Cene
comune
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Panorama
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Localizzazione
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Stato
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Italia
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Regione
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Lombardia
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Provincia
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Bergamo
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Amministrazione
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Sindaco
| Edilio Moreni
(
Lega Nord
) dal 22-9-2020
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Territorio
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Coordinate
| 45°46′46″N
9°49′33″E
/
45.779444°N 9.825833°E
45.779444; 9.825833
? (
Cene
)
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Altitudine
| 368
m
s.l.m.
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Superficie
| 8,6
km²
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Abitanti
| 4 048
[2]
(31-1-2024)
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Densita
| 470,7 ab./
km²
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Frazioni
| nessuna
[1]
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Comuni confinanti
| Albino
,
Bianzano
,
Casnigo
,
Cazzano Sant'Andrea
,
Fiorano al Serio
,
Gaverina Terme
,
Gazzaniga
,
Leffe
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Altre informazioni
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Cod. postale
| 24020
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Prefisso
| 035
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Fuso orario
| UTC+1
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Codice
ISTAT
| 016070
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Cod. catastale
| C459
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Targa
| BG
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Cl. sismica
| zona 3
(sismicita bassa)
[3]
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Cl. climatica
| zona E, 2 694
GG
[4]
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Nome abitanti
| cenesi
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Patrono
| san Zeno
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Giorno festivo
| 12 aprile
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Cartografia
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Posizione del comune di Cene nella provincia di Bergamo
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Sito istituzionale
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Modifica dati su Wikidata
·
Manuale
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Cene
[??eːne]
(
Sce
[??e]
in
dialetto bergamasco
[5]
) e un
comune italiano
di 4 048 abitanti
[2]
della
val Seriana
, in
provincia di Bergamo
, in
Lombardia
.
Il territorio comunale di Cene, distante 15 chilometri a nord-est dal
capoluogo orobico
, e interamente situato sulla sinistra orografica della
val Seriana
, ad un'altezza compresa tra i circa 360
m s.l.m.
della piana alluvionale del fondovalle, ai quasi 800 delle propaggini del monte Altino.
Il territorio e delimitato dal corso del fiume
Serio
, che lo suddivide ad ovest da
Comenduno
(frazione di
Albino
), mentre a nord-ovest da
Gazzaniga
e
Fiorano al Serio
. A nord e invece demarcato dal fondovalle della piccola valle Asinina che lo divide da
Casnigo
, mentre a nord-est da
Leffe
dalla valle Noes, tributaria della
valle Rossa
. Infine a fungere da limite orientale e meridionale sono le pendici dei monti circostanti: ad Est quelle del monte Altinello, con
Gaverina Terme
e
Bianzano
, mentre a Sud quelle del monte Altino e della sua propaggine colle Sfanino, con
Vall'Alta
, anch'essa frazione di Albino.
La gran parte della popolazione risiede nel nucleo abitativo posto nel fondovalle, lungo l'asta del fiume Serio che, ampliatosi negli ultimi decenni del
XX secolo
, si presenta con soluzione di continuita abitativa da nord a sud, alle cui estremita sono poste le zone industriali che raccolgono le attivita artigianali del paese. A mord vi e quella storica denominata "Bellora" e costruita nel
XIX secolo
, mentre a Sud quella prettamente artigianale, edificata negli ultimi anni del
XX secolo
.
Pochi sono invece gli insediamenti posti sulle pendici del monte Bue (707 m s.l.m.), colle che sovrasta l'abitato in direzione nord, e quelli nella verde
valle Rossa
. Quest'ultima, stretta tra lo stesso monte Bue ed il monte Altino, e compresa per il suo tratto finale in territorio cenese mentre nella la parte piu a monte in quello di Bianzano. Questa e percorsa dal torrente
Doppia
che, raccogliendo le acque di numerosi piccoli rivoli composti dalle acque in eccesso provenienti dai monti circostanti, con il suo corso taglia completamente il territorio da est ad ovest, sfociando nel Serio da sinistra e delimitando quelle che un tempo erano le contrade di Cene di Sopra e Cene di Sotto.
Sempre in ambito idrografico, e da segnalare il canale artificiale che alimenta il complesso industriale "Bellora". Questo preleva le acque presso lo sbarramento detto della Rosta, posto a nord poco distante dallo sbocco della valle Asinina, per restituire completamente la portata poche centinaia di metri piu a valle, dove permette il funzionamento di una piccola centrale idroelettrica.
Per cio che concerne la viabilita, il paese ha una rete stradale ordinaria molto semplice, facente riferimento alla via che attraversa il centro abitato, che per secoli e stata l'arteria dei traffici e commerci della bassa valle, e che mette in comunicazione a nord con Gazzaniga ed a sud con la
valle del Lujo
ed Albino. In quest'ultima zona, a fianco del fiume Serio, si trova lo svincolo con l'accesso alla
superstrada SP35 di scorrimento Bergamo-Clusone
.
Ad essa si aggiunge sia la S.P.40 che dal capoluogo si addentra nella
valle Rossa
, da cui e possibile raggiungere sia Leffe (tramite la S.P.62) che Bianzano e la
val Cavallina
, che la piccola strada che sale al colle Sfanino, da cui si puo arrivare a Vall'Alta o al sovrastante
santuario della Madonna di Altino
.
Numerose sono le teorie legate all'origine del toponimo. La piu accreditata e quella che lo vorrebbe far derivare dal lemma di origine latina
Caenum
("fango"), che starebbe quindi ad indicare un luogo dove le acque del fiume
Serio
ristagnavano. A perorare tale teoria vi sarebbero sia le antiche carte geografiche indicanti il paese con il nome di
Ceno
, quindi facilmente collegabile con la suddetta parola, sia la localita detta dei "Campi matti". Quest'ultima, posta lungo le rive del fiume Serio, non permetteva la coltivazione di alcuna coltura in quanto soggetta alle numerose piene del fiume e per questo molto fangosa.
Un'altra versione e quella fornita dal Rohlfs, il quale suppone che il nome del paese sia da collegare con il gentilizio romano
Caerum
, poi declinato in
Caenum
.
Alcuni storici del
XVI secolo
, tra i quali
Celestino Colleoni
e Giangrisostomo Zanchi, indicavano il paese come fondato da Cidno, mitologico primo abitante di Bergamo, da cui i discendenti avrebbero preso il nome, mutuandolo in Cydnomani prima ed in Cenomani poi. Questa stirpe gallica, che abito la provincia bergamasca, si sarebbe insediata a lungo nel borgo tanto da identificarlo con il proprio nome.
Sul territorio comunale sono stati rinvenuti numerosi reperti risalenti a differenti epoche. I piu antichi ed importanti sono stati portati alla luce nella zona della "cava Ratta", un antico sito estrattivo dismesso collocato a Nord dell'abitato, grazie ai quali e stato possibile ricostruire l'origine geologica della zona.
Qui, una volta terminata l'attivita estrattiva, nel
1965
l'area fu interessata da uno smottamento in seguito al quale un ricercatore della zona, Antonio Canova, trovo alcuni frammenti di fossili di pesci. Venne quindi supportato nelle successive ricerche da numerosi ricercatori del museo di Bergamo. L'area fu posta sotto tutela e gli scavi fecero riaffiorare migliaia di fossili in uno stato pressoche perfetto.
Il piu importante e senza l'
Eudimorphodon ranzii
, un rettile volante che ha permesso di retrodatare la comparsa di questo genere di animali di circa 20 milioni di anni e che si trova presso il
Museo di Scienze Naturali di Bergamo
.
Tuttavia segni che attestino la presenza umana in eta preistorica sono sporadici, tanto che e soltanto ipotizzabile che nella zona si stabilirono attorno al
VI secolo a.C.
popolazioni di origine ligure, dedite alla pastorizia, tra cui gli
Orobi
. Si trattava di nuclei isolati seminomadi, a cui si aggiunsero ed integrarono, a partire dal
V secolo a.C.
, le popolazioni di ceppo celtico, tra cui i
Galli Cenomani
.
Questi ultimi crearono i primi stanziamenti fissi di una certa consistenza, come si evince da alcuni toponimi presenti sul territorio comunale, tra cui quello della Torre del Mazzo, antica fortificazione nella quale si sono succedute numerose successive dominazioni, il cui nome dovrebbe derivare da
Mass
, che nel
linguaggio gallico
sta ad indicare un'abitazione.
Tuttavia la prima vera e propria opera di urbanizzazione fu opera dei
Romani
, che conquistarono la zona e la sottoposero a centuriazione, ovvero ad una suddivisione dei terreni a piu proprietari, a partire dal
I secolo d.C.
Questa opera assegno appezzamenti piu o meno vasti a coloni e veterani di guerra, di origine o acquisizione romana, i quali bonificarono i terreni al fine di poterli sfruttare per coltivazioni agricole ed allevamento di bestiame.
Il borgo era posto in posizione strategica, dal momento che si trovava all'imbocco della
valle Rossa
, agevole collegamento tra la bassa
val Seriana
e la
val Cavallina
, da cui poi poter accedere alla
val Camonica
.
Questa collocazione garanti al paese un ruolo di primissimo piano nelle vicende della valle, come testimoniano i resti di cinte murarie e primordiali fortificazioni.
Il periodo successivo alla
dominazione romana
vide la zona soggetta alle
invasioni barbariche
, con la popolazione costretta a rifugiarsi in postazioni piu elevate su colli e propaggini circostanti, in quanto considerate piu sicure dalle scorrerie, con conseguente abbandono dei centri abitati.
Nel corso del
VI secolo
si verifico l'arrivo dei
Longobardi
, popolazione che si radico notevolmente sul territorio, influenzando a lungo gli usi degli abitanti: si consideri infatti che il diritto longobardo rimase
de facto
attivo nelle consuetudini della popolazione fino al
XV secolo
, cosi come puo essere riscontrabile nel toponimo indicato come
Fara
, localita a nord del paese tra le vie del Castello e Bellora, stante ad indicare un nucleo in cui era aggregato un gruppo omogeneo e compatto di famiglie.
Nell'
VIII secolo
ai Longobardi subentrarono i
Franchi
che, al contrario dei predecessori, rimasero estranei alla vita sociale e politica dei territori assoggettati, nei quali instaurarono un
sistema feudale
, inserito nell'ambito del
Sacro Romano Impero
. A tal riguardo nel
974
l'imperatore
Ottone II
investi Ambrogio I, vescovo di Bergamo, del titolo di Signore delle terre della val Seriana, sulle quali aveva giurisdizione in ambito civile, penale ed ecclesiastico. A pochi anni prima risale invece il primo documento in cui viene nominato il nome del paese: e il
968
quando viene citato
Gaudeverto Capitaneus de Cene
, probabilmente capostipite della famiglia dei Capitani. Questi, appartenenti ad un ramo della potente famiglia dei Capitani di
Mozzo
, furono investiti dal vescovo stesso con il ruolo di vassalli imperiali nel paese, accrescendo in breve la loro importanza fino a diventare i signori del borgo.
In quel periodo l'estensione territoriale del paese arrivo a comprendere anche tutto il monte Altino, spingendosi fino al torrente
Lujo
, nella vallata che in quei tempi era definita
Vallalta
(poi
Valle del Lujo
). In quelle zone inizialmente disabitate, la popolazione comincio a crescere notevolmente, tanto che gia nei primi anni del
XIV secolo
il nucleo di
Vall'Alta
comincio a svilupparsi venendo nominata come entita amministrativa e religiosa unita a Cene stesso.
L'unione tra i due borghi e ribadita in numerosi documenti del tempo, tra cui la calcazione di confine tra territori dell'
abbazia di San Benedetto
ed il comune di Cene-Vall'Alta (
1234
), gli statuti cittadini di Bergamo del
1331
e la descrizione dei confini del Comune maggiore di Albino (
1353
).
I due nuclei, uniti amministrativamente alla pari nel comune di Cene con Vall'Alta ed inclusi nella
Facta della Porta di San Lorenzo
, fusero le proprie vicende a tal punto che gli interessi dei Capitani di Cene arrivarono a contendere alcuni territori, posti lungo il corso del torrente
Lujo
, alla vicina abbazia benedettina. Questi contrasti videro impegnato in prima persona Raimondo de' Capitani che, nella prima parte del
XII secolo
, cerco di ampliare le estensioni territoriali del proprio feudo, appropriandosi indebitamente di alcune terre quali Felgoso e Grumelduro, di competenza dei monaci stessi, e di alcuni campi posti tra l'antica strada per Altino ed il corso del Lujo.
Per frenare la loro avanzata, in un primo momento il vescovo di Bergamo decise di donare ai monaci i territori di Grumelduro e quelli situati presso lo sbocco del torrente Luio nel Serio. Considerando il perdurare dell'occupazione abusiva, i terreni in questione vennero quindi riacquistati dall'abbazia.
Sul finire del secolo Cene riusci ad emanciparsi, redigendo quindi una serie di statuti ed ordinamenti ed ergendosi a comune autonomo posto sotto il controllo della citta di
Bergamo
.
Questa nuova organizzazione di tipo comunale permise al comune di gestire in autonomia lo sfruttamento dei boschi e dei pascoli, di poter definire confini amministrativi e viabilita e di organizzare liberamente il culto, come testimoniato da documenti che indicano presente la chiesa di san Zenone gia nel
1142
.
In breve la posizione strategica garanti al paese un ruolo di primissimo piano nelle vicende della valle. Vennero costruite numerose fortificazioni, tra cui due porte di accesso al paese (una a Nord presso la torre del Mazzo, e l'altra a Sud presso la strada che reca a Vall'Alta), sette torri e ben tre castelli. Di questi, il primo era collocato in localita Castel alle pendici occidentali del Monte Bue, tuttora esistente e riadattato ad abitazione civile, il secondo sul fianco del monte Pizzo, del quale restano tratti dell'originale muratura, mentre il terzo sorgeva invece dove si trova la
chiesa parrocchiale
, tanto che la torre e stata trasformata in
campanile
.
Cominciarono pero a verificarsi attriti tra gli abitanti, divisi tra
guelfi e ghibellini
, che raggiunsero livelli di recrudescenza inauditi. Cene, formalmente schieratosi con la fazione
guelfa
, venne a trovarsi stretta tra i domini ghibellini di
Bianzano
e
Gazzaniga
.
Fatti di cronaca riportano un'incursione perpetrata da guelfi dei paesi vicini il 3 novembre
1397
, in seguito alla quale venne ucciso Antonio d'Anzelino de' Capitani, stessa sorte occorsa ad altri due compaesani nei giorni seguenti. Le cronache del tempo riportano inoltre come abitanti del comune furono coinvolti in scorribande e lotte sviluppatesi nei paesi vicini.
Nel paese tuttavia erano numerosi anche gli appartenenti alla fazione ghibellina, come testimoniato dalla presenza di esponenti della
famiglia Suardi
, e dal fatto che spesso nelle famiglie si potevano trovare esponenti di entrambi gli schieramenti, situazione che si verifico anche nel casato, a prevalenza ghibellina, dei Capitani.
Questa situazione porto ad una divisione sia sociale, tra abitanti e famiglie, che amministrativa.
Difatti in breve Cene venne diviso, con confine rappresentato dal corso del torrente Doppia, tra Cene di Sotto, posta sotto tutela del Consiglio Maggiore di
Albino
, di fazione
guelfa
, e Cene di Sopra, posto sotto la giurisdizione del podesta di
Gandino
e di fazione
ghibellina
. Quest'ultima venne inserita nella Confederazione dei liberi comuni della
Val Gandino
, che garanti una maggiore indipendenza amministrativa ed economica grazie ai privilegi concessi dai
Visconti
. I due comuni risultavano pero uniti in un'unica parrocchia e per cio che riguardava le fazioni militari.
Il
XV secolo
inizio con le dispute per il controllo della zona tra
Ducato di Milano
e
Repubblica di Venezia
, con le due contrade del paese schierate l'una con i milanesi, l'altra con i veneti.
La situazione si defini nel
1428
, quando la
Serenissima
ebbe il sopravvento. Questa decise di eliminare tutte le fortificazioni, con le torri che furono utilizzate come abitazioni, dando il via ad un periodo di tranquillita in cui l'intera zona riprese a prosperare, anche grazie alla diminuzione della pressione fiscale ed alla maggiore autonomia. Si svilupparono ulteriormente i commerci e vi fu nuovo impulso per l'agricoltura, l'allevamento e la produzione ed il commercio della lana, situazione che favori lo sviluppo della piccola imprenditoria tessile.
Nel frattempo la popolazione di Vall'Alta crebbe al punto da richiedere la separazione dai vicini. L'autonomia amministrativa arrivo il 13 dicembre
1456
, ratificata da un documento nel quale il
Doge della Repubblica di Venezia
concedeva privilegi ed esenzioni alle terre di Vall'Alta, mentre quella religiosa pochi anni piu tardi, con Vall'Alta che riusci anche ad ergersi a parrocchia, svincolandosi definitivamente da Cene.
Il centro abitato di Cene tuttavia mantenne il suo impianto medievale, tanto che nel
1531
viene indicato, in una descrizione dello storico Giangrisostomo Zanchi, ancora dotato di un'antica cittadella fortificata.
Lo sviluppo sociale ed economico prosegui anche nei successivi decenni, con la popolazione che, come riportato nella relazione del comandante veneto
Giovanni Da Lezze
, redatta nel
1596
, crebbe fino a raggiungere 544 unita nel comune di Cene di Sopra e 96 in quello di Cene di Sotto.
Non mancarono tuttavia gli eventi funesti: nel triennio tra il
1627
ed il
1629
una forte carestia mise a dura prova gli abitanti, a cui fece seguito la tremenda epidemia di peste di manzoniana memoria, che ebbe il suo apice nell'estate del
1630
. A causa della malattia, nelle varie contrade di Cene mori piu della meta della popolazione, che passo dalle 467 unita del 1629 alle 207 del 1631.
Dall'avvento di Napoleone fino ai giorni nostri
[
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]
Nel
1789
, in seguito al
trattato di Campoformio
, l'intera provincia fu assoggettata alla
napoleonica
Repubblica Cispadana
. Immediatamente i nuovi dominatori si preoccuparono di riunire le due anime politiche di Cene in un'unica entita amministrativa. Successivamente, nel
1809
, nell'ambito di un'ampia opera di riorganizzazione delle realta comunali volta a favorire i grossi centri a scapito di quelli piu piccoli, l'istituzione francese aggrego amministrativamente Cene al comune di Gazzaniga, al pari dei vicini centri di Fiorano ed
Orezzo
. Tuttavia nel
1816
, in seguito al passaggio della zona all'austriaco
Regno Lombardo-Veneto
, il comune riacquisi la propria autonomia amministrativa.
In quegli anni la popolazione crebbe in modo considerevole, passando dai 425 abitanti del 1776 agli 818 del
1861
, numero che continuo a crescere in modo costante, grazie anche alle nuove opportunita lavorative che il territorio offriva: tra questi l'estrazione del marmo nero, i molini ed i magli lungo il torrente Doppia per la lavorazione del ferro, ed un opificio per la produzione del cartone.
Un ulteriore impulso all'economia locale venne dall'apertura della
Ferrovia della Valle Seriana
, che dal
1884
permetteva il collegamento di merci e passeggeri da Bergamo a
Clusone
, pur passando all'esterno dell'abitato.
Dopo l'
unita d'Italia
nel paese, cosi come in molti altri centri della media valle Seriana, vi fu un forte sviluppo dell'industria tessile, facilitato dall'arrivo di investitori stranieri, gli svizzeri Walty e Gelti Widmer, che trasferirono i loro insediamenti produttivi nella zona a Nord dell'abitato, presso il ponte sul Serio utilizzato per il collegamento con Gazzaniga, ristrutturato da pochi anni. Una quindicina di anni dopo l'apertura, avvenuta nel
1874
, lo stabilimento assunse il nome di Cotonificio Valle Seriana, che nel
1891
occupava ben 1.300 operai, saliti a 2.030 nel
1901
.
L'importanza del complesso era tale che il vicino comune di Gazzaniga nel
1925
cerco di inserirlo nei propri confini, proponendo a Cene la rettifica dei limiti amministrativi a proprio vantaggio, domanda perorata a lungo ma poi caduta nel vuoto. Nel
1936
l'insediamento venne acquistato dall'industriale e politico varesino
Pietro Bellora
, assumendo il nome del nuovo proprietario. In seguito alla crisi del tessile, il cotonificio cesso l'attivita nel
1987
.
Nella seconda parte del secolo il comune fu soggetto ad un tumultuoso sviluppo urbanistico, sociale ed economico. La popolazione difatti crebbe in modo esponenziale raggiungendo numeri inimmaginabili solo qualche decennio prima: al censimento del
1881
gli abitanti erano 999, cifra quasi raddoppiata nel
1911
, mentre un solo decennio dopo avevano raggiunto quota 2164.
Il vero boom avvenne nella seconda parte del secolo, in seguito ad un'imponente cementificazione del territorio che fece lievitare i residenti a 2839 nel
1971
ed a 4229 nel
2011
, con un conseguente snaturamento del territorio, ed unificazione in un unico nucleo abitativo delle differenti contrade fino ad allora separate.
Nel
1990
il paese venne proiettato al centro delle cronache politiche nazionali per essere stato il primo comune in Italia in cui la
Lega Lombarda
ottenne la poltrona di sindaco.
[6]
Lo stemma utilizzato dal Comune non e stato ancora concesso con decreto presidenziale.
≪D'argento, all'
aquila
al naturale al volo abbassato. Ornamenti esteriori da Comune.≫
Il gonfalone e un drappo di azzurro.
In ambito religioso, il luogo di maggior interesse e senza dubbio la
chiesa
parrocchiale
che, dedicata a
san Zenone
, risulta essere stata consacrata per la prima volta il 22 maggio
1142
. Probabilmente costruita a sua volta su un luogo di culto preesistente, era inclusa nella fortificazione di un castello che svettava sul luogo di confluenza tra il torrente Doppia con il fiume Serio. Ricostruita nel
1749
dall'architetto
Luca Lucchini
di Montagnola (frazione
Certenago
[7]
), Ticino (CH), per venire incontro alle mutate esigenze di una popolazione in costante crescita, venne ulteriormente ampliata nel
1929
, su progetto dell'ingegnere
Luigi Angelini
. Presenta un'unica navata e un'abside che nella struttura primitiva era la navata.
All'interno sono custodite opere di rilievo, tra cui numerosi dipinti secenteschi quali la
Madonna con Bambino
e
Sant'Antonio di Padova
di
Carlo Ceresa
, la
Storia della vita di san Zenone
di Giuseppe Poli, nonche i piu recenti
San Luigi
e altri affreschi di
Pasquale
e
Luigi Arzuffi
, artisti che hanno anche restaurato altri affreschi eseguiti da
Vincenzo Angelo Orelli
. Da segnalare anche il grande Crocifisso in legno, di scuola napoletana del
XVII secolo
, donato in memoria di una ragazza perita in un incidente d'auto.
Poco distante, nella contrada Cene di Sotto, si trova la
chiesetta della Madonna delle Grazie
che, consacrata nel
1720
, venne edificata in luogo di un'antica cappelletta posta all'incrocio tra le strade che conducevano a Bergamo e Vall'Alta. Altri edifici religiosi sono la settecentesca chiesetta dell'Annunciazione, posta sul monte Bue e di proprieta privata, e la chiesa di Sant'Antonio, situata in localita
valle Rossa
ed edificata nel
1950
.
Per cio che concerne l'architettura civile, la principale attrazione e la
Torre del Mazzo
, le cui origini si perdono all'epoca dei
galli cenomani
. Utilizzata anche in epoca romana, periodo del quale rimane il basamento delle mura, ebbe il suo periodo di maggior splendore nel
XII secolo
quando venne utilizzata come roccaforte di una piu complessa fortificazione che in quel punto aveva collocato la porta settentrionale d'accesso al paese. Attualmente di proprieta privata, e strutturata su due piani e presenta una muratura in pietra e sassi a lisca di pesce.
Interessante e anche il centro storico, che mantiene una struttura di tipo medievale, in cui convivono edifici d'origine signorile e rurale.
Tra questi si segnalano l'antico castello (poi adibito ad abitazione) posto sulle pendici nord del monte Bue nella localita, detta
Ol castel
, che ancora ne attesta la presenza; la
secentesca
casa Fanti (detta anche del
Bastiani
), con portico, loggiato e capitelli tuscanici; nonche numerosi edifici posti nella principale via Ulisse Bellora, che mantengono le caratteristiche di abitazioni rurali con ampie corti interne.
Infine e presente il
parco Paleontologico
, situato a nord dell'abitato presso quella che un tempo era nota come la
"cava Ratta"
. Questo permette di visitare il sito in cui sono state rinvenute grandi quantita di
fossili
, soprattutto
pesci
e
crostacei
, ma anche
rettili
volanti, tra cui l'
Eudimorphodon
e il
Peteinosaurus
. Lo strato fossilifero risale al
Triassico superiore
ed e costituito da rocce
calcaree
. L'abbondanza di animali marini testimonia che quest'area era all'epoca sommersa; tuttavia la presenza di rettili volanti indica che nelle vicinanze dovevano esistere anche terre emerse.
Abitanti censiti
[8]
La
stazione di Cene
, sulla
ferrovia della Valle Seriana
, rimase aperta al servizio pubblico dal 1884 al 1967.
Per quanto riguarda l'ambito naturalistico il tempo libero, numerosi sono gli itinerari che si sviluppano sul territorio comunale. Tra questi ve ne sono numerosi che raggiungono i monti circostanti, dei quali un paio sono contrassegnati dal segnavia del
CAI
. Il numero 541 che dal centro abitato sale toccando la piccola
Val del Cli
ed i
Pracc Molecc
, da cui poi e possibile raggiungere il santuario di Altino (a monte di Vall'Alta) o il monte Croce (a monte di Leffe), ed il numero 546 che dall'imbocco della
valle Rossa
si sviluppa sulle pendici del monte Bue, toccandone numerose localita, con la possibilita di effettuarne il periplo.
Inoltre e d'obbligo citare la
Ciclovia della Valle Seriana
che transita sul comune lungo il corso del fiume
Serio
, nella porzione meridionale ed in quella settentrionale, nei pressi della valle Asinina. Questa, nonostante nel territorio comunale subisca brusche interruzioni che ne compromettono la linearita, offre passeggiate e pedalate nella natura, lontano da traffico ed inquinamento, permettendo la riscoperta e la valorizzazione di spazi un tempo abbandonati all'incuria.
In ambito sportivo, grande importanza ricoprono le discipline del ciclismo, settore rappresentato dalla locale scuola ciclismo che cura il settore giovanile e che puo disporre di un circuito ad anello su cui far allenare i piu piccoli, e del calcio.
Quest'ultima ha come principale esponente la societa
AlzanoCene
, che ha militato in
serie D
e in
Eccellenza
e nata nell'estate
2007
in seguito alla fusione tra l'Ardens Cene, societa storica del paese che disputava il campionato di Eccellenza, con l'Alzano 1909, rappresentante dell'omonimo paese, che militava in Prima Categoria. Nel
2015
la societa si fonde con l'Aurora Seriate andando a formare la
Virtus Bergamo 1909
, rappresentante le citta di Alzano Lombardo e
Seriate
ma con sede a Cene. La squadra pero disputa le proprie partite interne presso lo
Stadio Carillo Pesenti Pigna
di Alzano, risultando una realta distante dal paese, tanto che nel
2010
e nata una nuova societa calcistica, attualmente militante in seconda categoria.
- ^
Comune di Cene - Statuto
- ^
a
b
Dato Istat
- Popolazione residente al 31 ottobre 2023 (dato provvisorio).
- ^
Classificazione sismica
(
XLS
), su
rischi.protezionecivile.gov.it
.
- ^
Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia
(
PDF
), in
Legge
26 agosto 1993, n. 412
, allegato A
,
Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile
, 1º marzo 2011, p. 151.
URL consultato il 25 aprile 2012
(archiviato dall'
url originale
il 1º gennaio 2017)
.
- ^
Il toponimo dialettale e citato nel libro-dizionario di
Carmelo Francia, Emanuele Gambarini (a cura di),
Dizionario italiano-bergamasco
, Torre Boldone, Grafital, 2001,
ISBN
88-87353-12-3
.
- ^
A Cene, dove la Lega caccio la Dc
, su
Corriere.it
.
URL consultato il 25 agosto 2013
(archiviato dall'
url originale
il 22 ottobre 2015)
.
- ^
Piervaleriano Angelini, 2009, 166-175.
- ^
Statistiche I.Stat
ISTAT
URL consultato in data 28-12-2012
.
Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte:
Popolazione residente per territorio - serie storica
, su
esploradati.censimentopopolazione.istat.it
.
- Umberto Zanetti,
Paesi e luoghi di Bergamo. Note di etimologia di oltre 1.000 toponimi
, Bergamo, 1985.
- Paolo Oscar e Oreste Belotti,
Atlante storico del territorio bergamasco
, Monumenta Bergomensia LXX.
- Ermenegilda Poli,
Note storiche su Cene e Media Val Seriana
, Vertova, 1971.
- Storia delle terre di Albino
, Albino, 1996.
- Piervaleriano Angelini,
I Lucchini di Montagnola. Architetti e capimastri nella Bergamasca del '700 e del primo '800
.
- Giorgio Mollisi (a cura di),
Svizzeri a Bergamo nella storia, nell'arte, nella cultura, nell'economia dal '500 ad oggi
.
- Campionesi a Bergamo nel Medioevo
, Arte&Storia, anno 10, numero 44, settembre-ottobre 2009, pp. 166-175.