Le
citta scomparse del Lazio arcaico
sono i numerosi centri urbani esistenti nell'antico
Latium
prima della progressiva conquista da parte di Roma. Le fonti antiche riportano circa cinquanta antichissime comunita, fiorite nel
Latium vetus
durante l'
eta del bronzo
, in gran parte distrutte o ridotte ai minimi termini nel corso della prima grande espansione territoriale romana dell'
eta regia di Roma
.
Solo a partire dalla fine del
V secolo a.C.
, le citta conquistate durante la successiva estensione dello Stato romano furono non piu distrutte, ma annesse politicamente.
Si trattava generalmente delle citta piu lontane da Roma, alle quali l'espansione romana giunse solo in un'epoca successiva; esse divennero
municipia
, sia di diritto romano (
optimo iure
) che di diritto latino (
latini nominis
), restando talvolta citta importanti fino alla piena eta storica e alcune anche oltre.
E il caso ad esempio di
Anxur
(
Terracina
),
Tibur
(
Tivoli
),
Cora
(
Cori
),
Capena
(nel comune di
Capena
),
Nomentum
(
Mentana
),
Praeneste
(
Palestrina
),
[1]
Lanuvium
(
Lanuvio
),
Velitrae
(
Velletri
),
Gabii
,
[1]
Ardea
,
Aricia
(
Ariccia
),
Tusculum
(presso
Frascati
) e anche di
Lavinium
[2]
(
Pratica di Mare
, nel comune di
Pomezia
).
Le citta piu numerose, quelle specificamente oggetto di questa voce, invece scomparvero completamente in epoche piu o meno arcaiche: si tratta in genere delle piu vicine a Roma, che furono conquistate per prime e distrutte, e di esse spesso conosciamo addirittura solamente i nomi, tramandati dalle fonti antiche.
L'elenco piu ampio di citta scomparse del Lazio arcaico che ci sia stato tramandato e quello fornito da
Plinio il Vecchio
[3]
, il quale cita "
LIII populi
" di cui alla sua epoca (
I secolo
d.C.) non rimaneva traccia. L'elenco non e tuttavia organico, essendo diviso in due parti: inizialmente vengono citate, senza un ordine preciso, le citta del Lazio in generale con il loro nome, mentre di seguito si elencano in ordine alfabetico le popolazioni cittadine dell'area albana, citate con il nome degli abitanti, definiti nell'insieme "
populi albenses
":
≪Inoltre, nella prima regione si trovavano un tempo le seguenti citta famose: nel Lazio Satrico, Pomezia, Scaptia, Politorio, Tellena, Tifata, Cenina, Ficana, Crustumeria,
Ameriola
, Medullo, Cornicolo, Saturnia nel sito della Roma attuale, Antipoli ? l'attuale Gianicolo, che fa parte di Roma ?, Antenne, Camerio, Collazia, Amitino, Norbe, Sulmone, e le popolazioni albane, che insieme a queste citta solevano prendere la carne sul monte Albano: Albani, Esolani, Acciensi, Abolani, Bovetani, Bolani, Cusuetani, Coriolani, Fidenati, Foreti, Ortensi, Latiniensi, Longani, Manati, Macrali, Muniensi, Numiniensi, Ollicolani, Ottolani, Pedani, Poletaurini, Querquetulani, Sicani, Sisolensi, Toleriensi, Tiziensi, Vimitellari, Veliensi, Venetolani, Vitellensi.≫
Nelle due liste si riscontrano evidenti discordanze: le citta nominate realmente non sono cinquantatre, ma cinquanta, e anche inserendo le citta scomparse di
Apiolae
e di
Amyclae
, citate a parte, la cifra totale non risulta ugualmente. Il numero cinquantatre potrebbe essere un errore di Plinio; alternativamente si potrebbe ipotizzare che all'epoca di Plinio fosse stato tramandato il numero ma non il nome di tutte le citta scomparse. Solo di poche di queste citta si e peraltro potuto individuare con una certa sicurezza il sito, e di pochissime esistono tracce piu o meno importanti.
Le ultime due citta citate da Plinio nel suo primo elenco,
Norba
e
Sulmo
(
Sermoneta
), vennero distrutte solo nell'ambito della
guerra civile tra Mario e Silla
(
I secolo a.C.
) .
Il secondo elenco di Plinio passa invece in rassegna i cosiddetti "
populi albenses
", restringendo quindi l'ambito alle sole comunita che abitavano nella regione del
mons Albanus
(successivamente noto come
Monte Cavo
) o nelle zone limitrofe (
Colli Albani
). Questi popoli si erano riuniti con gli altri Latini del
Latium vetus
nella
Lega Latina
, di cui era fulcro il santuario di
Giove Albano
sul
mons Albanus
, dove periodicamente si riunivano per celebrare la festa delle
feriae latinae
, con il
sacrificio
di un toro bianco, le cui carni venivano quindi ripartite tra i rappresentanti delle varie citta li riuniti, consumate in un banchetto comunitario. Alla fine delle celebrazioni una parte di queste carni veniva portata nella propria citta da ognuno di questi rappresentanti.
Alcune localita desumibili dall'elenco dei trenta popoli albani di Plinio non risultano attestate in nessun'altra fonte, e in alcuni casi esistono persino dispute filologiche sulla corretta versione del loro nome. Va precisato che tali localita potevano non avere dignita o titolo di citta, come pure e possibile che i "populi albenses" nominati da Plinio non prendessero tutti il nome dalle rispettive localita.
Dionigi di Alicarnasso
nelle
Romanae Antiquitates
, cita le ventinove citta della Lega latina che, consoli
Tito Larcio
e
Quinto Clelio Siculo
(
498 a.C.
), si riunirono a Ferentino, dove anche per l'azione di
Tarquinio il Superbo
e
Ottavio Mamilio
, si coalizzarono contro Roma: contrariamente a Plinio l'elenco comprende sia citta in seguito scomparse, sia citta esistenti ai suoi tempi. In questo caso le citta latine citate
[4]
erano:
Ardea
,
Aricia
,
Bovillae
,
Bubentum
,
Cora
,
Carventum
,
Circeii
,
Corioli
,
Corbio
,
Cabum
,
Fortinea
,
Gabii
,
Laurentum
,
Lanuvium
,
Lavinium
,
Labici
,
Nomentum
,
Norba
,
Praeneste
,
Pedum
,
Querquetula
,
Satricum
,
Scaptia
,
Setia
,
Tibur
,
Tusculum
,
Tolerium
,
Tellenae
,
Velitrae
.
Anche il
geografo
Strabone
cita il nome di alcune citta del Lazio scomparse alla sua epoca (fine del
I secolo a.C.
- inizi del
I secolo
d.C.), ma senza fornirne un elenco organico: in particolare nomina
Collatia
,
Antemnae
,
Fidenae
e
Labicum
come ridotte ai suoi tempi a semplici villaggi o a possedimenti agricoli privati.
[5]
Cita inoltre
Apiolae
e
Suessa
descrivendo l'espansione romana nella
pianura Pontina
a danno dei
Volsci
, a cui tali citta erano appartenute, mentre di seguito, parlando dello stanziamento degli
Equi
, cita
Alba Longa
, implicitamente considerata non piu esistente. Tra le citta situate presso i Colli Albani nomina
Tellenae
, che Plinio pochi decenni piu tardi elenca tra le citta ai suoi tempi scomparse.
Infine lo storico
Tito Livio
cita a piu riprese molte antiche citta latine poi scomparse, coinvolte nelle vicende piu antiche di Roma, narrate nei primi libri della sua opera
Ab Urbe Condita
.
Solo poche delle citta scomparse del Lazio arcaico citate dalle fonti sono sufficientemente conosciute anche per i resti archeologici: si tratta essenzialmente di
Satricum
,
Politorium
,
Tellenae
,
Ficana
,
Crustumerium
,
Corniculum
,
Antemnae
,
Collatia
,
Fidenae
,
Pedum
e
Querquetulum
. Di altre al contrario, anche quando nelle fonti storiche si riportino numerose notizie, permangono dubbi persino sulla precisa identificazione della localita (
Alba Longa
,
Apiolae
,
Pometia
,
Corioli
).
Qui di seguito saranno passate in rassegna piu dettagliatamente le citta citate nell'elenco di Plinio, come detto il piu completo, per le quali le fonti antiche abbiano tramandato almeno qualche notizia, e la nostra conoscenza non si limiti puramente a un semplice nome.
Era un centro situato a est di Roma, sui
monti Cornicolani
, presso
Corniculum
, come sembra attestato dal rinvenimento di un'epigrafe
[6]
che cita un "
pagus amentinus
" e dallo stesso
Plinio il Vecchio
.
[7]
E un enigmatico nome che si riferisce forse a un insediamento arcaico situato sul
Gianicolo
. Questo colle nell'eta piu antica non era compreso all'interno della citta di Roma, ma fu inserito solo successivamente, anche perche costituiva un importante baluardo strategico
[8]
.
Lo stesso argomento in dettaglio:
Antemnae
.
Antemnae
e un'antica citta del
Latium vetus
[9]
situata alla confluenza tra i fiumi
Tevere
ed
Aniene
, distante attorno ai 30 stadi da
Roma
[5]
. Viene identificata con il
Monte Antenne
, successivamente all'interno di
Villa Ada
nel comune di
Roma
. Era la capitale del popolo degli
Antemnati
.
Lo stesso argomento in dettaglio:
Caenina
.
Caenina
fu una citta del
Latium
, una tra le piu antiche ma anche di minor importanza. I suoi abitanti erano detti
caeninenses
. La si situa sulla sponda sinistra del fiume
Aniene
, 10 km prima della sua foce nel
Tevere
.
Era una citta
latina
situata a nord-est di Roma; e citata da varie fonti riguardanti l'eta monarchica
[10]
. La citta e menzionata da
Plutarco
contro la quale
Romolo
avrebbe combattuto, ucciso 6.000 dei suoi abitanti ed installato una
colonia romana
, sedici anni dalla
fondazione di Roma
.
[11]
Potrebbe essere stata una colonia di
Alba Longa
.
La citta, che come tante altre citta latine, si era ribellata alla supremazia di Roma alla morte di
Anco Marzio
, si arrese ai romani guidati da
Tarquinio Prisco
, dopo che questo aveva conquistato con la forza Corniculum, e ne aveva tratto i superstiti come schiavi a Roma.
[12]
Fu definitivamente distrutta nel
502 a.C.
dai Romani guidati dal console
Opitero Verginio Tricosto
.
[13]
Lo stesso argomento in dettaglio:
Collatia
.
Collatia
e collocata da
Strabone
a circa trenta stadi da
Roma
e viene citata tra le antiche citta del Lazio ridotte all'epoca dell'autore a semplici villaggi o tenute agricole.
[5]
Corniculum
e stata localizzata nella localita di
Montecelio
nei
Monti Cornicolani
, a cui avrebbe dato il nome. Situata nell'
ager Tiburtinus
, era probabilmente citta
sabina
, anche se le evidenze storiche in materia sono carenti. Il nome del citta e riconducibile alla conformazione delle due colline adiacenti che le unisce proprio come una coppia di piccoli corni.
Crustumerium
o
Crustumeria
e un'antica citta del Lazio, capitale del popolo dei
Crustumini
, identificata con il centro antico individuato e solo in parte scavato in localita
Marcigliana
Vecchia, a nord di Roma, lungo la
via Salaria
presso
Settebagni
[14]
.
Lo stesso argomento in dettaglio:
Ficana
.
Ficana
e un'antica citta del Lazio, identificata con il centro antico individuato nella zona di
Acilia
(periferia sud-ovest di
Roma
), sulle piccole alture di monte Cugno, ridotto a una collinetta ma un tempo piu scosceso e posto a dominare strategicamente il fiume Tevere
[15]
.
Secondo
Hubert Zehnacker
[
senza fonte
]
si sarebbe trovata presso
Sant'Angelo Romano
, sulla riva destra del fiume
Aniene
. Si tratta tuttavia di una teoria priva di grande fondamento.
Medullia divenne colonia romana sotto il regno di
Romolo
. Quindi, sotto il regno di
Tullo Ostilio
, durante gli scontri con le citta latine, che si opponevano alla pretesa di Roma di governare sopra tutte queste, per aver Roma sconfitto e distrutto Alba, Medullia subi l'assedio e la conquista da parte dei romani.
[16]
La citta fu quindi riconquistata nuovamente da
Anco Marzio
, a prezzo di quattro anni di durissimi combattimenti, dopo che la citta aveva nuovamente defezionato passando ancora una volta ai Latini.
[17]
Nel
494 a.C.
si ribello ai romani, alleandosi con i
Sabini
.
[18]
Politorium
, antica citta del Lazio, identificata con il centro arcaico rinvenuto negli scavi della localita di
Castel di Decima
, nella periferia sud-est di Roma. Manca tuttavia una conferma epigrafica che confermi con certezza la localizzazione.
Lo stesso argomento in dettaglio:
Satrico
.
Era un'importante citta latina, situata lungo il
fiume Astura
, in localita
Le Ferriere
nel Comune di
Latina
.
E un altro nome assai enigmatico: potrebbe riferirsi a un insediamento di estrema antichita, situato su un'area occupata piu tardi dalla stessa citta di Roma: secondo
Varrone
[19]
si sarebbe trovata sul
Campidoglio
, ai piedi del quale sarebbe esistito un santuario dedicato al dio Saturno, mentre
Ovidio
nei
Fasti
[20]
attribuisce il nome a Roma stessa. Su questa base si e ipotizzata una connessione con il "nome segreto" di Roma, sulla presunta e misteriosa esistenza del quale ci informano varie fonti antiche. Si sarebbe trattato di un nome rituale, la conoscenza del quale sarebbe dovuta restare nota solo ai sacerdoti di rango piu elevato; doveva rimanere segreto per evitare che, pronunciato a sproposito, attirasse la sventura sulla citta. Si pensa che la dea
Angerona
avesse tra le sue funzioni anche quella di proteggere la segretezza di tale nome. Tuttavia, che questo nome fosse proprio "Saturnia" resta pura speculazione.
Secondo
Tito Livio
[21]
avrebbe dato il suo nome alla
tribu
Scaptia
. Per la sua collocazione si e ipotizzata la piana sottostante
Tivoli
oppure
Passerano
[22]
.
Pometia
o
Suessa Pometia
[23]
e citata da numerosi autori antichi
[24]
, ma rimane priva di precisa localizzazione: si e ipotizzato per le moderne
Cisterna di Latina
e
Borgo Podgora
. La moderna citta di
Pomezia
, fondata negli
anni trenta
del
XX secolo
, ne riprende infatti solo il nome.
Lo stesso argomento in dettaglio:
Tellenae
.
Secondo la mitologia romana, fondata dagli
Aborigeni
in conseguenza del rito della
primavera sacra
,
[25]
fu distrutta dai romani guidati da
Anco Marzio
durante l'espansione di Roma verso il mare nel
VII secolo a.C.
, mentre la popolazione sarebbe stata trasferita sull'
Aventino
.
[26]
Di ignota collocazione, avrebbe dato il nome alla "curia Tifata", istituita secondo la tradizione all'epoca di
Romolo
[27]
.
Gli
Albani
sono il primo popolo citato nell'elenco pliniano.
Alba
fu con ogni probabilita la citta principale e piu grande di tutto il
Latium vetus
per tutta l'eta arcaica,
[28]
al centro della regione e sede santuario federale;
[23]
la citta dava inoltre il suo nome al monte soprastante (il
mons Albanus
, poi noto come
Monte Cavo
) e al lago sottostante (il
lacus Albanus
, poi noto come
lago Albano
).
≪Qui i Romani, riunendosi insieme tutti i
magistrati
, fanno sacrifici a
Giove
, insieme ai
Latini
. Per tutta la durata della cerimonia, mettono a capo della citta un giovane di famiglia patrizia.≫
Alba e indissolubilmente legata alle leggende piu antiche riguardanti la
fondazione di Roma
[29]
e i suoi primi secoli di vita. Sarebbe stata fondata da
Ascanio
, figlio di
Enea
,
[5]
trent'anni dopo la fondazione di
Lavinium
. Dalla sua casa regnante sarebbe provenuto il fondatore eponimo di Roma,
Romolo
. Secondo la tradizione, quando a Roma era re
Tullo Ostilio
, nella prima meta del
VII secolo a.C.
, le due citta avrebbero iniziato ad avere rapporti conflittuali tra loro e
Alba
sarebbe stata alla fine distrutta dai Romani.
Strabone
[23]
accenna a questi fatti e aggiunge che durante la distruzione il santuario della citta sarebbe stato risparmiato e, dopo la fine della citta gli Albani sarebbero stati dichiarati cittadini romani.
Il sito esatto della citta antica non si e potuto identificare con certezza: esistono ipotesi che l'identificano con
Castel Gandolfo
, sulle pendici del Monte Cavo. Al momento della sua scomparsa conservava probabilmente il carattere di abitato sparso. La memoria del nome rimase tuttavia viva: quando
Settimio Severo
ricavo dalla grande villa costruita da
Domiziano
in quello che era stato il circondario di Alba, un accampamento destinato ad accogliere la
II Legio Partica
, esso fu chiamato "Castra Albana", e da esso si sviluppo nella
tarda antichita
la citta di
Albano Laziale
.
Lo stesso argomento in dettaglio:
Bola
.
Citta dei
Latini
, situata tra
Labicum
e
Praeneste
, citata da
Virgilio
nell'
Eneide
[30]
e chiamata
Bolae
da
Livio
[31]
.
Lo stesso argomento in dettaglio:
Corioli
.
Citta latina, di incerta ubicazione; probabilmente situata presso le pendici sud-ovest dei
Colli Albani
o fra le odierne
Genzano
e
Cecchina
, non lontano da
Lanuvium
o in corrispondenza del paese di
Cori
, fu conquistata dai
Volsci
nella prima meta del
V secolo a.C.
. La citta e legata alle vicende dell'eroe romano
Coriolano
, che da essa riprese il suo
cognomen
.
Lo stesso argomento in dettaglio:
Fidenae
.
A differenza di alcune delle precedenti, e una citta la cui ubicazione e determinata con certezza, lungo la via Salaria poche miglia a nord di
Roma
. Il centro, diviso in due parti dalla moderna trincea ferroviaria, corrisponde alla
Borgata Fidene
, nella vecchia Tenuta Serpentara, poi detta Villa Spada, lungo la
via Salaria
, successivamente inglobata dalla capitale.
Secondo la tradizione sarebbe stata fondata da
Alba Longa
. Per lungo tempo fu contesa tra
Roma
e gli
Etruschi
di
Veio
; successivamente entro in conflitto con Roma, che gia in precedenza ne aveva fatto una sua colonia, e fu da essa distrutta. Anche per
Fidenae
, come per altre antiche citta scomparse, la distruzione non fu completa, e dopo il saccheggio e la devastazione, che le arrecarono un colpo cosi duro da ridurla, a quanto sembra, a un semplice villaggio,
[5]
[32]
venne da Roma promossa a
Municipium
per la diretta gestione del territorio che aveva dominato da citta indipendente e di quello della scomparsa
Crustumerium
.
Lo stesso argomento in dettaglio:
Longula
.
Corrisponde all'odierna localita di
Buon Riposo
[33]
, nel territorio comunale di
Aprilia
in cui sorgono anche i resti di
Polusca
(a
Campoleone
) e insediamenti
Rutuli
a
Casalazzara
. Longula, inizialmente citta
latina
, occupata dai
Volsci
, fu riconquistata dai romani. Longula appare anche come luogo di un importante scontro della
seconda guerra sannitica
.
Una delle piu importanti citta della Lega Latina, era situata tra
Tibur
e
Praeneste
, presso l'odierna
Gallicano nel Lazio
.
Venne conquistata dai Romani prima ad opera di
Coriolano
[34]
e quindi definitivamente nel
338 a.C.
In seguito decadde.
Citata anche da
Dionigi di Alicarnasso
[4]
, e dai piu identificata con
Corcolle
, tra
Tivoli
e
Gallicano nel Lazio
. Nel nome stesso di questo piccolo villaggio peraltro si potrebbe intravedere una abbastanza probabile sopravvivenza dell'antico. Nelle vicinanze di Corcolle sono venuti alla luce dei materiali dall'
eta del ferro
fino al
II secolo a.C.
, tra cui oggetti votivi riferibili a un tempio connesso con una fonte.
Lo stesso argomento in dettaglio:
Tolerium
.
Di incerta localizzazione, secondo
Antonio Nibby
corrisponde a
Valmontone
, fece parte della
Lega Latina
[4]
.
Si trovava sul confine tra
Latini
ed
Equi
e viene citata da
Svetonio
[35]
a proposito delle origini dell'imperatore
Vitellio
, a causa della somiglianza del nome.
Lo stesso argomento in dettaglio:
Apiolae
.
Apiolae
antica cittadella dei Latini distrutta dal re di Roma Tarquinio Prisco e localizzata dagli archeologi, tra
Pavona
e
Albano Laziale
[36]
, fu conquistata e distrutta dai romani condotti da
Tarquinio Prisco
.
[23]
- ^
a
b
Strabone, V, 3, 10.
- ^
Strabone
, V, 3, 5
.
- ^
Plinio
, III, 68-69
.
- ^
a
b
c
Dionigi di Alicarnasso, V, 61.
- ^
a
b
c
d
e
Strabone, V, 3, 2.
- ^
CIL
VI, 251
.
- ^
Plinio
, III, 52
.
- ^
Livio, I, 33;
Cassio Dione
, XXXVII, 23
.
- ^
Plutarco, 17, 1.
- ^
Livio, I, 38;
Dionigi di Alicarnasso
, II, 50
; III, 51; Plutarco, 24.
- ^
Plutarco, 24, 3-5.
- ^
Dionigi di Alicarnasso
, III, 51, 2
.
- ^
Dionigi di Alicarnasso
, V, 49
.
- ^
Quilici e Quilici Gigli 1980
.
- ^
Quilici Gigli 1971
; vedi anche
Menghi 2003
.
- ^
Dionigi di Alicarnasso
, III, 34, 5
.
- ^
Dionigi di Alicarnasso
, III, 38
.
- ^
Dionigi di Alicarnasso
, VI, 34
.
- ^
Varrone
, V, 42
; vedi anche
Dionigi di Alicarnasso
, I, 34; II, 1
e
Festo
, 430 (Lindsay)
.
- ^
Ovidio
, VI, 31
.
- ^
Livio, VIII, 17.
- ^
Secondo un'ipotesi formulata da
Hubert Zehnacker
.
- ^
a
b
c
d
Strabone, V, 3, 4.
- ^
Catone
, 58, P
; Cicerone,
De re publica
, II, 44;
Dionigi di Alicarnasso
, IV, 50 e VI, 29
.
- ^
Dionigi di Alicarnasso
, I, 16, 5
.
- ^
Livio, I, 33;
Dionigi di Alicarnasso
, III, 38
.
- ^
La notizia e tramandata dallo Pseudo-Festo (503 L).
- ^
Floro
, I, 1.4
.
- ^
Virgilio
, I, 271
; Livio, I, 29-30
- ^
Virgilio
, VI, 775
.
- ^
Livio, IV, 49.
- ^
Cicerone,
De lege agraria
, II, 96;
Orazio
, I, 11, 8
.
- ^
Nibby 1848
, pp. 326-331
.
- ^
Livio, II, 39;
Dionigi di Alicarnasso
, VIII, 19 e 26
; Plutarco,
Vita Coriolani
, 28.
- ^
Svetonio
, 1
.
- ^
De Rossi 1970
.
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, libri III e IV.
Versione in inglese disponibile
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Archiviato
il 20 novembre 2015 in
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Versione in inglese disponibile
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- Eutropio
,
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- Publio Annio Floro
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Epitoma de Tito Livio bellorum omnium annorum DCC
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Versione in inglese disponibile
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- Quinto Orazio Flacco
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- Publio Ovidio Nasone
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, libro III.
- Plutarco
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, libro V.
Versione in inglese disponibile
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- Lorenzo Quilici e Stefania Quilici Gigli,
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- Stefania Quilici Gigli,
Nota topografica su Ficana
, in
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, vol. 23, 1971, pp. 26-36.