Abstracta: Curiosita della cultura e cultura delle curiosita
e stata una rivista di divulgazione culturale che trattava svariati temi, quali
esoterismo
,
spiritualita
,
filosofia
,
storia
,
simbolismo
[1]
. La rivista, ideata e diretta inizialmente da Maria Pia Fiorentino, trattava tali argomenti in modo spesso anticonvenzionale, libero dai rigidi steccati accademici, e a volte con ricercata spettacolarita.
[2]
.
Alla rivista collaborarono intellettuali ed accademici come
Paolo Aldo Rossi
,
Elemire Zolla
,
Mario Bussagli
,
Marco Bussagli
,
Franco Cardini
,
Grazia Marchiano
,
Ferruccio Bertini
,
Cecilia Gatto Trocchi
,
Umberto Albini
,
Alfredo Cattabiani
,
Ioan Petru Culianu
,
Graziella Federici Vescovini
,
Giorgio Galli
,
Paolo Lucarelli
,
Giuseppe Sermonti
,
Giuseppe Del Re
,
Emilio Servadio
,
Edoardo Sanguineti
,
Riccardo Di Segni
ed
Gian Carlo Benelli
.
Il progetto di Abstracta nasce all'inizio del
1985
, a seguito dell'incontro tra Roberto Scaramuzza, titolare della Stile Regina Editrice, azienda specializzata nella produzione di editoria per l'industria, e Andrea De Pascalis, suo amico di infanzia, anch'egli impegnato in campo editoriale e cultore dello studio del pensiero magico ed esoterico. Il desiderio della Stile Regina era realizzare un prodotto di nicchia ma di qualita.
De Pascalis propose di realizzare una rivista impegnata nella divulgazione di tematiche legate al pensiero magico-esoterico, alla storia delle religioni, all'antropologia culturale, all'arte figurativa, alla letteratura fantastica, alle scienze “eretiche” e a tutto quanto poteva inquadrarsi come "cultura dimenticata".
Ritenendo superato il modello del bimestrale francese Planete (1961-1968), ispirato dal realismo fantastico di
Louis Pauwels
e
Jacques Bergier
, legato allo spirito sessantottino de “la fantasia al potere”, si trattava di essere alternativi alla dimensione new-age nell'ambito della quale questi argomenti erano trattati al momento. Si desiderava tener conto di quanto andavano mostrando le ricerche accademiche che, sempre piu numerose, si stavano aprendo allo studio di ambiti culturali fino allora tabu.
Punti di riferimento erano i lavori di “pionieri” come
Frances Yates
per l'ermetismo rinascimentale, di
Mircea Eliade
per lo sciamanesimo e lo yoga, di
Gershom Scholem
per la qabbala, di
Jacques van Lennep
sui rapporti tra
arte
e
alchimia
: le cui conclusioni restavano pero poco o affatto diffuse presso il grande pubblico.
Il progetto aveva un punto di incognita nella difficolta di conciliare divulgazione e accuratezza scientifica: pochi i divulgatori specializzati, altrettanto esigui gli accademici disposti a dimenticare la forma della relazione convegnistica per cimentarsi con la necessita di sintesi e di semplicita propri al linguaggio di un articolo. Superare questo limite e reclutare un piccolo gruppo di collaboratori nell'uno e nell'altro campo non fu facile, tanto piu che la rivista ancora non c'era e la casa editrice era sconosciuta. Un aiuto venne da Mario Bussagli, dell'Universita di Roma, convinto sostenitore del progetto, che si fece garante presso alcuni suoi colleghi. Seguirono le adesioni del medievalista
Raniero Orioli
, dell'astrofisico di Monte Mario
Vincenzo Croce
, di
Alfonso Maria Di Nola
. Contemporaneamente si lavoro al progetto grafico e alla strutturazione di una piccola redazione. Inizialmente puntando ad una grafica molto elaborata, che si rifaceva agli stili di
Aldo Manuzio
e di altri editori rinascimentali. Artefice di quella grafica fu l'artista salentino Nino Cappello, con l'aiuto del giovane conterraneo Emilio Tomaselli. Il modello, proprio seguendo lo stile delle cinquecentine, lasciava spazio per note a margini redazionali, a carattere esplicativo, che accompagnavano nella lettura i lettori meno esperti. Le illustrazioni erano costituite per lo piu da opere d'arte, antiche xilografie e disegni realizzati appositamente.
Il primo direttore responsabile fu individuato in Maria Pia Fiorentino. Venne poi il momento di scegliere un nome per la rivista. Nel primo progetto di De Pascalis il nome doveva essere
Hyeronimus B.
, con allusione al pittore fiammingo
Hyeronimus Bosch
, il cui mondo figurativo simbolico, si prestava bene ad essere cifra del campo di interesse della pubblicazione. Logo della testata doveva essere la firma stessa di Bosch. L'editore, pero, ritenendo troppo criptici quel nome e quel logo impose alla fine il nome Abstracta, nel senso di “cose astratte”, o “astrazioni”, nel richiamo alla impalpabilita di determinati argomenti a fronte della cultura positivista del XX secolo.
Il lavoro di preparazione ando avanti per tutto il
1985
. A Natale di quell'anno fu messo in edicola il primo numero della rivista, con data di copertina gennaio
1986
, numero che gia registrava l'adesione di
Paolo Aldo Rossi
, dell'Universita di Genova, che allargo la rosa dei collaboratori con nomi di prestigio, come
Elemire Zolla
,
Franco Cardini
,
Grazia Marchiano
,
Ferruccio Bertini
,
Cecilia Gatto Trocchi
, andando a costituire il comitato scientifico di cui lo stesso Rossi divenne direttore.
Aderirono nel frattempo il grecista
Umberto Albini
, lo storico della Chiesa A. Agnoletto, lo scrittore
Alfredo Cattabiani
, l'antropologo delle religioni
Ioan Petru Culianu
, la storica della filosofia
Graziella Federici Vescovini
, il politologo
Giorgio Galli
, l'alchimista Paolo Lucarelli, il genetista
Giuseppe Sermonti
, il fisico-chimico
Giuseppe Del Re
, lo psicologo
Emilio Servadio
, l'italianista
Edoardo Sanguineti
, l'ebraista
Riccardo Di Segni
ed altri tra i quali Gian Carlo Benelli, autore di studi sullo Gnosticismo tardo antico, che si occupo dell'opera di Bachelard e dell'analisi delle leggende melusiniane.
Nelle prime uscite Abstracta conquisto la prevista nicchia di lettori, ma si dovette confrontare con la ritrosia delle agenzie pubblicitarie ad impegnarsi su una pubblicazione che era appunto di nicchia e per di piu trattava argomenti tanto particolari e allora considerati di “pessima fama” come la magia, la stregoneria, l'esoterismo.
Questo pregiudizio alla fine sarebbe risultato decisivo.
Tuttora
Abstracta
e una rivista molto ricercata dai collezionisti.
La rivista cesso le sue pubblicazioni nel 1990 e l'ultimo numero uscito fu il 54
[3]
.
In occasione del
Convegno sulle sibille
tenutosi a
Montemonaco
sui
Monti Sibillini
nel 1998, da un'idea di Massimo Marra e
Paolo Aldo Rossi
, nacque il progetto
Airesis
(in
greco
α?ρεσι?,
hairesis
legato concettualmente alla dunaton-possibilita
[4]
), che aveva l'intento di radunare attorno a questo nome il maggior numero possibile di intellettuali ed ex collaboratori del precedente
Abstracta: Curiosita della cultura e cultura delle curiosita
, assieme a chi si sentisse vicino a tale sensibilita
[1]
.