L'
attentato
di Fiumicino del 1973
fu un
attentato terroristico
palestinese
che il 17 dicembre colpi l'
aeroporto di Roma-Fiumicino
uccidendo 32 persone
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e causando il ferimento di altre 15. Non essendosi mai saputo quale potenza o organizzazione avesse commissionato l'attacco, le reali motivazioni rimangono tutt'oggi sconosciute. Tuttavia tale operazione terroristica sul territorio italiano puo essere messa in relazione con altro evento: proprio nella stessa data del 17 dicembre della strage di Fiumicino era stata fissata l'udienza del processo penale contro i terroristi, allora detenuti in Italia, del precedente
fallito attentato di Ostia
.
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Il 17 dicembre 1973 alle ore 12:51, un commando terrorista palestinese, proveniente dalla
Spagna
con un volo precedente, composto da 5 persone fece irruzione all'interno del
terminal
di Fiumicino.
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Gli uomini, dopo aver estratto
armi automatiche
ed
esplosivi
dalle loro valigie, si fecero strada all'interno del
terminal
fino alla pista, sparando all'impazzata e uccidendo 2 persone. Raggiunta la
zona di stazionamento
dell'aeroporto, i terroristi si diressero verso il
Boeing 707
della
Pan Am
,
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volo 110
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per
Teheran
con scalo a
Beirut
delle 12:45,
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e vi gettarono all'interno una bomba al fosforo e due granate dirompenti.
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Gli assistenti di volo tentarono di evacuare il velivolo il piu velocemente possibile, aprendo le uscite di emergenza sulle ali, dal momento che le altre erano ostacolate dai terroristi. Molti passeggeri riuscirono a scappare, ma 30 rimasero uccisi;
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tra questi quattro italiani: l'ingegner Raffaele Narciso, il funzionario
Alitalia
Giuliano De Angelis, di ritorno alla sede di
Teheran
con la moglie Emma Zanghi e la loro figlia Monica di 9 anni. Nell'attacco perse inoltre la vita un giovane
finanziere
di appena 20 anni,
Antonio Zara
,
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che giunto per primo sul luogo dell'assalto a seguito dell'allarme generale lanciato dalla
torre di controllo
dell'aeroporto, tento di contrastare i dirottatori.
L'attacco risulto essere talmente fulmineo, da non consentire un'adeguata risposta da parte delle forze dell'ordine. Presso Fiumicino all'epoca dei fatti erano operativi solo 117 agenti: 9 carabinieri, 46 finanzieri e 62 poliziotti, dei quali soltanto 8 erano addetti al servizio anti-sabotaggio; un numero irrisorio per un aeroporto intercontinentale come Fiumicino. Il tutto aggravato dal fatto che la struttura aeroportuale non era assolutamente adatta alla prevenzione di attacchi terroristici, in quanto concepita in un'epoca in cui tali eventi non erano prevedibili.
Compiuta la strage, il commando si diresse verso un
Boeing 737
della
Lufthansa
che era parcheggiato in attesa di partire
[4]
[5]
per
Monaco di Baviera
. Lungo il percorso passarono accanto ad un aereo dell'
Air France
pronto a partire per Beirut. A bordo, oltre all'equipaggio, si trovavano centododici passeggeri. Il comandante, Michel Ricq, per non attirare l'attenzione dei terroristi decise di non chiudere immediatamente il portellone, ma lo fece solo in un secondo momento.
Gli arabi tuttavia non si curarono dell'aereo francese e proseguirono verso il velivolo tedesco. Vi fecero salire alcuni ostaggi, tra cui sei agenti della dogana di Fiumicino;
[5]
costrinsero quindi l'equipaggio, che gia era a bordo, a muovere l'aereo verso la pista per poter decollare. L'aeromobile fu inseguito, per la prima parte del rullaggio, da diversi veicoli dei
Carabinieri
e della
Guardia di Finanza
, i quali poi abbandonarono l'inseguimento in seguito alle minacce dei dirottatori di uccidere tutti gli ostaggi a bordo.
Alle 13:32, poco piu di mezz'ora dall'inizio dell'azione, l'aereo decollo alla volta di
Atene
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dove giunse alle ore 16:50.
[3]
[5]
Qui i dirottatori chiesero alle autorita elleniche di liberare due terroristi palestinesi detenuti nelle carceri greche, accusati di essere gli autori dell'attentato all'
aeroporto di Atene
del 5 agosto 1973.
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[4]
Le trattative proseguirono per circa 16 ore, durante le quali i dirottatori uccisero un ostaggio italiano, l'addetto al trasporto bagagli Domenico Ippoliti, il cui corpo fu abbandonato sulla pista per sollecitare il governo greco a soddisfare le loro richieste. Tuttavia, in seguito al rifiuto da parte dei due detenuti di unirsi al commando, i dirottatori furono costretti a rinunciare a ogni richiesta e a ripartire, stavolta con destinazione
Beirut
. Le autorita libanesi pero rifiutarono di concedere all'aereo l'autorizzazione per l'atterraggio e occuparono le piste dell'aeroporto con autobus e camionette.
[4]
Anche
Cipro
fece lo stesso.
[4]
Fecero cosi scalo a
Damasco
, dove le autorita siriane rifornirono l'aereo di viveri e carburante.
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[4]
Dopo circa 6 ore decollarono di nuovo alla volta di
Kuwait City
, dove l'aereo si fermo definitivamente.
Il dirottamento termino nella tarda serata del giorno successivo all'
aeroporto Internazionale del Kuwait
, dove furono liberati gli ostaggi.
I terroristi negoziarono la loro fuga ma furono comunque catturati poco tempo dopo. Le autorita kuwaitiane, dopo aver interrogato i terroristi, decisero di non sottoporli a processo e valutarono la possibilita di consegnarli all'
Organizzazione per la Liberazione della Palestina
(OLP). I fattori che entrarono in gioco a questo punto furono complessi, e scatenarono un caso diplomatico che vide scontrarsi molti paesi arabi, europei e gli
USA
sulla sorte che avrebbero dovuto fare i terroristi e su quale nazione avrebbe dovuto processarli.
L'Italia, nonostante avesse fatto formale richiesta di estradizione all'Emirato del Kuwait, non apparve realmente intenzionata a processare e detenere i terroristi in proprio territorio. Si tratto infatti di un mero atto formale, e - quando fu risposto al governo italiano che, non esistendo un trattato che regolasse l'estradizione con il
Kuwait
, quest'ultima risultava impossibile - non furono effettuate ulteriori pressioni.
Il motivo piu probabile, che dissuase l'Italia dal desiderio di ricevere in consegna il commando, fu il pericolo che un'eventuale detenzione nelle carceri italiane sarebbe stata motivo di ritorsioni da parte di altri
terroristi
palestinesi, che avrebbero potuto dare luogo ad un nuovo attentato in territorio italiano, desiderosi di richiedere la liberazione dei propri compagni. Successivamente infatti furono liberati anche gli ultimi terroristi palestinesi detenuti in Italia, responsabili del
fallito attentato di Ostia
del 1973, probabilmente proprio per lo stesso motivo. Anche altri paesi europei come l'
Olanda
seguirono questa linea.
Questi eventi furono la prova genuina che il governo italiano avesse deciso di trattare la tragica vicenda di Fiumicino con il metro della "
ragion di Stato
", accettando compromessi a volte anche umilianti, seppur dettati da un bene superiore.
Successivamente ad estenuanti vicende internazionali, nel
1974
il presidente egiziano
Anwar Sadat
acconsenti che venissero portati al
Cairo
sotto la responsabilita dell'OLP e che venissero processati dalla stessa per aver condotto una "operazione non autorizzata". Rimasero in carcere fino al 24 novembre del 1974, giorno in cui in seguito a dei negoziati avviati durante il dirottamento di un aereo britannico in
Tunisia
, compiuto proprio per richiedere la loro scarcerazione, i cinque uomini del commando furono liberati in Tunisia con la complicita di molti governi arabi, europei e del governo americano. Da quel momento non ci sono state piu notizie certe sulla loro sorte e sparirono, probabilmente ospitati da qualche paese arabo, rimanendo impuniti per i loro crimini.
- ^
David Romoli,
Attentato di Fiumicino del 1973, 32 morti annunciati: i servizi sapevano ma non fecero nulla
, su
Il Riformista
, 22 dicembre 2021.
URL consultato il 4 gennaio 2023
.
- ^
(
EN
)
Other group attacked airports & airlines target (dec. 17, 1973, Italy)
, su
tkb.org
.
URL consultato il 17 dicembre 2023
(archiviato dall'
url originale
il 30 settembre 2007)
.
- ^
a
b
c
d
e
f
g
h
(
EN
)
Rome hijacking
[
Sequestro di Roma
]
, su
Flightglobal.com
, 27 dicembre 1973.
URL consultato il 17 dicembre 2023
(archiviato dall'
url originale
l'11 febbraio 2015)
.
- ^
a
b
c
d
e
f
g
h
i
j
k
l
La strage di Fiumicino, 50 anni fa
, su
il Post
, 17 dicembre 2023.
URL consultato il 17 dicembre 2023
(
archiviato
il 17 dicembre 2023)
.
- ^
a
b
c
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(
EN
)
Arab guerrillas kill 31 in Rome during attack on U.S. airliner, take hostages to Athens, fly on
, su
The New York Times
, 18 dicembre 1973.
URL consultato il 19 dicembre 2023
(
archiviato
il 28 febbraio 2021)
.