I
commentarii
(forma nominativo plurale del sostantivo
latino
"
commentarius
,
i
", traslitterato in italiano ≪commentario≫) sono degli scritti attraverso i quali, dalla fine del
II secolo a.C.
, venivano narrate le proprie gesta da parte di chi aveva compiuto imprese ritenute memorabili come
pretori
,
censori
,
consoli
, generali vittoriosi.
[1]
I
commentari
non rientravano per gli antichi fra le opere appartenenti al genere
storiografico
, che richiedeva un progetto letterario vero e proprio; erano solo materiali in forma di
diario
da cui trarre eventualmente una vera e propria
historia
.
Giulio Cesare
Con molta probabilita
Cesare
, nel mettere insieme i materiali riguardanti le due guerre da lui condotte, li rielaboro in vista di una loro pubblicazione.
Sono due i
Commentarii
di Cesare
: il
De bello Gallico
e il
De bello civili
, la cui veridicita gia alcuni antichi misero in discussione. Riguardo alla
guerra gallica
, i suoi avversari lo accusavano di aver condotto una campagna inutile e costosa sia in termini economici che di vite umane mosso dalla sola ambizione di potere; riguardo alla
guerra civile con Pompeo
, l'accusa era di averla scatenata non per difendere la legalita, come egli sosteneva, ma i propri interessi.
Le opere scritte per raccontarle avrebbero avuto solo intenti propagandistici, per giustificare il proprio operato.
Averroe
Pier Filippo Corneo
,
In primam Codicis partem commentarius
, 1553
In
eta ellenistica
e successivamente
medioevale
, il termine
commentario
passo a designare anche un lungo ed erudito commento riguardante un'opera di particolare importanza, specialmente dell'antichita: esso consisteva quindi in un'interpretazione o
esegesi
dell'opera trattata per renderla accessibile ai contemporanei. Ad esempio il filosofo
arabo
Averroe
compose un poderoso
Commentario
ai libri di
Aristotele
, che lo rese noto nell'Europa cristiana.
[2]
Commentari
sono anche chiamate le memorie dello scultore fiorentino
Lorenzo Ghiberti
, una delle fonti primarie piu antiche sul Rinascimento.
Nel Quattrocento, nell'ottica di una massiccia ripresa di generi letterari (e relativi modelli) classici, spiccano i
Commentari
di
papa Pio II
, in 12 libri.