I
dati aperti
, comunemente chiamati con il termine
inglese
open data
anche nel contesto italiano, sono
dati
liberamente accessibili a tutti le cui eventuali restrizioni sono l'obbligo di
citare
la fonte o di mantenere la
banca dati
sempre aperta. L'open data si richiama alla piu ampia disciplina dell'
open government
, cioe una dottrina in base alla quale la
pubblica amministrazione
dovrebbe essere aperta ai cittadini, tanto in termini di trasparenza quanto di partecipazione diretta al
processo decisionale
, anche attraverso il ricorso alle nuove
tecnologie dell'informazione e della comunicazione
; e ha alla base un'etica simile ad altri movimenti e comunita di sviluppo "open", come l'
open source
, l'
open access
e l'
open content
. Nonostante la pratica e l'ideologia che caratterizzano i dati aperti siano da anni ben consolidate, con la locuzione "open data" si identifica una nuova accezione piuttosto recente e maggiormente legata a
Internet
come canale principale di diffusione dei dati stessi. Gli open data sono fondamentali per il
data journalism
, o
giornalismo di precisione
.
Come con il
software libero
, l'
accesso aperto
o l'
open source
, sin dal 2005 (
The Open Definition
) diverse dichiarazioni formali sui dati aperti sono state comunemente accettate e condivise a livello internazionale.
Gli open data fanno di frequente riferimento a informazioni rappresentate in forma di database e riferite alla tematiche piu disparate, ad esempio: cartografia, genetica, composti chimici, formule matematiche e scientifiche, dati medici e pratica, delle bioscienze, dati anagrafici, dati governativi, ecc. Vi sono alcune difficolta oggettive che impediscono alla pratica dei dati aperti una larga diffusione.
I primi ostacoli per l'apertura dei dati vengono da restrizioni a monte quali privacy, segreto statistico, dati su flora e fauna protetta e interessi aziendali.
Uno dei problemi principali spesso riguarda il valore commerciale che gli stessi dati, visti sia in forma puntuale che aggregata, possono avere. I dati sono di frequente controllati da organizzazioni, sia pubbliche che private, che spesso mostrano renitenza di fronte alla possibilita di diffondere il proprio patrimonio informativo. Il controllo sui dati puo avvenire attraverso limitazioni all'accesso, alle licenze con cui vengono rilasciati, ai diritti d'autore, brevetti e diritti di riutilizzo. Di fronte a queste forme di controllo sui dati, e piu in generale sulla conoscenza, i sostenitori dell'Open Data affermano che tali restrizioni siano un limite al bene della comunita e che i dati dovrebbero essere resi disponibili senza alcuna restrizione o forma di pagamento. Inoltre, e importante che i dati, dopo essere stati pubblicati, siano riutilizzabili senza necessita di ulteriore autorizzazione, anche se determinate forme di riutilizzo (come la creazione di opere derivate) puo essere controllato attraverso specifiche licenze (ad esempio
Creative Commons
,
GFDL
).
[1]
Pertanto, le licenze che non permettono il riuso a fini commerciali o le modifiche non sono considerate open data.
Una rappresentazione tipica della necessita dell'apertura dei dati viene proposta in una dichiarazione di
John Wilbanks
, direttore esecutivo dello
Science Commons
:
≪Numerosi scienziati hanno sottolineato con ironia che proprio nel momento storico in cui disponiamo delle tecnologie per consentire la disponibilita dei dati scientifici a livello globale e dei sistemi di distribuzione che ci consentirebbero di ampliare la collaborazione e accelerare il ritmo e la profondita della scoperte... siamo occupati a bloccare i dati e a prevenire l'uso di tecnologie avanzate che avrebbero un forte impatto sulla diffusione della conoscenza.≫
Inoltre accade spesso che gli stessi creatori di dati sottovalutino l'importanza degli stessi e non considerino la necessita di precisare le condizioni della proprieta intellettuale, delle licenze e del loro riutilizzo. Ad esempio, molti enti (siano essi di natura scientifica o governativa) per mancanza di consapevolezza dell'importanza dei propri dati non prendono in considerazione l'ipotesi di rilasciarli con licenze aperte. La mancanza di una determinata licenza che certifichi la possibilita di riutilizzare i dati rende difficile determinare lo stato di un insieme di dati e ne limita l'uso.
Il progetto Open Definition di
Open Knowledge Foundation
utilizza la seguente frase per definire dati (e contenuti) aperti: ≪un contenuto o un dato si definisce aperto se chiunque e in grado di utilizzarlo, ri-utilizzarlo e ridistribuirlo, soggetto, al massimo, alla richiesta di attribuzione e condivisione allo stesso modo≫.
[2]
La definizione, molto sintetica, viene poi meglio esplicata attraverso il documento "Conoscenza Aperta"
[3]
i cui contenuti sono molto simili a quelli della OSI definition
[4]
.
Si tratta di 11 punti che mettono chiarezza sulle modalita di distribuzione e di accesso a tale informazioni.
Fra questi ricordiamo: la possibilita di utilizzare a qualsiasi scopo i dati (quindi eliminando clausole quali la possibilita di lucro) e l'assenza di restrizioni tecnologiche (formati aperti ma anche il servizio d'accesso).
Secondo i sostenitori del movimento Open data, i dati andrebbero trattati come
beni comuni
; di seguito alcune delle argomentazione utilizzate a sostegno di questa tesi:
- I dati appartengono al genere umano. Esempi tipici sono i
genomi
, i dati sugli organismi per la scienza medica, dati ambientali e meteorologici, ecc.
- I dati prodotti dalla
pubblica amministrazione
, in quanto finanziati da denaro pubblico, devono ritornare ai contribuenti, e alla comunita in generale, sotto forma di dati aperti e universalmente disponibili
- Restrizioni sui dati e sul loro riutilizzo limitano lo sviluppo della comunita
- I dati sono necessari per agevolare l'esecuzione di comuni attivita umane (ad esempio i dati cartografici, le istituzioni pubbliche, ecc.)
- In campo scientifico il tasso di scoperta e accelerato da un migliore accesso ai dati.
- E essenziale che i dati scientifici siano resi aperti per fare in modo che la scienza sia piu efficace e la societa ottenga il massimo beneficio dalle ricerche scientifiche.
Tim Berners-Lee
, il fondatore del
World wide web
, ha classificato il formato dei dati su una scala a cinque stelle: una stella corrisponde al minimo di apertura, cinque stelle al massimo
[5]
:
*
Dato non strutturato e codificato in formato proprietario (esempi: un file
pdf
; un'immagine
jpeg
);
**
Dato strutturato ma codificato in formato proprietario (quindi abbastanza facile da poter essere elaborato da un'
applicazione informatica
);
***
Dato strutturato in un formato non proprietario (per esempio, il formato
CSV
, che puo essere aperto da qualsiasi software);
****
Dati strutturati e codificati in formato non proprietario e dotati di un
identificativo unico di risorsa
(URI). Un esempio e lo standard
RDF
: applica al dato un significato condiviso (“quel dato ha lo stesso significato in qualsiasi lingua, per qualsiasi Paese”);
*****
Dati aperti collegati ad altri insiemi di dati aperti (
Linked data
).
Nella scala di Berners-Lee, un dato puo considerarsi aperto se ha almeno tre stellette.
Open data rientra in un piu ampio movimento di pensiero che mira a difendere i diritti dei cittadini/utenti con iniziative affini, da considerarsi parallele, sovrapporte in alcuni punti.
- L'
Open content
e il "padre" dell'Open data: il primo si occupa principalmente di opere creative, il secondo di dati e ricerca scientifica.
- Il
software libero
, che ha ispirato l'open content, e incentrato sulla liberta dell'utente oltre che sulla apertura del
codice sorgente
a beneficio del sistema sociale della produzione e distribuzione di
software
.
- L'
open source
e concentrato sulla sola apertura del codice sorgente (e non sulla sua redistribuzione).
L'approccio aperto ai dati ha trovato applicazione in diversi paesi; di seguito vengono elencate alcune delle principali iniziative
[6]
.
Una grossa spinta all'affermarsi del movimento Open data in ambito governativo e stata data dall'ex-presidente degli
Stati Uniti d'America
Barack Obama
con la promulgazione della Direttiva sull'Open government nel dicembre
2009
,
[7]
nella quale si legge testualmente:
≪Fin dove possibile e sottostando alle sole restrizioni valide, le agenzie devono pubblicare le informazioni on line utilizzando un formato aperto (open) che possa cioe essere recuperato, soggetto ad azioni di download, indicizzato e ricercato attraverso le applicazioni di ricerca web piu comunemente utilizzate. Per formato open si intende un formato indipendente rispetto alla piattaforma, leggibile dall'elaboratore e reso disponibile al pubblico senza che sia impedito il riuso dell'informazione veicolata.≫
Alla direttiva sopra citata e stato dato un seguito "tangibile" attraverso il sito pubblico Data.gov
[8]
, lanciato nel maggio
2009
dal "Chief Information Officer" (CIO) dell'amministrazione pubblica statunitense
Vivek Kundra
. Il sito e stato creato con l'obiettivo principale di raccogliere in un unico portale tutte le informazioni rese disponibili dagli enti statunitensi in formato aperto.
Il
portale Open Data dell'UE
e stato avviato nel 2012, a seguito della Decisione 2011/833/UE
[9]
della
Commissione Europea
sul riutilizzo dei documenti della Commissione stessa.
[10]
La sua gestione tecnica e affidata all'
Ufficio delle pubblicazioni ufficiali delle Comunita europee
, mentre un apposito ufficio della Commissione si riserva di deciderne le politiche di gestione
[11]
. Gli utenti possono accedere ai dati messi a disposizione da oltre 70 istituzioni europee che coprono l'intera gamma delle competenze dell'UE
[12]
. Oltre ai
dataset
delle istituzioni europee, il
Portale
mette a disposizione anche vari strumenti (mappe e schemi interattivi, infografiche ecc.) che fanno uso dei dati pubblicati.
Il Portale e
open source
ed i suoi dati sono liberamente utilizzabili per fini commerciali e non commerciali, con alcune eccezioni che vengono segnalate.
Un portale piu ampio varato il 16 novembre 2015, sempre dalla
Commissione Europea
, e l'
European Data Portal
[13]
, una piattaforma di
metadati
che permette di ricercare i dataset messi a disposizione in portali pubblici sia dalle istituzioni europee sia da quelle degli Stati membri dello
Spazio economico europeo
(i 28
membri dell'UE
e i 4 membri dell'
EFTA
)
[14]
. Il portale viene sviluppato da un consorzio di aziende ed enti di ricerca europei
[15]
.
In Italia si e cominciato a parlare di dati aperti anche grazie al progetto
OpenStreetMap
[16]
. Con il fine di creare uno stradario liberamente utilizzabile, tra il 2007 e il 2010 alcune amministrazioni locali, grazie all'iniziativa di volontari (tra cui Ferrara, Merano, Vicenza, Montecchio Maggiore e Schio), hanno pubblicato con licenza aperta i dati dei propri stradari e altri propri dati.
Il Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione
Renato Brunetta
in un'intervista
[17]
rilasciata il 3 giugno 2010 all'allora direttore di
Wired
Italia
Riccardo Luna
ha anticipato la realizzazione di un portale italiano dell'Open data sul modello dei datagov anglosassoni entro la fine dell'anno. In data 18 ottobre 2011 il portale dati.gov.it
[18]
e stato messo on line.
La Regione
Piemonte
nel maggio del 2010 ha realizzato il proprio portale regionale dei dati aperti
[19]
. La regione Emilia-Romagna ha seguito l'esempio piemontese nel 2011 con il suo sito Open Data
[20]
.
Nel marzo 2012 FormezPA ha rilasciato la seconda release della licenza Italian Open Data License, indicata come
IODL
v2.0
[21]
, priva di clausole del tipo "condividi-allo-stesso-modo" e con la sola richiesta di attribuzione della fonte per il riutilizzo dei dati. La licenza e progettata per i dati delle pubbliche amministrazioni italiane
Open Knowledge Foundation Italia e il Centro NEXA su Internet & Societa del Politecnico di Torino hanno offerto il repository it.ckan.net
[22]
dove chiunque poteva segnalare i
dataset
italiani disponibili online, assorbito da unico portale internazionale datahub.io
[23]
Un servizio analogo era gestito dalla comunita del sito Spaghetti Open Data
[24]
, ma il servizio e stato chiuso dopo il rilascio del sito nazionale, nel quale sono confluiti i dataset presenti.
Da settembre 2012 e disponibile anche DatiOpen.it
[25]
, un'altra iniziativa indipendente che offre a tutti servizi gratuiti di segnalazione, caricamento e visualizzazione.
Alla fine del 2012 e stato rilasciato il servizio Open Data Hub Italia
[26]
che si e evoluto nel tempo e che oggi raccoglie in un ampio catalogo piu di 38.000
dataset
messi a disposizione da diverse organizzazioni sia pubbliche che private semplificandone la ricerca e l'accesso ai cittadini e alle imprese.
L'associazione di giornalismo investigativo e Radio Radicale hanno dato il via al primo corso strutturato di Open Data Journalism
[27]
.
La comunita di maggior successo sul tema dei dati aperti si ritrova nella mailing list di Spaghetti Open Data.
Dal 2013 la societa Present SpA ha reso disponibile sotto licenza
Creative Commons
il modello aperto
Open Data Management Cycle
(ODMC)
[28]
, che propone un ciclo di gestione per i dati aperti pronto per l'uso e/o modifica delle Pubbliche amministrazioni
[29]
. Il modello e attualmente impiegato nel comune di
Guidonia
(che ha ricevuto il riconoscimento
SMAU
2014
[30]
per la categoria Smart City), nelle Regioni
Veneto
[31]
e
Umbria
(adattato e rinominato "Modello Operativo Open Data (MOOD) Umbria"
[32]
), nel Comune di
Reggio Calabria
[33]
e nella
Citta metropolitana di Genova
[34]
.
Il legislatore italiano ha formalizzato una definizione di dati aperti (formalmente "dati di tipo aperto") inserendola all'interno del Codice dell'Amministrazione Digitale (da ultimo, all'art. 1, comma 1, lettera l-ter) del Decreto Legislativo 7 marzo 2005, n. 82
[35]
)
Secondo tale definizione, sono dati di tipo aperto i dati che presentano le seguenti tre caratteristiche:
- sono disponibili secondo i termini di una licenza o di una previsione normativa che ne permetta l'utilizzo da parte di chiunque, anche per finalita commerciali, in formato disaggregato
- sono accessibili attraverso le tecnologie dell'informazione e della comunicazione, ivi comprese le reti telematiche pubbliche e private, in formati aperti ai sensi della lettera l-bis), sono adatti all'utilizzo automatico da parte di programmi per elaboratori e sono provvisti dei relativi metadati;
- sono resi disponibili gratuitamente attraverso le tecnologie dell'informazione e della comunicazione, ivi comprese le reti telematiche pubbliche e private, oppure sono resi disponibili ai costi marginali sostenuti per la loro riproduzione e divulgazione salvo quanto previsto dall'articolo 7 del decreto legislativo 24 gennaio 2006, n. 36.
Il piano triennale per l'informatica nella pubblica amministrazione
[36]
integra la nozione di dato aperto affermando, al par. 4.1, che "Il dato deve essere inteso come bene comune, condiviso gratuitamente tra Pubbliche amministrazioni per scopi istituzionali e, salvo casi documentati e propriamente motivati, utilizzabile dalla societa civile", sviluppando il cosiddetto
principio
open by default
gia presente nell'ordinamento italiano.
[37]
Molti siti presentano un design che e ottimo per l’occhio umano, ma ancora con una funzionalita molto limitata, ovvero molto scomodo per la gestione dei dati in forma inter-operabile.
[38]
- ^
Federico Morando,
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≪A piece of content or data is open if anyone is free to use, reuse, and redistribute it ? subject only, at most, to the requirement to attribute and share-alike.≫
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