Autoritratto
, Pinacoteca di Brera
≪L'alacrita con cui egli si diede agli studi piu profondi dell'arte, l'amore infinito ardentissimo del bello a cui educo la propria anima, il sentimento della delicatezza ch'egli si procaccio […] svilupparono ed accrebbero i doni della natura. Ed Appiani puo dirsi per eccellenza il Pittore del secolo≫
Giovanni Andrea Melchiorre Appiani
(
Milano
,
31 maggio
1754
?
Milano
,
8 novembre
1817
) e stato un
pittore
italiano
.
Alfiere del
neoclassicismo
in Italia, fu uno dei maggiori esponenti di quel periodo compreso tra l'
Illuminismo
e le vicende napoleoniche, grazie alla specificita espressiva del suo stile, vero e proprio
trait d'union
tra la morbidezza del tratto leonardesco e la grazia del classicismo. Nel 1807 viene nominato direttore della
Pinacoteca di Brera
.
Cosa sarei in faccia all'arte medica ...
E lo stesso Appiani, in una feroce invettiva rivolta al padre, a darci indicazioni del disagio che nutriva nei confronti della
medicina
, e di come preferisse dedicarsi agli studi artistici:
[2]
≪Veda, sig. padre, a 15 anni faccio qualche testa, qualche figura o bene o male: sono sull'uscio delle belle arti, sto per entrare nel santuario che mi tocca il cuore: a 15 anni cosa sarei in faccia all'arte medica, eterna ad apprendersi; anzi appresa giammai a sufficienza pei bisogni degli uomini, perche poi dobbiamo morire? sig. padre, quell'arte e contro natura, cioe contro l'esito della nostra vita ... io l'aborro≫
Andrea Appiani nacque a
Milano
il 31 maggio 1754 dal medico Antonio Appiani e da Marta Maria Liverta. Battezzato nella parrocchia di
San Carpoforo
con i nomi di Giovanni, Andrea e Melchiorre,
[3]
il padre sperava di farne un buon medico: nel 1769-70, quand'aveva quindici anni, non era pero ancora arrivato a studiare ≪rettorica≫ nelle scuole pubbliche di Milano che gia si manifesto in lui la vocazione artistica, suscitata dalla copia di numerose stampe e dal disegno di qualche testa dal vivo. Fu per questo motivo che il padre, nel 1769, alloco il giovane figlio dapprima sotto la guida di un ≪maestro
mediocrissimo
≫,
[2]
e poi nella scuola privata di
Carlo Maria Giudici
, pittore e scultore di vaglia che allora godeva in citta di una distinta notorieta, anche grazie al sodalizio con
Anton Raphael Mengs
. Negli anni in cui fu allievo del Giudici l'apprendista pittore pote ampliare la propria cultura figurativa e ricevere i primi rudimenti del disegno, studiando e riproducendo le opere dei grandi maestri rinascimentali, quali
Raffaello Sanzio
e
Giulio Romano
. Frequento poi lo studio all'Accademia Ambrosiana del frescante
Antonio De Giorgi
, con il quale approfondi pittura a confronto diretto col modello di Leonardo e del Luini; passo quindi all'
atelier
di
Martin Knoller
, che gli trasmise le tecniche dell'
affresco
e del
chiaroscuro
. Lascio il Knoller per
Giuliano Traballesi
, dal gusto spiccatamente piu barocco: fu per questo che Appiani non apprezzo i suoi insegnamenti, tanto che fra i camerati godeva fama di ≪seccone≫. Cio malgrado, in questo giro d'anni pote stringere amicizia con le piu eminenti personalita artistiche del tempo:
Gaetano Monti
, condiscepolo di anatomia presso l'Ospedale Maggiore, gli fu amico per tutta la vita;
Piermarini
,
Aspari
,
Parini
(anche la famiglia Appiani, tra l'altro, era originaria di
Bosisio
),
Albertolli
, e pure il
Monti
ed il
Foscolo
, benche conosciuti piu tardi, furono tutti tra i suoi intimi.
Mortogli il padre, Appiani attraverso un periodo segnato da vicissitudini e sofferenze, e per vivere dovette adattarsi a lavori diversi per ritrarne mezzo di sussistenza:
[4]
dipinse scene e costumi per il
teatro alla Scala
, decoro carrozze, esegui fiori su seta. Il termine di questo periodo di attivita spuria buona a
toutfaire
venne sancito dall'esecuzione dei
Santi Vitale e Valeria, Gervasio e Protasio
per la chiesa di
Caglio
(1777), con la quale inizio ad affermarsi presso il grosso pubblico. In questi anni realizzo anche quattro tempere per il conte
Ercole Silva
raffiguranti
il Ratto di Europa
(1778-79), una
Nativita
per la Collegiata di Santa Maria ad
Arona
(1782), ed affreschi al
palazzo Diotti
(oggi sede della prefettura di Milano) e alla chiesa parrocchiale di
Rancate
; grazie ai lavori bozzettista e scenografo alla Scala, inoltre, ebbe modo di visitare
Firenze
su invito di
Domenico Chelli
. Anche nel quinquennio tra il 1786 e il 1790 Appiani venne febbrilmente assorbito nell'attivita di decoratore, che lo vide impegnato al
duomo di Monza
(dove costrui nel 1798 l'Altare Maggiore), in palazzo Busca alle Grazie, in
palazzo Litta
, in casa Orsini Falco, in
palazzo Greppi
e nella
Villa Reale di Monza
, nella cui
Rotonda delle Serre
esegui il fondamentale ciclo della
Storia d'Amore e Psiche
per l'
Arciduca Ferdinando d'Asburgo
.
Villa Reale di Monza,
Storie di Amore e Psiche
, 1791
San Giovanni Evangelista
, affresco in Santa Maria dei Miracoli a Milano
In questo stesso periodo Appiani si invaghi di Costanza Bernabei, gia sua allieva; il matrimonio, che si rivelera molto felice e sara coronato dalla nascita di quattro figli, fu celebrato nel 1790.
[5]
Intanto, nel 1791, pote visitare in un viaggio di perfezionamento artistico dalla durata di nove mesi
Parma
,
Bologna
e nuovamente
Firenze
, giungendo a
Roma
(dove ammiro Raffaello e la ≪grazia soave e di retta semplicita≫ delle pitture di Mengs custodite nella Biblioteca Vaticana) e infine a
Napoli
, dove rimase assai colpito dalla statuaria classica ivi esposta. I frutti di tanto arricchimento non poterono tardare, tanto che nel lustro successivo fu sostanzialmente impegnato nell'impresa degli affreschi sotto la cupola della
chiesa di Santa Maria presso San Celso
, coi
quattro Dottori
a fianco dei finestroni e i
quattro Evangelisti
nei pennacchi: l'esecuzione dell'opera, nonostante una sfortunata accoglienza, procuro subito al pittore milanese fama e nuove commissioni, minuziosamente elencate nel libro scritto dall'amico
Giuseppe Beretta
.
[6]
Ritratto di Napoleone Bonaparte
, Pinacoteca Ambrosiana, Milano
La gloria, tuttavia, gli venne con il periodo cisalpino. Entrato
Napoleone Bonaparte
a Milano il 15 maggio 1796, entro nelle sue grazie con un riuscitissimo ritratto a carbone e gessetto su carta brunella; l'appena ventisettenne generale gli conferi il titolo di ≪commissario superiore≫ per scegliere le migliori opere d'arte lombardo-venete da spedire a
Parigi
(incarico che evito per via d'una malattia che lo colse a
Verona
), e gli affido anche il disegno di testate, brevetti, allegorie repubblicane per proclami, carte ufficiali, e medaglie. L'anno successivo il generalissimo gli dono addirittura una casa sul Naviglio di San Marco, gia proprieta di quei frati,
[7]
valutata quarantamila lire milanesi.
[6]
In questo periodo, in effetti, l'artista ando licenziando una cospicua mole di opere: dell'Appiani sono i disegni per la medaglia commemorativa dei comizi di Lione nel 1801, per la medaglia dopo l'attentato del 14 dicembre 1800, per la medaglia della
battaglia di Marengo
, per la medaglia dell'
incoronazione a re d'Italia
, per la medaglia delle vittorie del 1809, per la medaglia del secondo matrimonio di Napoleone nel 1810. Il monumento di Appiani piu noto realizzato in questo periodo, tuttavia, fu la serie di affreschi che realizzo in onore dell'epopea napoleonica all'interno di
Palazzo reale
, culminante con l'
Apoteosi dell'Imperatore
, terminata nel 1808 e lodata anche da
Stendhal
, che scrisse che ≪la Francia non ha mai prodotto nulla di comparabile≫, opere distrutte durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale. Malgrado fosse impegnato nella sua nuova impresa, Appiani dipinse comunque ritratti per i Litta, per
Giovanni Battista Sommariva
, per casa Galetti, per la chiesa di
Oggiono
, e ritratti aulici e di privati: del 1812 e il
Parnaso
, affrescato sulla volta della sala da pranzo della
Villa Reale di Milano
, su commissione del vicere
Eugenio di Beauharnais
, sua ultima opera d'impegno.
[8]
A moltiplicarsi sono anche gli incarichi accademici ottenuti dal pittore in questi anni: nel 1802 venne fatto commissario generale delle Belle Arti con 1.500 lire annue, mentre nel 1804 venne nominato addirittura primo pittore del re d'Italia con 15.000 lire annue, cavaliere della Legion d'Onore e della Corona ferrea e membro dell'Accademia di Brera.
[8]
Lapide funeraria dell'Appiani, oggi nella cripta di San Gregorio Magno, Milano
Il 28 aprile 1813 fu un giorno assai funesto per l'Appiani: mentre infatti proseguiva l'intensa attivita decorativa nel Palazzo Reale con la decorazione della sala di corte, fu colpito improvvisamente da un
attacco apoplettico
. Le sue facolta motorie cominciarono lentamente a scemare, per poi giungere alla paralisi: l'artista, fra l'inerzia e il dolore, trascorse il resto della sua vita nell'abitazione meneghina a corso Monforte, per poi morire l'8 novembre 1817, due anni dopo l'effettivo tramonto dell'epoca napoleonica.
Parnaso
, affresco, Villa reale, Milano
La scomparsa di Andrea Appiani suscito unanime cordoglio, sia tra i contemporanei che tra i discepoli (
Antonio De Antoni
,
Carlo Prajer
,
Angelo Monticelli
,
Giuseppe Bossi
),
[9]
tanto che la sua dimora presento in quei giorni un grandissimo concorso di folla; i funerali, celebrati il 10 novembre 1817, furono solenni, e la salma venne riposta nel
cimitero di San Gregorio
, fuori da Porta Venezia, poi demolito alla fine dell'Ottocento. Sulla tomba parlo
Giovanni Berchet
, con un toccante elogio funebre:
[10]
≪Questo cadavere intorno a cui ci raduna l'onor nazionale e l'entusiasmo dell'ammirazione, questo cadavere era Andrea Appiani pittore. […] Un insulto dell'apoplessia ruppe tutte le nostre speranze, ed egli non e piu. La chiarezza dell'ingegno, la dolcezza de' modi, le virtu familiari e cittadine, l'arte squisita, tutto insomma che piu fa illustre su questa terra, tutto perdemmo in lui, e di lui non ci resta che questo cadavere e questo nome.≫
Vi furono altre eminenti personalita del tempo a celebrare brevemente il merito di Appiani nell'arte. Nel 1826, a testimonianza del suo riconoscimento artistico, venne eretto un monumento marmoreo nelle sale di Brera, frutto dello scalpello di
Thorvaldsen
,
[11]
e Longhi scrisse un altro elogio di lui. Sempre a Brera e esposto, a lato di quello del Canova, un altro busto ritraente l'Appiani, stavolta realizzato dal Marchesi.
[12]
Massone
, Andrea Appiani fu membro della Loggia milanese "La Concordia", fondata nel 1783 da
Johann Joseph Wilczek
, dove risulta col grado di compagno in una lista degli iscritti del 1785
[13]
.
Busto di Andrea Appiani nella facciata di Palazzo Brentani a Milano
Il poeta Francesco Gianni, infine, offre con il suo
Ritratto del cavaliere Andrea Appiani
una descrizione dell'aspetto dell'artista assai vivida, delineandone anche l'influenza artistica esercitata su Appiani da
Raffaello Sanzio
e descrivendo il sorriso indice del carattere ironico dell'artista:
[14]
≪Atletica struttura, in grigi fiocchi
Sparsa ha la Chioma, rosseggiante il viso
Rilevate le nari, azzurri gli occhi
E il labbro adorno di un non finto riso:
Libera man, che con Dedalei tocchi
Il bello pinge in armonia diviso:
Tenero Amico, e Padre, e Cittadino,
L'Emulo e questi del Pittor d'Urbino.≫
Di seguito viene riportato l'albero genealogico di Andrea Appiani:
[15]
| | | | Antonio Appiani
| | | | Maria Liverta Jugali
| | | | | | | | | |
| | | |
| | | | | | | | | | | | | | | | | | | | |
| | | | | | | Andrea Appiani
| | | | | | | Costanza Bernabei
| | |
| | | | | | |
| | | | | | | | | | | | | |
| | | | | | | | | | | | | | | | | | | | |
| | | | | | | | | | | | | | | | | |
| | Caroline Constance Marie-Antoinette
| | | Laetizia Appiani
| | Costanzo Appiani
| | | Raffaele Appiani
| | | | | | | Giuseppa Strigelli
|
| | | | | | |
| | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | |
| | | | | | | | | | | | | | | | | altri sei fratelli
[16]
| | | | Andrea Appiani "il giovane"
| | |
| |
Si puo notare come Appiani, da Costanza Bernabei, ebbe quattro figli: Caroline Constance Marie-Antoinette, Laetizia, Costanzo e Raffaele. Quest'ultimo, sposatosi con Giuseppa Strigelli, ebbe come primogenito un figlio di nome Andrea, spesso citato come ≪
Andrea Appiani il Giovane
≫ per distinguerlo dal grande avo.
[17]
[16]
Nato a Milano nel 1817, Andrea Appiani il giovane ebbe come maestri
Tommaso Minardi
e
Francesco Hayez
, dal cui influsso elaboro il proprio stile personale, fondato su un purismo di maniera e un manierato romanticismo. Fu, tuttavia, un pittore assai mediocre, per di piu oppresso dalla celebrita del nonno: di lui, infatti, si hanno solo fuggevoli cenni e un poverissimo numero di opere, che si esaurisce in alcuni quadri storici (
Corradino di Svevia sul patibolo
,
Il Ritrovamento di Mose
), in freddi ritratti e nella decorazione di palazzi e della chiesa di Bolbeno.
[8]
- ^
Berchet
, p. 4
.
- ^
a
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- ^
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- ^
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Della Chiesa
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- ^
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