Tipico aspetto di rocce alterate in ambiente desertico
La
degradazione meteorica
(o
meteorizzazione
) e il processo di disintegrazione e alterazione delle
rocce
e dei
minerali
affioranti sulla
superficie terrestre
, attraverso il contatto diretto o indiretto con gli
agenti atmosferici
. Rappresenta il primo stadio del
processo sedimentario
, al cui termine si ha la formazione di una nuova
roccia sedimentaria
. Il termine indica un fenomeno che avviene
in situ
o 'senza movimento', quindi da non confondere con l'
erosione
, che invece e dovuta a movimenti e disintegrazione di rocce e minerali per effetto del movimento di
acqua
,
vento
,
ghiaccio
e della forza di
gravita
.
La degradazione meteorica avviene con due differenti processi che possono agire insieme o separatamente:
- il primo e di tipo
meccanico
o
fisico
: e la
disgregazione
. Le rocce e il suolo vengono ridotte in frammenti di varie dimensioni attraverso il contatto diretto con l'atmosfera, la
dilatazione termica
, l'
acqua
, il
ghiaccio
e le variazioni di
pressione
;
- il secondo e di tipo
chimico
: e l'
alterazione
. Avviene attraverso l'aggressione chimica e/o biologica di rocce e suolo, che ne facilitano da una parte la
lisciviazione
, ovvero l'asportazione in soluzione acquosa di ioni e molecole, e dall'altra l'arricchimento in materiali insolubili.
I prodotti generati dalla frantumazione e dall'alterazione chimica che restano in situ, chiamati
regolite
, si combinano con il materiale organico dando origine al
suolo
.
I fattori che contribuiscono alla disgregazione meccanica delle rocce sono essenzialmente fisici: la temperatura, le variazioni di stato dell'acqua e la precipitazione dei soluti in essa contenuti. Il risultato e la disarticolazione in frammenti o
clasti
delle rocce. La disgregazione meccanica spesso si alterna in sequenza con l'alterazione chimica, questo perche la frantumazione incrementa la superficie esposta all'azione chimica e nel contempo l'azione chimica sui frammenti e in grado di accelerare il processo di disintegrazione meccanica.
Il
termoclastismo
avviene in aree a elevata
escursione termica
, come nei
deserti
[1]
. La temperatura delle rocce durante il giorno puo superare anche i 50 °C, mentre si abbassa a pochi gradi sopra lo zero durante la notte. Durante il giorno la roccia scaldandosi si dilata, mentre durante la notte si contrae. La
sollecitazione
si manifesta comunque solo negli
strati
piu esterni. Anche se questo processo e regolato dalla temperatura, la disarticolazione per espansione termica non puo avvenire senza la presenza di un sufficiente grado di
umidita
, con la condensazione notturna del vapore per l'abbassamento termico
[2]
. Secondo esperimenti condotti in laboratorio, l'alternanza ciclica di inumidimenti ed essiccamenti della roccia dovuta agli sbalzi di temperatura sarebbe la causa della sua disgregazione. Infatti la pressione di cristallizzazione delle piccolissime quantita di soluti e quella dell'acqua che resta intrappolata tra i granuli durante l'essiccamento e la contemporanea dilatazione termica di granuli e cristalli allontanano tra loro i granuli sufficientemente per separarli fisicamente l'uno dall'altro.
Il termoclasticismo riduce le rocce a grana grossolana o disomogenea o di composizione mineralogica eterogenea in piccoli frammenti e grossi massi piu o meno arrotondati. Per effetto del termoclastismo le rocce
granitoidi
spesso si sfarinano diventando una sabbia
arcosica
.
Le rocce che presentano discontinuita planari (
foliazione
metamorfica,
stratificazione
,
laminazione
) o sono a grana fine e uniforme o hanno un minerale prevalente possono sviluppare il fenomeno della
esfoliazione
o
desquamazione
, ossia il distacco delle parti piu superficiali della roccia in forma di foglietti e scaglie (spessore da pochi millimetri ad alcuni metri) lungo piani circa paralleli alla superficie. Quando questo fenomeno interessa dei massi o dei ciottoli di grandi dimensioni, i foglietti si sviluppano in strutture concentriche che ricordano le squame delle cipolle cosi per essi si usa il termine di
desquamazione cipollare
[3]
.
Una roccia nel sud dell'
Islanda
frammentata a causa del ciclo disgelo-congelamento
Il
ciclo gelo-disgelo
, che puo avvenire anche con una ritmicita diurna-notturna, conosciuto anche come
crescita
dei
cristalli di ghiaccio
o
ghiaccio incuneato
, avviene quando l'
acqua
si insinua nelle fessure aperte nelle rocce, quindi congela espandendo il suo volume. L'espansione puo esercitare una pressione fino a
21
MPa
. Questa pressione e spesso maggiore della resistenza di molte rocce causandone la conseguente rottura. Questo ciclo avviene soprattutto in presenza di elevata umidita e frequenti escursioni termiche sopra e sotto zero. Quando l'acqua congela in una fessura, il ghiaccio dilatandosi deforma il punto di giunzione aumentando di fatto la dimensione della frattura, fino a renderla definitiva, con la completa rottura.
[4]
Questo processo avviene in quanto il
volume
dell'acqua ghiacciata e maggiore del 9% rispetto al volume dell'acqua a temperatura ambiente. Quando il ghiaccio si scioglie, l'acqua puo ulteriormente penetrare nella roccia. Poi, quando la temperatura va nuovamente sottozero l'acqua congela di nuovo causando un ulteriore allargamento della frattura.
Cicli ripetuti di
gelo - disgelo
indeboliscono la roccia, fino al punto di disgregarla in diversi frammenti chiamati
clasti
che si accumulano sui pendii o occupano interi versanti sotto forma di
detrito di falda
. I frammenti di queste rocce si disgregano sempre di piu in funzione della loro struttura interna. Possono anche formarsi cristalli di ghiaccio in rocce
porose
. Questi cristalli crescono attirando l'acqua dai pori circostanti. Il ghiaccio crescendo indebolisce la roccia, che finalmente si frantuma. Il
gesso
, per esempio e una roccia porosa suscettibile all'azione del crioclastismo.
Il gelo-disgelo agisce anche su suoli interessati dal
permafrost
, con la formazione dei cosiddetti
cunei di ghiaccio
: sono delle lamine di ghiaccio spesse 1-2 m che penetrano nel terreno fino a 10 m. All’origine di tutto c’e la contrazione di volume che gli strati superficiali subiscono per l’abbassamento di temperatura invernale. Nel suolo si aprono delle fessure dove, nei brevi periodi di scongelamento, penetra dell’acqua liquida. Il suo successivo congelamento, a causa dell’aumento di volume del ghiaccio, allarga la fessura; questa, nella successiva stagione estiva, si riempira nuovamente d’acqua che, congelando di nuovo, la allarghera ancora di piu. Nel giro di parecchi anni si arrivera alla formazione dei cunei.
Probabilmente legati alla formazione dei cunei di ghiaccio sono i
suoli poligonali
, molto diffusi nelle pianure canadesi e siberiane. Le fessure in questi suoli tendono a disegnare un reticolo a poligoni piu o meno regolari, ampi da qualche decimetro a molte decine di metri. Caratteristica di questi suoli e la presenza di detriti fini al centro dei poligoni e di detriti piu grossolani ai loro margini
[3]
.
Rilascio di pressione nel granito
Un'altra possibile causa di disgregazione e il
rilascio di pressione
: quando la massa di materiale (non necessariamente roccioso) che sovrasta una roccia e molto pesante, questa e sottoposta a una pressione elevata, come nel caso di rocce al disotto di grandi
ghiacciai
. Quando l'erosione o il ritiro del ghiacciaio eliminano questa copertura, Il rilascio di pressione tende a far gonfiare la roccia disarticolandola e puo anche provocare azioni di
esfoliazione
.
Le
rocce ignee
intrusive
, per esempio il
granito
, si formano nella profondita della
crosta
. Sono sottoposte a una fortissima
pressione litostatica
a causa del peso del materiale sovrastante. Quando l'erosione rimuove tale materiale, la pressione diminuisce e le rocce possono venire alla luce. In seguito alla diminuzione della pressione, la parte esterna di tali rocce tende quindi a espandersi. L'espansione provoca una tensione che genera delle fratture parallele alla superficie esposta della roccia. Con il tempo, veri e propri 'fogli' di roccia si staccano lungo queste fratture
[3]
.
Avviene nel momento in cui l'
acqua
(generalmente a causa di violente
onde
) si infiltra rapidamente nelle crepe della
roccia
, intrappolando uno strato d'aria nella parte inferiore, comprimendola e indebolendo la roccia. Quando l'acqua si ritrae, l'aria intrappolata viene improvvisamente rilasciata con
forza
esplosiva. Questa azione indebolisce la roccia allargando la stessa frattura, il processo aumenta sempre piu, consentendo a una maggior quantita d'aria di penetrare durante l'onda successiva. E uno dei meccanismi che agiscono sulla disgregazione delle scogliere marine.
La
cristallizzazione
produce la disintegrazione delle rocce nel momento in cui una
soluzione salina
si infiltra nelle fratture ed
evapora
, lasciando all'interno
cristalli
di
sale
. Questi all'aumentare della
temperatura
, esercitano una
pressione
sulla roccia limitrofa.
La cristallizzazione del sale puo aver luogo quando una soluzione decompone le rocce, per esempio,
calcare
e
gesso
, per formare una soluzione di
solfato di sodio
o
carbonato di sodio
, che successivamente evapora dando luogo alla formazione dei rispettivi cristalli.
I sali che hanno un efficace effetto nel disintegrare le rocce sono: il
solfato di sodio
, il
solfato di magnesio
, e il
cloruro di calcio
. Alcuni di questi sono in grado di dilatare il proprio
volume
anche di tre volte.
L'aloclastismo e un processo che agisce soprattutto sui litorali rocciosi per opera degli spruzzi delle onde e nelle zone aride quando evaporano la falda acquifera vicino alla superficie o gli specchi d'acqua formatisi in occasione delle rare piogge
[3]
.
Azione biologica dei licheni su lava.
La Palma
Anche gli organismi viventi possono contribuire alla disgregazione meccanica delle rocce. I
licheni
e i
muschi
crescono essenzialmente sulla superficie delle rocce, creando un
microambiente
chimicamente piu umido. L'aderenza di tali organismi alle rocce, intensifica sia l'azione fisica sia chimica, creando delle microfratture nella loro struttura e accelerando la velocita di degradazione rispetto alla roccia non ricoperta da licheni.
[5]
Su larga scala il
germogliare
dei
semi
e la crescita nelle microfratture di piccole
radici
esercitano una pressione fisica e creano una via di scorrimento per successive infiltrazioni di soluzioni chimiche e di acqua.
I buchi scavati dagli animali (soprattutto invertebrati) disturbano lo strato di terra adiacente alla superficie della roccia, incrementando l'azione dell'acqua e degli
acidi
, ed esponendola a un processo di
ossidazione
.
Un altro esempio ben conosciuto di disgregazione causata all'azione degli animali e dovuto alle
foladi
, una specie di
molluschi
bivalvi
. Questi animali sono in grado di 'perforare' le rocce
carbonatiche
, come avviene nelle
scogliere
calcaree
di
Capo Flamborough
, nello
Yorkshire
; questi fori rappresentano un'ulteriore minaccia all'integrita delle scogliere
[6]
.
Le rocce ignee e metamorfiche sono costituite da minerali formatisi da reazioni chimicamente stabili entro determinati campi di valori di temperatura, pressione e di composizione chimica dei fluidi associati; le stesse considerazioni sono applicabili ai minerali che precipitando formano il
cemento
delle rocce sedimentarie solidificate. L'affioramento di queste rocce sulla superficie terrestre di conseguenza le sottopone a una condizione di disequilibrio chimico-fisico, nella quale i minerali presenti reagiscono con trasformazioni comunemente definite come
alterazioni
della roccia.
Effetto della dissoluzione chimica su un affioramento di roccia calcarea, accentuata dalla presenza di fratture che hanno guidato lo sviluppo tridimensionale del fenomeno
La dissoluzione e il passaggio in soluzione dei minerali di una roccia o di un suolo. L'acqua da sola e in grado di sciogliere pochissimi minerali molto solubili, come quelli costituenti le
evaporiti
(
gessi
,
anidriti
,
salgemma
, ecc.). Vi sono tre
gas
presenti nell'atmosfera che possono contribuire al processo di dissoluzione. Il
biossido di zolfo
, SO
2
, prodotto dalle eruzioni vulcaniche o proveniente dai
combustibili
fossili, e in grado di trasformarsi in
acido solforico
e, cadendo al suolo sciolto nella pioggia, causare la dissoluzione delle rocce. Attacca, ad esempio, il carbonato di calcio dei calcari, insolubili, trasformandolo in
solfato di calcio
biidrato, cioe
gesso
, che e solubile e viene lisciviato. Anche l'
azoto
atmosferico, trasformandosi in
acido nitrico
puo disciogliere delle rocce. Tuttavia uno dei processi principali di dissoluzione riguarda le
rocce carbonatiche
. Il
diossido di carbonio
, contenuto nell'aria o proveniente dai processi di decomposizione delle sostanze organiche, si scioglie facilmente nell'acqua formando
acido carbonico
(come quello contenuto nelle bevande gassate), che rende l'acqua chimicamente ≪aggressiva≫ e ne accresce il potere solvente. L'acido carbonico puo reagire con i
carbonati
di
calcari
e
dolomie
, insolubili, trasformandoli in bicarbonati, solubili in acqua e da questa trasportati sotto forma di ioni oppure contribuire all'idrolisi dei silicati (vedi oltre)
[7]
.
L'acido carbonico e un
acido debole
che reagisce con il carbonato di calcio per formare uno ione
Ca
2+
e due ioni
HCO
?
3
in soluzione. Essi non si legano in modo stabile per precipitare il
bicarbonato di calcio
, a meno che non si abbia un'evaporazione del solvente.
La reazione e la seguente:
- CO
2
+ H
2
O ? H
2
CO
3
- Biossido di carbonio + acqua → acido carbonico
- H
2
CO
3
+ CaCO
3
?
Ca
2+
+ 2
HCO
?
3
- Acido carbonico + carbonato di calcio → ione calcio + 2 ioni di acido carbonico
Alcune rocce sedimentarie, come le
argille
e le
anidriti
, sono formate da minerali che hanno la capacita di trattenere l'acqua nel loro
reticolo cristallino
gonfiandosi. L’aumento di volume e lo stress nella roccia che ne deriva, come nel caso dello sgravio di pressione, facilita la disgregazione della roccia. Nel caso dell'anidrite, questa, acquistando due molecole d'acqua per ogni
unita di formula
, si trasforma in
gesso
(CaSO
4
+ 2H
2
O ? CaSO
4
? 2H
2
O). L'idratazione e un processo reversibile: l'acqua puo evaporare e il minerale ritorna cosi nelle condizioni iniziali. E quanto avviene continuamente nelle argille: nella stagione delle piogge esse si gonfiano fino a diventare plastiche e in grado di fluire lungo un pendio come una colata di fango. Nei periodi siccitosi, invece, perdono l'acqua intrappolata nel reticolo dei minerali e si contraggono, crepandosi in superficie e indurendosi notevolmente
[3]
.
L'azione piu importante l'acqua la svolge sui
silicati
, che sono i principali costituenti delle rocce, attraverso l'idrolisi. E questo un processo chimico complesso e non ancora del tutto chiarito. L’attacco chimico e svolto dagli ioni idrogeno (H
+
) e ossidrile (OH
?
), presenti nell'acqua in piccolissime quantita. I primi si legano ai
tetraedri di silicio
, sostituendosi ai
metalli alcalini
(che hanno la stessa carica) a cui questi sono legati e formando cosi l'
acido ortosilicico
(H
4
SiO
4
), solubile nell'acqua dove facilmente polimerizza in
silice colloidale
, e altre molecole piu complesse; i metalli si legano agli ioni OH
?
, formando degli
idrossidi
solubili e insolubili (KOH, NaOH, Ca(OH)
2
, ecc.). Successivamente una parte dei metalli si ricombina con tutta o parte della silice colloidale per formare i
minerali delle argille
, mentre la restante parte, reagendo con il
diossido di carbonio
CO
2
o con sostanze organiche o con altri sali presenti nell'acqua, resta in soluzione sotto forma di ioni o
colloidi
insieme all'eventuale silice colloidale residua. Il processo piu conosciuto e quello dell’idrolisi del
feldspato potassico
, che avviene in due fasi
[3]
:
3KAlSi
3
O
8
+
|
2H
+
+
|
12H
2
O →
|
KAl
3
Si
3
O
10
(OH)
2
+
|
6H
4
SiO
4
|
+ 2K
+
|
ortoclasio
|
|
|
sericite/illite
|
silice solubile
|
|
KAl
3
Si
3
O
10
(OH)
2
+
|
2H
+
+
|
3H
2
O →
|
3Al
2
Si
2
O
5
(OH)
4
|
|
+ 2K
+
|
sericite/illite
|
|
|
caolino
|
|
|
dove
sericite
e
illite
sono due minerali delle argille intermedi nel processo di trasformazione del feldspato in
caolino
, un minerale delle argille di colore bianco.
L'idrolisi e un processo particolarmente efficace dove vi sono abbondanza d’acqua ed elevata temperatura, cioe nelle zone con climi caldo-umidi, mentre si puo bloccare completamente o quasi nelle zone aride o a clima freddo. Il processo viene accelerato dalla presenza di vegetazione, di sostanze organiche in decomposizione e di batteri. Specialmente la prima ha una grande importanza, perche, attraverso il processo della respirazione cellulare, le radici delle piante liberano notevoli quantita di biossido di carbonio nell'acqua che circola nel suolo. Nelle regioni equatoriali la ricca vegetazione e il clima caldo-umido spingono il processo fino alla decomposizione dei minerali delle argille, che sono
allumosilicati
: si liberano acido silicico, che viene asportato dall'acqua, e allumina (Al
2
O
3
) che, essendo insolubile, si concentra in superficie formando una crosta spessa e indurita (
laterite
) assieme a ossidi e idrossidi di ferro e manganese.
La resistenza dei silicati agli attacchi chimici e inversa al loro ordine di cristallizzazione nelle
rocce ignee
: infatti i minerali che si idrolizzano piu facilmente sono quelli nella parte alta della
serie di reazioni di Bowen
, vale a dire
olivina
,
pirosseni
,
anfiboli
e
plagioclasi calcici
, mentre il
quarzo
, l’ultimo della serie a cristallizzare, e chimicamente quasi inattaccabile.
[3]
Schema semplificato delle reazioni che riguardano l'alterazione chimica dei principali minerali delle rocce. Il quarzo non compare perche e chimicamente inalterabile
[3]
.
REAGENTI
|
PRODOTTI
|
Minerali
|
Altri reagenti
|
Fillosilicati o
minerali delle argille
|
Altri prodotti
|
Feldspato
potassico
|
H
2
O, H
+
|
Illite, sericite (muscovite)
|
silice disciolta, ioni K
+
|
Feldspato sodico
|
H
2
O, H
+
|
Montmorillonite
sodica
|
silice disciolta, ioni Na
+
|
Feldspato calcico
|
H
2
O, H
+
|
Montmorillonite
calcica
|
silice disciolta, ioni Ca
++
|
Pirosseni
,
anfiboli
,
biotite
|
H
2
O, H
+
|
Montmorillonite
sodico-calcica
|
silice disciolta, ioni Ca
++
, Na
+
,
Mg
++
+ idrossido ferrico (precipitato)
|
Olivina
|
H
2
O, H
+
|
serpentino
(
antigorite
+
crisotilo
)
|
ioni Mg
++
, idrossido ferrico (precipitato)
|
L'
ossigeno
, contenuto nell'aria o disciolto nell'acqua, provoca l'
ossidazione
nelle rocce, soprattutto dei silicati ricchi di
ferro
,
alluminio
e
manganese
. L’ossigeno si lega a questi metalli formando ossidi (ad es. l'
ematite
Fe
2
O
3
e la
pirolusite
MnO
2
) o, assieme al vapore acqueo, miscele piu o meno complesse di ossidi e idrossidi (ad es. la
limonite
e la
goethite
per il ferro e la
bauxite
per l’alluminio). I prodotti dell'ossidazione formano sul suolo e sulle rocce delle patine o croste di alterazione dai forti colori (rosso, giallo, bruno, nero). L’ossigeno sottrae elettroni ai metalli e l'eccesso di cariche positive che si viene a creare viene controbilanciato con l'espulsione dalla roccia di cationi. Per questo motivo l'ossidazione favorisce il processo di
lisciviazione
(rimozione dei soluti per opera dell'acqua circolante nella roccia)
[3]
.
Chelazione
[8]
di uno ione cuprico per opera di due molecole di glicina (un amminoacido) con la perdita di una molecola di idrogeno
Alcune piante e animali sono in grado di generare una disgregazione chimica attraverso la produzione di
composti acidi
.
La forma piu conosciuta di tale processo avviene mediante la produzione da parte delle piante di
composti chelanti
[8]
e altre molecole acidificanti in grado di separare chimicamente nel suolo sottostante i composti contenenti l'
alluminio
, il
ferro
e altri metalli, rendendo piu facile il loro
dilavamento
in occasione di piogge. Anche i prodotti della
decomposizione batterica
sui resti delle piante morte puo portare alla formazione di acidi organici che, sciogliendosi nell'acqua, favoriscono poi il processo dissolutivo.
[9]
Produzioni elevate di elementi chelanti possono facilmente intaccare le rocce e il suolo e portare a una
podsolizzazione
dei terreni.
[10]
Anche l'
associazione simbiotica
dei funghi con il sistema radicale degli alberi (
micorriza
) rilascia nutrienti inorganici estratti da minerali come l'apatite o la biotite e li trasferisce alle piante, contribuendo alla loro nutrizione.
[11]
Anche le comunita batteriche hanno un impatto sulla stabilita dei minerali portando al rilascio di nutrienti inorganici.
[12]
Molte specie di batteri di diversi generi sono in grado di colonizzare superfici minerali e per alcuni di essi e stato dimostrato un effetto di promozione della crescita delle piante.
[13]
I meccanismi che si ipotizza vengano utilizzati da questi batteri includono reazioni di ossidoriduzione e di dissoluzione, accanto alla produzione di agenti meteorizzanti come acidi organici, inorganici e molecole chelanti.
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