La
cattivita babilonese
(o
esilio babilonese
) fu la
deportazione
a
Babilonia
dei
Giudei
di
Gerusalemme
e del
Regno di Giuda
al tempo di
Nabucodonosor II
. L'evento e collocabile tra il
VII
e il
VI secolo a.C.
, ma la questione e controversa.
Sono direttamente collegati a questo avvenimento i seguenti libri biblici:
Ma l'importanza dell'esilio nella Bibbia e molto piu grande. Alcuni studiosi
[
senza fonte
]
oggi pensano che tutta la Bibbia sia stata messa per iscritto, o almeno ritoccata (per le sue parti piu antiche), al tempo dell'esilio e in funzione sua (senza dubbio nei due secoli seguenti, piuttosto che durante). L'esilio sarebbe stato, cosi sembra, un grande trauma per gli esiliati, che avrebbero dovuto reinterpretare la loro identita e la loro religione senza
tempio
, senza re e senza terra.
Tabella cronologica basata su
Rainer Albertz,
Israel in Exile: The History and Literature of the Sixth Century B.C.E.
, p. xxi
(
EN
) . Date alternative sono possibili.
Secondo la versione tramandata dalla Bibbia, solo nella
tribu di Giuda
era sopravvissuto il culto di
Yahweh
, dopo la distruzione del
Regno del Nord
ad opera degli
Assiri
. Cio contrasta con i dati storici e archeologici, che vedono la persistenza nell'ex Regno del Nord, divenuto la
Samaria
, del culto di Yahweh anche in epoca successiva, arrivando addirittura alla costruzione d'un Tempio rivale sul
Monte Garizim
, che officio sotto un sacerdozio legittimamente
aronnico
fino alla sua distruzione da parte dei Giudei sotto gli
Asmonei
, con
Giovanni Ircano
, nel 123 a.C.
Per i redattori biblici solo il culto di
Gerusalemme
era legittimo; pertanto il culto
samaritano
non meritava d'essere preso in considerazione.
Piu di cent'anni dopo, e invece il
Regno del Sud
ad essere invaso, ma, nonostante cio, e questa frazione minoritaria della popolazione israelitica ad elaborare la versione della religione ebraica che avrebbe dato vita al
giudaismo
, e quindi all'ebraismo cosi come lo conosciamo oggi.
Nella Bibbia, la cui redazione definitiva e opera di questo gruppo religioso, questi fedeli superstiti son chiamati
Resto d'Israele
.
E in questo periodo che iniziano ad assimilarsi le parole "ebrei" e "giudei", "ebraismo" e "giudaismo", sebbene non propriamente simili.
La deportazione dell'elite dei Giudei e avvenuta in tre momenti (cfr.
Geremia
52,28-30
[2]
).
La prima si verifico al tempo di Ioiachin (
597 a.C.
) a seguito della sconfitta del
Regno di Giuda
a causa dei Babilonesi; il
Tempio di Gerusalemme
fu parzialmente distrutto ed alcuni cittadini, scelti tra i piu importanti, furono esiliati.
Undici anni piu tardi (
587 a.C.
), dopo una rivolta contro l'impero al tempo del regno di
Sedecia
, la citta di Gerusalemme fu completamente rasa al suolo e vi fu una nuova deportazione. Termina cosi il
Regno di Giuda
.
Infine, cinque anni piu tardi, sempre secondo Geremia, un terzo esilio completo i precedenti.
Va pero tenuto presente che a Babilonia fu deportata l'elite religiosa, politica ed economica, e non la popolazione rurale, che rimase, sia al Nord che al Sud.
La Bibbia la conosce col nome collettivo di "
am ha'aretz
" (variamente tradotto come "genti della terra", "popoli del Paese", "genti del Paese"), ma testimonia che fra i rimasti un qualche tipo di culto di YHWH prosegui anche nel periodo di assenza dell'elite. Al punto che e la Bibbia a testimoniare come le "genti del paese" proposero ai "ritornati" di riedificare il Tempio ed officiare assieme, ricevendone in cambio uno sdegnoso e intransigente rifiuto.
Dopo la presa di Babilonia da parte dei
Persiani
,
Ciro
diede ai Giudei il permesso di ritornare nel loro paese di origine (
538 a.C.
) e di ricostruirvi il
Tempio di Gerusalemme
(
515 a.C.
); si dice che piu di quarantamila approfittarono del permesso. Ma i libri biblici testimoniano anche che molti restarono a Babilonia: essi costituirono il primo nucleo della
Diaspora ebraica
ed erano amministrati come comunita religiosa dall'
Esilarca
.
I
Persiani
avevano una concezione politica differente rispetto a quella dei
Babilonesi
e degli
Assiri
nell'amministrazione dei territori vinti: essi facevano governare la popolazione locale da persone del luogo.
Tempo prima, anche le elite delle tribu del
Regno di Israele
(il nord del paese) erano state deportate dagli Assiri e non avevano fatto piu ritorno; quindi i sopravvissuti all'esilio babilonese erano, ai propri occhi, tutto quello che restava dei "
figli di Israele
".
Il periodo dell'esilio fu di importanza fondamentale per la religione ebraica e di conseguenza per le religioni che ad essa si ispirano, come il cristianesimo e l'Islam.
Privati del culto del Tempio, ormai distrutto, i sacerdoti giudei e gli intellettuali deportati assieme ad essi elaborarono una versione della loro religione (meno legata al rituale del culto e maggiormente legata ai valori interiori e spirituali) molto innovativa, tale da permetterle di sopravvivere alla catastrofe ed anzi da uscirne rafforzata. Al punto da riuscire ad imporsi come "vera" interpretazione del culto di YHWH non solo agli "
am ha'aretz
" di Giuda, ma addirittura ai fedeli di YHWH di Samaria, che arrivarono ad adottare come canonica la redazione del
Pentateuco
elaborata durante e dopo l'esilio (ovviamente sostituendo sistematicamente la menzione del
Monte del Tempio
come unico luogo legittimo di culto con quella del loro
Monte Gherizim
).
Nella versione tramandata dal testo biblico, che e opera di questo gruppo d'intellettuali (che lo studioso
Morton Smith
ha battezzato efficacemente "partito di Yahweh-solo", per sottolinearne l'intransigente
monoteismo
), le innovazioni da loro prodotte si configurano come restaurazione dell'autentico culto tradizionale.
Il "partito di Yhwh-solo" si presenta in altre parole nel testo biblico non come il gruppo innovatore e rivoluzionario che fu, bensi come il "resto", anzi, come l'"unico" resto che si era "salvato" dalla catastrofe dell'esilio, della religione pre-esilica. Per questo motivo la Bibbia, soprattutto nei
Libri di Esdra
e di
Neemia
, presenta l'azione innovativa di questo partito come un'azione di semplice restaurazione del passato.
Nella realta storica e archeologica, invece, s'individua una serie di innovazioni importantissime, che caratterizzarono da quel momento in poi il giudaismo:
- Il definitivo trionfo del monoteismo piu intransigente e l'eliminazione definitiva di tutte le altre divinita del pantheon
cananeo
. Se la religione pre-esilica era stata fondamentalmente
enoteista
(riconosceva l'esistenza di altri dei, ma riteneva lecito per Israele esclusivamente il culto di YHWH) quella post-esilica e intransigentemente monoteistica: YHWH e l'unica divinita esistente, e lui a muovere la Storia, al punto che anche un sovrano persiano puo essere emissario della sua volonta, al punto da essere definito "Messia"
[3]
.
- La concentrazione del culto nelle mani dei
sacerdoti
, con l'esclusione o la relegazione in ruoli subordinati del rimanente personale di culto, come i
leviti
. Nei fatti la classe sacerdotale dovette adattarsi a un compromesso, sancito da libri come il
Levitico
, che elencano puntigliosamente ruoli e competenze che i leviti erano riusciti ad ottenere per se.
- L'esclusione del re - dapprima - dalla funzione sacerdotale, e poi la rinuncia pura e semplice alla figura regale. Fra i ritornati dall'esilio era presente l'ultimo discendente di
Davide
,
Zorobabele
, col ruolo di governatore, ma egli sparisce all'improvviso dalla Bibbia in circostanze misteriose (qualche studioso ha perfino ipotizzato un "colpo di Stato"), e dopo la sua sparizione nella Bibbia non si fa piu menzione della Casa Reale con ruoli di governo. Il modello del sacerdozio gerosolimitano diventa quello dei templi conosciuti durante l'esilio, che amministravano con funzioni civili (e l'assenso del sovrano, ovviamente) ampi territori, nel nome delle divinita (come
Marduk
) venerate.
- La definizione degli israeliti come popolo chiuso, a cui e fatto divieto mescolarsi con chiunque non avesse una discendenza israelitica. Il principio si applicava certamente agli "am ha'aretz", ma soprattutto agli esponenti di popolazioni non ebraiche deportate in Israele e Giuda, che si erano mescolati con gli indigeni e si erano convertiti al culto di YHWH. La Bibbia testimonia su questo punto un aspro scontro, che ci e documentato nella presenza di libri, come il
Libro di Ruth
, che al contrario sostengono l'importanza per il popolo ebraico di persone che vi appartennero per scelta e non per nascita, al punto da fare di una di queste persone (Ruth la Moabita appunto) nonna del re-eroe
Davide
, e quindi attraverso lui anche del futuro
Messia
.
- L'adozione dell'
aramaico
come lingua d'uso quotidiano e la riduzione dell'ebraico a lingua letteraria.
- L'adozione di un nuovo calendario cultuale.
- La scomparsa della
letteratura Profetica
(secondo la tradizione l'ultimo profeta biblico e
Malachia
, vissuto nel V secolo a.C.) e l'apparizione, al suo posto, della
letteratura Apocalittica
.
Al di la delle diverse "letture" del fenomeno, resta il fatto che l'esilio fu elemento fondante e di massima importanza per la religione giudaica, al punto che gli storici parlano concordemente di "epoca pre-esilica" e "post-esilica".
L'espressione "esilio babilonese" e usata estensivamente nei seguenti casi:
- ^
2Re 25:27
, su
laparola.net
.
- ^
Ger 52,28-30
, su
La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet
.
- ^
Ciro di Persia e l’unico non-israelita cui il testo biblico attribuisce il titolo di Messia: ≪Cosi dice il Signore al suo Messia, a Ciro, che egli ha preso per la sua destra per sottomettere le nazioni davanti a lui e spogliare i lombi dei re, per forzare le porte davanti a lui affinche le loro porte non siano piu chiuse≫ (Is 45,1).
- Giovanni Garbini
,
Il ritorno dall'esilio babilonese
, Paideia, Brescia 2001,
ISBN 978-88-394-0614-9
- Morton Smith
,
Gli uomini del ritorno. Il Dio unico e la formazione dell'Antico Testamento
, Essedue 1984.
- Peter R. Ackroyd, "Exile and Restoration: A Study of Hebrew Thought of the Sixth Century B.C." (SCM Press, 1968)
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- Rainer Albertz, Bob Becking (eds.), "Yahwism after the Exile" Van Gorcum, 2003)
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- Blenkinsopp, Joseph, "Judaism, the first phase: the place of Ezra and Nehemiah in the origins of Judaism" (Eerdmans, 2009)
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- Nodet, Etienne, "A search for the origins of Judaism: from Joshua to the Mishnah" (Sheffield Academic Press, 1999, original edition Editions du Cerf, 1997)
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- Becking, Bob, and Korpel, Marjo Christina Annette (eds), "The Crisis of Israelite Religion: Transformation of Religious Tradition in Exilic & Post-Exilic Times" (Brill, 1999)
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