Barbablu mostra il mazzo di chiavi a sua moglie Primula in un'illustrazione di
Gustave Dore
, 1862
Barbablu
e una
fiaba
trascritta da
Charles Perrault
nel
XVII secolo
che fece la sua prima apparizione nella raccolta
Histoires ou contes du temps passe
, nella precedente versione manoscritta intitolata
I racconti di Mamma Oca
, nel
1697
.
Benche la versione di
Perrault
avesse un tono evidentemente pedagogico, che ammoniva i lettori soprattutto a non lasciarsi guidare dalla smodata curiosita, la vicenda del sanguinario
uxoricida
nell'immaginario collettivo fini per essere presto associata all'idea del
serial killer
, al punto che quello di Barbablu divenne il soprannome affibbiato ad alcuni reali assassini seriali, come per esempio
Henri Landru
.
Nelle intenzioni dell'epoca aveva anche un senso politico legato alla volonta di
Luigi XIV
di accentrare il potere e per questo mostrava il lato oscuro dei signorotti feudali di provincia.
Barbablu e un uomo ricco, che ha avuto sei mogli, tutte improvvisamente e misteriosamente scomparse. Nonostante il suo passato ombroso, riesce a sposarsi con la figlia piu giovane di una dama sua vicina, anche grazie all'ostentazione delle sue grandi ricchezze. Un giorno, Barbablu annuncia alla moglie che deve assentarsi per questioni di lavoro. Prima di partire, la guida attraverso l'intera villa, mettendole a disposizione ogni cosa e consegnandole il mazzo con tutte le chiavi della casa. La giovane e libera di usare tutto, di aprire tutto e di andare dappertutto, tranne che nella stanza aperta da una particolare chiave che Barbablu le mostra.
Dopo alcuni giorni dalla partenza del marito, la giovane, spinta dalla propria curiosita, entra nella stanza proibita e scopre cosi i corpi delle precedenti mogli appesi al soffitto. Spaventata, la ragazza lascia cadere la chiave che cosi facendo si sporca di sangue: siccome l’oggetto e fatato, ogni tentativo di pulizia risulta vano. Tornato dal suo viaggio, Barbablu si fa riconsegnare il mazzo di chiavi dalla moglie; una volta notata la macchia di sangue, decide di porre fine alla vita della donna.
L'uomo le concede pero qualche minuto di raccoglimento per raccomandare l'anima a Dio prima dell'esecuzione. Approfittando del poco tempo, la giovane corre a chiamare la sorella Anna, anche lei ospite nella villa e la implora di correre in cima alla torre piu alta, in modo da attirare l’attenzione dei loro fratelli, due abili combattenti che sarebbero dovuti presto giungere a trovare la sorella. Proprio quando tutto sembra perduto, all'orizzonte compaiono i due cavalieri che, incitati dai gesti di Anna, irrompono appena in tempo per salvare la sorella piu giovane dalle mani dell'uomo. I due fratelli vedendo che Barbablu sta per uccidere la loro sorella, lo sfidano a duello e lo uccidono con le loro spade. La giovane si ritrova dunque vedova, nonche legittima erede delle immense ricchezze di Barbablu, le quali verranno ora da lei impiegate per costruirsi una vita nuova,e anche un nuovo marito, migliore del precedente.
Rappresentazione di Barbablu sempre a opera di Dore, raffigurante il protagonista ucciso dai fratelli della moglie.
Nel corso degli anni molti esegeti hanno cercato di identificare quale reale personaggio si nascondesse dietro la maschera di
Barbablu
, convinti che alla base della fiaba di
Perrault
ci fosse un fondo di verita. Alcuni vi hanno voluto vedere un'ispirazione ai vari matrimoni del re inglese
Enrico VIII
, che nella propria vita cambio sei mogli, facendone condannare due a morte. In effetti nel carattere di Barbablu si potrebbe ben rispecchiare non solo il carattere dispotico e tirannico del sovrano inglese, ma anche la sua crudelta nello sbarazzarsi velocemente delle proprie ex consorti. Altri invece, considerando la "nazionalita" della tradizione, hanno pensato di mettere in correlazione
Barbablu
e la
leggenda
bretone di
Conomor il Maledetto
e
Trifina
: anche le ricche mogli di Conomor scomparivano all'improvviso assieme ai loro figli, perche una profezia aveva rivelato all'uomo che sarebbe morto per mano di suo figlio.
Ernesto Ferrero nel libro
Barbablu. Gilles de Rais e il tramonto del Medioevo
(Einaudi, 2004) pone in relazione la figura fiabesca di Barbablu con
Gilles de Rais
, detto appunto "Barbablu", un nobile francese, proprietario di immense tenute e castelli, che aveva combattuto al fianco di
Giovanna d’Arco
. Egli venne accusato e condannato per la tortura, lo stupro e l'uccisione di un gran numero di bambini in occasione di vere e proprie cerimonie pantagrueliche di lusso e lussuria, culminanti con il sacrificio di fanciulli adescati tra la povera gente, poi fatti scomparire. Secondo Ferrero, nel corso dei secoli si sarebbe giunti alla stesura della fiaba di
Barbablu
da parte di
Perrault
attraverso una trasfigurazione delle vittime della vicenda, perche ritenuta inenarrabile nei suoi termini reali agli uditori bambini, trasfigurazione ad opera dei narratori popolari oppure di
Perrault
stesso.
Ancora, seguendo suggestioni interne alle tradizioni fiabesche del mondo, c'e chi ha ipotizzato un'origine mediorientale per questa fiaba, probabilmente a causa della somiglianza tra il comportamento uxoricida di Barbablu e quello del re
Sh?hr?y?r
de
Le mille e una notte
. Per esempio alcune bellissime illustrazioni di
Edmund Dulac
presentano un'evidente atmosfera arabeggiante.
Tuttavia nessuna di queste identificazioni convince la maggioranza degli studiosi, questo sia perche alcuni paralleli risultano tutto sommato opinabili e difficilmente provabili, sia perche il motivo dell'amante assassino e della curiosita punita sono radicati in un patrimonio folklorico ben precedente ad ogni possibile identikit, un patrimonio che risale davvero alla notte dei tempi. In proposito risulta particolarmente interessante l'affinita che esiste tra il tipo fiabesco "Barbablu", riconosciuto da
Aarne-Thompson
e le ballate ascrivibili al tipo "
Lady Isabel and the Elf-Knight
" raccolte da
Sir Francis James Child
, ballate che raccontano essenzialmente di un seduttore-predatore, spesso dotato di elementi magici
[1]
, che attira giovani e belle fanciulle in boschi intricati o in scogliere a picco sul mare per poi approfittarsi di loro in vario modo e infine ucciderle. Sebbene la tradizione fiabesca si sia sviluppata in maniera indipendente da quella delle ballate
[2]
, associando al tema dell'amante-assassino anche quello della curiosita punita, e piuttosto evidente che entrambe siano rami connessi allo stesso tronco.
In conclusione, la struttura di
Barbablu
appare bipartita, divisa tra il motivo delle mogli morte e quello del divieto infranto. Senza dubbio
Perrault
mostra di prediligere il secondo al primo e sottolinea con maggior enfasi, soprattutto nella morale finale, come il punto chiave della fiaba sia il problema della curiosita della moglie impicciona. Questo ha creato una spaccatura tra gli interpreti: e innegabile che brutalizzare una donna sia un gesto infinitamente peggiore rispetto ad una semplice disobbedienza, quindi in molti hanno visto nell'atteggiamento di
Perrault
una certa misoginia di fondo.
In realta la domanda fondamentale al riguardo e: che intenzione ha davvero Barbablu? Quando consegna il mazzo di chiavi alla moglie sta semplicemente provando la sua fedelta oppure le sta preparando una trappola? In altre parole, Barbablu avrebbe davvero potuto essere uno sposo generoso e amabile se sua moglie non avesse scoperto il suo segreto, oppure il motivo per cui l'uomo continua a risposarsi e semplicemente quello di procacciarsi nuova carne da macellare?
Purtroppo non e possibile dare una risposta a questa domanda, perlomeno fermandosi alla fiaba di
Perrault
: ampliando il proprio orizzonte e considerando le numerosissime varianti e soprattutto le suggestioni in comune con le ballate, molti studiosi optano per un'immagine di Barbablu tutt'altro che intenzionato a fare il bravo marito, ma si tratta di ipotesi che, in quanto tali, possono essere condivise o meno.
Comunque, qualunque fosse il reale intento di Barbablu,
Perrault
racconto la storia in modo che il motivo della curiosita punita risultasse centrale e il messaggio fu recepito tanto bene che la vicenda ne divento l'emblema per antonomasia, accanto ad altre celeberrime storie come quella di
Psiche
, di
Pandora
e di
Eva
. Addirittura in alcune pubblicazioni inglesi d'epoca la narrazione viene introdotta dal titolo
The Popular Story of Bluebeard, or Female Curiosity
.
Illustrazione di
Walter Crane
(1886)
Le fiabe considerabili come varianti della storia di
Barbablu
sono tantissime, anche se le differenze che le distinguono a volte sono tali da far oscillare le catalogazioni e da convincere gli studiosi ad associarle a tipi diversi da quello rappresentato dalla fiaba di
Perrault
. Tuttavia e indubitabile che siano narrazioni correlate tra loro e questo sia la ricorrenza di alcuni elementi decisamente distintivi: lo sposo misterioso, il divieto imposto, la porta proibita che cela qualcosa di orribile, l'oggetto fatato rivelatore, il lieto fine.
Cio che cambia e soprattutto la funzione dei personaggi in scena: infatti a volte e la protagonista stessa a salvarsi, dimostrando astuzia e sangue freddo, altre invece e costretta a ricorrere all'aiuto di parenti, soprattutto fratelli, per mettersi in salvo. Un caso a parte risulta la fiaba
La figlia della Madonna
che condivide con
Barbablu
il motivo del divieto infranto, ma nella quale manca del tutto l'altro tema principale, quello dello sposo-assassino.
A questo gruppo appartiene una serie di fiabe nelle quali l'iniziativa della rivalsa finale spetta alla protagonista stessa. E il caso, per esempio, della tedesca
L'uccello strano
(KHM 046), dell'italiana
Naso d'Argento
[3]
e della norvegese
Høna tripper i berget
[4]
. Benche la fiaba norvegese segua uno sviluppo particolare rispetto alle altre due, in questo tipo di fiabe un essere maschile malvagio (uno stregone per i
Grimm
, un
Troll
per i Norvegesi e il Diavolo in persona per
Calvino
) adesca con l'inganno tre sorelle una dopo l'altra. Ogni volta attira la prescelta nella propria casa e qui le impone il divieto di curiosare dietro una particolare porta.
Le prime due sorelle disattendono l'ordine e vengono scoperte a causa di un oggetto rivelatore, un uovo che si rompe o un fiore che si brucia e vengono massacrate o gettate nell'Inferno. La terza invece e sufficientemente accorta da disobbedire senza farsi scoprire. Decisa a salvare se stessa e le sorelle, elabora un piano per gabbarlo: in primo luogo, dopo aver riportato in vita e tratte in salvo le sorelle, le nasconde in una cesta che fa trasportare fino a casa proprio dall'ignaro promesso sposo; poi architetta uno stratagemma, che solitamente prevede un mascheramento, per fuggire a sua volta.
illustrazione di Johnny Gruelle della fiaba
L'uccello strano
(1914)
A questo gruppo appartengono fiabe come
Lo sposo brigante
(KHM 040),
Mister Fox
[5]
e Das Mordschloß, un racconto che comparve nella raccolta dei
Grimm
solo nella prima edizione di
Kinder- und Hausmarchen
[6]
. Esse propongono una soluzione a suo modo intermedia: sebbene di fatto il cattivo di turno venga punito dai parenti maschi della protagonista, e da lei che parte l'iniziativa della rivalsa appoggiandosi ad altri per portarla a termine.
Caratteristico di questo tipo di fiaba e il modo in cui l'eroina scopre la reale natura del promesso sposo che, in questo caso, e sempre sciaguratamente umano, nella sua perversione: non si puo dire che ella infranga apertamente un divieto, semplicemente si trova a "violare" la privacy del suo innamorato e ad assistere non vista all'omicidio di un'altra giovane donna da parte di questo
[7]
. Altro dettaglio peculiare del tipo e la questione del dito inanellato: a un certo punto nella foga assassina un dito della vittima viene tagliato e finisce proprio in grembo alla protagonista, nel suo nascondiglio. Sara proprio grazie a tale incontrovertibile prova che poi ella riuscira a dimostrare davanti ai parenti la colpa del suo promesso e a giustificarne l'uccisione.
Ovviamente questo e il gruppo cui appartiene la fiaba di
Perrault
che non e l'unica ascrivibile ad esso. Le fanno compagnia anche l'equivalente tedesco,
Ritter Blaubart
[8]
, nonche una fiaba dal titolo
La colomba bianca
. In questo caso l'intera iniziativa della punizione del cattivo e della salvezza della protagonista sta nelle mani dei fratelli, che ella si limita a chiamare in proprio soccorso.
La fiaba, come detto sopra, condivide con quella di
Barbablu
solo il motivo della curiosita punita. Un povero taglialegna chiese alla Madonna di accudire la sua figliola: ella la porta cosi in Paradiso dove vive splendidamente, finche un giorno Maria le dice di dover fare un lungo viaggio e le affida le chiavi delle tredici porte del Regno dei Cieli. La bambina e libera di aprirne dodici, ma non deve aprire la tredicesima per nessun motivo. La curiosita spinge infine la malcapitata a disobbedire: dietro la porta proibita vede nientemeno che la Trinita, il cui splendore e tale che un dito le si ricopre d'oro. Di ritorno la Madonna si accorge del dito d'oro e capisce che la fanciulla ha infranto il suo divieto. Le chiede allora se ha aperto la porta, ma la ragazza continua a negare sfacciatamente e per questo viene resa muta e cacciata dal Paradiso. Dopo un primo periodo disgraziato, un re la nota e si innamora di lei, tanto da farne la sua regina. Ben presto partorisce il suo primo figlio. Le compare la Madonna che le chiede di nuovo di confessare di averle disobbedito, ma la giovane si ostina a negare. Maria allora prende il neonato e lo porta via con se.
Lo stesso accade anche col secondo figlio e a corte cominciano a circolare voci per le quali la regina avrebbe ucciso i due eredi al trono, ma il re non ci vuole credere. Quando la faccenda si ripete nuovamente con il terzo figlio, la regina viene condannata a morte. Legata al palo del rogo e convinta di essere in punto di morte, ella esprime dentro di se il desiderio di poter confessare di aver effettivamente aperto la porta. Allora la Madonna le appare di nuovo e ascolta la sua sincera ammissione, in seguito alla quale la libera dal rogo, le scioglie la lingua e le restituisce i bambini. Quindi in questo caso non abbiamo tanto a che fare con un segreto oscuro che viene svelato e con un personaggio pericoloso da fermare, quanto con il motivo piuttosto moraleggiante del perdono che si concede a chiunque sia davvero pentito. Resta comunque interessante il fatto di trovare anche qui il tema della chiave che apre la porta proibita, che cela un segreto che non dev'essere svelato.
- ^
Elementi magici che, nella fiaba, potrebbero essere simboleggiati dall'insolito colore della barba di Barbablu. Nei racconti folklorici capita spesso che esseri sovrannaturali o fatati siano riconoscibili per via di alcuni tratti non esattamente umani o consueti in un essere umano (vedi ad esempio le fate dell'acqua, che spesso sono descritte con uno o entrambi i piedi al contrario).
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Per quanto, trattandosi di cultura orale, sicuramente anche le ballate sono state sottoposte a oscillazioni e a modificazioni di forma, altrettanto sicuramente la metrica deve aver contribuito non poco a mantenere, da parte dei vari cantori, una certa fedelta alla forma originaria. I narratori di fiabe, invece, svincolati da qualsiasi regola formale, hanno potuto muoversi molto piu liberamente e innovare in maniera piu consistente l'originario materiale di base.
- ^
Vedi Italo Calvino, Fiabe italiane, Milano, Mondadori, 2002.
ISBN 978-88-04-39869-1
.
- ^
Tradotta in inglese da George Webbe Dasent col titolo
The Hen Is Tripping in the Mountain
(in
Popular Tales from the Norse
, New York, Appleton and Company, 1859.
- ^
Joseph Jacobs, English Fairy Tales, London, David Nutt, 1890.
- ^
In seguito venne eliminata perche considerata troppo contaminata da tradizioni allogene rispetto a quella tedesca.
- ^
Tranne che in
Das Mordschloß
, dove la protagonista non vede direttamente il massacro, ma giunge nelle segrete e qui trova una vecchietta intenta a raschiare gli intestini della precedente vittima del castellano.
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Anch'essa pubblicata nella prima edizione delle
Kinder- und Hausmarchen
, e poi eliminata perche considerata contaminata dalla tradizione francese.
- Bruno Bettelheim
,
Il mondo incantato. Uso, importanza e significati psicoanalitici delle fiabe
, Milano, Feltrinelli, 1975.
ISBN 978-88-07-81581-2
.
- Tom Dekker, Jurjen van der Kooi, Theo Meder,
Dizionario delle fiabe e delle favole
, Milano, Mondadori, 1997.
ISBN 88-424-9973-0
.
- Ernesto Ferrero
,
Barbablu. Gilles de Rais e il tramonto del Medioevo
, Torino, Einaudi, 1975, 2004.
ISBN 978-88-06-16715-8
.
- Clarissa Pinkola Estes
,
Donne che corrono coi lupi
, Torino, Frassinelli, 1994.
ISBN 88-7684-252-7
.
- Maria Tatar,
The Classic Fairy Tales
, New York and London, Norton & Company, 1999.
ISBN 0-393-97277-1
.
- Maria Tatar,
Secrets Beyond the Door. The Story of Bluebeard and His Wives
, Princeton and Oxford, Princeton University Press, 2004.
ISBN 0-691-11707-1
.
- Maria Tatar,
The Hard Facts of the Grimms' Fairy Tales
, Princeton and Oxford, Princeton University Press, 1987, 2003.
ISBN 0-691-11469-2
.
- Maria Tatar,
Off With Their Heads: Fairy Tales and the Culture of Childhood
, Princeton, Princeton University Press, 1992.
ISBN 0-691-00088-3
.
- Marina Warner
,
From Beast to the Blonde: On Fairy Tales and Their Tellers
, London, Chatto & Windus, 1994.
ISBN 978-0-374-15901-6
.
- Marina Caracciolo,
Il mito di Barbablu dalla favola di Perrault a Gilles de Rais alle metamorfosi del Novecento
; in
Il Pensiero poetante. IV - Il Mito
. Genesi Editrice, Torino 2017.
ISBN 978-88-7414-635-2