La
ferrovia della Valle Brembana
era una
ferrovia
, elettrificata con l'inusuale sistema a
corrente alternata
6000
V
25
Hz
,
[1]
che fra il
1906
e il
1966
[1]
collegava la citta di
Bergamo
con
Piazza Brembana
attraverso l'
omonima valle
.
Allo scopo di avviare lo sfruttamento su grande scala delle terme presenti nell'alta Valle Brembana, nel
1902
fu inaugurato a San Pellegrino un vasto complesso completo di stabilimento balneare, casino e Grand Hotel e servito dalla
funicolare di San Pellegrino
. I relativi edifici vennero edificati nello
stile Liberty
tipico dell'epoca, su progetto dell'architetto
Romolo Squadrelli
.
[2]
Il medesimo artista fu ingaggiato per disegnare gli edifici di stazione di una nuova ferrovia che avrebbe servito la mobilita della valle.
[2]
Il progetto della ferrovia derivava dai primi studi in tal senso, effettuati dal
1885
a cura della deputazione provinciale, la quale il 15 marzo
1903
ottenne la relativa concessione governativa. L'opera venne subconcessa alla neocostituita Societa Anonima della Ferrovia Elettrica di Valle Brembana (FVB) il 15 ottobre dello stesso anno.
[3]
Promossa e realizzata grazie a capitali privati, fra i quali quelli messi a disposizione dalla Banca bergamasca di depositi e conti correnti,
[4]
il primo tratto della ferrovia, lungo
25,92
km
da Bergamo a
San Pellegrino Terme
venne aperto il 1º luglio
1906
, seguito l'ottobre successivo da un breve prolungamento fino a
San Giovanni Bianco
.
[2]
Nata come ferrovia turistica, la FVB alimentava anche un cospicuo traffico merci attraverso i numerosi raccordi, ben 54, che la collegavano alle industrie della zona: oltre alle celebri
acque minerali
di San Pellegrino Terme e Terme della Bracca di Ambria, sulla linea transitavano le merci delle cartiere Cima di
San Giovanni Bianco
, i marmi della
Val Parina
, la
fluorite
, il legname proveniente dall'alta valle (caricato nei raccordi di
Lenna
e
Piazza Brembana
), i prodotti del Linificio e Canapificio Nazionale di
Villa d'Alme
, i materiali prodotti dalla Societa del Gres a
Petosino
, lo zucchero della ditta Sibella a
Paladina
e dalla cava di
Brembilla
.
[5]
Nel corso del
1918
, nella compagine societaria a capitali belgi che gestiva la
ferrovia della Valle Seriana
subentro una societa bergamasca, la quale si fuse con quella che eserciva la linea della valle Brembana, pur mantenendo distinti i due esercizi contrassegnati dalle sigle "FVB" ed "FVS".
[6]
A causa delle difficolta economiche legate alla prima guerra mondiale, e con l'obiettivo di dare lavoro ai reduci, il tratto successivo di 11 km, fino all'allora San Martino de' Calvi Nord (odierna
Piazza Brembana
), fortemente voluto da
Bortolo Belotti
e concesso gia il 30 giugno
1919
,
[7]
, venne inaugurato sette anni piu tardi, il 31 luglio
1926
.
[2]
Nel
1950
il traffico passeggeri risultava ancora elevato, tanto che fino al
1960
venne istituita una coppia di treni diretti estivi verso
Milano
effettuata con automotrici
FS
, che a Bergamo venivano scissi in due sezioni instradate rispettivamente da/per Clusone e San Martino de' Calvi (il cambio di nome in Piazza Brembana risale al 1956). Nella valle Brembana le fermate intermedie effettuate erano quelle di Zogno, San Pellegrino e San Giovanni Bianco.
[8]
Alla fine degli
anni cinquanta
a fianco del servizio ferroviario furono istituiti, inizialmente solo nelle ore di morbida, servizi automobilistici paralleli alla ferrovia; nell'orario del
1964
i servizi con autobus rappresentavano la maggior parte delle corse (20 coppie di autobus e 6 coppie di treni) effettuate ogni giorno.
Nel quadro di una politica di investimenti non favorevole allo sviluppo del trasporto su ferro e dei gravi problemi infrastrutturali della ferrovia, in particolare della
galleria della Morla
, la ferrovia venne chiusa il 17 marzo
1966
e sostituita integralmente da un servizio di
autobus
gestito dalla
Societa Autoferrovie Bergamo
, che era nel frattempo subentrata alle due societa ferroviarie delle valli bergamasche, sorte che subi dopo pochi mesi anche la
linea della valle Seriana
.
Negli
anni 2000
gran parte del tracciato della ferrovia da Zogno a Piazza Brembana e stato utilizzato per la costruzione della
pista ciclabile
[1]
denominata "
Ciclovia Valle Brembana
".
Per la tratta Bergamo-Villa d'Alme e invece in programma la ricostruzione come
tranvia-Bergamo Villa d'Alme
, analogamente alla
tranvia Bergamo-Albino
. L'accordo per la relativa progettazione e stato siglato dagli enti locali interessati nel maggio
2016
e prevede una linea di 9,2 km con 12 stazioni, dal costo di 103 milioni di euro, servita da una flotta di 11 tram distribuita fra i depositi di Ranica e Villa d'Alme.
[9]
I lavori sono iniziati tra la fine del 2023 e l'inizio del 2024, con conclusione prevista tra giugno e settembre 2026.
[10]
La ferrovia, a singolo
binario
a
scartamento
ordinario, era lunga complessivamente 40,663 km
[11]
ed era elettrificata alla tensione di 6.000 V in
corrente alternata
a 25 Hz.
La scelta di tale sistema era legata alle forti livellette impegnate e alla presenza di numerose gallerie durante il percorso, poco compatibili con la trazione a vapore per una clientela di elite, nonche alla possibilita di impiantare e sfruttare per l'alimentazione della linea aerea una centrale idroelettrica realizzata a
San Giovanni Bianco
, la quale venne realizzata, come tutti gli impianti elettrici della linea, dalla
Westinghouse
[12]
.
Attestati a Bergamo presso una stazione posta a fianco di quella della ferrovia della Val Seriana, a lato della piazza su cui si affaccia anche la
stazione di Bergamo FS
, i treni impegnavano il caratteristico percorso urbano a binari affiancati in seguito occupato della tranvia. Lasciato sulla destra il bivio per
Clusone
i treni si dirigevano dunque verso nord ovest con un percorso analogo rispetto a quello della
strada statale 470 della Valle Brembana
.
Aveva inizio da qui un percorso particolarmente ardito, caratterizzato da trenta gallerie e numerosi ponti, quindici dei quali di lunghezza superiore a
10 m
e settantacinque di lunghezza inferiore
[12]
.
A motivo della presenza di numerosi raccordi lungo il percorso, quasi tutte le localita servite erano dotate di vere e proprie stazioni che oltre al binario di raddoppio disponevano di magazzino merci, binari di scalo e aste di manovra.
Fra gli scorci piu caratteristici della linea figurava il complesso di ponti realizzati a
Sedrina
; uno di questi dava accesso direttamente a un tunnel il cui portale, inglobato in un edificio privato, era posto direttamente su una delle spallette.
[6]
Per la trazione dei propri treni, che sui convogli passeggeri prevedevano la presenza di lussuose carrozze a salone di prima classe prive di freni per evitare ai passeggeri rumori fastidiosi, furono acquistate quale dotazione d'origine un gruppo di cinque locomotive a carrelli del tipo "box cab" e rodiggio Bo'Bo' immatricolate come
locomotive FVB 1-5
[12]
.
Prima dell'entrata in servizio del materiale elettrico, tuttavia, la linea vide l'impiego regolare di cinque locomotive a vapore gia impiegate per la costruzione della linea; si trattava di unita realizzate dalla
Orenstein & Koppel
, a due e tre assi, numerate 1-5, che nel 1931 passarono in carico alla ferrovia della Val Seriana
[13]
.
Nel 1920-21 si aggiunsero due caratteristiche locomotive ordinate alcuni anni prima e consegnate dal
TIBB
(che nel frattempo aveva rilevato lo stabilimento Westinghouse di
Vado Ligure
) con parte meccanica di produzione
Breda
e immatricolazione
FVB 11-12
. Ulteriori due unita di tale tipo ordinate nel 1926 in occasione del prolungamento fino al capolinea definitivo, numerate 13-14, entrarono in servizio nel 1929; tali locomotive possedevano due carrelli motori a due assi azionati da un quinto asse cieco centrale, e disponevano di una cassa dotata di due avancorpi che valsero loro il soprannome di "coccodrilli del Brembo". Tali rotabili erano derivati da due prototipi consegnati alla
ferrovia bavarese Freilassing-Berchtesgaden
, disponevano di una potenza continuativa di 295 kW e raggiungevano una velocita massima di 40 km/h le prime due unita, di 45 km/h le altre due. La coloritura dei "coccodrilli", in origine nera, muto negli anni cinquanta divenendo rosso mattone (invece le locomotive Cab Box, anch'esse inizialmente nere, vennero dipinte in isabella)
[14]
.
Quale materiale trainato la FVB disponeva 2 vetture a salone di prima classe, 8 miste di prima e terza classe e 3 bagagliai, rotabili forniti dalla
Carminati & Toselli
consegnate nel 1906, cui negli anni successivi si aggiunsero ulteriori 7 carrozze di terza classe, 5 miste e 5 bagagliai. Completavano la dotazione 14 carri pianali, 25 carri chiusi e 5 a sponde alte, integrati nel tempo con ulteriori 23 carri chiusi. Solo nel 1943 si aggiunsero al parco 4 carri ex FS di tipo M
[15]
.
Alle carrozze della dotazione originaria si aggiunsero, nel 1954, quattro rimorchiate Breda a carrelli di foggia analoga alle due automotrici e alla rimorchiata acquistate nello stesso periodo dalla FVS, a loro volta derivate dalle
ALn 556 FS
; alla chiusura della linea tali unita furono cedute alla societa
Mediterranea Umbro Aretina
per l'esercizio sulla
Ferrovia Centrale Umbra
[16]
.
- ^
a
b
c
Merisio
, pp. 164-167
.
- ^
a
b
c
d
G. Leopardi, C. Ferruggia e L. Martinelli,
Le ferrovie delle valli bergamasche
, op. cit., p. 24.
- ^
C. Ferruggia, G. Leopardi e L. Martinelli,
La ferrovia della valle Brembana
, op. cit., p. 6.
- ^
Annuncio relativo al concordato preventivo della Banca pubblicato sulla
Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia
n. 174 del 29 luglio 1932
, su
augusto.agid.gov.it
(archiviato dall'
url originale
il 31 ottobre 2016)
.
.
- ^
C. Ferruggia, G. Leopardi e L. Martinelli,
La ferrovia della valle Brembana
, op. cit., p. 7.
- ^
a
b
G. Leopardi, C. Ferruggia e L. Martinelli,
Le ferrovie delle valli bergamasche
, op. cit., p. 28.
- ^
C. Ferruggia, G. Leopardi e L. Martinelli,
La ferrovia della valle Brembana
, op. cit., p. 8.
- ^
M. Cacozza,
Le ferrovie delle valli bergamasche
, op. cit., p. 14.
- ^
(
EN
) Marco Cacozza, notizia su
Today's Railways Europe
, n. 249, settembre 2016, p. 16.
- ^
Eleonora Busi,
Tram della Valle Brembana, ok alla progettazione esecutiva: lavori entro fine anno
, su
Prima Bergamo
, 7 luglio 2023.
URL consultato il 3 marzo 2024
.
- ^
Ferrovia Bergamo (FVB) - Piazza Brembana
. URL consultato nell'agosto 2016.
- ^
a
b
c
G. Leopardi, C. Ferruggia e L. Martinelli,
Le ferrovie delle valli bergamasche
, op. cit., p. 25.
- ^
C. Ferruggia, G. Leopardi e L. Martinelli,
La ferrovia della valle Brembana
, op. cit., pp. 9-10.
- ^
G. Cornolo,
I "coccodrilli" del Brembo
, op. cit.
- ^
C. Ferruggia, G. Leopardi e L. Martinelli,
La ferrovia della valle Brembana
, op. cit., p. 11.
- ^
G. Leopardi, C. Ferruggia e L. Martinelli,
Le ferrovie delle valli bergamasche
, op. cit., p. 30.
- G. Cornolo,
I "coccodrilli" del Brembo
in
Tutto Treno
, n. 46, ottobre 1992, pp. 21-25.
- Carlo Ferruggia, Giulio Leopardi e Luigi Martinelli,
La ferrovia della valle Brembana
, in
Mondo Ferroviario
, n. 64, ottobre 1991, pp. 6-13.
- Carlo Ferruggia, Giulio Leopardi e Luigi Martinelli,
Le ferrovie delle valli bergamasche
, in
Tutto treno & storia
, n. 15, aprile 2006, pp. 22-33.
- Marco Cacozza,
Le ferrovie delle valli bergamasche
, in
Tutto treno & storia
, n. 31, aprile 2014, pp. 10-15.
- Felice Riceputi,
La ferrovia di Valle Brembana,
in "Il sogno brembano. Industrializzazione e progresso sociale nella Valle Brembana del primo Novecento", Centro Storico Culturale Valle Brembana, novembre 2006, pp. 13-128.
- Giulio Leopardi, Carlo Ferruggia, Luigi Martinelli,
Treni e tramvie della Bergamasca
, Clusone, Editrice Cesare Ferrari, 1988.
ISBN non esistente
- Luca Merisio e Antonio Polito,
Indice delle illustrazioni
, in
Italia della nostra gente - Treni ad altra velocita
, Roma, Ecra - Edizioni del Credito Cooperativo, 2023.