Alfredo Rocco
(
Napoli
,
9 settembre
1875
?
Roma
,
28 agosto
1935
) e stato un
giurista
e
politico
italiano
, al cui nome e legato il
Codice penale
da lui varato e tuttora in vigore, nonche il
Codice di procedura penale
, rimasto in vigore dal 1930 fino al 1988, quando e stato emanato il
Codice Pisapia-Vassalli
.
Figlio di un ingegnere, Alberto Rocco, e di Maria Berlingieri, la sua famiglia fu definita da
Indro Montanelli
"un allevamento di cavalli di razza"
[1]
. Tutti i suoi quattro figli emersero nel Novecento sul piano nazionale come giuristi: oltre ad Alfredo,
Arturo
(professore di
Diritto
e
Procedura penale
alle
universita di Ferrara
, Sassari, Siena, Napoli e Roma, fondatore della scuola moderna del tecnicismo giuridico), Ugo (professore ordinario di
Diritto processuale civile
a Napoli) e
Ferdinando Rocco
, presidente del
Consiglio di Stato
dal
1947
al
1950
.
E
professore
ordinario di Procedura civile all'
Universita degli Studi di Parma
(1906-1909) e a quella di
Palermo
(1909-1910), poi di
Diritto commerciale
all'
Universita degli Studi di Padova
(1910-1925). Diviene poi professore di Legislazione economica del lavoro alla facolta di
Scienze politiche
, e poi di
Diritto commerciale
in quella di Giurisprudenza, dell'
Universita La Sapienza
di
Roma
, ateneo di cui e rettore dal
1932
al
1935
.
Rocco, gia vicino al
Partito Radicale Italiano
, diventa
nazionalista
nel 1913, mentre e professore a Padova: egli rimette insieme il circolo nazionalista locale - scioltosi alla fine del 1912 - e pubblica nel gennaio 1914 l'opuscolo
Che cosa e il nazionalismo e che cosa vogliono i nazionalisti
, nel quale espone all'opinione pubblica il programma teorico del movimento, dai forti toni
imperialistici
e antidemocratici. Durante la
crisi interventista del 1914-15
, Rocco e un acceso sostenitore dell'ingresso dell'Italia nella
Grande guerra
[2]
. Durante la guerra fu ufficiale del "Servizio P" (propaganda) ed uno dei redattori del
giornale di trincea
L'Astico
.
Dal
1920
al novembre
1922
Rocco fu presidente e
amministratore delegato
della societa editrice del quotidiano
L'Idea Nazionale
, organo dell'
Associazione Nazionalista Italiana
[3]
. Sviluppo un rapporto molto stretto con i fratelli Perrone, proprietari dell'azienda
Ansaldo
, che gli fornirono lauti finanziamenti. Dovette pero cedere la proprieta del giornale nel 1922, quando l'azienda falli e i finanziamenti furono interrotti.
Nel
1921
fu eletto alla
Camera dei deputati del Regno d'Italia
. Prima della marcia su Roma si schiero a favore della fusione dell'
Associazione Nazionalista Italiana
con il
Partito Nazionale Fascista
, poi realizzata nel 1923, e si interesso particolarmente della questione di
Fiume
, recandosi in varie occasioni nella citta per incontrare
Gabriele D'Annunzio
[4]
. Dopo la formazione del
governo Mussolini
fu piu volte sottosegretario dal novembre
1922
al
1924
, e in seguito fu eletto
Presidente della Camera dei deputati
il 24 maggio 1924. Dal
1925
al
1932
fu
Ministro di grazia e giustizia e affari di culto
e promosse la codificazione penale del fascismo, firmando il codice penale e quello di
procedura penale
del
1930
, e conciliando la scuola penale classica e quella positiva col sistema del cosiddetto doppio binario, ovvero l'alternanza fra pena e misura di sicurezza.
Fu presidente della
Federazione Italiana Scherma
dal
1924
al
1925
. Inoltre dal 1929 al 1935, anno della sua morte, fu Presidente dell'
Istituto internazionale per la cinematografia educativa
, organismo collegato alla
Societa delle Nazioni
ed unica struttura dipendente dal consesso
ginevrino
che abbia avuto sede in Italia.
Albert Einstein
scrisse al ministro una lettera (riportata nella raccolta
Come io vedo il mondo
-
Mein Weltbild
) in cui affermava che non fosse necessario che gli scienziati italiani dovessero giurare fedelta al partito fascista per continuare le loro attivita didattiche e scientifiche. Nel 1935 gli fu conferito dalla Reale
Accademia d'Italia
il
premio Mussolini
.
Nominato
senatore
del Regno il 1º marzo
1934
, mori a Roma nel
1935
.
Fra i suoi allievi, il giuscommercialista
Giuseppe Ferri
.
Rocco intervenne in prima persona nel corso dei lavori di redazione dei codici penale e processuale penale, optando per soluzioni spesso in contrasto con la maggioranza dei membri delle commissioni ministeriali ed entrando spesso in dissidio con giuristi insigni come
Vincenzo Manzini
che proponevano tesi piu oltranziste. Il codice penale e sostanzialmente ancora in vigore. Il suo carattere autoritario e stato oggetto di critiche provenienti da diverse parti politiche
[5]
.
Il codice di procedura penale, profondamente modificato a partire dal
1955
, e stato abrogato nel
1989
per essere sostituito dal testo attuale, che - pur redatto da una commissione di giuristi presieduta da
Giandomenico Pisapia
- convenzionalmente prende il nome dal guardasigilli
Giuliano Vassalli
.
Nel suo pensiero politico Rocco traccia una sorta di
filosofia della storia
, che puo esprimersi tramite il principio dell'organizzazione (quando vige si realizzano i momenti migliori della societa umana: impero romano, cultura cattolica, grandi realta statali) oppure tramite il principio dell'individualita (quando e protagonista la storia vive i suoi momenti piu bassi: barbari, movimento protestante, Rivoluzione).
L'Italia, secondo Rocco, e riuscita a coniugare i due principi durante il Risorgimento: e pervenuta all'organizzazione attraverso il ricorso a idee liberali e democratiche.
Questo periodo e seguito dalla decadenza dell'eta giolittiana, che perdura sino alla prima guerra mondiale. Con il
fascismo
si e tornati allo stato organizzato (principio dell'organizzazione): la rivoluzione fascista e stata tale nel significato etimologico del termine: ha fatto tornare le cose com'erano prima: un vero e proprio ritorno al punto di partenza. La rivoluzione fascista, secondo Rocco, e stata dunque una rivoluzione conservatrice, essendo consistita in un ritorno delle tradizionali forme autoritarie e gerarchiche.
≪Ministro della Giustizia e degli Affari di Culto del Regno d'Italia≫
? 9 febbraio 1932
- ^
Corriere della Sera
, 18 gennaio 1998, p. 33.
- ^
Lorenzo Carlesso,
"Le radiose giornate di maggio". Interventisti e neutralisti a Padova alla vigilia della Grande guerra
, Padova, 2008.
- ^
Giulia Simone,
Il Guardasigilli del regime
, Milano, FrancoAngeli, 2012. Dal maggio 1921 al 3 febbraio 1922 Rocco fu anche direttore
ad interim
del giornale.
- ^
Erminio Fonzo,
Storia dell'Associazione nazionalista italiana (1910-1923)
, Edizioni scientifiche italiane, 2017,
ISBN
9788849533507
.
- ^
Critiche al codice Rocco, anche la sinistra vuole cambiarlo
≪Corriere.it≫, 19 giugno 2001
- Saverio Battente,
Alfredo Rocco. Dal nazionalismo al fascismo 1907-1935
, Milano, Franco Angeli, 2005.
- Saverio Battente,
La rivoluzione nazionale. Viribus unitis
, Milano, Unicopli, 2012.
- Giulia Simone,
Il guardasigilli del regime,
Franco Angeli Edizioni
, 2012.
- Alfredo Rocco,
Scritti e discorsi
, volume 3°,
La formazione dello Stato fascista - 1925/1934
, a cura di Marco Piraino, Stefano Fiorito, Lulu.com, 2013.
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