Frederick Antal

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Frederick Antal ( Budapest , 21 dicembre 1887 ? Londra , 4 aprile 1954 ) e stato uno storico dell'arte ungherese .

Tra i maggiori studiosi dell'arte del Rinascimento fiorentino , a lui si deve l'elaborazione di un metodo di analisi nuovo, basato sul marxismo , con il quale poter collegare il fatto artistico in rapporto al contesto storico e sociale (per lui l'arte era una sovrastruttura culturale condizionata dalla struttura socio-economica). Diversamente pero dal suo collega e connazionale Hauser , Antal concepi la struttura sociale e la sovrastruttura culturale in senso dinamico e non monolitico, con varieta di stili, gusti, ritardi e avanzamenti.

Come piu tardi il suo collega Charles de Tolnay , dopo gli studi a Vienna presso Max Dvo?ak e la fine dell' Austria-Ungheria , si reco all'estero, dove insegno in varie universita. Fino al 1933 lavoro soprattutto in Germania . Dal 1933 si trasferi in Inghilterra dove non trovo mai una collocazione fissa ma tenne corsi al Courtauld Institute . Tra i periodi da lui maggiormente studiati, oltre al Rinascimento , troviamo il Manierismo , il Settecento , il Neoclassicismo (con un occhio particolare per David ) e il Romanticismo .

Tra i suoi principali ammiratori vi fu Federico Zeri , che ebbe modo di conoscerlo a Parigi . Di Antal il grande storico dell'arte italiano ebbe a dire: " Antal mi ha insegnato una cosa fondamentale, che la storia dell'arte e solo una parte di una storia piu grande. E stato di gran lunga la persona piu moderna in tutto l'ambiente " [1]

  • Florentine Painting and its Social Background , Londra , 1947 ( La pittura fiorentina e il suo ambiente sociale nel Trecento e nel primo Quattrocento , traduzione di Gilberto Ronci e Luca Lamberti, Torino : Einaudi , 1960, XXVIII, pp. 544).
  • Studi su Fussli , 1956 .
  • Grandi e libertini nella pittura di Hogarth , 1962 .
  • Hogarth and his Place in European Art , Routledge & Kegan Paul, London 1962 Evelyn Antal ( Hogarth e l'arte europea , trad. it. di Alda De Caprariis, Einaudi , Torino 1990).
  1. ^ Federico Zeri , Gli scempi romani e quelli della memoria. Federico Zeri intervistato da Bianca Riccio , Reset , 1995, disponibile si Caffe' Europa , 09/10/1998: http://www.caffeeuropa.it/1to16/act_5112.htm

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