Abbadia Alpina
(
La Badia
in
piemontese
,
L'Abaia
in
occitano
) e una
frazione
di
Pinerolo
nella
citta metropolitana di Torino
. Sorge ad ovest di
Pinerolo
all'imbocco della
val Chisone
e della
val Lemina
. La frazione, a differenza del resto del comune, appartiene all'
area linguistica occitana
e conta circa 4.000 abitanti. Fino al 1928, quando fu aggregata a
Pinerolo
, costituiva un comune autonomo.
[1]
La storia di Abbadia Alpina e strettamente collegata a quella dell'abbazia di Santa Maria Assunta costruita forse nel
X secolo
, a sua volta costruita nel luogo dove sorgeva l'antica
chiesa rurale
intitolata a
San Verano
.
Nel
1064
la marchesa
Adelaide di Susa
muni l'abbazia di Santa Maria Assunta nel luogo ove oggi sorge la chiesa parrocchiale di San Verano con una donazione. Adelaide concesse con la donazione dell'8 settembre di quell'anno ai monaci benedettini neri provenienti dalla
Sacra di San Michele
diversi possedimenti tra i quali l'intera
val Chisone
e la
valle Germanasca
compresi i valloni laterali, l'antica abbazia di
San Martino
nell'
isola Gallinara
presso
Albenga
con i suoi possedimenti ingauni e di meta di
Porto Maurizio
(oggi
Imperia
), alcuni mansi in
Piossasco
ed altri in
Rivalta
, il ponte sul
Po
presso
Carignano
, possedimenti in
Racconigi
,
Saluzzo
e
Mondovi
. Inizialmente sotto la giurisdizione della
diocesi di Torino
, fu nel
1074
posta sotto il controllo diretto del papato da
Gregorio VII
. Il legame con Albenga resta forte, tanto che lo stesso Papa nella bolla del 1074 prescrive che per la consacrazione di San Maria, si ricorra, in caso di immoralita di elezione e costumi dei vescovi di Torino e di Asti, al
presule albenganese
oltre che in una concessione rilasciata negli anni ottanta da
Adelaide di Susa
e da Agnese a favore dello stesso cenobio e presente il vescovo ingauno Deodato
[2]
.
Successivamente, nel
1078
, Adelaide dono all'abbazia i diritti sulla citta di
Pinerolo
, ceduta a
Tommaso II di Savoia
nel
1243
dall'abate Alboino, che per questo venne scomunicato dalla Santa Sede. Grazie a cio gli abati di Abbadia potevano essere considerati fra l'
XI
,
XII
, e
XIII secolo
tra i signori piu potenti della zona subalpina italiana occidentale.
Di tutti questi possedimenti inizialmente solo una piccola parte era coltivabile e sfruttabile economicamente, ma in breve tempo i monaci compirono opere di diboscamento e di bonifica (ad esempio costruirono il Rio Moirano, prima opera di canalizzazione delle acque nel pinerolese, gia citato in un documento del
1288
, in una disputa tra l'abate e gli
Acaia
) dirozzando le popolazioni loro soggette e facendo progredire le tecniche agricole con la costruzione di canali d'irrigazione. Gli abati che si susseguirono alla guida dell'abbazia si preoccupavano di far fiorire la vita religiosa e civile e furono esempio di governo civile.
Dopo il
1243
i Savoia tentarono di ridurre i possedimenti dell'abbazia che strenuamente cerco di resistere. Nel
1294
il conte di Savoia scese con un possente esercito da
Perosa Argentina
, a una quindicina di km dall'abbazia. Saputo cio, l'abate chiese aiuto a Pinerolo e diversi cavalieri risposero al suo appello. Questi si radunarono ad Abbadia e, nonostante l'inferiorita numerica, riuscirono a sconfiggere l'esercito sabaudo pagando coll'esilio la disobbedienza al conte. Ancor oggi quella vittoria e celebrata in paese il giorno di Sant'Antonio con la cavalcata scremita. Nonostante questa bella vittoria l'abbazia, con il passare del tempo, perse diversi diritti e terreni conservando comunque una certa influenza sui territori circostanti. Nel
1406
l'abbazia acquisto dalla comunita di
Porte
un altro canale, ossia la
bealera del Chisone
, con lo scopo di utilizzarne le acque per i numerosi mulini allora presenti ad Abbadia, gia in quell'epoca un fiorente borgo.
A partire dal
XV secolo
l'abbazia fu ridotta a
commenda
, cioe i redditi vennero attribuiti ad un
Abate commendatario
che non era un monaco. Alcuni furono
vescovi
, altri
cardinali
, altri semplici laici. In questo clima di rilassamento spirituale i monaci benedettini neri vennerono sostituiti con
monaci cistercensi
nel
1590
, dopo che nel
1526
i monaci avevano prelevato la loro parte di reddito dall'abbazia e vivevano in case private, come quella visibile a Riaglietto (borgo abbadiese). Durante le due occupazioni
francesi
del territorio pinerolese i
Fogliesi
italiani furono sostituiti da monaci Fogliesi di
Parigi
. L'importanza dell'abbazia era tale che san
Francesco di Sales
nel
1621
tenne proprio ad Abbadia il Consiglio generale dei Fogliesi.
Nel
1693
l'abbazia venne saccheggiata, incendiata e rasa al suolo dai francesi in ritirata ma i monaci riuscirono a salvare parte del ricco archivio abbaziale, portando carri pieni di libri nell'
abbazia di Santa Maria di Staffarda
, oggi nel territorio di
Revello
(
CN
). Qualche anno dopo, tornato il pinerolese sotto i
Savoia
, i monaci Fogliesi francesi furono sostituiti con altri della stessa congregazione provenienti da
Torino
ed iniziarono, per volere di
Vittorio Amedeo II di Savoia
, i lavori di ricostruzione dell'abbazia, la cui facciata fu disegnata dall'architetto
Filippo Juvarra
. La chiesa fu terminata nel
1724
, dopo sedici anni di lavori, e fu inaugurata nel
1727
mentre il campanile, progettato dall'
architetto Lagrangia
, fu cominciato nel
1738
e fu ultimato nel
1746
.
Con la creazione della
diocesi di Pinerolo
nel
1748
, l'abbazia dono alla neonata diocesi non solo la sua giurisdizione, ma anche il titolo (Santa Maria Assunta) della chiesa Cattedrale.
In seguito all'
invasione napoleonica
i monaci nel
1796
dovettero dapprima consegnare tutto l'
oro
del monastero alla
zecca
di Torino e poi, nel
1802
, si videro incamerare i loro beni e dovettero lasciare l'abbazia. La chiesa, destinata a fungere da magazzino, fu acquistata dal comune di Abbadia Alpina per l'educazione spirituale del popolo. L'abbazia divenne chiesa parrocchiale e il titolo di cattedrale di Santa Maria passo alla
diocesi di Pinerolo
, costituita nel
XVIII secolo
.
R. D. d'aggregazione d'Abbadia Alpina a Pinerolo
Nei primi anni del
XX secolo
giunse ad Abbadia la corrente elettrica, dapprima garantita da un piccolo impianto che sfruttava il mulino di Via Mulino Fossat (Riaglietto), poi garantita tramite l'allacciamento ad un altro generatore esterno al paese. L'elettricita era sfruttata dalla
cartiera
, situata nella Fiugera (tra San Martino e Riaglietto) e dalle botteghe artigiane che trattavano le pelli. La vita nel piccolo comune trascorse tranquilla fino al
1928
, quando Abbadia Alpina fu unita al comune di
Pinerolo
e ne divenne frazione.
Dopo l'
armistizio di Cassibile
, i
tedeschi
giunsero anche a Pinerolo e ad Abbadia posero un comando che aveva sede a Palazzo Vagnone, situato a Riaglietto. Qui si recava l'allora parroco Don Falco per invocare clemenza per i prigionieri partigiani catturati dal comando. L'istituzione clericale era infatti l'unica mediatrice tra i nazifascisti e i partigiani, e sovente ottenne risultati notevoli, ottenendo che i tedeschi risparmiassero diversi prigionieri. Don Falco era instancabile e paziente nelle trattative, essendo un personaggio energico e risoluto, ancora oggi ricordato a piu di 50 anni dalla morte dagli anziani del paese. Poco dopo la guerra fu demolita la cappella di Riaglietto, ricordata oggi da una croce.
Oggi Abbadia Alpina e un centro commerciale ed economico.
All'indomani della distruzione operata nel
1693
e della successiva ricostruzione del
1708
-
1724
, non rimase molto delle antiche chiese: resta visibile l'arco della volta del corridoio che univa la chiesa al monastero e la base del campanile. Dell'
abbazia
resta visibile una semicolonna che si trova adiacente alla moderna facciata insieme ad un'antica lapide e ad un'acquasantiera dell'antica chiesa rurale in pietra. Di questa antica chiesa resta anche un portale in pietra, ritrovato intorno al
1960
dal parroco Don Granero, che dopo la costruzione dell'abbazia serviva come entrata nella chiesa per la popolazione.
La chiesa di San Verano.
Costruita tra il
1708
e il
1724
, la chiesa emerge nettamente dal paesaggio circostante per la sua mole. La costruzione e prospiciente a piazza Ploto, la piazza del paese. La facciata e attribuita a
Filippo Juvarra
; la chiesa e formata da una navata centrale piuttosto grossa, con 6 cappelle laterali, una delle quali contenenti le spoglie di un vescovo di
Casa Savoia
. L'abside e profondo una dozzina di metri e ai suoi lati si aprono la sagrestia, ossia l'ex cappella privata dei monaci, e la casa del parroco, contenente l'archivio parrocchiale. L'altare e di legno dorato, maestoso nelle dimensioni e nella forma, dominato dai candelabri dorati. A chiudere l'abside, lungo tutta la curva di questo, c'e un coro ligneo da diciannove posti del
XVIII secolo
, cosi come il pulpito situato tra la seconda e la terza cappella sulla sinistra dell'entrata. Sopra l'entrata si trova un
organo
risalente alla fine del
XVIII secolo
.
La decorazione pittorica degli interni dell'edificio fu realizzata nel
1866
, come indica una scritta dipinta sul soffitto.
L'abbazia di San Verano e dedicata al vescovo
san Verano
, un santo
gallico
del VI secolo.
Nel 1064, la marchesa
Adelaide di Susa
decise che, per controbilanciare l'influenza che allora aveva l'
abbazia di Cavour
, eretta nel 1035, promosse la fondazione di una nuova abbazia per il popolo dell'attuale Pinerolese, laddove vi era gia la chiesa di San Verano.
A reggere il nuovo monastero, la Adelaide di Susa chiamo i monaci Benedettini Neri, provenienti dalla
Sacra di San Michele
, chiamati cosi per via delle loro tuniche nere.
I monaci dell'abbazia colmarono il vuoto di potere sul territorio circostante, controllando l'ampio perimetro dalle valli del
Pellice
e del
Chisone
, fino al Colle del Sestriere, nonche un'estesa porzione di pianura lungo il corso dei due fiumi.
Qui di seguito e riportata una parte della donazione di
Adelaide di Susa
all'abbazia di
Santa Maria
, che corredo tale istituzione di un discreto potere temporale su buona parte del Pinerolese (parte tradotta, parte in
latino
):
≪Nell'anno del Signore
1064
, giorno 8 del mese di settembre.
E cosa buona e vantaggiosa che l'uomo pensi a quel che sara, prima che venga la meritata morte e quindi disponga della sua buona volonta, per poter sfuggire ai lacci della morte eterna, e pervenire, dopo il passaggio di questa vita, ai gaudi del regno celeste. Veramente, come e scritto nelle sacre scritture, chiunque dara al Signore o ai suoi santi qualcosa dei suoi beni, riceve il centuplo in questa vita, e inoltre possedera la vita eterna. Percio io Adelaide, per misericordia di Cristo contessa, faccio erede di alcuni miei beni l'onnipotente Iddio Creatore del cielo e della terra, al Quale tutte le cose visibili e invisibili sono sottoposte, perche mi conceda la grazia della vita eterna, non per mio merito ma per sua benigna misericordia... e per suo amore e timore offro ad una chiesa costruita nel territorio di
Pinerolo
e consacrata in onore della santa Vergine Maria Madre di Dio...≫
≪ [...]
cortes duae, scilicet
Lagnaschi
, Miradolii cum casis, capellis, vineis, campis, pratis, molendinis et omnibus suis pertinensiis in iam dicto territorio de
Pinerolo
. Pecia una de terra, cum casis, vineis, campis, pratis, silvis, gerbis infra se habentibus, sicut detinent cohaerentiae illius viae, quae est ad domum Alamanni usque ad Tecta Giraldingi et usque ad flumen
Chisonem
, et sicut currit
Lemina
usque ad Cerretum et usque ad cacumina montium et usque ad
Portas
et terras, quae sunt rectae et laboratae per homines qui habitant infra has conhaerentias et medietatem de Portis et de Turina et de Malamorte et de
Villare
, et Villareto,
Pinoasca
,Villare
Mentole
,
Finestrella
,
Ugello
, Balbotera, Porrera, Frassena,
Pratogelada
usque ad
Petram Sextariam
; harum autem omnium villarum medietatem, subscriptarum vero integritatem, id sund valle
S. Martini
,
Petrosae
, Poggio Odonis,
Prati Molli
, Villaris Aldini, Padernum, Famolasca, et eccelsiam unam constructam in monte desuper castro de
Plautiascha
, in honore sancti Giorgii, simul cum tribus mansibus, in eadem villa iacentibus duobus, et tertio in
Rivalta
, tres quoque alios mansos in dicta
Plautiascha
, unum ubi est sala dominicata cum capella, alium rectum et laboratum per Costantium et Costantinum de Ledenisc, tertium per Rosonem, duos etiam alios mansos in Rivalta unum cum duobus molendinis et pratis laboratum per Sabainum monachum, alium per quondam […] et vineam indominicacatam inOvorio, ubi sunt coherentiae de duabus viae, de termia parteheredes quondam Vidonis, et solarium unum, quod fuit quondam Everardi clerici, cum meditate de terris, quae videntur iacere in territorio de civitate
Taurino
ad locum, qui nominatur Fontana Barbexana et prato de Casteneto vetero, sive in villa
Carignano
mansos tres, unus fuit laboratus per Johannem villicum et Gribaudum, et Alburnum, seu Joannem filios eius, alius per Sabaudinum monachum tertium per [...], una cum portu et toloneo de mercato seu pescaria de Barbadingia, in
Racconisio
mansum unum, sicuti fuit rectum et laboratum per Willielmum Brocafeltrum, simul cum mea portione de illis rebus quae fuerunt iuris
Sancti Silvestri
, positis in eodem loco
Raconisio
, et Vicomalo, prope villam quae dicitur Rodolfia, et prope fluvium
Varaita
, nec non pro amore et timore Dei omnipotentis et pro mercede et rimedio animae meae et animarum praedictorum marchionum et barbari et filii mei offero in eadem ecclesia monasterium unum constructum infra mare, in insula, quae dicitur
Gallinaria
, consecratum in honore Sancti Martini, cum omnibus suis pertinentiis, et mediatatem de corte Pradarioli, et cum medietate de castro de
Porto Mauritio
, et mansum unum intra villam Cohedevie, rectum et laboratum per Romaldum et alium mansum in loco
Garessae
sicuti fuit rectum et laboratum per Odonem presbyterum et fratres eius, tertius mansus est intra villam
Cevam
, sicuti fuit rictus et laboratus per Joannem Ruso, cum molendinis et batenderiis, et capellam unam prope iamdictum mansum, quae est constructa in honore
Sancti Andrete
, cum omnibus rebus ad ipsum mansum pertinentibus, sive alium mansum in loco
Carassone
, sicuti fuit rictus et laboratus per Gaspertum massarium.
≫
Abbadia Alpina e suddivisa in 5 borghi:
- Santa Maria
o
San Verano
, borgo comprendente la chiesa e il "centro storico", con l'ala, sede fino al
1928
del municipio.
- Riaglietto
o
San Martino
, zona occidentale di Abbadia dove un tempo c'erano diverse fabbriche e la casa del popolo oltre ad una graziosa cappella demolita per allargare via Nazionale;
- Il Bersaglio
, zona compresa tra il torrente
Lemina
, la Costera e Santa Maria, zona dove e situato il tiro a segno nazionale.
- festa di
Sant'Antonio abate
, la domenica piu vicina al 17 gennaio quando, con la benedizione degli animali, viene celebrata con la cavalcata scremita la vittoria dell'abate sul conte di casa Savoia nel 1243.
- festa di
San Biagio
il 3 febbraio.
- festa di sant'
Isidoro di Siviglia
, patrono degli agricoltori il 4 aprile con la benedizione degli automezzi.
- festa di
San Bernardo
, intorno al 20 agosto, con rito celebrato nella cappella dell'omonimo santo; in questa festa si distribuiscono anche i
Cariton
, pagnottine morbide e dolci la cui esistenza e documentata dal
XVIII secolo
, essendo citate nel registro di San Bernardo, che documenta tale festa dal
1700
circa.
- festa della Madonnina
, celebrata alla fine di agosto nell'omonima cappella.
- festa di
San Francesco
, celebrata a meta settembre nella sperduta localita del pilone dedicato all'omonimo santo, nel corso della quale si benedicono i mezzi agricoli, pilone che si trova su un sentiero che porta a
Pra Martino
.
- festa di san Martino
, celebrata nell'omonima cappella l'11 novembre.
- festa patronale di San Verano
, celebrata nella chiesa parrocchiale la domenica piu vicina all'11 novembre
- giro dei piloni
, in occasione della celebrazione dell'
Immacolata Concezione
(8 dicembre) nel corso della quale, dopo il giro dei piloni della collina abbadiese, si celebra la
messa
al pilone di Santa Maria della neve.
Abbadia Alpina e collegata a Torino mediante autocorse
SADEM
da Perosa Argentina che transitano da
Pinerolo
, dove e possibile accedere anche ai servizi ferroviari per il capoluogo.
Fino al
1968
la localita era attraversata della
tranvia Pinerolo-Perosa Argentina
, che svolgeva servizio passeggeri e merci.
- ^
AA.VV.,
Estratti dei RR. decreti che portano variazioni alle Circoscrizioni territoriali dei Comuni del Regno
, in
Rivista delle comunicazioni
, fasc. 1, 1928, p. 1400.
URL consultato il 7 gennaio 2020
.
- ^
Primo Embriaco,
Vescovi e Signori, la chiesa albenganese dal declino dell'autorita regia all'egemonia genovese (secoli XI-XIII)
, Savona, Marco Sabatelli Editore, 2004.
Sito della parrocchia di San Verano