Aristarco di Samo
(in
greco antico
:
?ρ?σταρχο? ? Σ?μιο?
?
,
Aristarchos ho Samios
;
Samo
,
310 a.C.
circa ?
230 a.C.
circa) e stato un
astronomo
greco antico
.
Nato a
Samo
, una delle maggiori isole in prossimita della costa della
Ionia
, Aristarco studio ad
Alessandria
, dove ebbe come maestro
Stratone di Lampsaco
.
Per le sue teorie si diceva che meritasse la condanna per empieta, come riporta
Giacomo Leopardi
nella sua
Storia dell'
astronomia
:
≪Altro astronomo greco fu Aristarco, vissuto, come credesi, verso il 264 avanti Gesu Cristo, benche considerevolmente piu antico lo facciano il Fromondo e il Simmler presso il Vossio, ripresi pero dal Fabricio. Di lui fecer menzione
Vitruvio
,
Tolomeo
e
Varrone
presso
Gellio
nel quale, in luogo di Aristide Samio, e da leggersi Aristarco.
Egli determino la distanza del Sole dalla Terra, che egli crede 19 volte maggiore di quella della Terra medesima dalla Luna e trovo la distanza della Terra dalla Luna, di 56 semidiametri del nostro globo. Credette che il diametro del sole fosse non piu che 6 o 7 volte maggiore di quello della Terra e che quello della Luna fosse circa un terzo di quello della Terra medesima.
Fu dogma di Aristarco il moto della Terra, ed egli, per tale opinione, reputossi da
Cleante
reo di empieta, quasi avesse turbato il riposo dei
Lari
e di
Vesta
. Sembra che
Plutarco
asserisca essere stato Cleante e non Aristarco il fautore del moto della Terra, cosi leggesi nel suo libro
De facie in orbe Lunae
.≫
L'ultima affermazione del giovanissimo Leopardi richiede una spiegazione. In realta il testo di Plutarco tramandato dai manoscritti era stato emendato dal filologo
Aegidius Menagius
(nome
latinizzato
di
Gilles Menage
) nel
XVII secolo
. Nel testo dei manoscritti era scritto che Aristarco avrebbe voluto scherzosamente accusare di empieta Cleante (costui era infatti seguace del culto del Sole e allo stesso tempo contrario all'eliocentrismo). Menagius aveva emendato il testo invertendo il ruolo di accusato e accusatore, ritenendo che ad essere accusato di empieta potesse essere solo il sostenitore dell'eliocentrismo. Leopardi leggeva nei libri di storia dell'astronomia che l'eliocentrismo aveva portato ad un'accusa di empieta, ma leggeva anche l'originale testo greco di Plutarco, che sosteneva chiaramente che era stato Cleante l'accusato. Ne concluse che Cleante dovesse essere l'eliocentrista
[1]
. L'accusa di empieta quindi fu solo un gioco dialettico tra Aristarco e Cleante, ma non fu mai formulata ne contro l'uno ne contro l'altro
[1]
.
Astronomo e fisico, Aristarco e noto soprattutto per avere per primo introdotto una teoria astronomica nella quale il
Sole
e le
stelle fisse
sono immobili mentre la
Terra
ruota attorno al Sole percorrendo una circonferenza
[2]
. Sappiamo inoltre che Aristarco concordava con
Eraclide Pontico
nell'attribuire alla Terra anche un moto di rotazione diurna attorno ad un
asse
inclinato rispetto al piano dell'orbita intorno al Sole
[3]
(l'ultima ipotesi giustificava l'alternarsi delle
stagioni
)
[4]
.
Dell'opera in cui Aristarco illustrava la teoria eliocentrica, ci rimangono solo pochi frammenti, costituiti da brevi citazioni di tradizione indiretta
[5]
.
L'obiezione che gli mossero i suoi contemporanei fu per quale motivo le stelle fisse non modificassero la propria posizione reciproca nel corso dell'anno, come avrebbero dovuto fare se la Terra fosse stata in movimento.
Archimede
riporta che Aristarco supero l'obiezione ipotizzando che la distanza tra la Terra e le stelle fisse fosse infinitamente maggiore del raggio dell'orbita annuale terrestre
[6]
, e in effetti e tanto maggiore da evitare ogni effetto di
parallasse
misurabile con gli strumenti dell'epoca (e anche delle epoche successive fino al XIX secolo).
L'idea che le stelle siano ad una distanza enormemente superiore a quella del Sole e ripresa da altri autori
[2]
(ad esempio da
Cleomede
).
Secondo la testimonianza di
Plutarco
, mentre Aristarco proponeva l'eliocentrismo come un'ipotesi, questo era una netta convinzione per
Seleuco di Seleucia
[7]
.
La teoria eliocentrica era stata rifiutata con forza un secolo prima da
Platone
e dal suo allievo
Aristotele
, e fu respinta quattro secoli dopo Aristarco, anche da
Claudio Tolomeo
, le cui concezioni dominarono incontrastate la tarda antichita e il medioevo. Ha senso supporre pero che la teoria di Aristarco fosse accettata per i primi secoli, dato che
Plinio il Vecchio
[8]
e
Seneca
[9]
si riferiscono al moto retrogrado dei pianeti come a un fenomeno ottico e non reale, concezione piu in linea con l'eliocentrismo che con il geocentrismo.
L'unica opera pervenuta di Aristarco e il breve trattato
Sulle dimensioni e distanze del Sole e della Luna
[10]
, nel quale stima la grandezza del Sole e della
Luna
e calcola le relative distanze dalla Terra.
Quando la Luna e in
quadratura
, ossia e illuminata per meta, essa, con la Terra e il Sole, forma il
triangolo rettangolo
mostrato in figura. Misurando in tale condizione l'angolo β compreso tra la direzione Terra-Sole e la direzione Terra-Luna e possibile calcolare il rapporto tra le loro distanze mediante ragionamenti di tipo geometrico. Il problema risolto da Aristarco, di calcolare (o meglio, stimare sia per eccesso che per difetto) il rapporto tra i cateti di un triangolo del quale si conoscono gli angoli, equivale in termini attuali a calcolare, o stimare, la tangente trigonometrica di un angolo. L'opera di Aristarco puo pertanto essere considerata una delle prime opere di trigonometria
[2]
.
Aristarco stimo il rapporto tra le distanze del Sole e della Luna come compreso tra 18 e 20, mentre il rapporto tra le distanze medie e in realta circa 400. Le stime di Aristarco sono correttamente dedotte dal valore da lui assunto per l'angolo Sole-Terra-Luna all'atto della quadratura, ma l'angolo era stato misurato con scarsa precisione. La grandezza abnorme dell'errore e dovuta a due cause principali. In primo luogo Aristarco dovette calcolare la tangente di un angolo molto vicino a un
angolo retto
, molto vicino cioe al valore nel quale la tangente diverge. In queste condizioni un errore relativamente piccolo sull'angolo si traduce necessariamente in un errore enormemente maggiore sulla tangente. Inoltre per stimare con accuratezza l'angolo che interessava Aristarco occorre riconoscere l'effettiva quadratura con una precisione difficilmente raggiungibile ad
occhio nudo
. Basta un errore di poche ore sull'istante in cui la quadratura ha luogo perche l'errore sull'angolo si traduca in un errore enorme sulla sua tangente
[6]
.
Il metodo di Aristarco permette comunque di stimare la tangente di qualsiasi angolo e questo e probabilmente il maggior valore matematico della sua opera.
Ad Aristarco sono stati intitolati il
cratere lunare Aristarchus
e l'
asteroide
3999 Aristarchus
[11]
.
- ^
a
b
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Fonte
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ISBN 88-901473-9-3
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