La
6ª Armata
della
Wehrmacht
(in
tedesco
6. Armee
) venne costituita durante la
seconda guerra mondiale
il 10 ottobre 1939 dalla riorganizzazione della
10ª Armata
che aveva
combattuto in Polonia
. Impegnata in combattimento sul
fronte occidentale nel 1940
e sul
fronte orientale nel 1941
al comando del generale
Walter von Reichenau
, si distinse in numerose battaglie ma partecipo anche a numerosi atti di repressione e atrocita contro prigionieri, civili ed ebrei
[3]
.
Nel 1942 il comando venne assunto dal generale
Friedrich Paulus
e la 6ª Armata partecipo alla
seconda offensiva tedesca in Unione Sovietica
; ritenuta dall'alto comando tedesco la piu potente ed esperta armata della Wehrmacht, ricevette la missione di raggiungere il
Volga
e
conquistare Stalingrado
. L'armata avanzo fino alla citta ma venne coinvolta in sanguinosi combattimenti nell'area cittadina contro la combattiva
62ª Armata
sovietica, senza riuscire a raggiungere una vittoria definitiva. Il 23 novembre 1942 venne accerchiata a seguito dell'improvvisa e inattesa
controffensiva
sferrata dall'
Armata Rossa
; dopo essersi battuta per oltre due mesi nella sacca, soffrendo grandi disagi per la mancanza di cibo ed equipaggiamento e per i rigori dell'inverno, venne completamente distrutta. I soldati superstiti, compreso il comandante Friedrich Paulus, si arresero il 2 febbraio 1943.
Una nuova 6ª Armata venne costituita da
Adolf Hitler
nell'estate del 1943 e combatte ancora fino alla fine della guerra in
Ucraina
,
Romania
,
Ungheria
e
Austria
.
La 6ª Armata della Wehrmacht venne ufficialmente attivata il 10 ottobre 1939 a partire dalla vecchia 10ª Armata che, dopo essere stata costituita a
Lipsia
il 26 agosto 1939
[4]
, aveva partecipato con distinzione alla
campagna di Polonia
nel settembre 1939 all'inizio della
seconda guerra mondiale
. La 10ª Armata, posta al comando del generale
Walter von Reichenau
, aveva costituito il punto di forza principale del
Gruppo d'armate Sud
del generale
Gerd von Rundstedt
e aveva marciato direttamente su
Varsavia
, contribuendo in modo rilevante alla rapida vittoria tedesca. Dopo la conclusione della campagna, la 10ª Armata venne ridenominata 6ª Armata e trasferita all'ovest per fronteggiare gli eserciti franco-britannici
[5]
.
Dall'ottobre del 1939 al 9 maggio 1940 la 6ª Armata fu dislocata sulla frontiera occidentale vicino alla zona di
Kleve
come forza di copertura e, dal 10 maggio al 19 giugno 1940, fu impiegata nelle
campagne occidentali
in
Belgio
,
Paesi Bassi
e
Francia
. Il comandante dell'armata rimase il generale Walter von Reichenau, un ufficiale energico e abile, strettamente legato a Hitler e al
nazismo
; in questa fase assunse le funzioni di
capo di stato maggiore
della 6ª Armata il generale Friderich Paulus, capace e preparato ufficiale proveniente dallo stato maggiore generale che collaboro proficuamente con il generale von Reichenau
[6]
. Nella prima fase della
campagna di Francia
l'armata, assegnata al
Gruppo d'armate B
del generale
Fedor von Bock
, invase il Belgio e combatte nella
battaglia di Dunkerque
[7]
; l'esercito belga si arrese il 28 maggio 1940 e il documento finale di capitolazione venne firmato dal generale belga Derousseau e dal generale von Reichenau al quartier generale della 6ª Armata nel castello di Anvaing
[8]
.
Nella seconda fase della campagna di Francia, il
Fall Rot
, la 6ª Armata rimase alle dipendenze del Gruppo d'armate B e partecipo all'attacco, a partire dal 5 giugno 1940, alla linea difensiva francese organizzata sul
fiume Somme
; dopo alcuni duri scontri iniziali i tedeschi sfondarono questo precario fronte alleato e avanzarono facilmente in profondita
[9]
. Le divisioni dell'armata giunsero fino alla
Loira
e occuparono
Orleans
e
Tours
prima della conclusione dell'Armistizio di Rethondes. Hitler riconobbe i successi della 6ª Armata e l'eccellente preparazione al combattimento dei suoi ufficiali e soldati; il generale von Reichenau fu uno dei dodici comandanti della Wehrmacht che il
Fuhrer
promosse dopo la vittoria al grado supremo di
feldmaresciallo
.
Dal 26 giugno dello stesso anno fino al 15 aprile del 1941 la 6ª Armata fu assegnata lungo la linea di confine tra Francia e
Germania
e sul il litorale della
Normandia
, successivamente, il 21 aprile 1941, fu inviata in
Galizia
per prendere parte all'
operazione Barbarossa
.
Durante la prima offensiva estiva in
Unione Sovietica
la 6ª Armata opero sul fronte sud, inserita nel
Gruppo d'armate Sud
al comando del feldmaresciallo
Gerd von Rundstedt
; dislocata nel settore settentrionale dello schieramento del gruppo di armate, si distinse durante l'avanzata iniziale nel corso della quale assunse anche le funzioni di copertura difensiva sul fianco sinistro del gruppo d'armate, al fine di controllare le formazioni sovietiche rimaste nella zona delle paludi del Pripjat', e soprattutto durante la conquista dell'Ucraina. L'armata, comandata sempre dal feldmaresciallo von Reichenau, partecipo alla grande
battaglia della sacca di Kiev
e quindi alla marcia verso oriente fino al
Donec
[10]
. Il 24 ottobre 1941 le divisioni della 6ª Armata
conquistarono dopo duri combattimenti il grande centro industriale di Char'kov
.
Il generale Walter von Reichenau
Il generale Friedrich Paulus
La 6ª Armata confermo anche sul fronte orientale la sua reputazione di unita scelta particolarmente efficiente e combattiva, ma sotto la guida del feldmaresciallo von Reichenau, venne pesantemente coinvolta nella politica di annientamento perseguita dal regime nazista sul fronte orientale. Il comandante dell'armata era completamente aderente alle decisioni politico-militari del regime di sterminio e deportazione delle popolazioni slave e degli ebrei e il 10 ottobre 1941 diramo un brutale ordine del giorno alle sue truppe in cui si asseriva che l'obiettivo della campagna era "la completa distruzione ...dell'influenza asiatica nell'ambito della civita europea...", che il soldato tedesco doveva essere "il vessillifero di un'implacabile idea razziale e il vendicatore di tutti gli abusi compiuti ai danni della razza tedesca..." e che era necessaria "una dura ma giusta punizione da infliggere alla sottospecie umana formata dagli ebrei..."
[11]
.
Sulla base di queste criminali direttive, la 6ª Armata si rese protagonista durante la sua avanzata di una lunga serie di atrocita e violenze; divenne una pratica sistematica la fucilazione dei commissari politici dell'Armata Rossa e l'eliminazione di tutti i presunti "combattenti irregolari"
[3]
. In particolare le unita dell'armata collaborarono strettamente con lo
Einsatzgruppe C
delle SS nella schedatura, rastrellamemto ed eliminazione degli ebrei locali; nell'area di Kiev furono i soldati della 6ª Armata che radunarono le migliaia di ebrei che sarebbero poi stati sterminati a
Babij Jar
, mentre a Char'kov, per rappresaglia dopo un attentato esplosivo, l'armata nel dicembre 1942 uccise tutti gli ebrei della regione dopo averli concentrati in una fabbrica in disuso
[12]
.
Nel dicembre 1941 le condizioni climatiche proibitive, la difficolta nel fare affluire i rifornimenti e il contrattacco sovietico resero impossibile il prosieguo dell'avanzata tedesca; a causa di contrasti con Hitler sulla linea di condotta da tenere per l'inverno, il feldmaresciallo von Rundstedt fu destituito dal comando del Gruppo d'armate Sud e il suo posto fu preso dal feldmaresciallo von Reichenau e, il 30 dicembre 1941, il comando della 6ª Armata fu affidato, su proposta dello stesso von Reichenau, al suo vecchio capo di stato maggiore, il generale Friedrich Paulus
[13]
. Sembra che il generale Paulus durante il suo periodo di comando abbia cercato di limitare le violenze contro ebrei, popolazioni e partigiani, annullando anche le disposizioni previste dalla spietate direttive diramate dal feldmaresciallo von Reichenau il 10 ottobre 1941; peraltro i crimini commessi dalle truppe della 6ª Armata non cessarono completamente
[14]
. Il 29 gennaio 1942 vennero uccisi numerosi civili, tra cui alcuni bambini, e distrutte oltre 150 abitazioni in una cittadina vicino a Char'kov, mentre quando l'armata arrivo a Stalingrado nel settembre 1942 venne subito ordinato l'arresto di "attivisti comunisti ed ebrei" per immediati "provvedimenti punitivi"
[15]
.
La 6ª Armata fu duramente impegnata durante la controffensiva sovietica dell'inverno 1941-1942 e dovette combattere aspre battaglie nel settore di
Izjum
riuscendo alla fine a mantenere il controllo della situazione ed evitare uno sfondamento del fronte; il generale Paulus inizio il suo periodo di comando con molte difficolta
[16]
.
Nella primavera 1942 l'armata, rinforzata e riequipaggiata, divenne la formazione dell'esercito tedesco all'est piu numerosa e piu potente e le venne assegnato un compito decisivo nel quadro della nuova offensiva tedesca sul fronte orientale
[17]
; ancor prima dell'inizio dell'
operazione Blu
, la 6ª Armata dovette tuttavia fronteggiare un pericoloso attacco sovietico che ebbe inizio il 12 maggio 1942. Dopo qualche momento critico i tedeschi riuscirono ad accerchiare due armate nemiche; l'armata del generale Paulus raggiunse una brillante vittoria finale nella
seconda battaglia di Char'kov
che sembro confermare l'elevato spirito combattivo delle truppe e la capacita tecnica del comandante
[18]
.
Il 30 giugno la 6ª Armata sotto il comando del generale Paulus, coadiuvato dal suo abile capo di stato maggiore, il generale
Arthur Schmidt
, diede inizio all'offensiva generale nel quadro dell'operazione Blu; nonostante direttive strategiche contraddittorie e difficolta nel rifornimento di carburante, l'armata, costituita da cinque corpi d'armata, con 15 divisioni, tra cui due
Panzer-Division
e una divisione motorizzata
[19]
, avanzo in profondita e consegui continue vittorie costringendo alla ritirata il nemico. Il compito principale della 6ª Armata, dipendente dal
Gruppo d'armate B
del generale
Maximilian von Weichs
, era quello di raggiungere il
Volga
e conquistare l'importante citta di Stalingrado. Fin dalla meta di luglio i reparti del generale Paulus raggiunsero la grande ansa del fiume
Don
[20]
[21]
.
La
battaglia di Stalingrado
inizio il 17 luglio e nella prima fase ebbe un andamento favorevole per i tedeschi; nonostante forti contrattacchi di mezzi corazzati sovietici, la 6ª Armata dimostro superiore abilita tattica nelle manovre, vinse i
combattimenti a Kala?
e costitui
teste di ponte
sul Don
[22]
. Il 23 agosto 1942 i
panzer
di testa dell'armata raggiunsero la periferia settentrionale di Stalingrado
[23]
. Nonostante questi successi apparentemente decisivi, nei giorni seguenti tuttavia i sovietici si rinforzarono e sferrarono alcuni contrattacchi; la 6ª Armata quindi non riusci a conquistare rapidamente Stalingrado; anche l'intervento da sud delle divisioni della
4ª Armata corazzata
del generale
Hermann Hoth
non permise di respingere i sovietici oltre il Volga.
Il 13 settembre 1942 il generale Paulus diede quindi inizio all'attacco frontale della citta dove si era tenacemente trincerata la 62ª Armata sovietica che sfruttando le irregolarita del terreno, le macerie degli edifici e le rovine degli impianti industriali organizzo una micidiale difesa ravvicinata. Gli ordini di Hitler esigevano tassativamente di conquistare totalmente la citta e quindi per quasi due mesi la 6ª Armata si esauri lentamente in continui
attacchi frontali e combattimenti urbani
nel tentativo di conquistare tutti i capisaldi sovietici
[24]
. Apparentemente Hitler aveva piena fiducia nell'armata; in un'occasione egli aveva affermato che con la 6ª Armata era possibile dare anche "l'assalto al cielo"
[25]
, ma in realta in questa fase fu criticata da alcuni ufficiali una presunta insufficiente determinazione del comando e la scarsa attitudine delle truppe tedesche alla
Rattenkrieg
, gli scontri ravvicinati nelle aree urbane
[26]
.
Alla meta del mese di novembre la 6ª Armata disponeva di quattro corpi d'armata e schierava dieci divisioni nell'area urbana di Stalingrado, mentre altre sette divisioni coprivano l'ala sinistra dell'armata tra il Don e il Volga che era esposta a possibili attacchi sovietici. L'armata non era riuscita a conquistare totalmente Stalingrado e si stava preparando per l'inverno; alcune divisioni erano in fase di trasferimento, mentre nelle retrovie lungo il Don erano presenti un gran numero di depositi e reparti logistici di seconda linea
[27]
. La 6ª Armata aveva subito perdite molto elevate nei combattimenti urbani, 59.000 morti, feriti e dispersi, ed era in parte esaurita e stanca
[28]
; tuttavia gli ufficiali e i soldati erano ancora fiduciosi; pochi temevano realmente una grande offensiva invernale nemica
[29]
.
≪La 6ª Armata e accerchiata. Non e colpa vostra. Voi avete combattuto come sempre con coraggio e tenacia fino a quando il nemico non vi e stato alle spalle≫
≪Conosco la valorosa 6ª Armata e il suo comandante in capo, e so che ciascuno fara il proprio dovere...≫
L'
operazione Urano
, iniziata il 19 novembre 1942, sorprese l'alto comando tedesco e anche il comando della 6ª Armata; le prime notizie erano confuse e il generale Paulus non ricevette ordini dal Gruppo d'armate B fino alla tarda serata quando venne finalmente informato delle difficolta delle forze rumene schierate sui fianchi dell'armata
[32]
. Il comando del Gruppo d'armate B ordino di interrompere gli attacchi a Stalingrado e liberare al piu presto formazioni mobili da inviare verso ovest oltre il Don per intercettare le colonne corazzate sovietiche
[33]
. La manovra, affrettata e disorganizzata, non raggiunse alcun successo; i reparti di retrovia tedeschi furono sorpresi e travolti dall'avanzata dell'Armata Rossa; i rumeni si disgregarono e le deboli riserve motorizzate della 6ª Armata non furono assolutamente in grado di fermare l'offensiva dei carri armati nemici e dovettero rapidamente ripiegare a est del Don
[34]
. Il 23 novembre 1942 le formazioni corazzate di punta sovietiche in marcia nella steppa completarono l'operazione Urano e si congiunsero a Kala?. La 6ª Armata, tagliata dalle sue comunicazioni, dovette improvvisare con grande difficolta un nuovo fronte verso ovest per proteggere le sue spalle, mentre una parte delle forze ripiegavano confusamente a est del Don
[35]
. Fin dalla sera del 22 novembre il generale Paulus, cosciente della pericolosa posizione in cui si trovava la sua armata, aveva richiesto all'alto comando l'autorizzazione a sganciarsi da Stalingrado e ripiegare verso sud-ovest per sfuggire alla trappola
[36]
.
Nella giornata del 23 novembre 1942, mentre la situazione strategica della 6ª Armata si deteriorava in modo decisivo, il generale Paulus e il generale
Maximilian von Weichs
, comandante del Gruppo d'armate B, inviarono nuove drammatiche richieste all'alto comando di poter iniziare a ripiegare abbandonando Stalingrado, ma, dopo alcune incertezze e molte discussione, alla fine il 24 novembre Hitler prese la sua decisione definitiva dopo essere stato rassicurato da
Hermann Goring
e dal generale
Hans Jeschonnek
sulla fattibilita di un rifornimento aereo della truppe accerchiate
[37]
. Il
Fuhrer
invio direttamente alla 6ª Armata un enfatico messaggio in cui, dopo aver espresso il suo alto apprezzamento per il valore delle truppe e dei loro capi, ordinava tassativamente all'armata di rimanere sulle posizioni a Stalingrado, di organizzare linee difensive in tutte le direzioni e di attendere il soccorso dall'esterno
[38]
. Il generale Paulus ricevette il comando di tutte le truppe accerchiate della cosiddetta
Festung Stalingrad
("Fortezza Stalingrado"). La 6ª Armata avrebbe dovuto essere rifornita per mezzo di un continuo "ponte aereo" degli aerei da trasporto della
Luftwaffe
; il generale Paulus, nonostante le sollecitazioni contrarie di alcuni suoi collaboratori, decise, pur con riluttanza, di eseguire gli ordini di Hitler
[39]
.
La 6ª Armata rimase quindi accerchiata in una grande sacca, il cosiddetto
kessel
(calderone) di Stalingrado; le forze del generale Paulus intrappolate erano costituite, dopo l'aggregazione anche di tre divisioni della 4ª Armata corazzata e di due divisioni rumene, da cinque corpi d'armata con tre Panzer-Division, tre divisioni motorizzate e quattordici divisioni di fanteria tedesche. Si trattava nel complesso di quasi 300 000 soldati con circa 100 mezzi corazzati e oltre 2 000 cannoni. Le formazioni accerchiate erano indebolite dai precedenti scontri e dalla ritirata, ma erano costituite da soldati veterani ed esperti, in parte anche motivati ideologicamente a favore del nazismo
[40]
. La 6ª Armata era considerata la migliore armata del mondo
[41]
; l'apparato di comando era ritenuto particolarmente efficiente, l'
OKH
aveva piena fiducia nel generale Paulus e nel generale Schmidt
[42]
. La situazione dell'armata accerchiata inizialmente quindi non appariva completamente disperata e tra i soldati non mancava un certo ottimismo e si aveva fiducia nelle promesse di aiuto dall'esterno.
Nelle settimane seguenti invece l'andamento delle operazioni sul campo provoco un continuo e drammatico aggravamento delle condizioni della 6ª Armata accerchiata. Il rifornimento aereo si dimostro praticamente irrealizzabile e solo quantitativi modesti di vettovagliamento, munizioni e materiali furono trasportati nella sacca
[43]
; il peggioramento del clima indeboli ulteriormente la resistenza delle truppe esposte a continui attacchi nella steppa aperta senza adeguati ripari e fortificazioni; il tentativo del feldmaresciallo
Erich von Manstein
di
sbloccare il
kessel
falli alla fine di dicembre 1942 di fronte alla crescente resistenza nemica, si rivelo impossibile, a causa della carenza di carburante e dell'indebolimento delle truppe, una sortita autonoma dell'armata
[44]
. Le nuove grandi offensive sovietiche sul fronte del Don inoltre provocarono un disastroso crollo del fronte dell'
Asse
costringendo l'alto comando tedesco a rinunciare a soccorrere la 6ª Armata sempre piu isolata e indebolita
[45]
.
Alla fine dell'anno 1942 la situazione della 6ª Armata accerchiata era ormai senza speranza; a causa dell'insufficiente vettovagliamento e delle condizioni climatiche le condizioni fisiche delle truppe si deteriorarono gravemente, si verificarono decessi per inedia e aumento enormemente il numero di feriti e malati; il morale dei soldati, mantenutosi solido fino a quel momento, crollo quando divenne evidente che le promesse di soccorso dall'esterno erano ormai svanite
[46]
. Dal 10 gennaio 1943 l'
Armata Rossa
sferro l'
operazione Anello
, l'offensiva finale per distruggere la 6ª Armata. Il generale Paulus si attenne agli ordini tassativi di Hitler di resistenza a oltranza e respinse gli inviti alla resa dell'alto comando sovietico. Le truppe tedesche accerchiate, ridotte a circa 200.000 uomini, si batterono i primi giorni con tenacia in condizioni disperate e cercarono di frenare l'avanzata nemica all'interno della sacca, ma ben presto si verificarono i primi fenomeni di disgregazione e i superstiti delle unita di primi linea ripiegarono in rotta a piedi verso est per cercare scampo nelle rovine di Stalingrado
[47]
.
Le ultime settimane dell'agonia della 6ª Armata nella sacca di Stalingrado furono tragiche; le successive linee di ripiegamento nella steppa vennero travolte dalle forze sovietiche e le truppe tedesche, esauste, demoralizzate e affamate, vennero lentamente sopraffatte; il panico esplose negli aeroporti di Pitomnik e Gumrak al momento dell'arrivo dei sovietici, migliaia di sbandati cercavano scampo sugli ultimi aerei che decollavano verso la salvezza con a bordo feriti e specialisti
[48]
. Dopo la caduta degli ultimi aeroporti i resti dell'armata, costituiti da alcuni reparti ancora combattivi insieme a feriti, malati e sbandati, non ricevettero praticamente piu rifornimenti per via aerea e rifluirono dentro Stalingrado per l'ultima resistenza
[49]
. Il 23 gennaio le armate sovietiche avanzando da occidente arrivarono al centro delle citta e frantumarono in due parti la sacca residua; in un'atmosfera di disperazione e di esaurimento fisico e psichico
[50]
, gli ultimi nuclei di resistenza dei soldati tedeschi vennero schiacciati dai sovietici dopo una serie di violenti combattimenti. Il generale Paulus, che aveva obbedito fino all'ultimo alle spietate direttive di Hitler per la resistenza a oltranza, venne catturato, dopo essere stato promosso
feldmaresciallo
, il 31 gennaio 1943 nella sacca meridionale, mentre la sacca settentrionale, guidata dal generale
Karl Strecker
cedette le armi il 2 febbraio 1943
[51]
.
La 6ª Armata venne totalmente distrutta nella battaglia di Stalingrado. Riguardo ai precisi dati statistici sulle truppe effettivamente accerchiate nella sacca, sulle perdite e sui sopravvissuti persistono incertezze e contrasti tra gli storici e gli specialisti. Secondo lo studioso tedesco
Joachim Wieder
, nel mese di ottobre 1942 la 6ª Armata era costituita da circa 340 000 uomini a cui andrebbero sottratte le perdite subite durante l'operazione Urano, circa 34 000 morti e feriti e 39 000 prigionieri, mentre vanno sommate le forze del IV corpo d'armata della 4. Panzerarmee e le due divisioni rumene che vennero a loro volta accerchiate
[52]
. In conclusione i soldati presenti nella sacca di Stalingrado furono circa 270 000-280 000
[53]
. Lo storico
Manfred Kehrig
riporta cifre simili, circa 294 000 soldati, tra cui 232 000 tedeschi, 10 000 rumeni e 50 000
collaboratori volontari tra i prigionieri russi
[54]
; lo studioso
Rudiger Overmans
invece scrive che i soldati chiusi nella trappola furono circa 250 000, di cui 195 000 tedeschi, 5 000 rumeni e 50 000 volontari russi
[54]
. Durante gli oltre due mesi di assedio della sacca di Stalingrado la Luftwaffe riusci a evacuare per via aerea circa 40.000 soldati tedeschi
[53]
, in maggioranza feriti, mentre fallirono tutti i disperati tentativi di piccoli gruppi di ufficiali e soldati tedeschi che cercarono di fuggire isolatamente attraverso la steppa. Secondo i dati sovietici, furono catturati durante la battaglia circa 111 000 prigionieri
[54]
, tra cui ventidue generali, mentre 147 200 soldati della 6ª Armata furono uccisi entro il 2 febbraio 1943
[53]
.
I soldati tedeschi prigionieri erano gia in deplorevoli condizioni fisiche al termine della battaglia a causa della denutrizione, del freddo e delle malattie; dopo la fine della battaglia vennero raccolti in campi di fortuna esposti alle intemperie con scarso vettovagliamento e sottoposti a un duro regime di lavoro. Si diffusero epidemie di
tifo petecchiale
che provocarono un numero eccezionalmente alto di decessi, la meta dei prigionieri tedeschi mori prima dell'arrivo della primavera 1943 nei campi di Dubovka e Beketovka
[55]
. I superstiti vennero trasferiti in campi di lavoro in Asia centrale, negli
Urali
e lungo il Volga dove rimasero anche dopo la fine della guerra; circa 3.000 prigionieri sopravvissuti furono liberati nei primi anni del dopoguerra mentre gli ultimi 2 000 prigionieri di Stalingrado poterono rientrare in Germania solo alla fine del 1955 dopo una visita in Unione Sovietica del cancelliere tedesco
Konrad Adenauer
[56]
.
L'apparato propagandistico del Terzo Reich aveva accuratamente nascosto alla popolazione tedesca la disperata situazione in cui si trovavano i soldati della 6ª Armata; per settimane i comunicati della Wehrmacht avevano parlato genericamente di combattimenti "tra il Don e il Volga" elencando una lunga serie di presunti successi difensivi. Solo il 16 gennaio 1943 finalmente venne ammesso nei comunicato della Wehrmacht che le truppe tedesche tra il Don e il Volga erano in difficolta, sottoposte a violenti attacchi "da tutte le parti"
[59]
. Negli ultimi giorni della battaglia la propaganda tedesca esalto enfaticamente la resistenza delle truppe accerchiate fino al comunicato finale in cui si affermava che la battaglia era finita con la disfatta totale e si glorificava la "lotta eroica" della 6ª Armata che era "perita affinche la Germania potesse vivere"
[60]
. In questo modo Hitler e il regime nazista cercarono di trasformare il tragico destino dell'armata affermando con argomenti molto discutibili che la prolungata difesa fino all'ultimo aveva contribuito in modo decisivo a guadagnare tempo per rafforzare il fronte principale. Hitler in realta sembro non dare alcuna importanza alle tragiche sofferenze dei soldati accerchiati e fu molto irritato per il mancato suicidio del feldmaresciallo Paulus e per la resa di una parte dell'armata che secondo lui avrebbe invece dovuto perire totalmente in una eroica battaglia finale
[61]
.
Hitler decise ancor prima della fine della battaglia che, anche per motivi di propaganda, tutte le venti divisioni distrutte dovessero essere rapidamente ricostituite
[62]
; a partire da marzo 1943 iniziarono a essere organizzate in Germania o all'ovest le nuove formazioni formate da reclute giovani raccolte intorno a piccoli nuclei di veterani. Entro il 1943 alcune di queste nuove divisioni ritornarono progressivamente a combattere sul fronte orientale, mentre altre vennero inviate in
Italia
e parteciparono alla lunga e aspra
campagna nella penisola
.
Fin dal 5 marzo 1943 intanto l'
alto comando tedesco
aveva ricostituito il quartier generale della nuova 6ª Armata che si trasferi subito sul fronte orientale alle dipendenze del
Gruppo d'armate Don
dove prese il controllo, sotto il comando del generale
Karl-Adolf Hollidt
, delle deboli truppe tedesche che erano impegnate in violenti scontri per cercare di frenare l'avanzata sovietica verso il
Donec
e il
Donbass
. La nuova 6ª Armata prese quindi parte alla
Terza battaglia di Char'kov
che si concluse con un importante successo tedesco e con l'arresto dell'offensiva dell'Armata Rossa successiva alla caduta di Stalingrado; le divisioni dell'armata riuscirono alla fine del mese di marzo 1943 a mantenere le posizioni difensive sul fiume
Mius
[63]
.
Nell'estate 1943 la 6ª Armata non prese parte alla
battaglia di Kursk
ma dovette invece subire a partire dal 17 luglio una pericolosa offensiva nemica che mise in pericolo le posizioni sul fiume Mius, la cosiddetta "posizione Maulwulf"; dopo cruenti combattimenti e alcuni momenti critici, l'armata riusci, grazie all'intervento delle riserve inviate dal feldmaresciallo Erich von Manstein, a chiudere la breccia nel suo fronte e riguadagnare il 3 agosto 1943 le posizioni difensive sul fiume
[64]
. Dopo poche settimane tuttavia la 6ª Armata venne nuovamente attaccata dalle armate sovietiche e dovette combattere un'altra battaglia sul Mius; ben presto divenne evidente che era impossibile continuare a difendere la "posizione Maulwulf".
Il 27 agosto 1943 il feldmaresciallo von Manstein e il generale Hollidt illustrarono direttamente a Hitler la grave situazione dell'armata che difendeva con tre deboli corpi d'armata il fronte sul Mius. Il Fuhrer rifiuto inizialmente di autorizzare la ritirata della 6ª Armata che quindi il 29 agosto subi un pericoloso sfondamento; i sovietici raggiunsero
Taganrog
e mise in pericolo le comunicazioni di una parte delle truppe; alla fine Hitler il 3 settembre autorizzo la ritirata e il generale Hollidt ripiego con la sua armata sulla cosiddetta "posizione Tartaruga"
[65]
. La situazione della Wehrmacht nel settore meridionale del fronte orientale era pero veramente difficile; l'Armata Rossa continuo ed estese la sua offensiva; nel settore della 6ª Armata anche la "posizione Tartaruga" venne rapidamente sfondata. Il feldmaresciallo von Manstein convinse finalmente Hitler ad attuare una ritirata generale del
Gruppo d'armate Sud
dietro il
Dniepr
, mentre la 6ª Armata del generale Hollidt ricevette l'ordine di ripiegare ancora fino alla "Linea Wotan" da
Zaporo?e
a
Melitopol
per sbarrare gli accessi alla
penisola di Crimea
; il 15 settembre 1943 il gruppo d'armate inizio la ritirata
[66]
.
Il ripiegamento generale del Gruppo d'armate Sud in realta non diede respiro ai tedeschi come sperato dal feldmaresciallo von Manstein; l'Armata Rossa insegui da vicino le colonne nemiche e attacco subito la linea del Dniepr. La 6ª Armata si schiero sulla "Linea Wotan" con undici divisioni tedesche e due rumene ma dal 27 settembre dovette fronteggiare una nuova offensiva sovietica; dopo aver respinto i primi attacchi, la situazione delle truppe tedesche divenne critica a partire dal 9 ottobre nel settore di Melitopol che venne difesa accanitamente fino al 23 ottobre
[67]
. Dopo la caduta di Melitopol, le forze del generale Hollidt erano ormai troppo deboli e venne deciso di abbandonare la "Linea Wotan" e rinunciare a sbarrare gli accessi alla Crimea. Per evitare la distruzione, all'inizio di novembre la 6ª Armata ripiego dietro il Dniepr pur mantenendo un importante testa di ponte a sud del fiume a
Nikopol'
che divenne il centro di sanguinosi combattimenti invernali
[68]
.
A partire dal 28 gennaio 1944 la 6ª Armata fu impegnata nuovamente, sempre al comando del generale Hollidt, in violente battaglie e estenuanti ritirate; la testa di ponte di Nikopol'venne attaccata concentricamente dalle armate sovietiche e, dopo un'aspra resistenza, dovette essere abbandonata il 9 febbraio
[69]
. Assegnata in questa fase al
Gruppo d'armate A
del feldmaresciallo
Ewald von Kleist
l'armata ripiego prima dietro l'
Ingulec
e quindi dietro il
Bug Orientale
da dove si ritiro ancora nel mese di marzo per raggiungere una nuova posizione dietro il
Tiligul
a copertura di
Odessa
[70]
. Il 5 aprile 1944 inizio la battaglia per Odessa; la 6ª Armata combatte contro la vecchia 62ª Armata sovietica di Stalingrado, ora ridenominata
8ª Armata della Guardia
[71]
; per evitare una sconfitta disastrosa il generale Hollidt decise di evacuare Odessa e prese posizione dietro il
Dnestr
[72]
.
Durante la pausa primaverile la 6ª Armata, passata al comando del generale
Maximilian Fretter-Pico
, riorganizzo il suo schieramento ai confini della
Romania
inquadrata nel
Gruppo d'armata Sud Ucraina
del generale
Hans Friessner
che comprendeva anche numerose divisioni rumene. A partire dal 22 giugno 1944 l'Armata Rossa sferro la potente
operazione Bagration
che raggiunse subito grandi risultati e provoco il crollo del
Gruppo d'armate Centro
; di conseguenza molte formazioni di riserva del generale Friessner vennero richiamate a nord indebolendo in modo decisivo le difese del gruppo d'armata alla vigilia dell'offensiva sovietica nel settore del Dnestr che ebbe inizio il 20 agosto 1944 con un potente attacco a tenaglia sui fianchi della 6ª Armata
[73]
. La cosiddetta
offensiva Ia?i-Chi?in?u
provoco il rapido crollo dell'esercito rumeno; le colonne sovietiche avanzarono subito e la 6ª Armata venne rapidamente accerchiata; in pochi giorni la battaglia si concluse con una disfatta completa per i tedeschi; entro il 5 settembre 1944 quattro corpi d'armata e quattordici divisioni della 6ª Armata furono distrutti, le perdite furono molto pesanti: 150.000 morti e feriti e 106.000 prigionieri
[74]
.
I resti della 6ª Armata ripiegarono in rotta attraverso i
Carpazi
fino alla pianura dell'
Ungheria
dove il generale Fretter-Pico cerco, con il rinforzo di nuove unita meccanizzate, di contrastare l'avanzata generale sovietica. Nel mese di ottobre 1944 l'armata prese parte alla dura
battaglia di Debrecen
; nelle settimane seguenti, nonostante un'efficace resistenza, i tedeschi vennero lentamente respinti verso
Budapest
[75]
. La capitale ungherese venne accerchiata dai sovietici alla fine di dicembre mentre la 6ª Armata, insieme alle altre forze del
Gruppo d'armate Sud
, ripiego sulla posizione del
Lago Balaton
. La 6ª Armata, passata alla fine dell'anno sotto il comando del generale
Hermann Balck
, sferro a gennaio 1945 l'
operazione Konrad
per sbloccare Budapest ma l'attacco termino con un fallimento finale, mentre dal 6 marzo 1945 partecipo all'
operazione Fruhlingserwachen
, l'ultima controffensiva tedesca della seconda guerra mondiale
[76]
.
Dopo quest'ultima sconfitta, la 6ª Armata, attaccata dall'Armata Rossa diretta su
Vienna
, si ritiro verso ovest insieme al resto del Gruppo d'armate Sud, rinunciando a difendere la capitale austriaca; in questa fase finale della guerra il generale Balck cerco soprattutto di evitare ai suoi soldati di cadere prigionieri dei sovietici e l'armata si arrese il 9 maggio 1945 alle forze americane provenienti da occidente.
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