≪Goldoni […] riusci il Galileo della nuova letteratura.≫
Carlo Osvaldo Goldoni
(
Venezia
,
25 febbraio
1707
?
Parigi
,
6 febbraio
1793
) e stato un
commediografo
,
avvocato
e
scrittore
italiano
, cittadino della
Repubblica di Venezia
.
Goldoni e considerato uno dei grandi padri della
commedia
moderna e deve parte della sua fama anche alle opere in
veneziano.
≪Ella pure nel nostro Veneto idioma; ma colla scelta delle parole, e colla robustezza dei sentimenti, ha fatto conoscere che la lingua nostra e capace di tutta la forza e di tutte le grazie dell'arte oratoria e poetica, e che usata anch'essa da mano maestra, non ha che invidiare alla piu elegante Toscana. Ella aveva cio dimostrato altre volte in varie pubbliche azioni, nelle quali vuole il sistema di questa ben regolata
Repubblica di Venezia
che del proprio nativo idioma gli Oratori si valgano, e la di Lei naturale facondia, unita al chiarissimo suo talento, ed allo studio incessante di cui si compiace, rende l'E. V. ammirabile nell'eta verde in cui si ritrova, e fa sperare in Lei coll'andar degli anni un benemerito cittadino di questa Patria gloriosa.≫
Carlo Goldoni nacque a
Venezia
il 25 febbraio del
1707
in una famiglia
borghese
d'origine
modenese
per parte paterna. In difficolta finanziarie in seguito agli sperperi del nonno paterno Carlo Alessandro, il padre
Giulio
si trasferi a
Roma
per studiare medicina, lasciando Carlo con la madre Margherita Salvioni. Pare non fosse riuscito a conseguire la licenza di medico, ma divenne comunque farmacista ed esercito la professione a
Perugia
, richiamando a se tutta la famiglia.
Goldoni ebbe modo di formarsi dunque dapprima nella
citta umbra
, venendo seguito inizialmente da un
precettore
per poi frequentare un collegio
gesuitico
, e infine a
Rimini
(dove nel frattempo s'erano trasferiti i genitori), studiando prima in un istituto gestito dai
domenicani
e poi presso un insegnante domenicano privato, tal Candini. Di questo periodo e noto l'episodio della fuga da Rimini a
Chioggia
al seguito di una compagnia di comici.
Tornato con la madre a
Venezia
nel
1721
, fece praticantato presso lo
studio legale
dello zio Giampaolo Indric. Nel
1723
passo al
collegio Ghislieri
dell'
Universita degli Studi di Pavia
grazie a una
borsa di studio
offerta dal marchese Pietro Goldoni Vidoni, protettore della famiglia, ma ne venne espulso prima di concludere il terzo anno per essere stato l'autore di un'
opera satirica
ispirata ad alcune fanciulle della borghesia locale. Fu poi a
Udine
e a
Vipacco
al seguito del padre, medico del conte Francesco Antonio Lantieri; qui si reco nel 1727 per un periodo di quattro mesi. Verso la fine del 1783, nella sua opera
Memoires
, defini la sosta come una "scampagnata", caratterizzata ogni giorno da un "abbondantissimo" trattamento gastronomico; in particolare cita: "un certo vino rosso che era definito crea-bambini, offrendo pretesto per piacevoli scherzi".
Ebbe cosi inizio un periodo piuttosto avventuroso della sua vita e, dopo aver ancora seguito il padre in
Friuli
,
Slovenia
e
Tirolo
, riprese gli studi presso l'
Universita di Modena
ma falli a causa di una crisi depressiva.
Nel
1729
si trasferi a
Feltre
per svolgere l'attivita di coadiutore della Cancelleria criminale. In questo periodo soggiorno presso Villa Bonsembiante a
Colvago di Santa Giustina
, dove, in forma ancora dilettantesca, scrisse
[1]
per il carnevale del
1730
[2]
due
intermezzi
comici ?
Il buon padre
(poi intitolato
Il buon vecchio
[3]
), che andra perduto, e
La cantatrice
? con cui debutto al
Teatro de la Sena
di
Feltre
[4]
[5]
[6]
. La passione per il teatro caratterizzava gia la sua inquieta esistenza. Con l'improvvisa morte del padre nel
1731
si dovette prendere carico della famiglia: tornato a
Venezia
, completo gli studi a
Padova
e intraprese la carriera
forense
.
Nel 1734 incontra a
Verona
il capocomico
Giuseppe Imer
e con lui torna a
Venezia
dopo aver ottenuto l'incarico di scrivere testi per il
teatro San Samuele
, di proprieta
Grimani
. Nascono cosi le prime tragicommedie scritte dal neo-avvocato per questa compagnia a partire da
Belisario
del
1734
,
Don Giovanni Tenorio
del
1735
fino a
Giustino
del
1738
. In questo periodo intreccia una burrascosa relazione con l'attrice
Passalacqua
[7]
. Successivamente, seguendo a
Genova
la compagnia Imer, conobbe e sposa
Nicoletta Connio
. Con lei Goldoni torna a
Venezia
.
Nel
1738
Goldoni presenta al teatro San Samuele la sua prima vera commedia, il
Momolo cortesan
, con la sola parte del protagonista interamente scritta. A
Venezia
, dopo la stesura della sua prima commedia con tutte le parti interamente scritte,
La donna di garbo
(1742-43), e costretto a fuggire a causa dei debiti.
Continua a lavorare nel teatro durante la
guerra di successione austriaca
curando gli spettacoli di
Rimini
occupata dagli austriaci; poi soggiorna in
Toscana
a Pisa (1744-1748]], praticando principalmente l'attivita di avvocato, ma non abbandona i contatti con il mondo teatrale e a
Livorno
sceglie definitivamente di seguire l'attivita di commediografo, convinto dal capocomico
Girolamo Medebach
col quale sottoscrive un contratto come scrittore per la sua compagnia che recita a
Venezia
al
teatro Sant'Angelo
. Nel 1748 tornato a
Venezia
continua a scrivere per la compagnia fino al
1753
una serie di commedie, in cui, distaccandosi dai modelli della
commedia dell'arte
, realizza i principi di una "riforma" del teatro. A questo periodo appartengono
L'uomo prudente
,
La vedova scaltra
,
La putta onorata
,
Il cavaliere e la dama
,
La buona moglie
,
La famiglia dell'antiquario
e
L'erede fortunata
: qui, tranne nell'ultima, emergono le polemiche sulla novita del teatro goldoniano e la rivalita con l'abate
Pietro Chiari
.
Nel
1750
realizza inoltre le famose sedici commedie in un solo anno (frutto di una scommessa con il suo pubblico e con
Medebach
):
Il teatro comico
(primo importante esempio di
teatro nel teatro
, che si puo considerare il manifesto della sua riforma teatrale),
Le femmine puntigliose
,
La bottega del caffe
,
Il bugiardo
,
L'adulatore
,
Il poeta fanatico
,
La Pamela
(tratta dal romanzo di
Samuel Richardson
),
Il cavaliere di buon gusto
,
Il giuocatore
,
Il vero amico
,
La finta ammalata
,
La dama prudente
,
L'incognita
,
L'avventuriere onorato
,
La donna volubile
e
I pettegolezzi delle donne
.
L'attivita per il Medebach continua poi con
Il Moliere
,
L'amante militare
,
Il feudatario
,
La serva amorosa
, fino a
La locandiera
e a
Le donne curiose
(in difesa della
massoneria
).
Dopo aver rotto con il Medebach, Goldoni assume un nuovo impegno nel
1753
, questa volta con il
teatro San Luca
, di proprieta
Vendramin
. Comincia quindi un periodo travagliato in cui Goldoni scrive varie tragicommedie e commedie. Deve adattare i propri testi innanzitutto per un edificio teatrale e un palcoscenico piu grandi di quelli a cui era abituato, e per attori che non conoscono il suo stile, lontano dai modelli della
commedia dell'arte
: fra le tragicommedie ha un gran successo la
Trilogia persiana
; tra le commedie si possono ricordare
La cameriera brillante
,
Il filosofo inglese
,
Terenzio
,
Torquato Tasso
ed il capolavoro
Il campiello
.
Ha grandi risultati artistici con
Gl'innamorati
, commedia in italiano e in prosa, con
I rusteghi
, in veneziano e in prosa e con
La casa nova
e
La buona madre
. Nel 1761 Goldoni e invitato a recarsi a
Parigi
per occuparsi della
Comedie Italienne
. Vitale e l'ultima stagione per il
Teatro San Luca
, prima della partenza, dove produsse
La trilogia della villeggiatura
,
Sior Todero brontolon
,
Le baruffe chiozzotte
e
Una delle ultime sere di carnovale
.
Giunto a
Parigi
nel
1762
, Goldoni aderi subito alla politica francese, dovendo anche affrontare varie difficolta a causa dello scarso spazio concesso alla Commedia Italiana e per le richieste del
pubblico
francese, che identificava il teatro italiano con quella
commedia dell'arte
da cui Goldoni si era tanto allontanato.
Goldoni riprese una battaglia di riforma: la sua produzione presentava testi destinati alle scene parigine e a quelle veneziane.
Goldoni fu chiamato ad insegnare l'italiano alla figlia del re di Francia
Luigi XV
e in seguito alle sorelle del futuro
Luigi XVI
a
Versailles
e nel 1769 ebbe una pensione di corte
[8]
. Tra il 1771 e il '72 scrive due opere -
Le bourru bienfaisant
e
L'avare fastueux
. Tra il 1784 e il 1787 scrisse in francese la sua autobiografia,
Memoires
. La
rivoluzione francese
sconvolse la sua vita e, con la soppressione delle pensioni che gli erano state concesse dal re, mori nella miseria il 6 febbraio 1793, 19 giorni prima di compiere 86 anni.
Le sue ossa sono andate disperse.
Il giorno dopo la sua morte, su proposta di Giuseppe Maria Chenier, il fratello di
Andre Chenier
, la
Convenzione
decretava che la pensione gli fosse restituita e che di conseguenza andasse all'amatissima moglie Maria Nicoletta Connio, rimasta vedova.
[9]
Goldoni fu iniziato al massimo grado della
Massoneria
, secondo
Giordano Gamberini
, che cita lo storico
Carlo Francovich
.
[10]
Tale informazione viene ripresa anche dal veneziano Luigi Danesin, ex Gran Maestro della
Gran Loggia d'Italia degli Alam
.
[11]
[12]
I testi goldoniani sono sempre legati a precise occasioni teatrali e tengono conto delle esigenze degli attori, delle compagnie, degli stessi
edifici teatrali
cui e destinata la loro prima rappresentazione. Il passaggio alla
stampa
modificava spesso i testi: l'autore si rivolgeva, con le edizioni a stampa, a un pubblico piu vasto ed esigente rispetto a quello che frequentava i teatri.
L'intera opera goldoniana si offre come un'ininterrotta serie di situazioni, si svolge attraverso un "quotidiano parlare", a una attenta rappresentazione del reale, volta a riportare nel teatro proprio quella realta che il fenomeno della commedia dell'arte, attraverso la propria degenerazione, aveva allontanato; il
linguaggio
dei personaggi, intriso di dati concreti, si risolve tutto nei loro incontri mostrandosi indifferente alle tradizionali prospettive letterarie e formali.
Passando continuamente dall'italiano al veneziano e viceversa, Goldoni da spazio a diversi usi sociali del
linguaggio
, in base alle varie situazioni in cui vengono a trovarsi i personaggi delle sue opere. Il suo italiano, influenzato dal veneziano e caratterizzato da elementi settentrionali, e quello del mondo borghese, lontano dalla purezza della tradizione
classicistica
toscana.
Il dialetto veneziano non e per Goldoni uno strumento di gioco, ma un linguaggio concreto e autonomo, diversificato dagli strati sociali dei personaggi che lo utilizzano.
La prima fase dell'opera goldoniana arriva fino al
1748
, quando accetto in maniera definitiva la professione teatrale: comincia a sperimentare e confrontarsi con la
commedia dell'arte
. Goldoni, analizzando il ruolo del genere comico, rivendica l'onore e la dignita dei comici e critica la banalita delle convenzioni della
commedia dell'arte
. L'elemento principale della riforma e il richiamo alla natura, che si confronta continuamente con la realta quotidiana.
La prefazione all'edizione "Asgarra Bettinelli" indica i libri essenziali della formazione goldoniana: quello del "mondo", che gli ha mostrato gli aspetti naturali degli uomini, e quello del "teatro", che gli ha insegnato la tecnica della scena e del comico.
Con la quarta fase, si presenta un'armonia e contraddittorieta tra "mondo" e "teatro".
L'ultima fase, costituita dall'esperienza francese, nasce tra parecchie difficolta: non si ha piu riscontro del mondo veneziano, che e stato l'ispirazione di Goldoni.
La sensibilita teatrale di Goldoni lo porta lontano dai principi della riforma. In alcune sue commedie vi sono parecchi riferimenti alla
commedia dell'arte
: la permanenza delle maschere e caricature e deformazioni di comicita. Altre tracce si possono ritrovare in certi intrecci e nella distribuzione delle scene.
Goldoni scrisse anche libretti melodrammatici, quindici
intermezzi
[13]
e cinquanta drammi giocosi: tra questi
L'Arcadia in Brenta
,
Il mondo della luna
,
La buona figliuola
,
musicata da
Niccolo Piccinni
.
Egli fu conosciuto per il suo
illuminismo
popolare, che critica ogni forma di ipocrisia dando importanza alla classe sociale dei piccoli borghesi. Goldoni aspira a un pacifico mondo
razionale
(ottimismo di matrice razionalistico-
illuminista
), accettando le gerarchie sociali, distinguendo i diversi ruoli della
nobilta
, della
borghesia
e del
popolo
. Conscio dei conflitti che possono sorgere tra le varie classi, dando spazio nel suo teatro al conflitto tra nobilta e borghesia, secondo Goldoni, un uomo si puo affermare indipendentemente dalla classe cui appartiene, attraverso l'onore e la reputazione di fronte all'opinione pubblica.
Ogni individuo se onorato accetta il proprio posto nella scala sociale e rimane fedele ai valori della tradizione mercantile veneziana: onesta, laboriosita, ecc.
Goldoni offre l'immagine di una trionfante affermazione della missione teatrale, di un sicuro proposito di riforma sostenuto da una spontanea gaiezza. La sua figura appare come un'immagine che rappresenta cordialita, disposizione al sorriso e alla
gioia
, disponibilita umana.
Dietro quest'immagine gaia, vi e un'inquietudine, scaturita dall'estraneita dell'io narrante rispetto alle vicende, che si trasforma in un continuo interrogarsi su se stesso e sul mondo, in una forma di inquieta ipocondria.
Per tutta la sua vita, Goldoni e alla ricerca di legittimazione di se stesso, del proprio fare teatro: cio converge con il suo rifiuto di una tranquilla professione borghese. Non essendo nato all'interno dell'ambiente teatrale e venendo da un contesto diverso, non riesce ad accettare il teatro cosi com'e, ma cerca di riformarlo, cercando di fondare un nuovo teatro onorato.
Nel
libro del Mondo
, Goldoni rivolge la propria attenzione sia ai vizi, che il suo teatro vuole colpire e correggere, sia a qualita e virtu, da mettere in risalto. Ogni opera di Goldoni contiene una sua
morale
, sottolineando nelle premesse il ruolo
pedagogico
dei caratteri. Il teatro attinge dal mondo riferimenti, spunti, allusioni e richiami alla vita quotidiana.
L'opera goldoniana racchiude tutta la vita della
Venezia
e dell'
Italia
contemporanea, assumendo cosi la qualita di un modernissimo realismo.
I borghesi assumono il ruolo centrale tra le varie classi sociali sulle scene goldoniane: nelle prime opere sono positivi, a partire dalla figura di
Momolo
, "
uomo di mondo
". La maschera di
Pantalone
diventa immagine delle buone qualita del mercante veneziano. I nobili appaiono senza valori. I servi, conservando la schematicita della
commedia dell'arte
, si segnalano per la gratuita intelligenza; commedia esemplare in tal senso e
La famiglia dell'antiquario
.
La vecchia aristocrazia e messa in ridicolo per la sua arroganza: ad esempio il conte Anselmo ne
La famiglia dell'antiquario
, il conte di Albafiorita e il Cavaliere di Ripafratta ne
La locandiera
. La borghesia e colta nei suoi aspetti positivi (intelligenza, intraprendenza), ma anche negativi (avidita, opportunismo). Il popolo minuto (comari, pettegole, gondolieri, pescatori) e rappresentato nella sua rozzezza ma, nel contempo, nel suo istintivo buon senso, nell'operosita e nelle virtu familiari.
Goldoni deve la sua fama, oltre che alle diverse opere che scrisse, alla riforma del
teatro
. Prima della riforma "goldoniana" esisteva un altro tipo di teatro: la
commedia all'improvviso
, nella quale gli attori non avevano un testo scritto da studiare e da seguire durante le rappresentazioni bensi solo una traccia
generale da seguire, detta canovaccio.
Goldoni fu il primo in Italia a volere un testo interamente scritto per ogni attore. Nel 1738 compose un'opera di cui scrisse per intero la parte del protagonista (
Il Momolo Cortesan
) e, nel 1743 mise in scena la prima opera teatrale con un testo interamente scritto (
La donna di garbo
).
Negli ultimi anni veneziani, le commedie cominciano ad andare in crisi. Ecco che le figure dei servi assumono un nuovo spazio, muovendo critiche alla ragione borghese dei padroni. Il mondo popolare goldoniano, pieno di purezza e vitalita ? qualita assenti in quello borghese ?, si regge sugli stessi valori di quest'ultimo, ancora incontaminati.
Per Goldoni, una componente essenziale del mondo e l'
amore
. Questo sentimento presente nei giovani sulle scene e subordinato a regole sociali e familiari, sottostante alla reputazione e all'onore. La reticenza di Goldoni sulle sue avventure amorose raccontate nei
Memoires
e presente anche nelle sue commedie.
Per Goldoni il teatro ha una forte valenza istituzionale, e una struttura produttiva, retta da principi economici simili a quelli che regolano la vita del mondo. Va ricordato che egli fu uno scrittore che viveva, si manteneva con i profitti del suo lavoro, cosa che gli creo non pochi problemi con la societa intellettuale del tempo, che lo accuso di ridurre a merce l'attivita letteraria (ne e un esempio la fortissima polemica mossagli dal conte
Carlo Gozzi
). Questa forza porta la commedia goldoniana al di la della naturale rappresentazione della vita contemporanea.
Goldoni ha una visione critica del mondo, in quanto turba l'equilibrio dei valori della vita delle classi sociali rappresentate. Tale visione va oltre le intenzioni dell'autore e il modello della sua riforma.
Nelle scene goldoniane si ha la sensazione di un'insanabile irrequietezza, che si sospende con il
lieto fine
tradizionale, sancito dai soliti matrimoni. I rapporti di questo mondo sono soltanto esteriori, sorretti dal principio della reputazione. Cosi Goldoni anticipa alcune forme del
dramma borghese
ottocentesco.
Il segreto del comico goldoniano consiste nel singolare piacere del vuoto dello scambio sociale, dell'estraneita tra i personaggi dialoganti e della crudelta di vita di relazione.
La riforma di Goldoni e il risultato di un'attenta osservazione delle tecniche dei commediografi del suo tempo, verso il progressivo distacco dalla commedia dell'arte che dominava da quasi due secoli.
Alla necessita di riformare la commedia molti avevano risposto con vari espedienti quali la traduzione in italiano di commedie spagnole o francesi. Spesso, pero, come sottolinea Goldoni nella prefazione alla prima raccolta delle sue commedie, il prodotto finale si discostava dai “gusti delle Nazioni” in quanto, provenendo da un contesto estraneo, non teneva conto dei costumi e dei linguaggi dei destinatari. “Mercenari comici” per ovviare a tale difetto si impegnarono nell'alterare il recitato tramite improvvisazioni mirate a sfigurare le commedie d'origine, in modo che “piu non si conobbero per Opere di que' celebri Poeti”. Nel popolo, pero, regnava il malcontento.
Gli scrittori barocchi e soprattutto i
marinisti
, cosi, avevano tentato di introdurre innovazioni quali “macchine”, “trasformazioni”, “decorazioni”, musica, canto, danza, pantomima, acrobazia, e persino gioco di prestigio. L'inserimento di intermezzi musicali era sembrato inizialmente una soluzione efficace, lo stesso Goldoni ne aveva fatto uso in
La pupilla
,
La birba
,
Il filosofo inglese
,
L'ipocondriaco
,
La bottega del caffe
,
L'amante cabala
,
La contessina
,
Il barcaiuolo
, ma “non tardo l'Uditorio a sentire quanto poca relazione colla Commedia abbia la Musica”.
E proprio confrontando le soluzioni dei vari commediografi che Goldoni riesce a cogliere che il successo di una rappresentazione risiedeva in “alcuni gravi ragionamenti e istruttivi, alcun dilicato scherzo, un accidente ben collocato, una qualche viva pennellata, alcun osservabil carattere, una dilicata critica di qualche moderno correggibil costume”, ma soprattutto cio che piu allettava il pubblico era il ricorso al semplice e al naturale.
Come egli stesso ricorda, queste intuizioni non significarono immediatamente il successo delle sue opere: “Quando si studia sul libro della Natura e del Mondo, e su quello della sperienza, non si puo per verita divenire Maestro tutto d'un colpo; ma egli e ben certo che non vi si diviene giammai, se non si studiano codesti libri”. Il successo della sua riforma teatrale e indiscutibilmente, infatti, legato alla gradualita nell'introduzione del rinnovamento.
“Sebben non ho trascurata la lettura de' piu venerabili e celebri Autori, da' quali, come da ottimi Maestri, non possono trarsi che utilissimi documenti ed esempli: contuttocio i due libri su' quali ho piu meditato, e di cui non mi pentiro mai di essermi servito, furono il Mondo e il Teatro”.
Inizialmente Goldoni colse naturalmente le peculiarita dei vari individui, analizzando allo stesso tempo “i segni, la forza, gli effetti di tutte le umane passioni”; gli si presentano, cosi, avvenimenti curiosi e situazioni che sottolineano i vizi e i difetti di ognuno. Come egli stesso evidenzia, si trattava di acquisire la consapevolezza di quel materiale degno della “disapprovazione o della derisione de' Saggi”. Osservare il reale allora consentiva anche di apprendere dai virtuosi quali fossero i mezzi con i quali la virtu resisteva alla corruzione dei costumi, sottolineando cosi l'importanza di un teatro a fine pedagogico, che rappresentasse un mondo di valori positivi, ai quali il pubblico potesse ispirarsi attraverso la rappresentazione delle sue commedie (uno dei cardini fondamentali della sua riforma).
Dall'analisi del secondo, invece, comprende come rappresentare sulla scena i caratteri, le passioni e gli avvenimenti che il libro del Mondo gli mostrava. Apprende quindi le tecniche per ombreggiare o dare rilievo alle diverse situazioni, destando la meraviglia o il riso. Il connubio naturalezza e buon garbo risultavano la formula vincente per generare nel cuore dello spettatore “quel tal dilettevole solletico” che nasce dall'aver riconosciuto come propri i comportamenti descritti, senza offendere. Il Teatro, inoltre, in particolare tramite la messa in scena delle sue commedie, gli consente di conoscere il gusto del pubblico e dunque di regolare il proprio su quello di coloro che deve soddisfare. Nonostante le critiche che possono essere da tale atteggiamento generate, egli ricorda che “convien lasciar padrone il Popolo egualmente che delle mode del vestire e de' linguaggi”. Da qui il suo importante studio anche degli attori che poi dovevano dar vita ai personaggi delle sue commedie, il tener conto del loro carattere, natura e inclinazioni, fino a scrivere addirittura delle parti conseguenti a chi poi le avrebbe rappresentate, apporto fondamentale nel progetto di portare il "Mondo" nel "Teatro", e garanzia di successo attraverso l'approvazione di un pubblico che si dimostrava sensibile alla rappresentazione della vita reale.
“La natura e una universale e sicura maestra a chi l'osserva”. Proprio perche la commedia e frutto di osservazione e analisi l'improvvisazione, corredata dal semplice “canovaccio”, e sostituita da un dettagliato copione.
Goldoni, cosi, animato dall'amor di verita, abbandona la scrupolosa unita del luogo o quelle che definisce “stiticita”, come l'imposizione di impedire che piu di quattro personaggi parlino in una medesima scena. Inevitabile e il ripudio della commedia dell'arte e dell'imitazione degli antichi. Ne consegue il rifiuto di personaggi fissi stereotipati e di intrecci quasi obbligati. Scomparse le maschere, nacquero i caratteri e gli eventi ispirati alla vita semplice e modesta, borghese o popolana.
Il linguaggio stesso e ora teso a soddisfare la materia trattata e il suo contesto, e dunque non piu barocco, ma quotidiano, parlato e dialettale.
Solo uno stile semplice, naturale, non accademico od elevato puo consentire ai sentimenti di esser veri, naturali, non ricercati e alla portata di tutti. “Questa e la grand'Arte del Comico Poeta, di attaccarsi in tutto alla Natura, e non iscostarsene giammai”.
Innovare significa, pero, scontrarsi con la tradizione, percio Goldoni fu oggetto di numerose critiche, provenienti in particolare dagli accademici e conservatori del suo tempo. A questi che lo definivano plebeo, volgare, triviale Goldoni risponde che “Coloro che amano tutto all'antica, e odiano le novita, assolutamente parmi che si potrebbono paragonare a que' Medici, che non volessero nelle febbri periodiche far uso della
chinchina
per questa sola ragione, che
Ippocrate
o
Galeno
non l'hanno adoperata”.
Le stesse critiche sono per il commediografo una vittoria, il realizzarsi di un suo intento: “se quelli che o due o tre anni fa sofferivano sul Teatro improprieta, inezie, Arlicchinate da mover nausea agli stomachi piu grossolani, son divenuti al presente cosi dilicati, che ogn'ombra d'inverisimile, ogni picciolo neo, ogni frase o parola men che toscana li turba e travaglia, io posso senza arroganza attribuirmi il merito d'aver il primo loro ispirata una tal dilicatezza col mezzo di quelle stesse Commedie che alcuni di essi indiscretamente, ingratamente, e fors'anche talvolta senza ragione si sono messi, o si metteranno a lacerare”.
Nel
1734
inizia la vera carriera teatrale di Carlo Goldoni; come lui stesso ha testimoniato, non poteva entrare nello spettacolo come guitto anche per il rispetto delle "sue vestimenta". Fu per questo motivo che inizio con un genere ibrido, molto apprezzato nel Settecento, ovvero la
tragicommedia
.
Proprio grazie all'incontro con la Compagnia di Imer Goldoni pote accedere al vasto repertorio delle
tragicommedie dell'arte
che la compagnia metteva in scena in genere per mettere in burla storie tragiche d'ambito antico o pastorale attraverso i lazzi degli zanni.
Il giovane Goldoni giunto al teatro con idee rivoluzionarie non poteva tollerare che quest'insieme di lazzi slegati dalla trama, che servivano soltanto a mettere in luce i vari talenti degli attori, desse un effetto cosi disorganico alla storia rappresentata da farla sparire tra i lazzi e le buffonerie.
Goldoni inizio un ampio lavoro di ripulitura con la sua prima tragicommedia
Belisario
che fu un vero e proprio trionfo scenico per Goldoni, ben 40 rappresentazioni continuative soltanto nel carnevale del 1734, mai nessun'altra opera di Goldoni avra un successo cosi unanime, Venezia aveva scoperto un giovane talento. Dopo il
Belisario
, Goldoni mise in scena altre tragicommedie riformate come
Don Giovanni Tenorio
,
Rinaldo di Mont'Albano
,
Giustino
e varie altre prima di iniziare la sua carriera di commediografo.
Ma la sua inclinazione alla tragicommedia dopo il periodo della commedia riformata si fece di nuovo impellente e nacquero
tragicommedie romanzesche
come la
Trilogia persiana
nata anche per tamponare gli attacchi dell'
Abate Chiari
, ma anche tragicommedie gia di stampo pre-illuminista come
La peruviana
e
La bella selvaggia
.
Nel
1738
Goldoni scrisse le sue prime
commedie
,
Momolo cortesan
,
Il Momolo sulla Brenta
e
Il mercante fallito
. Ristampate in seguito rispettivamente con i titoli
L'uomo di mondo
,
Il prodigo
,
La bancarotta
, tali commedie costituiscono un concreto tentativo di regolamentazione della commedia. Le prime tre commedie contenevano parti
recitate
"a soggetto", ma con limitazioni sempre piu forti e parti scritte, nel tentativo di educare sia gli attori professionisti, sia il pubblico generico a una commedia di carattere e di costume regolamentata nella sua forma. Tali commedie, in un secondo tempo, furono riscritte per intero.
La donna di garbo
, del
1743
, e la prima commedia scritta in ogni sua parte e con veri caratteri. Nonostante il successo della nuova commedia, Goldoni, nel
1745
, con
Il servitore di due padroni
, torno al compromesso tra parti scritte e
a soggetto
ed alle maschere della commedia dell'arte, pur mantenendo l'apertura sulla realta. Anche nella redazione completamente scritta del
Servitore di due padroni
(
1753
) Goldoni conserva l'essenzialita della forma originale che sfrutta l'azione
mimica
e scenica, traducendola in un dialogo rapidissimo in cui le parole indicano il movimento, recuperando il meglio della commedia dell'arte per riproporlo nella commedia scritta organica nel suo ritmo di scena e nello studio sociale e personale dei caratteri dei personaggi.
L'equilibrio e raggiunto ne
La famiglia dell'antiquario
(
1749
) in cui la situazione e ben determinata e ricca di riferimenti alla vita contemporanea (urto fra generazioni, tensione fra suocera e nuora di differente estrazione sociale: la giovane, figlia di un ricco mercante, pretenziosa e vendicativa, e la matura dama orgogliosa e sprezzante. La linea secondaria e giocata sulle figure dello sciocco antiquario e del suo servo truffatore).
Tra il
1749
e il
1750
, Goldoni preciso la propria poetica e difese la propria consapevole opera di riforma.
Il teatro comico
fu la prima delle sedici nuove commedie promesse all'impresario
Girolamo Medebach
per il
1750
. Ne
Il bugiardo
e ne
La bottega del caffe
il personaggio centrale e messo in evidenza dalla coralita dei personaggi minori che ne sottolineano la caratterizzazione. Le altre commedie del
1750
sono invece piu ripetitive, farsesche o improntate a ricordi autobiografici.
La bottega del caffe
delinea il ritratto di una piazzetta veneziana, animata dalla presenza di una bottega di caffe e di altri locali che permettono ai personaggi un vivace gioco di entrate e di uscite. Questo movimento assume un significato opposto per i due personaggi principali: il caffettiere Ridolfo, uomo onorato, e il nobile spiantato don Marzio. La vicenda si conclude con la vittoria del bene e l'espulsione di don Marzio dalla scena.
Il capolavoro degli anni fra il
1750
e il
1753
, e forse la sua opera piu famosa, e
La locandiera
.
Mirandolina
, locandiera fiorentina, esuberante, complessa, affascinante, sempre lucida e capace di autocontrollo, domina la commedia superando ogni ostacolo per fare a proprio modo, badare ai propri affari di locandiera, assicurandosi tranquillita, agi, e mirando a un costante equilibrio tra reputazione, interesse e liberta, senza andare in sposa ai tanti uomini rimasti da lei affascinati. Gli altri personaggi, piu semplici, ma ben individuati, fanno risaltare la figura della protagonista.
La locandiera
chiude una fase dell'arte goldoniana.
Ne
La finta ammalata
, il personaggio di Rosaura ripropone l'immagine della donna pronta a finzioni di ogni sorta pur di concentrare l'attenzione su di se. In questo caso l'ironia goldoniana diviene
satira
e si rivolge contro la medicina.
[14]
In concorrenza con
Pietro Chiari
, Goldoni produsse alcune tragedie romanzesche in versi di tipo letterario e accademico, anche se i risultati piu felici del periodo sono sicuramente le commedie, soprattutto
Il campiello
(in settenari piu endecasillabi) del
1755
, forse pittoresca e dispersiva, ma denotata da realismo borghese.
Il campiello
e una commedia corale che narra i diversi momenti della vita quotidiana del popolo in una piazza veneziana.
Con
Gl'innamorati
del
1759
, si apre un nuovo periodo in cui Goldoni approfondisce le sfumature
psicologiche
che ruotano intorno all'inquietudine d'amore che turba l'idillio smorzando la linea apertamente comica. La
gelosia
tra Eugenia e Fulgenzio (i due giovani protagonisti) e il motore dell'opera. Ricca di situazioni comiche tipiche della commedia dell'arte il testo non risparmia critiche alla societa, mettendone in risalto la mediocrita e le ipocrisie, attraverso la caratterizzazione degli altri
personaggi
.
Il tema dell'inquietudine, dell'amore, della gelosia e ampliato da Carlo Goldoni nella
Trilogia della villeggiatura
(
Le smanie per la villeggiatura
,
Le avventure della villeggiatura
,
Il ritorno dalla villeggiatura
), assai impegnativa per impianto, azione e temi. Nella trilogia l'amore rischia di travolgere l'onore e le norme morali. Goldoni rappresenta un nucleo familiare messo in pericolo dalla passione amorosa e dalla dissipazione economica, causata dal fatuo desiderio di ben figurare in societa, a cui oppone una saggezza concreta e la consapevolezza dei propri limiti economici e della propria condizione sociale, in una complessa struttura di situazioni, comportamenti, caratteri, ambienti, rappresentando cosi l'evoluzione del sentimento amoroso, in un crescendo passionale, riportando poi la situazione nei limiti del buon senso.
Tra il
1760
e il
1762
, Goldoni scrisse alcune commedie di ambientazione veneziana che costituiscono dei veri capolavori:
I rusteghi
(1760),
La casa nova
(
1760
),
Sior Todero brontolon
(
1762
),
Le baruffe chiozzotte
(
1762
), e
Una delle ultime sere di carnovale
(
1762
). In tali commedie, l'esperienza artistica di Goldoni e ormai matura nel rappresentare, con misura e acume, lo scontro tra generazioni e tra caratteri e la ricerca di un ordine improntato ad una ragionevole moralita. In queste grandi commedie di carattere e di ambiente la realta si concretizza, i caratteri si precisano.
I rusteghi
e una commedia in lingua veneta. Fu rappresentata per la prima volta a Venezia al teatro San Luca verso la fine del carnevale del
1760
e pubblicata nello stesso anno. Rappresenta il piccolo e sereno mondo borghese composto da quattro vecchi rustici, ostili al presente e legati agli antichi valori del mondo mercantile. In contrapposizione, un gruppo di donne e di giovani che sentono il richiamo del presente, della gioia di vivere e della felicita, rappresentato dal carnevale. Tutto e giocato sul conflitto generazionale, che vede il trionfo dei giovani.
La casa nova
e una commedia perfettamente equilibrata ed elegante, in cui emerge la profonda simpatia di Goldoni per i personaggi comuni e antieroici. Anzoletto, giovane borghese preda di una forte crisi economica, ha una sorella, Meneghina, e una moglie, Cecilia, che si scontrano violentemente; tutta la scena e giocata sui due piani di un palazzo, nel quale convivono due abitazioni borghesi.
In
Le baruffe chiozzotte
Goldoni presenta la vita dei pescatori di
Chioggia
, i loro amori, i loro problemi quotidiani, i loro scontri e le loro tenerezze; l'esatta imitazione della natura si regge qui sull'uso dello stesso dialetto di
Chioggia
e si anima di un'intensa nostalgia: segna il trionfo del popolo minuto, delle sue tradizioni, del suo linguaggio fatto di battute brevi e semplici, solo apparentemente casuali, nel giro arioso di pettegolezzi che si addensano in tempesta fino al prorompere della baruffa fra le donne.
A
Parigi
Carlo Goldoni fu costretto, dall'identificazione francese della commedia italiana con la farsa e l'intreccio puro, a tornare alla recitazione a soggetto e a ripercorrere il processo di rinnovamento gia attuato in Italia, tornando al compromesso tra parti scritte e a soggetto, ripresa delle maschere e forte gioco d'intreccio con effetti grotteschi e facili caricature, equivoci, sorprese.
In tale ambito nacque
Il ventaglio
, opera di singolare finezza compositiva, che nel
1764
fu totalmente scritta in italiano e inviata a
Venezia
per essere rappresentata. Nella commedia l'azione si materializza nel ventaglio che passa di mano in mano e si risolve nel fragile fuoco d'artificio di brevissime battute. La commedia veneziana, scritta a
Parigi
, segna l'abbandono da parte di Goldoni del teatro dei comici italiani in
Francia
, fuor che per un breve periodo, verso il 1778, quando gli furono commissionati alcuni lavori per la Comedie Italienne rimasti inediti.
[15]
Solo nel
1771
e nel
1772
, Goldoni torno al teatro, con due commedie in francese:
Le bourru bienfaisant
e
L'avare fastueux
, dignitose ma grigie; mentre del tutto infruttuoso risultera qualche anno dopo il tentativo di risollevare le sorti della declinante
Comedie-Italienne
, come egli stesso racconta nei
Memoires
. In quell'occasione, su richiesta degli attori, Goldoni compose “tre commedie lunghe e altrettante brevi” a soggetto, alcune delle quali erano certamente destinate al Camerani e al celebre Bertinazzi. I titoli cui la critica fa riferimento sono
La guerra dei bergamaschi
,
I mercanti
,
Tal serva tal padrona
,
Arlecchino elettrizzato
,
Scapino geloso
e
I nastri color rosa
. Nessuna di queste opere fu rappresentata a causa del decreto di soppressione delle recite italiane che entro in vigore nel 1779.
La citta e l'anno si riferiscono alla prima rappresentazione
.
Libretti per opere serie:
- Amalasunta
(composto nel 1732 e successivamente bruciato dall'autore)
- Gustavo primo re di Svezia
(musicato da
Baldassare Galuppi
, 25 maggio 1740, Venezia)
- Oronte, re de' Sciti
(musicato da
Baldassare Galuppi
, 26 dicembre 1740, Venezia)
- Statira
(musicata da
Pietro Chiarini
, 1741)
Libretti per opere giocose:
- La contessina
(revisione di
Marco Coltellini
, musicato da
Florian Leopold Gassmann
e
Filippo Maria Gherardeschi
, 3 settembre 1770, Mahrisch-Neustadt)
- Il filosofo di campagna
(musicato da
Baldassare Galuppi
, 26 ottobre 1754, Venezia)
- La buona figliuola
(musicato da
Egidio Romualdo Duni
, 1756, Parma; musicato da
Niccolo Piccinni
, 6 febbraio 1760, Roma)
- La buona figliuola maritata
(musicato da
Niccolo Piccinni
, 10 giugno 1761, Bologna; musicato da
Johann Gottfried Schwanenberger
, 1764, Brunswick)
- Il festino
(musicato da
Antonio Ferradini
, 1757)
- Il viaggiatore ridicolo
(musicato da
Antonio Maria Mazzoni
, 1756; musicato da
Florian Leopold Gassmann
, 1766, Vienna)
- Vittorina
(musicato da
Niccolo Piccinni
, 1763)
- Il re alla caccia
(musicato da
Baldassare Galuppi
, 1763)
- I volponi
(compositore sconosciuto, 1777)
- Il mercato di Malmantile
(musicato da
Domenico Fischietti
, 26 dicembre 1757, Venezia; musicato da
Domenico Cimarosa
come
La vanita delusa
, primavera 1784, Firenze; musicato da
Nicola Antonio Zingarelli
come
Il mercato di Monfregoso
, 22 settembre 1792, Milano)
- La calamita de' cuori
(musicato da
Baldassare Galuppi
, 26 dicembre 1752, Venezia)
- Il mondo della luna
(musicato da
Baldassare Galuppi
, 29 gennaio 1750, Venezia; musicato da
Franz Joseph Haydn
, 3 agosto 1777, Esterhaza; musicato da
Giovanni Paisiello
, 24 settembre 1783, San Pietroburgo)
Digitalizzato
- L'arcadia in Brenta
(musicato da
Baldassare Galuppi
, 14 maggio 1749, Venezia)
- Il mondo alla roversa ossia Le donne che comandano
(musicato da
Baldassare Galuppi
, 14 novembre 1750, Venezia)
- Il paese della cuccagna
(musicato da
Baldassare Galuppi
, 7 maggio 1750, Venezia)
- Il conte Caramella
(musicato da
Baldassare Galuppi
, 18 dicembre 1749, Verona)
- Le nozze
(musicato da
Baldassare Galuppi
, 14 settembre 1755, Bologna; musicato da
Giuseppe Sarti
, 14 settembre 1782, Milano)
- Gli uccellatori
(musicato da
Florian Leopold Gassmann
, 1759, Venezia)
- Arcifanfano, re de' matti
(musicato da
Baldassare Galuppi
, 27 dicembre 1749, Venezia; musicato da
Carl Ditters von Dittersdorf
, 1º maggio 1774, Johannisberg)
- L'isola disabitata
(musicato da
Giuseppe Scarlatti
, 20 novembre 1757, Venezia)
- Il negligente
(musicato da
Vincenzo Legrenzio Ciampi
, 1749, Venezia)
- I bagni d'Abano
(musicato da
Baldassare Galuppi
e
Ferdinando Bertoni
, 1753, Venezia)
- Le virtuose ridicole
(musicato da
Baldassare Galuppi
, 1752; musicato da
Giovanni Paisiello
, 21 gennaio 1764, Parma; musicato da
Bernardo Ottani
, Carnevale 1769, Dresda)
- Il finto principe
(compositore sconosciuto, 1749, Venezia)
- L'astuzia felice
(musicato da
Filippo Maria Gherardeschi
, 1767, Venezia)
- Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno
(musicato da
Vincenzo Legrenzio Ciampi
, 27 dicembre 1748, Venezia)
- I portentosi affetti della madre natura
(musicato da
Giuseppe Scarlatti
, 11 novembre 1752, Venezia)
- Lucrezia romana
(compositore sconosciuto)
- Buovo d'Antona
(musicato da
Tommaso Traetta
, 27 dicembre 1758, Venezia)
- Le donne vendicate
(musicato da
Gioacchino Cocchi
, Carnevale 1751, Venezia)
- La mascherata
(musicato da
Gioacchino Cocchi
, 27 dicembre 1751, Venezia)
- Le pescatrici
(musicato da
Ferdinando Bertoni
, 26 dicembre 1751, Venezia; musicato da
Franz Joseph Haydn
, 16 settembre 1770, Esterhaza)
- La donna di governo
(musicato da
Domenico Fischietti
, autunno 1763, Praga; musicato da
Baldassare Galuppi
, 1764)
- La fiera di Sinigaglia
(musicato da
Domenico Fischietti
, Carnevale 1760, Roma)
- Il talismano
(musicato da
Antonio Salieri
, 10 settembre 1788, Vienna)
- Lo speziale
(musicato da
Vincenzo Pallavicini
e
Domenico Fischietti
, Carnevale 1755, Carnevala; musicato da
Franz Joseph Haydn
, 28 settembre 1768, Esterhaza)
- La cascina
(musicato da
Giuseppe Scolari
, 27 dicembre 1755, Venezia)
- La ritornata di Londra
(musicato da
Domenico Fischietti
, 7 febbraio 1756, Venezia)
- Il signor dottore
(musicato da
Domenico Fischietti
, autunno 1758, Venezia)
- Amor contadino
(musicato da
Giovanni Battista Lampugnani
, 12 novembre 1760, Venezia)
- L'amore in musica
(musicato da
Antonio Boroni
, 15 ottobre 1763, Venezia; musicato da
Carl Ditters von Dittersdorf
, 1768, Großwardein)
- La diavolessa
(musicato da
Baldassare Galuppi
, novembre 1755, Venezia)
- La cantarina
(musicato da
Baldassare Galuppi
, 28 febbraio 1756, Roma)
- L'amore artigiano
(musicato da
Gaetano Latilla
, 27 dicembre 1760, Venezia; musicato da
Florian Leopold Gassmann
, 26 aprile 1767, Vienna; musicato da
Carlo Canobbio
, 1785, San Pietroburgo)
- La notte critica
(musicato da
Florian Leopold Gassmann
, 5 gennaio 1768, Vienna)
- La finta semplice
(revisione di
Marco Coltellini
, musicato da
Wolfgang Amadeus Mozart
, 1º maggio 1769, Salisburgo)
Libretti revisionati di altri autori:
- Griselda
(scritto da
Apostolo Zeno
, musicato da
Antonio Vivaldi
, 18 maggio 1735, Venezia)
- Il Tigrane
(revisione del libretto di
Francesco Silvani
La virtu trionfante dell'amore, e dell'odio
, musicato da
Giuseppe Arena
, autunno 1741, Venezia; musicato da
Christoph Willibald Gluck
, 9 settembre 1743, Crema; musicato da
Daniel Dal Barba
, Carnevale 1744, Verona; musicato da
Giovanni Battista Lampugnani
, 10 maggio 1747, Venezia)
Due sono i pregiudizi principali che hanno pesato sulla
critica
goldoniana:
- il primo e di natura
estetica
: l'autore teatrale, cioe, non e ritenuto degno di produrre vera
letteratura
(un pregiudizio, questo, che in verita ha pesato per tanti anni su tutta la produzione teatrale italiana), il che nega ogni valore
poetico
alla sua opera.
- il secondo e di natura
ideologica
: Goldoni, in quanto “copiatore” della
natura
, e considerato soltanto come un piccolo bonario
moralista
, e cio ne nega il carattere rivoluzionario.
Il primo pregiudizio trovera il suo massimo esponente in
Benedetto Croce
, mentre il secondo sara affermato da
Francesco De Sanctis
; entrambi i critici operano tra Ottocento e Novecento e condizionano quindi la critica goldoniana moderna.
Furono probabilmente i detrattori contemporanei di Goldoni a intuire per primi la vera portata rivoluzionaria del suo nuovo
teatro
. Cio e spiegabile per due motivi:
- il primo e che Goldoni, seguendo in prima persona la
messa in scena
delle proprie opere, fornisce al
pubblico
la giusta chiave di lettura delle sue
commedie
;
- il secondo e che i contemporanei, pubblico e critica, avvertono con piu immediatezza gli aspetti
realistici
e rivoluzionari delle commedie goldoniane, vivendo all'interno di quella
societa
che Goldoni andava rappresentando.
Il massimo critico (e assiduo spettatore) di Goldoni fu
Carlo Gozzi
, che nel formulare le sue accuse, in realta, da un punto di vista conservatore, colse in pieno gli elementi di profonda novita del teatro goldoniano. Egli infatti afferma che Goldoni:
- "espose sul teatro tutte quelle
verita
che gli si parano dinanzi, ricopiate materialmente e trivialmente, e non imitate dalla natura, ne coll'eleganza necessaria a uno
scrittore
";
- "non seppe, o non volle, separare le verita che si devono da quelle che non si devono porre in vista sopra un teatro; ma si e regolato con quel solo principio, che la verita piace sempre";
- Le commedie di Goldoni "odorano per lo piu di pernicioso costume. La lascia e il vizio gareggiano in esse colla modestia e colla
virtu
, e bene spesso queste due ultime sono vinte da' primi";
- "ha fatto sovente de' veri
nobili
lo specchio dell'iniquita e il ridicolo; e della vera
plebe
l'esempio della virtu e il serio in confronto, in parecchie delle sue commedie";
- Goldoni ha realizzato una scaltra operazione di avvicinamento alla plebe: "io sospetto (e forse troppo maliziosamente) ch'egli abbia cio fatto per guadagnarsi l'animo del minuto popolo, sempre sdegnoso col necessario giogo della subordinazione";
- Quanto allo stile: "Moltissime delle sue commedie non sono che un ammasso di
scene
, le quali contengono delle verita, ma delle verita tanto vili, goffe e fangose, che quantunque abbiano divertito anche me medesimo, animate dagli
attori
, non seppi giammai accomodare nella mia mente che uno scrittore dovesse umiliarsi a ricopiarle nelle piu basse pozzanghere del volgo, ne come potesse aver l'ardire d'innalzarle alla decorazione d'un teatro, e soprattutto come potesse aver fronte di porre alle stampe per esemplari delle vere pidoccherie";
- Un'ultima accusa riguarda il fatto che Goldoni ricavi da vivere dal suo stesso mestiere di autore teatrale.
[16]
Si evince quindi che Gozzi comprese fino in fondo:
- L'assoluta novita del
teatro
di Goldoni e della sua figura di
intellettuale
- Il carattere decisamente realistico del teatro goldoniano
- La pericolosita "
pedagogica
" (e quindi
politica
) di fare del
realismo
in scena
- La pericolosita politica e
ideologica
di esaltare la plebe e ridicolizzare la nobilta
- La felice, ma pericolosa, combinazione di efficacia artistica e realismo
Per circa due secoli la stroncatura di Carlo Gozzi rappresento paradossalmente, con la sua doppia lettura positivo-negativo, l'interpretazione piu lucida del cuore dell'operazione teatrale goldoniana.
In epoca successiva, pero, si fecero strada i due
pregiudizi
primari, giustificabili con il fatto che l'opera di Goldoni venne valutata senza tener conto della sua corretta
messa in scena
. In contesti storici differenti e in contesti culturali lontani dalla
Venezia
di meta
Settecento
, l'opera di Goldoni fu svalutata sia sul piano ideologico, sia sul piano
linguistico
.
Illuministi
di rilievo come
Baretti
e
Cesarotti
finirono per dare giudizi molto riduttivi, formulando addirittura accuse di "sciatteria", "scorrettezza", "grossolanita"
[
senza fonte
]
. Nel frattempo si andava consolidando la tendenza a considerare le opere teatrali come forme di
letteratura
minore.
In pieno
Ottocento
, con
Francesco De Sanctis
, gli studi su Goldoni hanno un parziale riavvio. Il famoso critico riconosce al Goldoni la novita del
realismo
, il tentativo cioe di ritrarre la natura in tutte le sue sfaccettature e rendere protagonista “l'uomo, con le sue virtu e le sue debolezze, che crea o regola gli avvenimenti, o cede in balia di quelli”
[17]
. In questo l'operazione di Goldoni e simile a quella di
Galileo
, che creo la nuova scienza operando lo stesso capovolgimento di valori: identica quindi la novita di metodo. Pur riconoscendo a Goldoni, quindi, tutte le qualita necessarie per affrontare e vincere questa impresa, De Sanctis pero formula accuse di volgarita, superficialita e mancanza di vera poesia: “Questo mondo poetico ha il difetto delle sue qualita: nella sua grossolanita e superficiale, nella sua naturalezza e volgare. In quel suo correre dritto e rapido il poeta non medita, non si raccoglie, non approfondisce; sta tutto al di fuori, giocoso e spensierato, indifferente al suo contenuto, e intento a caricarlo quasi per suo passatempo, con l'aria piu ingenua, senza ombra di malizia e di mordacita; onde la forma del suo comico e caricatura allegra e smaliziata, che di rado giunge all'ironia. Nel suo studio del naturale e del vero trascura troppo il rilievo, e se ha il brio del linguaggio parlato, ne ha pure la negligenza; per fuggire alla retorica, casca nel volgare. Gli manca quella divina malinconia, che e l'identita del poeta comico”.
[17]
Altra accusa riguarda il "mestiere": secondo lo studioso, Goldoni non sarebbe stato libero nella sua invenzione, ma ando dietro a ragioni mercantili, legate al gradimento del
pubblico
: “le necessita del mestiere contrastavano alle aspirazioni dell'artista”. Secondo De Sanctis, Goldoni fu “obbligato spesso a concessioni e a mezzi termini per contentare il pubblico, la compagnia e gli avversari […] Di queste concessioni trovi i vestigi nelle migliori commedie, dove non rifiuta certi mezzi volgari e grossolani di ottenere gli applausi della platea”.
In conclusione possiamo dire che la critica del De Sanctis contiene rivalutazioni e stroncature:
- si riconosce il valore realistico e quindi nuovo dell'opera di Goldoni
- si riconosce l'importanza del metodo "galileiano", che pone al centro dell'osservazione diretta l'uomo, cosi com'e
- si formulano accuse di grossolanita e volgarita dello stile
- si accusa Goldoni di essere asservito a logiche mercantili e non letterarie
- il giudizio negativo e esteso a tutte le opere di Goldoni, nessuna esclusa
- non si individuano le necessita e i meriti della riforma goldoniana, che non sarebbe stata condotta agli esiti dovuti per mancanza di coraggio.
Dopo De Sanctis la riflessione critica su Goldoni insiste sugli aspetti di sensibilita psicologica, di bonomia dello sguardo, di poesia delle opere. Non-poetica e considerata l'arte di Goldoni dal
Momigliano
, il quale, pur riconoscendo una certa maestria all'autore, esprime infine un giudizio riduttivo: “fu grande quando seppe far con arte profonda un'interpretazione superficiale”.
A questi giudizi fa riferimento anche
Benedetto Croce
che, senza aver una conoscenza adeguata forse del teatro di Goldoni, ovvero della messa in scena delle commedie, esprime giudizi netti e riduttivi: “…inferiore al Moliere nell'osservazione morale e aggirantesi in piu semplice cerchia di esperienze… sta tutto nella capacita di un'ilare visione degli uomini, delle loro passioncelle, difetti e vizi o piuttosto difettucci e vizietti e curiose deviazioni, dei quali poi quasi sempre si ravvedono e si correggono. Era anche un buon uomo, di oneste intenzioni, bonario, pietoso, indulgente; la sua vena era quella… e alla poesia propriamente detta non s'innalza”.
In definitiva, secondo Croce, Goldoni:
- non ha grandi capacita nell'osservazione morale degli uomini
- non si impegna in uno studio profondo dell'umanita
- e agito da un carattere bonario, da papa indulgente
- non raggiunge mai con le sue opere la vera poesia
Da quanto detto, emerge con chiarezza che Croce “buca” letteralmente il cuore stesso dell'opera di Goldoni, non considerando:
- lo sforzo di rinnovamento del teatro italiano
- le esigenze e le necessita della sua riforma
- il valore realistico dell'arte goldoniana
- lo spessore poetico di alcuni capolavori oggi indiscussi
- gli aspetti di critica, secca e talora feroce, verso talune realta sociali
- la necessita di una corretta messa in scena delle commedie
A inizio
Novecento
si palesa una netta svolta nella critica goldoniana, con due autori oggi non molto conosciuti, quali
Luigi Falchi
ed
Ernesto Masi
, che pubblicarono studi sui contenuti
etici
e sociali e sul pensiero politico di Goldoni. Tuttavia questi illuminati studi non fecero breccia nella cultura dell'epoca, fortemente condizionata dalla critica desanctisiana e crociana. Secondo il critico teatrale
Luigi Lunari
“i contributi del Falchi e del Masi stanno alla scoperta del Goldoni come il viaggio di
Erik il Rosso
sta alla
scoperta dell'America
”.
Ben altro impatto ebbero gli studi dell'italianista russo
Aleksej Karpovi? D?ivelegov
(translitterato Givelegov), nel
1953
. Egli studia con particolare attenzione la
maschera
di
Pantalone
e la sua trasformazione nel teatro di Goldoni, dove finisce per incarnare il tipico mercante veneziano dell'epoca. Si tratta di un
personaggio
guida, in senso ideologico, che evidenzia il percorso della riforma goldoniana: dal teatro della
commedia dell'arte
al teatro della realta. Secondo il critico russo, Goldoni compie un esame diretto della realta con precisi intenti morali e sociali, il tutto in chiave di grande efficacia poetica. In definitiva con Givelegov sono posti dei nuovi punti saldi nella critica goldoniana:
- riconoscimento dell'arte realistica del suo teatro
- riconoscimento di uno sguardo attento e profondo alla realta sociale
- spessore ideologico di tutta riforma
- risultati poetici indiscussi
Pochi anni dopo, un altro critico italiano,
Manlio Torquato Dazzi
, torna a studiare l'ideologia goldoniana, individuando nel teatro di Goldoni “l'oggettiva e realistica immagine di una societa dialetticamente articolata in luci e ombre, colta in un momento di profondo travaglio”. Si riconosce lo sforzo di Goldoni nel mettere in evidenza la classe politica in quel momento all'avanguardia; operazione che comunque non gli impedi di guardare alla realta storica senza preconcetti e mistificazioni.
La figura di Carlo Goldoni ispiro a lungo drammaturghi e teatranti tanto che, a cavallo tra
Settecento
e
Ottocento
, la produzione drammaturgica italiana registro numerose commedie che riportavano Goldoni tra i personaggi. Nessun aspetto della vita del commediografo fu risparmiato: dagli amori alla vita parigina, dai successi alle gare fra poeti, Goldoni visse una seconda vita tra le pagine di meno fortunate commedie che lo dipinsero e ne perpetuarono la fama in Italia
[18]
. Tra queste:
- Carlo Goldoni
, presumibilmente di
Luigi Forti
, senza data
- Le gare fra poeti
di
Giuseppe Gatti
, 1754
- Carlo Goldoni fra' comici
di
Gaetano Fiorio
, 1791
- Il matrimonio di Carlo Goldoni
di Gaetano Fiorio, 1791
- Sior Zanetto, ovvero un poeta ai Campi Elisi
di
Giovanni Smith
, 1815
- Madamigella Clairon
di
Giovan Carlo Cosenza
, 1819
- Carlo Goldoni in Genova
di
Luigi Marchese
, 1825
- Carlo Goldoni in Milano
di
Paolo Gindri
, 1837
- Carlo Goldoni
di
Angelo Ortolani
, 1839
- Goldoni e le sue sedici commedie nuove
di
Paolo Ferrari
, 1852
- Giuseppe Angeleri
di
Francesco Cameroni
, 1852
- Goldoni a Udine
di
Giuseppe Ullmann
, 1876
- Il primo passo. Una pagina delle memorie di Carlo Goldoni
di
Giacinto Gallina
, 1877
- Goldoni Bambino
di
Eugenio Zorzi
, 1881
- Un amoreto de Goldoni a Feltre
di
Libero Pilotto
, 1883
- Asmodeo
di
Luigi Alberti
, 1886
- Gli ultimi giorni di Goldoni
di
Valentino Carrera
, 1887
- Goldoni e Ferrari scherzo comico
di
Giuseppe Ottolenghi
, 1889
- La spigliatezza
di
Luigi Rasi
, 1891
- Goldoni a Parigi
di
Ruggero Luzzatto
, 1894
- I fioi de Goldoni
di
Giuseppe Adami
, 1905
- Goldoni e le sue quattro maschere
di
Pietro Pellizzari
, 1907
- L'avvocatino Goldoni
di
Nino Berrini
, 1909
- Goldoni e i suoi avversari
di
Giovanni Sfetez
, 1910
- Goldoni a Parigi. Scene storico-paradossali
di
Rodiolo Papa
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- Carlo Goldoni
di
Mario Macerata
, 1913
- Goldoni e la sua prima tragedia lirica
di Giovanni Sfetez, 1913
- Goldoni e la sua vecchiaia
di Giovanni Sfetez, 1920
- Goldoni in convento
di
Napoleone Girotto
, 1923
- La Bottega del caffe, Carlo Goldoni
, a cura di Milena Montanile, 2007, Edisud Salerno
- Le Donne di Carlo Goldoni, tra Venezia e Napoli
di Giuseppina Scognamiglio, 2011
La proposta di decreto presentata alla
Convenzione Nazionale
per restituire a Goldoni la pensione negatagli dalla
Rivoluzione francese
apre l'atto primo "Zucchero e liberta" de
L'armata dei sonnambuli
di
Wu Ming
(2014).
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Nel 2010 Alitalia gli ha dedicato uno dei suoi Airbus A320-216 (EI-EIE).
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Opere di Carlo Goldoni presso la Biblioteca Nazionale del Portogallo