Citta scomparse del Lazio arcaico

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Citta scomparse del Lazio arcaico
L'antico Latium vetus ed i suoi principali centri abitati
Localizzazione
Stato Bandiera dell'Italia  Italia
Amministrazione
Patrimonio Latium vetus
Ente Regione Lazio

Le citta scomparse del Lazio arcaico sono i numerosi centri urbani esistenti nell'antico Latium prima della progressiva conquista da parte di Roma. Le fonti antiche riportano circa cinquanta antichissime comunita, fiorite nel Latium vetus durante l' eta del bronzo , in gran parte distrutte o ridotte ai minimi termini nel corso della prima grande espansione territoriale romana dell' eta regia di Roma .

Introduzione

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Le citta del Latium vetus sopravvissute alla conquista romana

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Lo stesso argomento in dettaglio: Latium vetus .

Solo a partire dalla fine del V secolo a.C. , le citta conquistate durante la successiva estensione dello Stato romano furono non piu distrutte, ma annesse politicamente.

Si trattava generalmente delle citta piu lontane da Roma, alle quali l'espansione romana giunse solo in un'epoca successiva; esse divennero municipia , sia di diritto romano ( optimo iure ) che di diritto latino ( latini nominis ), restando talvolta citta importanti fino alla piena eta storica e alcune anche oltre.

E il caso ad esempio di Anxur ( Terracina ), Tibur ( Tivoli ), Cora ( Cori ), Capena (nel comune di Capena ), Nomentum ( Mentana ), Praeneste ( Palestrina ), [1] Lanuvium ( Lanuvio ), Velitrae ( Velletri ), Gabii , [1] Ardea , Aricia ( Ariccia ), Tusculum (presso Frascati ) e anche di Lavinium [2] ( Pratica di Mare , nel comune di Pomezia ).

Le citta scomparse in seguito alla conquista romana

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Le citta piu numerose, quelle specificamente oggetto di questa voce, invece scomparvero completamente in epoche piu o meno arcaiche: si tratta in genere delle piu vicine a Roma, che furono conquistate per prime e distrutte, e di esse spesso conosciamo addirittura solamente i nomi, tramandati dalle fonti antiche.

Le fonti storiche

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Plinio il Vecchio

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L'elenco piu ampio di citta scomparse del Lazio arcaico che ci sia stato tramandato e quello fornito da Plinio il Vecchio [3] , il quale cita " LIII populi " di cui alla sua epoca ( I secolo d.C.) non rimaneva traccia. L'elenco non e tuttavia organico, essendo diviso in due parti: inizialmente vengono citate, senza un ordine preciso, le citta del Lazio in generale con il loro nome, mentre di seguito si elencano in ordine alfabetico le popolazioni cittadine dell'area albana, citate con il nome degli abitanti, definiti nell'insieme " populi albenses ":

≪Inoltre, nella prima regione si trovavano un tempo le seguenti citta famose: nel Lazio Satrico, Pomezia, Scaptia, Politorio, Tellena, Tifata, Cenina, Ficana, Crustumeria, Ameriola , Medullo, Cornicolo, Saturnia nel sito della Roma attuale, Antipoli ? l'attuale Gianicolo, che fa parte di Roma ?, Antenne, Camerio, Collazia, Amitino, Norbe, Sulmone, e le popolazioni albane, che insieme a queste citta solevano prendere la carne sul monte Albano: Albani, Esolani, Acciensi, Abolani, Bovetani, Bolani, Cusuetani, Coriolani, Fidenati, Foreti, Ortensi, Latiniensi, Longani, Manati, Macrali, Muniensi, Numiniensi, Ollicolani, Ottolani, Pedani, Poletaurini, Querquetulani, Sicani, Sisolensi, Toleriensi, Tiziensi, Vimitellari, Veliensi, Venetolani, Vitellensi.≫

Nelle due liste si riscontrano evidenti discordanze: le citta nominate realmente non sono cinquantatre, ma cinquanta, e anche inserendo le citta scomparse di Apiolae e di Amyclae , citate a parte, la cifra totale non risulta ugualmente. Il numero cinquantatre potrebbe essere un errore di Plinio; alternativamente si potrebbe ipotizzare che all'epoca di Plinio fosse stato tramandato il numero ma non il nome di tutte le citta scomparse. Solo di poche di queste citta si e peraltro potuto individuare con una certa sicurezza il sito, e di pochissime esistono tracce piu o meno importanti.

Le ultime due citta citate da Plinio nel suo primo elenco, Norba e Sulmo ( Sermoneta ), vennero distrutte solo nell'ambito della guerra civile tra Mario e Silla ( I secolo a.C. ) .

Il secondo elenco di Plinio passa invece in rassegna i cosiddetti " populi albenses ", restringendo quindi l'ambito alle sole comunita che abitavano nella regione del mons Albanus (successivamente noto come Monte Cavo ) o nelle zone limitrofe ( Colli Albani ). Questi popoli si erano riuniti con gli altri Latini del Latium vetus nella Lega Latina , di cui era fulcro il santuario di Giove Albano sul mons Albanus , dove periodicamente si riunivano per celebrare la festa delle feriae latinae , con il sacrificio di un toro bianco, le cui carni venivano quindi ripartite tra i rappresentanti delle varie citta li riuniti, consumate in un banchetto comunitario. Alla fine delle celebrazioni una parte di queste carni veniva portata nella propria citta da ognuno di questi rappresentanti.

Alcune localita desumibili dall'elenco dei trenta popoli albani di Plinio non risultano attestate in nessun'altra fonte, e in alcuni casi esistono persino dispute filologiche sulla corretta versione del loro nome. Va precisato che tali localita potevano non avere dignita o titolo di citta, come pure e possibile che i "populi albenses" nominati da Plinio non prendessero tutti il nome dalle rispettive localita.

Altre fonti antiche

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Dionigi di Alicarnasso nelle Romanae Antiquitates , cita le ventinove citta della Lega latina che, consoli Tito Larcio e Quinto Clelio Siculo ( 498 a.C. ), si riunirono a Ferentino, dove anche per l'azione di Tarquinio il Superbo e Ottavio Mamilio , si coalizzarono contro Roma: contrariamente a Plinio l'elenco comprende sia citta in seguito scomparse, sia citta esistenti ai suoi tempi. In questo caso le citta latine citate [4] erano: Ardea , Aricia , Bovillae , Bubentum , Cora , Carventum , Circeii , Corioli , Corbio , Cabum , Fortinea , Gabii , Laurentum , Lanuvium , Lavinium , Labici , Nomentum , Norba , Praeneste , Pedum , Querquetula , Satricum , Scaptia , Setia , Tibur , Tusculum , Tolerium , Tellenae , Velitrae .

Anche il geografo Strabone cita il nome di alcune citta del Lazio scomparse alla sua epoca (fine del I secolo a.C. - inizi del I secolo d.C.), ma senza fornirne un elenco organico: in particolare nomina Collatia , Antemnae , Fidenae e Labicum come ridotte ai suoi tempi a semplici villaggi o a possedimenti agricoli privati. [5] Cita inoltre Apiolae e Suessa descrivendo l'espansione romana nella pianura Pontina a danno dei Volsci , a cui tali citta erano appartenute, mentre di seguito, parlando dello stanziamento degli Equi , cita Alba Longa , implicitamente considerata non piu esistente. Tra le citta situate presso i Colli Albani nomina Tellenae , che Plinio pochi decenni piu tardi elenca tra le citta ai suoi tempi scomparse.

Infine lo storico Tito Livio cita a piu riprese molte antiche citta latine poi scomparse, coinvolte nelle vicende piu antiche di Roma, narrate nei primi libri della sua opera Ab Urbe Condita .

I resti archeologici

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Solo poche delle citta scomparse del Lazio arcaico citate dalle fonti sono sufficientemente conosciute anche per i resti archeologici: si tratta essenzialmente di Satricum , Politorium , Tellenae , Ficana , Crustumerium , Corniculum , Antemnae , Collatia , Fidenae , Pedum e Querquetulum . Di altre al contrario, anche quando nelle fonti storiche si riportino numerose notizie, permangono dubbi persino sulla precisa identificazione della localita ( Alba Longa , Apiolae , Pometia , Corioli ).

Qui di seguito saranno passate in rassegna piu dettagliatamente le citta citate nell'elenco di Plinio, come detto il piu completo, per le quali le fonti antiche abbiano tramandato almeno qualche notizia, e la nostra conoscenza non si limiti puramente a un semplice nome.

Le citta del primo elenco pliniano

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Il Latium vetus con le citta di Caenina , Antemnae , Crustumerium , Medullia , Fidene e Veio , prime rivali della Roma di Romolo nell' VIII secolo a.C.

Era un centro situato a est di Roma, sui monti Cornicolani , presso Corniculum , come sembra attestato dal rinvenimento di un'epigrafe [6] che cita un " pagus amentinus " e dallo stesso Plinio il Vecchio . [7]

E un enigmatico nome che si riferisce forse a un insediamento arcaico situato sul Gianicolo . Questo colle nell'eta piu antica non era compreso all'interno della citta di Roma, ma fu inserito solo successivamente, anche perche costituiva un importante baluardo strategico [8] .

Lo stesso argomento in dettaglio: Antemnae .

Antemnae e un'antica citta del Latium vetus [9] situata alla confluenza tra i fiumi Tevere ed Aniene , distante attorno ai 30 stadi da Roma [5] . Viene identificata con il Monte Antenne , successivamente all'interno di Villa Ada nel comune di Roma . Era la capitale del popolo degli Antemnati .

Lo stesso argomento in dettaglio: Caenina .

Caenina fu una citta del Latium , una tra le piu antiche ma anche di minor importanza. I suoi abitanti erano detti caeninenses . La si situa sulla sponda sinistra del fiume Aniene , 10 km prima della sua foce nel Tevere .

Cameria o Camerium

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Era una citta latina situata a nord-est di Roma; e citata da varie fonti riguardanti l'eta monarchica [10] . La citta e menzionata da Plutarco contro la quale Romolo avrebbe combattuto, ucciso 6.000 dei suoi abitanti ed installato una colonia romana , sedici anni dalla fondazione di Roma . [11] Potrebbe essere stata una colonia di Alba Longa .

La citta, che come tante altre citta latine, si era ribellata alla supremazia di Roma alla morte di Anco Marzio , si arrese ai romani guidati da Tarquinio Prisco , dopo che questo aveva conquistato con la forza Corniculum, e ne aveva tratto i superstiti come schiavi a Roma. [12]

Fu definitivamente distrutta nel 502 a.C. dai Romani guidati dal console Opitero Verginio Tricosto . [13]

Lo stesso argomento in dettaglio: Collatia .

Collatia e collocata da Strabone a circa trenta stadi da Roma e viene citata tra le antiche citta del Lazio ridotte all'epoca dell'autore a semplici villaggi o tenute agricole. [5]

Lo stesso argomento in dettaglio: Corniculum .

Corniculum e stata localizzata nella localita di Montecelio nei Monti Cornicolani , a cui avrebbe dato il nome. Situata nell' ager Tiburtinus , era probabilmente citta sabina , anche se le evidenze storiche in materia sono carenti. Il nome del citta e riconducibile alla conformazione delle due colline adiacenti che le unisce proprio come una coppia di piccoli corni.

Crustumerium

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Lo stesso argomento in dettaglio: Crustumerium .

Crustumerium o Crustumeria e un'antica citta del Lazio, capitale del popolo dei Crustumini , identificata con il centro antico individuato e solo in parte scavato in localita Marcigliana Vecchia, a nord di Roma, lungo la via Salaria presso Settebagni [14] .

Lo stesso argomento in dettaglio: Ficana .

Ficana e un'antica citta del Lazio, identificata con il centro antico individuato nella zona di Acilia (periferia sud-ovest di Roma ), sulle piccole alture di monte Cugno, ridotto a una collinetta ma un tempo piu scosceso e posto a dominare strategicamente il fiume Tevere [15] .

Medullum o Medullia

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Secondo Hubert Zehnacker [ senza fonte ] si sarebbe trovata presso Sant'Angelo Romano , sulla riva destra del fiume Aniene . Si tratta tuttavia di una teoria priva di grande fondamento.

Medullia divenne colonia romana sotto il regno di Romolo . Quindi, sotto il regno di Tullo Ostilio , durante gli scontri con le citta latine, che si opponevano alla pretesa di Roma di governare sopra tutte queste, per aver Roma sconfitto e distrutto Alba, Medullia subi l'assedio e la conquista da parte dei romani. [16]

La citta fu quindi riconquistata nuovamente da Anco Marzio , a prezzo di quattro anni di durissimi combattimenti, dopo che la citta aveva nuovamente defezionato passando ancora una volta ai Latini. [17]

Nel 494 a.C. si ribello ai romani, alleandosi con i Sabini . [18]

Lo stesso argomento in dettaglio: Politorium .

Politorium , antica citta del Lazio, identificata con il centro arcaico rinvenuto negli scavi della localita di Castel di Decima , nella periferia sud-est di Roma. Manca tuttavia una conferma epigrafica che confermi con certezza la localizzazione.

Lo stesso argomento in dettaglio: Satrico .

Era un'importante citta latina, situata lungo il fiume Astura , in localita Le Ferriere nel Comune di Latina .

E un altro nome assai enigmatico: potrebbe riferirsi a un insediamento di estrema antichita, situato su un'area occupata piu tardi dalla stessa citta di Roma: secondo Varrone [19] si sarebbe trovata sul Campidoglio , ai piedi del quale sarebbe esistito un santuario dedicato al dio Saturno, mentre Ovidio nei Fasti [20] attribuisce il nome a Roma stessa. Su questa base si e ipotizzata una connessione con il "nome segreto" di Roma, sulla presunta e misteriosa esistenza del quale ci informano varie fonti antiche. Si sarebbe trattato di un nome rituale, la conoscenza del quale sarebbe dovuta restare nota solo ai sacerdoti di rango piu elevato; doveva rimanere segreto per evitare che, pronunciato a sproposito, attirasse la sventura sulla citta. Si pensa che la dea Angerona avesse tra le sue funzioni anche quella di proteggere la segretezza di tale nome. Tuttavia, che questo nome fosse proprio "Saturnia" resta pura speculazione.

Secondo Tito Livio [21] avrebbe dato il suo nome alla tribu Scaptia . Per la sua collocazione si e ipotizzata la piana sottostante Tivoli oppure Passerano [22] .

Suessa Pometia

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Lo stesso argomento in dettaglio: Suessa Pometia .

Pometia o Suessa Pometia [23] e citata da numerosi autori antichi [24] , ma rimane priva di precisa localizzazione: si e ipotizzato per le moderne Cisterna di Latina e Borgo Podgora . La moderna citta di Pomezia , fondata negli anni trenta del XX secolo , ne riprende infatti solo il nome.

Lo stesso argomento in dettaglio: Tellenae .

Secondo la mitologia romana, fondata dagli Aborigeni in conseguenza del rito della primavera sacra , [25] fu distrutta dai romani guidati da Anco Marzio durante l'espansione di Roma verso il mare nel VII secolo a.C. , mentre la popolazione sarebbe stata trasferita sull' Aventino . [26]

Lo stesso argomento in dettaglio: Tifata (citta del Latium Vetus) .

Di ignota collocazione, avrebbe dato il nome alla "curia Tifata", istituita secondo la tradizione all'epoca di Romolo [27] .

Le localita desumibili dai populi albenses citati da Plinio

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Lo stesso argomento in dettaglio: Populi Albenses .
Lo stesso argomento in dettaglio: Alba Longa .

Gli Albani sono il primo popolo citato nell'elenco pliniano. Alba fu con ogni probabilita la citta principale e piu grande di tutto il Latium vetus per tutta l'eta arcaica, [28] al centro della regione e sede santuario federale; [23] la citta dava inoltre il suo nome al monte soprastante (il mons Albanus , poi noto come Monte Cavo ) e al lago sottostante (il lacus Albanus , poi noto come lago Albano ).

≪Qui i Romani, riunendosi insieme tutti i magistrati , fanno sacrifici a Giove , insieme ai Latini . Per tutta la durata della cerimonia, mettono a capo della citta un giovane di famiglia patrizia.≫

Alba e indissolubilmente legata alle leggende piu antiche riguardanti la fondazione di Roma [29] e i suoi primi secoli di vita. Sarebbe stata fondata da Ascanio , figlio di Enea , [5] trent'anni dopo la fondazione di Lavinium . Dalla sua casa regnante sarebbe provenuto il fondatore eponimo di Roma, Romolo . Secondo la tradizione, quando a Roma era re Tullo Ostilio , nella prima meta del VII secolo a.C. , le due citta avrebbero iniziato ad avere rapporti conflittuali tra loro e Alba sarebbe stata alla fine distrutta dai Romani. Strabone [23] accenna a questi fatti e aggiunge che durante la distruzione il santuario della citta sarebbe stato risparmiato e, dopo la fine della citta gli Albani sarebbero stati dichiarati cittadini romani.

Il sito esatto della citta antica non si e potuto identificare con certezza: esistono ipotesi che l'identificano con Castel Gandolfo , sulle pendici del Monte Cavo. Al momento della sua scomparsa conservava probabilmente il carattere di abitato sparso. La memoria del nome rimase tuttavia viva: quando Settimio Severo ricavo dalla grande villa costruita da Domiziano in quello che era stato il circondario di Alba, un accampamento destinato ad accogliere la II Legio Partica , esso fu chiamato "Castra Albana", e da esso si sviluppo nella tarda antichita la citta di Albano Laziale .

Lo stesso argomento in dettaglio: Bola .

Citta dei Latini , situata tra Labicum e Praeneste , citata da Virgilio nell' Eneide [30] e chiamata Bolae da Livio [31] .

Lo stesso argomento in dettaglio: Corioli .

Citta latina, di incerta ubicazione; probabilmente situata presso le pendici sud-ovest dei Colli Albani o fra le odierne Genzano e Cecchina , non lontano da Lanuvium o in corrispondenza del paese di Cori , fu conquistata dai Volsci nella prima meta del V secolo a.C. . La citta e legata alle vicende dell'eroe romano Coriolano , che da essa riprese il suo cognomen .

Lo stesso argomento in dettaglio: Fidenae .

A differenza di alcune delle precedenti, e una citta la cui ubicazione e determinata con certezza, lungo la via Salaria poche miglia a nord di Roma . Il centro, diviso in due parti dalla moderna trincea ferroviaria, corrisponde alla Borgata Fidene , nella vecchia Tenuta Serpentara, poi detta Villa Spada, lungo la via Salaria , successivamente inglobata dalla capitale.

Secondo la tradizione sarebbe stata fondata da Alba Longa . Per lungo tempo fu contesa tra Roma e gli Etruschi di Veio ; successivamente entro in conflitto con Roma, che gia in precedenza ne aveva fatto una sua colonia, e fu da essa distrutta. Anche per Fidenae , come per altre antiche citta scomparse, la distruzione non fu completa, e dopo il saccheggio e la devastazione, che le arrecarono un colpo cosi duro da ridurla, a quanto sembra, a un semplice villaggio, [5] [32] venne da Roma promossa a Municipium per la diretta gestione del territorio che aveva dominato da citta indipendente e di quello della scomparsa Crustumerium .

Lo stesso argomento in dettaglio: Longula .

Corrisponde all'odierna localita di Buon Riposo [33] , nel territorio comunale di Aprilia in cui sorgono anche i resti di Polusca (a Campoleone ) e insediamenti Rutuli a Casalazzara . Longula, inizialmente citta latina , occupata dai Volsci , fu riconquistata dai romani. Longula appare anche come luogo di un importante scontro della seconda guerra sannitica .

Una delle piu importanti citta della Lega Latina, era situata tra Tibur e Praeneste , presso l'odierna Gallicano nel Lazio .

Venne conquistata dai Romani prima ad opera di Coriolano [34] e quindi definitivamente nel 338 a.C. In seguito decadde.

Querquetulum

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Citata anche da Dionigi di Alicarnasso [4] , e dai piu identificata con Corcolle , tra Tivoli e Gallicano nel Lazio . Nel nome stesso di questo piccolo villaggio peraltro si potrebbe intravedere una abbastanza probabile sopravvivenza dell'antico. Nelle vicinanze di Corcolle sono venuti alla luce dei materiali dall' eta del ferro fino al II secolo a.C. , tra cui oggetti votivi riferibili a un tempio connesso con una fonte.

Lo stesso argomento in dettaglio: Tolerium .

Di incerta localizzazione, secondo Antonio Nibby corrisponde a Valmontone , fece parte della Lega Latina [4] .

Vitellia o Vetelia

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Lo stesso argomento in dettaglio: Vitellia (citta antica) .

Si trovava sul confine tra Latini ed Equi e viene citata da Svetonio [35] a proposito delle origini dell'imperatore Vitellio , a causa della somiglianza del nome.

Citta menzionate al di fuori delle due liste pliniane

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Lo stesso argomento in dettaglio: Apiolae .

Apiolae antica cittadella dei Latini distrutta dal re di Roma Tarquinio Prisco e localizzata dagli archeologi, tra Pavona e Albano Laziale [36] , fu conquistata e distrutta dai romani condotti da Tarquinio Prisco . [23]

  1. ^ a b Strabone, V, 3, 10.
  2. ^ Strabone , V, 3, 5 .
  3. ^ Plinio , III, 68-69 .
  4. ^ a b c Dionigi di Alicarnasso, V, 61.
  5. ^ a b c d e Strabone, V, 3, 2.
  6. ^ CIL VI, 251 .
  7. ^ Plinio , III, 52 .
  8. ^ Livio, I, 33; Cassio Dione , XXXVII, 23 .
  9. ^ Plutarco, 17, 1.
  10. ^ Livio, I, 38; Dionigi di Alicarnasso , II, 50 ; III, 51; Plutarco, 24.
  11. ^ Plutarco, 24, 3-5.
  12. ^ Dionigi di Alicarnasso , III, 51, 2 .
  13. ^ Dionigi di Alicarnasso , V, 49 .
  14. ^ Quilici e Quilici Gigli 1980 .
  15. ^ Quilici Gigli 1971 ; vedi anche Menghi 2003 .
  16. ^ Dionigi di Alicarnasso , III, 34, 5 .
  17. ^ Dionigi di Alicarnasso , III, 38 .
  18. ^ Dionigi di Alicarnasso , VI, 34 .
  19. ^ Varrone , V, 42 ; vedi anche Dionigi di Alicarnasso , I, 34; II, 1 e Festo , 430 (Lindsay) .
  20. ^ Ovidio , VI, 31 .
  21. ^ Livio, VIII, 17.
  22. ^ Secondo un'ipotesi formulata da Hubert Zehnacker .
  23. ^ a b c d Strabone, V, 3, 4.
  24. ^ Catone , 58, P ; Cicerone, De re publica , II, 44; Dionigi di Alicarnasso , IV, 50 e VI, 29 .
  25. ^ Dionigi di Alicarnasso , I, 16, 5 .
  26. ^ Livio, I, 33; Dionigi di Alicarnasso , III, 38 .
  27. ^ La notizia e tramandata dallo Pseudo-Festo (503 L).
  28. ^ Floro , I, 1.4 .
  29. ^ Virgilio , I, 271 ; Livio, I, 29-30
  30. ^ Virgilio , VI, 775 .
  31. ^ Livio, IV, 49.
  32. ^ Cicerone, De lege agraria , II, 96; Orazio , I, 11, 8 .
  33. ^ Nibby 1848 , pp. 326-331 .
  34. ^ Livio, II, 39; Dionigi di Alicarnasso , VIII, 19 e 26 ; Plutarco, Vita Coriolani , 28.
  35. ^ Svetonio , 1 .
  36. ^ De Rossi 1970 .

Bibliografia

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Fonti primarie
Fonti secondarie
  • Civilta del Lazio primitivo , catalogo della mostra (Roma, Palazzo delle esposizioni), Roma, Multigrafica, 1976.
  • Mauro Cristofani (a cura di), La Grande Roma dei Tarquini , catalogo della mostra (Roma, Palazzo delle esposizioni, 12 giugno-30 settembre 1990), Roma, L'Erma di Bretschneider, 1990. ISBN 88-7062-684-9 .
  • Giovanni Maria De Rossi, Apiolae (Forma Italiae, Regio I, vol. IX) , Roma, De Luca, 1970.
  • Oberdan Menghi, Ficana: una pietra miliare sulla strada per Ostia , in Forma Urbis , n. 1, 2003, pp. 33-40.
  • Antonio Nibby , Analisi storico-topografico-antiquaria della carta de' Dintorni di Roma , I, Roma, Tipografia delle Belle Arti, 1848.
  • Lorenzo Quilici, Collatia (Forma Italiae, Regio I) , Roma, De Luca, 1974.
  • Lorenzo Quilici e Stefania Quilici Gigli, Antemnae (Latium vetus 1) , Roma, Consiglio Nazionale delle Ricerche, 1978.
  • Lorenzo Quilici e Stefania Quilici Gigli, Crustumerium (Latium vetus 2) , Roma, Consiglio Nazionale delle Ricerche, 1980.
  • Lorenzo Quilici e Stefania Quilici Gigli, Fidenae (Latium vetus 5) , Roma, Consiglio Nazionale delle Ricerche, 1986.
  • Stefania Quilici Gigli, Nota topografica su Ficana , in Archeologia Classica , vol. 23, 1971, pp. 26-36.

Voci correlate

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