Camillo Vitelli

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Camillo Vitelli
Luca Signorelli , Ritratto di Camillo Vitelli , 1493-1496 circa.
Conte di Gravina in Puglia
Stemma
Stemma
Altri titoli marchese di Sant'Angelo dei Lombardi
Nascita Citta di Castello , 1459
Morte Circello , maggio 1496
Padre Niccolo Vitelli
Madre Pantasilea Abocatelli
Consorte Lucrezia Baglioni

Camillo Vitelli ( Citta di Castello , 1459 ? Circello , maggio 1496 ) e stato un condottiero e cavaliere medievale italiano .

Appartenente al casato dei Vitelli , era figlio di Niccolo , fratello di Paolo , Giulio , Giovanni e Vitellozzo , e cognato di Giampaolo Baglioni [1] . Fu marchese di Sant'Angelo dei Lombardi e duca di Gravina in Puglia . Condottiero di grande valore, fu il primo nella storia ad usare gli archibugieri a cavallo , durante una battaglia presso Lucera .

Biografia [ modifica | modifica wikitesto ]

Origini ed esordi [ modifica | modifica wikitesto ]

Nato nel 1459 da Niccolo Vitelli e Pantasilea Abocatelli, Camillo si distinse fin dal 1474 alla difesa di Citta di Castello , del quale il padre Niccolo era signore, assediata dalle truppe pontificie di Sisto IV , comandate dal rivale alla pretesa della citta Lorenzo Giustini [2] . La notte dell'11 settembre 1483, Camillo, insieme ai suoi fratelli Paolo e Giovanni, tesero un agguato al Giustini, che si era accampato nei pressi di una frazione della citta di Deruta , Sant'Angelo di Celle, e riuscirono a far scappare l'esercito nemico, che lascio dietro di se un grande bottino, portato dai tre condottieri al padre, Niccolo [3] .

L'arresto e la detenzione [ modifica | modifica wikitesto ]

Nel giorno di Natale 1483, il Vitelli, mentre tentava di introdursi in una frazione della citta di San Giustino , Celalba, venne arrestato dalle milizie papali di Virile Virili; il padre di Camillo, Niccolo , appena appresa la notizia dell'arresto del figlio, si reco subito a conquistare Celalba, ma l'impresa non riusci, e per questo il 6 febbraio 1484 il Vitelli fu condotto, insieme ad altri 17 suoi compagni, a Castel Sant'Angelo [4] ,da dove tenta di fuggire nella notte tra il 27 e il 28 febbraio [5] . Pero, durante il tentativo d'evasione, Camillo rimase zoppo, per cui non riusci ad allontanarsi e venne quindi ricatturato, per essere condotto al Palazzo Savelli presso il rione Ripa [1] .

La militanza nello Stato della Chiesa [ modifica | modifica wikitesto ]

Con la pace, resa ufficiale il 3 maggio 1484, tra papa Sisto IV e Niccolo Vitelli , Camillo fu liberato, e passo agli stipendi pontifici con i suoi fratelli, Vitellozzo e Paolo , e fu cosi costretto a combattere nelle truppe di Virginio Gentile Orsini prima e di Roberto Sanseverino d'Aragona poi. Ospitato in casa Baglioni nel 1487, e sempre a Perugia nel 1489, quando intervenne per mettere pace tra Spello e Foligno , che erano da sempre in conflitto per una questione riguardante il confine tra i due territori, la quale era stata risolta in favore della prima citta dai Baglioni, i quali erano sostenuti dagli spellani, e per questo non erano estranei alla vicenda, che vide i folignati adirarsi molto; per questo il Vitelli intervenne, riuscendo ad ottenere tra le due fazioni una tregua di tre mesi [6] . Nel 1489, Camillo intervenne a danno del fuoriuscito perugino Giulio Cesare della Staffa, che aveva preso il castello di Beccatiquello [7] , e che fu costretto a restituire la sua conquista tramite accordi, senza combattere [8] ; il Vitelli partecipo inoltre all'assedio di Paciano con Ranuccio da Marciano, che stava combattendo i fuoriusciti capitanati da Agamennone Arcipreti , e si assicuro che Filippo e Giuliano degli Oddi, della famiglia rivale dei Baglioni , rimanessero vivi quando uscirono da Paciano per parlamentare, il 25 marzo 1489 [9] . Partito il 6 aprile dello stesso anno da Solfagnano con suo fratello Paolo per raggiungere la sua patria [10] , Camillo ritorno ancora una volta a Perugia (dove alloggio nelle case dei Baglioni su cui oggi si trova la Rocca Paolina ) il 12 aprile, per partire il giorno dopo per andare ancora una volta a Spello , dove i problemi con i folignati non erano ancora stati risolti, riuscendo ad ottenere dalle due citta prima una tregua per un mese [11] , e poi la pace definitiva, grazie all'intervento suo e dell'allora cardinale di Siena, il futuro Papa Pio III , il giorno 18 maggio 1489 [12] . Partito da Perugia, il Vitelli vi rientra nuovamente nella notte del 23 febbraio, verso le 5 del mattino, con suo fratello Paolo e con molti soldati, destando preoccupazione nei perugini, timorosi di un attacco; ma i due tifernati ordinano ai loro uomini di accamparsi a Ponte San Giovanni , e si recano in casa dei Baglioni [13] . Il 27 dello stesso mese, i due fratelli si recarono presso Magione , dove con Paolo Orsini tennero una riunione per far riappacificare i Baglioni con i fuoriusciti, alla quale parteciparono tra gli altri Rodolfo Baglioni († 1501), Girolamo della Penna e Pier Filippo della Cornia [13] . Il 6 marzo, con Paolo suo fratello e Paolo Orsini, Camillo scorto in Perugia il commissario fiorentino Pier Filippo Pandolfini , che incontro Rodolfo Baglioni il 7 marzo [14] , e quindi, partito dal capoluogo umbro, vi rientro il 21 maggio 1491 partendo da Castiglione del Lago , richiesto nuovamente dai Baglioni [15] per contrastare i fuoriusciti. Cosi, parti da Perugia e assedio, con Giampaolo Baglioni e Paolo Orsini, Bernardino Ranieri in Schifanoia , l'8 giugno 1491, dando alle fiamme la citta, e trattando alla stessa maniera la citta di Civitella Benazzone [16] .

Con il Re di Francia [ modifica | modifica wikitesto ]

Dopo la gloriosa parentesi al servizio dello Stato della Chiesa , nel 1494 Camillo passo, con i fratelli Vitellozzo e Paolo, alle dipendenze del re di Francia, Carlo VIII , che stava scendendo nella penisola italiana per iniziare la sua Guerra d'Italia, che durera dal 1494-1498 [2] . Cosi, per il Re francese i tre condottieri furono a Genova , dove ebbero l'incarico di sconfiggere la famiglia nobile degli Adorno a favore dei Fregoso [17] . Allontanatosi da Genova , il Vitelli partecipo con l'esercito francese alla Battaglia di Fornovo , combattuta il 6 luglio 1495, dopo la quale, vista la sua grande abilita, il re gli fece dono di una collana d'oro da lui indossata in quel momento, nominandolo cavaliere [18] . Su questa nomina, si espresse cosi Giovanni Carlo Saraceni:

≪Il Re Carlo tutto allegro, veggendo d'haversi quasi che insperatamente fatta strada con ferro, fece, col toccare leggiermente la spalla dell'huom valoroso col stocco ignudo, alquanti cavalieri della giornata; e fra gli altri Camillo Vitelli, non sol di patria, ma di animo anco, e di ardire veramente Romano.≫

La vicenda e stata inoltre rappresentata in un affresco del 1690 [19] . Ritornato per un breve periodo in Liguria, dove con i Fregoso assalto e prese La Spezia [20] , il 22 luglio 1495 il Vitelli scese in Toscana attraverso la Media Valle del Serchio con i suoi fratelli e passo al soldo dei pisani contro i fiorentini [21] , rimanendo pero sempre agli ordini del Re di Francia, con il quale difese Novara dagli attacchi dei veneziani [22] . Nel 1496 Camillo si reco nel Regno di Napoli , per combattere con le truppe francesi il nemico angioino, e persuase con monsignor Gimel Virginio Orsini a seguirlo in questa impresa [23] ; cosi, portatosi a Todi per aiutare Altobello e Vittorio da Canele contro la famiglia guelfa degli Atti, piombo sul castello di Fiore, lo espugno e ne fece uccidere tutti gli abitanti, compresi i bambini [1] . Spostatosi quindi a Lucera , affronto le 700 milizie tedesche che venivano da Troia , facendo uso, per la prima volta nella storia, degli Archibugieri a cavallo [24] , usando la tattica del caracollo [25] . Ottenne cosi per il suo valore da Carlo VIII il titolo di marchese di Sant'Angelo dei Lombardi e di duca di Gravina in Puglia [26] . Recandosi quindi con l'esercito francese all'assedio di Circello , il Vitelli ordino ai soldati di scavalcare le mura della citta; ma vedendo che l'impresa risultava difficile, egli stesso smonto dal suo cavallo e con molti suoi cavalieri inizio la scalata con animo e virtu. Ma, nel pieno della gioventu e della forza, una pietra lanciatagli da una donna lo colpi, uccidendolo. Michele de Silva, cardinale portoghese ambasciatore a Roma, dedico un sonetto al grande condottiero, paragonandolo a Pirro , anch'egli ucciso da una tegola lanciatagli da una donna:

≪Dopo le prove sue molte e famose, che fecer Pirrho illustre e vincitore, Da tanta altezza a terra lo depose
Donna, e gli tolse e la vita et lhonore.
Et te Camillo, fra le valorose
Tue lodi, donna spinse a lultime hore.
Et cosi in molti secoli uno istesso
Fine, ha due grandi eroi morto e oppresso.≫

Note [ modifica | modifica wikitesto ]

  1. ^ a b c Condottieri di ventura, Camillo Vitelli
  2. ^ a b Camillo Vitelli nell'Enciclopedia Treccani
  3. ^ Giovanni Muzi, Memorie Ecclesiastiche e Civili di Citta di Castello , Citta di Castello, 1844, Volume II, p. 65
  4. ^ Giovanni Muzi, op.cit , Volume II, p. 65
  5. ^ Pio Pagliucchi, I Castellani del Castel S. Angelo di Roma , 1906, p. 33
  6. ^ Bernardino Lattanzi, Storia di Foligno , 1994, Volume III, p. 181
  7. ^ Il Castello di Beccatiquello
  8. ^ Ariodante Fabretti , Cronaca della Citta di Perugia dal 1309 al 1491, Nota col nome di Diario del Graziani , 1850, p. 624
  9. ^ Ariodante Fabretti , op.cit. , p. 635
  10. ^ Ariodante Fabretti , op.cit. , p. 638
  11. ^ Ariodante Fabretti , op.cit. , p. 639
  12. ^ Ariodante Fabretti , op.cit. , p. 642
  13. ^ a b Ariodante Fabretti , op.cit. , p. 653
  14. ^ Ariodante Fabretti , op.cit. , p. 654
  15. ^ Ariodante Fabretti , op.cit. , p. 672
  16. ^ Ariodante Fabretti , op.cit. , pp. 676-677
  17. ^ Lodovico Domenichi , Historia de' detti, e fatti notabili di diversi Principi, et Huomini privati moderni , Venezia, 1556, Libro XI, pp. 687-688
  18. ^ Sigismondo dei Conti, Historiae suorum temporum , 1883, p. 125
  19. ^ VIII dona a Camillo Vitelli il proprio monile
  20. ^ Giovanni Portoveneri, "Memoriale dal 1494 al 1502" , pag.37
  21. ^ Giovanni Portoveneri, op.cit. , p. 38
  22. ^ Alberto Lazari, Motivi e cause di tutte le guerre principali, mutatione de'regni republiche dominii e signorie dal 1494 fino al tempo presente , Venezia, 1690, Parte I, p. 18
  23. ^ Niccolo Machiavelli , Frammenti istorici , p. 18
  24. ^ Ercole Ricotti , Storia delle compagnie di ventura in Italia , Torino, 1845, Volume III, Capitolo II, Parte V, p. 310
  25. ^ Piero Pieri , Guerra e politica negli scrittori italiani , Napoli, 1955, p. 86
  26. ^ Giulio Roscio, Ritratti et dogii di capitani illustri, che ne secoli moderni hanno gloriosamente guerreggiato , Roma, 1646, p. 178

Bibliografia [ modifica | modifica wikitesto ]

  • Giulio Roscio, Ritratti et dogii di capitani illustri, che ne secoli moderni hanno gloriosamente guerreggiato , Roma, 1646
  • Ariodante Fabretti , Cronaca della Citta di Perugia dal 1309 al 1491, Nota col nome di Diario del Graziani , 1850.

Collegamenti esterni [ modifica | modifica wikitesto ]

Controllo di autorita VIAF ( EN 89111444  · BAV 495/160516  · CERL cnp01281638  · GND ( DE 143552317