Battaglia di Fossalta
parte delle battaglie tra
Guelfi
,
Ghibellini
e
Impero
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Re Enzo e altri prigionieri imperiali vengono scortati dalle truppe bolognesi all'interno delle mura cittadine (Codice Chigi, XIII sec.).
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Data
| 26 maggio
1249
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Luogo
| Fossalta sul Panaro, presso
Modena
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Esito
| Vittoria dei
Guelfi
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Schieramenti
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Comandanti
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Effettivi
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3.000 cavalieri e 2.000 fanti di
Azzo VII d'Este
;
1.000 cavalieri e 2.800 fanti della milizia bolognese
| 15.000 uomini tra cavalieri e fanti
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Perdite
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Numerosi morti e feriti
| Numerosi morti e feriti;
re Enzo fu imprigionato, 1.200 fanti e 400 cavalieri prigionieri
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Manuale
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La
battaglia di Fossalta
, svoltasi nel
1249
, fu lo scontro tra lo svevo
re Enzo
e l'esercito del
Comune di Bologna
.
Il 25 maggio 1249, nella piccola localita di
Fossalta
presso le sponde del Torrente
Tiepido
, avvenne uno scontro storico tra gli schieramenti dei
guelfi
di
Bologna
e le forze dei
ghibellini
di
Modena
e
Cremona
e le truppe imperiali di
Enzo, Re di Sardegna
e
Riccardo
,
vicario imperiale
della
Marca anconitana
e della
Romagna
, figli naturali dell'imperatore
Federico II Hohenstaufen
. Nel pomeriggio il giovane re attacco un gruppo di bolognesi intenti a costruire un ponte sul
Panaro
per farvi passare carri e macchine d'assedio essendo il
Ponte di Sant'Ambrogio
difeso dai templari modenesi.
Il grosso delle truppe bolognesi, vedendo il massacro delle avanguardie, guado il fiume cogliendo le truppe imperiali sui fianchi e a re
Enzo
non rimase altro da fare se non ordinare la ritirata del grosso delle truppe verso
Modena
; essendo il torrente
Tiepido
ingrossato, la cavalleria
Ghibellina
non riusci a manovrare e dovette fuggire disordinatamente verso la citta. Il sovrano rimase con i suoi cavalieri a coprire la ritirata delle truppe.
Dalla furibonda battaglia uscirono vincitori i bolognesi, capeggiati da
Filippo degli Ugoni
,
[1]
che non si fecero scappare la succulenta occasione: catturarono Enzo e lo portarono in citta, tenendolo come prigioniero (seppur di riguardo) in uno degli edifici che da lui tuttora ne conserva il nome,
Palazzo Re Enzo
; ancora peggiore fu la sorte di Riccardo che, una volta catturato presso
Modena
, venne immediatamente ucciso.
Sotto le insegne guelfe del comune di Bologna, parteciparono alla battaglia anche
miles
della
Societa d’Armi dei Lombardi
, della
societa dei Toschi
, della
societa della Stella
e della
societa dei Beccai
. Dopo la battaglia i guelfi modenesi tornarono in citta e presero il potere, tra essi vi era il vescovo di
Modena
Alberto Boschetti
. Nell'ottobre seguente i bolognesi posero l'assedio a Modena che venne difesa dal
vescovo
il quale riusci tramite la mediazione del papa ad ottenere gli accordi di pace nel dicembre 1249.
Quella funesta battaglia a Fossalta ad Enzo costo molto cara: non riottenne piu la liberta, nonostante le ripetute minacce del padre Federico II nei confronti dei bolognesi. Di questo ci rimane l'epistolario diplomatico fra la cancelleria imperiale e Bologna, la quale alle richieste dell'imperatore rispose con orgoglio civico:
(
LA
)
≪Exurgat Deus, et inimici sui penitus dissipentur qui confidunt de potentia potius quam de jure; de furore maximo jam elati terroribus atque minis sibi credunt alios subjugare, sed non sic nec semper feriet quodcumque minabitur arcus nec lupus rapiet quod intendit. Nolite ventosis verbis igitur nos terrere, qui non sumus arundines paludine que vento modico agitantur, nec plumis similes nec brume ut a solaribus radiis dissolvamur. Preterea noveritis quod regem Hentium tenuimus, tenebimus et tenemus, tanquam fore creditur nostri juris; sed si vestram vultis injuriam vindicare, uti viribus vos oportet, et vim vi expeliere nobis licebit. Accingemus enim gladium super femur et rugitum dabimus ut leones ad expugnandum vos hostiliter oppugnantes, nec magnificentie vestre suffragium dabit innumerabilis multitudo, quia ubi multitudo, ibi debet confusio assignari, et sic dicitur in proverbiis antiquorum: "A cane non magno sepe tenetur aper".≫
(
IT
)
≪Insorga Dio, e siano completamente dispersi i suoi nemici, che confidano nel potere piuttosto che nel diritto; inorgogliti da una smisurata furia, credono di poter soggiogare gli altri con intimidazioni e minacce, ma tuttavia ne l'arco riuscira sempre a colpire cio che minaccera, ne il lupo ghermira cio verso cui si scagliera. Non sperate di atterrirci con le vostre vane parole: non siamo canne palustri tremole a ogni spira di vento, ne siamo simili a piume, ne a nebbie che si dileguano ai raggi del sole. Sappiate che re Enzo lo tenemmo, lo teniamo e lo terremo, come ci spetta per diritto; ma se volete punire l’offesa, vi sara necessario usare la forza, e opporre forza a forza. Infatti noi cingeremo le nostre spade e ruggiremo come leoni, affrontando ancora piu ostilmente il vostro attacco; ne varra alla vostra magnificenza l'innumerevole moltitudine: poiche dove sono molti nasce facilmente la confusione, e come dice l’antico proverbio: "Da un piccolo cane e spesso immobilizzato il cinghiale."≫
I bolognesi trattarono Enzo molto onorevolmente, consentendogli di ricevere visite, avere servitori e relazioni femminili, non gli concessero pero mai di uscire dalle sue stanze. Alla sua morte, nel
1272
, gli furono dedicate solenni onoranze funebri e fu seppellito nella
Basilica di San Domenico
della stessa citta che l'aveva tenuto prigioniero per ventitre lunghi anni.
- ^
Giancarlo Piovanelli,
Casate bresciane nella storia e nell'arte del medioevo
, Rezzato, 1981.
- Giancarlo Piovanelli,
Casate bresciane nella storia e nell'arte del medioevo
, Rezzato, 1981, ISBN non esistente.