Cavriano
(
Cavrian
in
dialetto milanese
,
AFI
:
[ka?vrjaː]
) e un antico borgo agricolo, gia frazione di
Lambrate
, incluso nel territorio comunale di
Milano
a partire dal
1923
e facente parte del
Municipio
4
. Si sviluppava lungo l'antica strada che portava da
Monlue
a
Lambrate
, che prende il nome nell'unico tratto sopravvissuto di via Cavriana.
Le prime tracce attestate di un insediamento agricolo in nell'area di Cavriano risalgono al
1014
, e si fa piu consistente nel secolo successivo, con la fuoriuscita di molti milanesi dalla citta dopo l'arrivo del
Barbarossa
, che trovarono rifugio qui, all'Ortica e nella vicina Lambrate. Fra il
XVI
e il
XVII secolo
la peste raggiunge anche il piccolo borgo, e
Carlo Borromeo
dispone la costruzione in loco di capanne per ospitare coloro che erano in esubero nel
Lazzaretto
. Raggiunto forse l'apice della prosperita nel corso della prima meta del
Settecento
il borgo, cui le riforme dell'imperatrice
Maria Teresa
tolsero il rango di comune annettendolo a
Lambrate
nel
1757
,
[1]
inizio un lento inesorabile declino, che prosegui per tutto il secolo successivo, quando la
Ferrovia Ferdinandea
? cosi chiamata in onore dell'Imperatore d'Austria
Ferdinando I
? la separo fisicamente dall'
Ortica
, dando inizio ad un lungo periodo d'isolamento che ? in parte ? continua tuttora.
L'antico borgo sopravvive oggi negli appezzamenti agricoli e nelle due cascine che si affacciano lungo la via Cavriana, una stradina di campagna stretta e irregolare che da
viale Forlanini
termina in via Tucidide, sotto al cavalcavia Buccari. Il tratto iniziale della via Cavriana, venendo da
viale Forlanini
, appare come un qualcosa di radicalmente diverso rispetto alle forme di quella strada di campagna che assume poco piu avanti. La via e infatti chiusa da entrambi i lati da palazzine residenziali (sulla sinistra) e da imponenti complessi di uffici (sulla destra). Comincia ad assumere una forma piu agreste poco prima dell'imbocco della via Gatto (che riporta in
viale Forlanini
), dove palazzine e uffici sono sostituite da piccoli capannoni e aree dismesse, circondate da lamiere. In una di queste si trova anche il deposito comunale in cui viene custodito il pave, utilizzato dagli zingari come rifugio. L'area e infatti caratterizzata dalla forte presenza di accampamenti abusivi, abitati sia da zingari che da stranieri senzatetto.
La parte superiore di Cavriano e invece occupata da attrezzature sportive e da un vivaio. Da segnalare inoltre la presenza dello scheletro di un vecchio
gasometro
, attualmente facente parte della centrale di cogenerazione "Canavese" della
A2A
, laddove sorgeva l'antica Cascina Canavese.
L'area di Cavriano e fisicamente delimitata ad ovest dalla presenza del rilevato ferroviario della
Cintura di Milano
(gia attiva dal
1914
), che sovrappassava la vecchia
Milano ? Venezia
coi ponti attualmente utilizzati dalla via Marescalchi che prosegue sul cavalcavia Buccari. Appena sotto quest'ultimo si apriva un tempo il piazzale della prima
stazione di Lambrate
all'
Ortica
(dismessa nel
1931
), di cui rimane oggi soltanto il vecchio fabbricato viaggiatori, utilizzato come centro ricreativo per i ferrovieri. Poco piu spostato corre il nuovo tracciato della
Milano ? Venezia
.
La Cascina Cavriano, che risale addirittura al
Seicento
, si estende sui due lati della strada, dividendosi nel corpo principale, quello padronale, e nei corpi aggiunti, tuttora in stato d'abbandono. Fra i beni dell'
Ospedale Maggiore
fino al
1967
, passo poi al Comune di
Milano
che ne e tuttora il proprietario. La famiglia Colombo da quasi tre secoli si tramanda di padre in figlio la conduzione del podere, unica cascina all'interno del Comune di
Milano
ancora in attivita e riconosciuta come
agriturismo
.
Posta sulla via Cavriana, appena sotto l'omonima Cascina, la Cascina Sant'Ambrogio sorse dall'accorpamento dei resti di una piccola chiesa romanica tardo trecentesca, dedicata appunto al santo da cui ha poi preso il nome la cascina. Facente parte della
Pieve di Segrate
, era di proprieta delle monache di
Santa Radegonda
, che probabilmente qui vi avevano retto anche un piccolo complesso monastico. Risale alla seconda meta dell'
Ottocento
la demolizione di queste strutture, delle quali sopravvive esclusivamente l'abside. La cascina nelle sue forme attuali risale ad allora, e si compone di un corpo principale sul quale si innestano due rustici adibiti a stalla e deposito. Pur privata del resto della chiesa, l'abside conservava ancora agli inizi del
Novecento
alcuni affreschi interni, andati in seguito perduti per via del prolungato uso di questa come ghiacciaia.
Il primo piano regolatore a contemplare le sorti del borgo agricolo di Cavriano e stato nel
1934
il
Piano Albertini
. Coerentemente con l'urbanizzazione forzata che portava avanti per tutta la superficie del Comune di
Milano
, la nuova maglia viabilistica che lottizza i territori ivi compresi calo indistintamente su tutta l'area, incurante della preesistenza della Cascina Cavriano e della Cascina Sant'Ambrogio, che sarebbero state spazzate via secondo quest'ipotesi dalla successiva speculazione. La nuova maglia viabilistica riprendeva il disegno della citta presente all'interno della
Cintura ferroviaria
(che risaliva al
piano Pavia-Masera
, del
1912
), con strade larghe 15, 30 e 60 m. La via Pannonia avrebbe costituito lo sbocco verso l'esterno dell'asse di viale Argonne: scavalcando infatti la ferrovia si sarebbe poi biforcata su due assi, uno in direzione dell'
Aeroporto di Linate
, l'altro che si sarebbe immesso sulla vecchia strada per
Limito
. Significativa la presenza del grande Canale Navigabile, che avrebbe attraversato l'area da nord a sud, in direzione del
Porto di Mare
. Attorno a questo era prevista un'ampia area industriale, propriamente detta “del Porto”.
Tuttavia gia nella seconda meta degli
anni trenta
, si procedette alla realizzazione dell'attuale Cavalcavia Buccari, alzando il livello stradale e chiudendo i due fornici laterali (adibiti a garage)
[2]
, contrariamente a quanto previsto dal
Piano
che prevedeva lo scavalco col prolungamento della via Pannonia. Curiosa l'intitolazione della struttura alla
cittadina croata
celebre per la cosiddetta “
beffa
” fra il 10 e l'11 febbraio
1918
, intotolazione tipica dell'
era fascista
, sopravvissuta fino ai nostri giorni.
Col Dopoguerra scomparve definitivamente ogni progetto di lottizzazione (e di estensione della maglia viaria) nelle aree poste ad est della ferrovia, in favore molto probabilmente di una saturazione dei territori ad ovest, in larghissima parte ancora inedificati. L'inquadramento del
Piano di Ricostruzione
del
1946
mostra bene la sostanziale differenza fra i terreni posti ad est della ferrovia ? rimasti totalmente agricoli ? e quelli ad ovest ? in parte ancora agricoli, ma caratterizzati da un disegno urbano. Curiosamente rimane il progetto del Canale, che seguira qualche anno piu tardi le stesse sorti del
Porto di Mare
.
Il nuovo PGT contempla un'ambigua valorizzazione dell'area, che prevede la totale edificazione lungo i suoi margini (
viale Forlanini
e via Tucidide) e la realizzazione di un corridoio verde che dal
Parco Forlanini
inglobi i terreni agricoli residuali. Secondo quest'ipotesi, comunque piuttosto discussa, le cascine scomparirebbero lasciando posto alle nuove edificazioni e all'area verde.
Fondamentale per la nuova spinta edilizia l'arrivo della
M4
, che dal
26 novembre
2022
effettua le fermate
Repetti
e
Stazione Forlanini
su aree poste ai margini sud ed ovest di Cavriano. Inoltre in corrispondenza di Stazione Forlanini e presente la fermata ferroviaria di
Milano Forlanini
, servita dalle linee S5, S6, S9 del
servizio ferroviario suburbano di Milano
.
- ^
lombardiabeniculturali
- ^
La riapertura del fornice meridionale (oggi percorso dal marciapiede e dalla ciclabile) avvenne soltanto fra il
1988
ed il
1989
, in concomitanza col rifacimento del cavalcavia.