aprile 2015
.
- (
GRC
) Strabo,
Geographica. 4
, a cura di Johann Philipp Siebenkees, Lipsiae, Weidmannsche Verlagsbuchhandlung, 1806.
URL consultato il 21 aprile 2015
.
- (
GRC
) Strabo,
Geographica. 5
, a cura di Johann Philipp Siebenkees, Lipsiae, Weidmannsche Verlagsbuchhandlung, 1808.
URL consultato il 21 aprile 2015
.
- (
GRC
) Strabo,
Geographica. 6
, a cura di Johann Philipp Siebenkees, Lipsiae, Weidmannsche Verlagsbuchhandlung, 1811.
URL consultato il 21 aprile 2015
.
- Alcune traduzioni digitalizzate
- La geografia di Strabone, di greco tradotta in volgare italiano da Alfonso Buonacciuoli, con due copiosissime tavole l'una de' nomi antichi & moderni, l'altra di tutti i nomi, & cose notabili, che in questo libro si contengono
, Prima e Seconda parte, Venezia e Ferrara, Francesco Senese, 1562-65.
- Della geografia libri XVII
, traduzione di
Francesco Ambrosoli
, 5 voll., Milano, Francesco Sonzogno (poi P. A. Molina), 1827-1835.
- (
EN
)
Strabo's Geography
, traduzione inglese, ed. H.C. Hamilton, W. Falconer, London, George Bell & Sons, 1903, da
Perseus Digital Library
- (
EN
)
Strabo's Geography
traduzione inglese, ed. H.L. Jones (1924), da
LacusCurtius