Coordinate : 40°57′35.96″N 14°15′33.66″E

Atella (citta antica)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Atella
Cronologia
Fondazione ante 218 a.C.
Fine post 1030
Causa trasferimento della diocesi ad Aversa [1]
Localizzazione
Stato attuale Bandiera dell'Italia  Italia
Localita Frattaminore , Frattamaggiore , Grumo Nevano , Crispano , Sant'Arpino , Orta di Atella e Succivo
Coordinate 40°57′35.96″N 14°15′33.66″E
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Atella
Atella

Atella e una citta di origine osca , una delle piu antiche della Campania e una delle prime ad aver ottenuto la cittadinanza romana . [1] Era attraversata dalla via Atellana , che la conduceva a sud - ovest a Cuma e a nord - est a Capua . [1] Parte del tracciato della via Atellana e conservato oggi, con lo stesso nome, nel tratto che attraversa Frattaminore . [1] Dalla citta prende nome l' atellana , una delle forme di spettacolo d'origine locale che influenzo il teatro latino . [1]

Non se ne trova menzione su documenti precedenti alla seconda guerra punica , quando, sebbene fosse una citta indipendente e battesse moneta propria, in particolare in bronzo con la leggenda ADERL in alfabeto osco , risalenti probabilmente alle guerre puniche , era alleata con Capua e altre citta campane e parteggio per Cartagine dopo la battaglia di Canne ( 216 a.C. ). [2]

Fu occupata dai Romani nel 210 a.C. e ridotta a prefettura [3] : i sopravvissuti furono mandati in esilio e la citta fu successivamente rifondata come rifugio per i profughi provenienti da Nocera . [1] Infatti, poiche, gli abitanti di Nuceria e Acerra, si lamentavano di non sapere dove andare a vivere, in quanto Acerra era stata in parte incendiata e Nuceria completamente distrutta, essi furono inviati dal proconsole Fulvio Flacco al Senato di Roma a fare le loro rimostranze. [4] Ai primi, gli Acerrani, venne concesso di ricostruire gli edifici incendiati; ai Nucerini si permise loro di trasferirsi ad Atella, mentre agli Atellani fu imposto di spostarsi a Calatia . [4]

Nel I secolo a.C. Cicerone ne parlo cosi tanto da poter essere considerato il suo patrono ; durante il periodo imperiale fu un municipium . [5] Nello stesso periodo, la citta veniva rifornita da una diramazione dell' acquedotto augusteo che partiva dal tratto ipogeo a Capodimonte. [6] In eta costantiniana la citta fu abbellita dal consolare della Campania Gaio Celio Censorino . [7]

Inoltre, fra il 455 e il 456, fu devastata dai Vandali , al comando di Genserico . [1] Nel 536 Belisario assedio Napoli e l'anno seguente gli Atellani furono chiamati a ripopolarla. [8] Nel 543 Totila rioccupo entrambe le citta, fino al 552 quando Narsete sconfisse il re Teia nella battaglia dei Monti Lattari . [8] Nell'832 Bono di Napoli distrusse i castelli di Acerra ed Atella, occupati dai Longobardi . [9] Nell'835 Sicardo di Benevento assedio la stessa Napoli depredando la Liburia . [10] Fra l'841 e l'842, durante le lotte di successione tra Siconolfo di Salerno e Radelchi I di Benevento , furono distrutte Capua e Atella. [11] Nell'882 Landone II di Capua si fermo ad Atella e riforni Capua. [12] Nell'888 Aione II di Benevento saccheggio tutta la Liburia. [13] Nell'888 Atenolfo I di Capua , dopo essere stato sconfitto da Atanasio II di Napoli presso il fiume Clanio , si rifugio ad Atella. [14] Il declino della citta comincio quando la sua diocesi fu trasferita nella vicina citta normanna di Aversa nel 1030 . [1]

Area archeologica

[ modifica | modifica wikitesto ]
Moneta atellana

Le rovine della citta, consistenti in case private, numerose tombe e il giardino di Virgilio , sono oggi conservate sui siti dei comuni di Frattaminore (piu precisamente nella parte corrispondente al capoluogo del comune di Pomigliano d'Atella, soppresso con Decreto Regio del 15/05/1890), Orta di Atella , Sant'Arpino e Succivo . [5] Di questi, Orta di Atella, Sant'Arpino e Succivo hanno costituito, durante il fascismo, il comune di Atella di Napoli . Questi paesi, inoltre, sono soci fondatori dell'Associazione dei Comuni atellani, cui si sono aggiunti di recente i comuni di Cesa e Gricignano di Aversa . [15] Il Comune di Orta di Atella ad inizio 2012 ha lasciato l'Unione. [16]

Alcuni studiosi ritengono che il territorio di Atella fosse piu vasto e comprendesse anche i suoli oggi occupati da parte degli abitati di Cesa , Caivano , Sant'Antimo e la frazione Fratta Piccola del soppresso comune di Pomigliano d'Atella; altri a questi comuni aggiungono addirittura Afragola , Casavatore , Casoria e i quartieri dell'area settentrionale di Napoli . [5]

Nel 1978 viene fondato l'Istituto di Studi Atellani, ente dotato di personalita giuridica, di rilevante interesse regionale, con lo scopo di incentivare gli studi sull'Antica Atella e le fabulae, raccogliendone e conservandone ogni testimonianza e diffondendo il tutto mediante pubblicazioni. [17]

A Succivo e situato il museo archeologico dell'Agro Atellano , istituito all'inizio degli anni 2000 .

Nel marzo del 2012 per far riaffiorare il ricordo dell'antica citta della Campania, centro di cultura e patria delle famose "Fabulae Atellanae" nasce Atella Multimedia, associazione culturale con lo scopo di diffondere la cultura mediante le nuove tecnologie e la multimedialita. [18]

Nel luglio del 2012 la medesima associazione fonda Atella.TV, [19] la Web TV della cultura. [18]

  1. ^ a b c d e f g h W. Johannowsky, Atella , in Enciclopedia dell'arte antica , Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1973. URL consultato il 13 marzo 2020 .
  2. ^ Livio , XXII, 61.11-12 .
  3. ^ Sesto Pompeo Festo , De verborum significatu , I-XX.
  4. ^ a b Livio , XXVII, 3.6-7 .
  5. ^ a b c Atella , su iststudiatell.org , Istituto di Studi Atellani. URL consultato il 13 marzo 2020 .
  6. ^ Giuseppe Maria Montuono, L’approvvigionamento idrico della citta di Napoli. L’acquedotto del Serino e il Formale Reale in un manoscritto della Biblioteca Nazionale di Madrid , in Salvatore D'Agostino (a cura di), Storia dell'ingegneria : atti del 2. Convegno Nazionale, Napoli, 7-8-9 aprile 2008 , Cuzzolin, 2008, ISBN   978-88-87998-86-3 , OCLC   948279745 . URL consultato il 26 aprile 2020 .
  7. ^ CIL X, 03732
  8. ^ a b Procopio di Cesarea , De bello gotico , III, 8.
  9. ^ Paolo Bertolini, Bono , in Dizionario biografico degli italiani , vol. 12, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1971. URL consultato il 17 febbraio 2024 .
  10. ^ Vito Lore, Sicardo, principe di Benevento , in Dizionario biografico degli italiani , vol. 92, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2018. URL consultato il 17 febbraio 2024 .
  11. ^ Chronicon Salernitanum , 95.
  12. ^ Erchemperto , Historia Langobardorum Beneventanorum , 60.
  13. ^ Erchemperto, Historia Langobardorum Beneventanorum , 56.
  14. ^ Erchemperto, Historiae Langobardorum Beneventanorum , 71.
  15. ^ Sito web dell'Unione dei Comuni denominata "Atella" , su unionedeicomuniatella.it . URL consultato il 19 maggio 2019 (archiviato dall' url originale il 1º novembre 2016) .
  16. ^ News Unione dei Comuni Atellani
  17. ^ Istituto di Studi Atellani
  18. ^ a b "Associazione Culturale Atella Multimedia" , su atellamultimedia.org . URL consultato il 26 settembre 2019 (archiviato dall' url originale il 4 marzo 2016) .
  19. ^ Atella.TV, la Web TV della Cultura , su atella.tv . URL consultato il 29 ottobre 2012 (archiviato dall' url originale il 1º dicembre 2012) .

Bibliografia

[ modifica | modifica wikitesto ]
  • Vincenzo De Muro, Atella antica citta della Campania , Napoli, 1985.
  • Sossio Andreone, L'antica Atella , Napoli, 1993.
  • Giovanni Reccia, Atella/Aderl , Napoli 2015.
  • Giovanni Reccia, Le monete di Atella , Napoli 2016.

Voci correlate

[ modifica | modifica wikitesto ]

Altri progetti

[ modifica | modifica wikitesto ]
Controllo di autorita SBN BASL000632