I
Donati
furono una delle famiglie piu numerose e importanti della
Firenze
medievale, che svolse un ruolo importante nella guerra tra Guelfi e Ghibellini, e che esercitava un'ampia influenza politica ed economica.
Appartenevano all'antica
oligarchia
cittadina prima che con il
boom
economico duecentesco facesse salire alla ribalta un nuovo ceto borghese. Le loro case erano nella zona piu antica di Firenze, nel
Corso
e nelle vie limitrofe, come testimonia ancora oggi la
Torre dei Donati
e le due
Torri di Corso Donati
.
Il capostipite e Fiorenzo, vissuto nell'XI secolo, i cui discendenti fondarono nel 1065 l'
ospedale di San Paolo in Pinti
. Nel
1165
compare Donato del Pazzo, dal quale prese nome la famiglia e il cui figlio Vinciguerra fu costruttore del lebbrosario di San Jacopo a Sant'Eusebio nel
1186
e console dei militi nel 1204.
[1]
A partire dai primi scontri tra
guelfi e ghibellini
i Donati furono sempre in prima fila sul fronte guelfo. Erano in consorteria con i Cafucci ("I Donati ovvero
Calfucci
, che tutti furono uno legnaggio", dice
Giovanni Villani
[2]
). Dopo la cacciata definitiva dei ghibellini del
1266
, problemi di vicinato con la famiglia dei
Cerchi
, di recentissima ricchezza, seppur molto piu ingente di quella dei Donati, sfociarono presto in risse e tumulti (anno
1300
), che portarono alla fratturazione della citta in due nuove fazioni, quelle dei
guelfi bianchi e neri
, con i Donati a capo dei Neri. Fu il periodo di
Corso Donati
, fiero capo politico della sua fazione, che grazie all'appoggio di
Bonifacio VIII
e all'intervento di
Carlo di Valois
, seppe sbaragliare gli avversari, ottenendo la cacciata dei Bianchi (
1302
), tra i quali anche
Dante Alighieri
.
In seguito la fiera superbia di Corso gli mise contro i suoi stessi alleati, tanto che si trovo isolato con la sola fazione dei suoi
Donateschi
(rispetto ai
Tosinghi
di
Rosso della Tosa
) e venne colpito da un agguato, nel quale trovo la morte, dopo una disperata fuga, davanti alla
chiesa di San Salvi
.
Per la famiglia Donati fu l'inizio di un declino che di fatto li estromise dalla storia cittadina, dopo avere segnato cosi marcatamente una lunga pagina.
Giovanni Villani
nella sua
Cronica
chiama i Donati
Malefami
[3]
, perche vi appartennero molti personaggi condannati a vario titolo per diversi reati.
Nel
1616
la famiglia si estinse con la morte del suo ultimo rappresentante ufficiale, Giovanni Donati, figlio di Piero
[1]
, ma il cognome e ancora molto diffuso a Firenze e dintorni.
Nella
Divina Commedia
rivivono molti Donati: oltre a
Corso
, suo fratello
Forese
, amico di Dante a sua volta poeta protagonista di un lungo passo del
Purgatorio
(
c. XXIII
e
XXIV
, tra i golosi), e sua sorella
Piccarda
, con cui il poeta dialoga in
Paradiso
(
c. III
); inoltre sono presenti una serie di personaggi minori:
Buoso Donati il Vecchio
,
Cianfa Donati
,
Buoso Donati
, Ubertino Donati.
La stessa moglie di Dante,
Gemma
apparteneva ai Donati, quindi il poeta era anche strettamente imparentato con tutti loro.
Il ramo siciliano adotto la 'o' come lettera finale, cambiando il nome in Donato, ma la sua storia e documentata con il ceppo originario fiorentino. Nel nobiliario di Sicilia, Tommaso fu giudice straticoziale di
Messina
nel
1507
-
1508
,
1510
-
1511
e
1522
-
1523
; Francesco fu sindaco di Messina nel
1741
-
1743
; un Antonino console nobile del mare in detta citta nel
1745
-
1746
; un Saverio barone dell’ufficio di portulanotto di Girgenti e primo barone di Migliardo. Incontriamo pure questa famiglia in
Caltagirone
nella quale citta un Giaimo tenne la carica di giurato nel
1440
-
1441
ed a
Erice
, dove nel
1706
-
1707
incontriamo un Pietro con la carica di patrizio
[4]
. Sempre ad
Erice
incontriamo un Antonino indicato come patrizio di citta, nobile e magnifico nel 1564
[5]
; un Nicolo con la carica di giurato di
Erice
nel 1553
[1]
; un Giovanni piu volte giurato e capitano della citta di
Erice
negli anni 1548-1570
[6]
.
- ^
a
b
Jan Gerchow,
Donati
, in Volker Reinhardt,
Le grandi famiglie italiane
, Vicenza, Neri Pozza, 1996, p. 283,
ISBN 8873054897
.
- ^
notizia riportata in "Il giornale dantesco" di Giuseppe Lando Passerini, Luigi Pietrobono, Guido Vitaletti, ed. L.S. Olschki, 1912.
- ^
Giovanni Villani,
Cronica
, IX, 39.
- ^
Antonino Mango di Casalgerardo,
Nobiliario di Sicilia
, Palermo, A. Reber, 1912.
- ^
Antonino DONATO 1540?1609 ? Scuderi Family Tree
, su
lomascuderi.com
.
URL consultato il 23 settembre 2022
.
- ^
Giovanni DONATO ?1570 ? Scuderi Family Tree
, su
lomascuderi.com
.
URL consultato il 23 settembre 2022
.
- Marcello Vannucci,
Le grandi famiglie di Firenze
, Newton Compton Editori, 2006
ISBN 88-8289-531-9