La
terza rima
, detta anche per
antonomasia
terzina dantesca
, e la
strofa
principale della
metrica italiana
, usata e portata alla perfezione da
Dante Alighieri
nella
Divina Commedia
.
≪Siede la terra dove nata fui
su la marina dove 'l Po discende
per aver pace co' seguaci sui≫
Un componimento in terza rima presenta una sequenza di
rime
che si puo schematizzare nel modo seguente:
- ABA BCB CDC DED ... UVU VZV Z
Tutti i versi, tranne la prima e l'ultima coppia (
AA
e
ZZ
), rimano a tre a tre. Il numero complessivo dei versi del componimento puo variare, ma se diviso per tre da sempre il resto di 1. I gruppi di tre versi che rimano fra loro sono intrecciati l'uno con l'altro in una sequenza continua, come gli anelli di una catena: la terza rima viene quindi anche detta
terzina incatenata
.
La terza rima forma un'unita in se, e contemporaneamente permette la continuita. La concatenazione delle unita e mantenuta grazie alla ripetizione della rima centrale della precedente terzina, che conferisce al testo poetico uno sviluppo pertinente e una coesione logica e ritmica. Inoltre questa concatenazione rendeva molto piu ardua l'interpolazione di versi apocrifi da parte dei copisti.
Questo tipo di strofa si trova anche, ad esempio, in
Cecco Angiolieri
:
≪E non avem manti’ per asciugaglia
asciughianci al gheron de la gonnella
quando no’ siam ben unti di sevaglia≫
La terza rima e stata usata da tutti i poeti italiani almeno fino al
XIX secolo
, dai
Trionfi
del
Petrarca
, alla
Bassvilliana
del
Monti
, al
Foscolo
, al
Leopardi
. Essa puo anche far parte di strofe maggiori e specialmente del
sonetto
.
Nella forma canonica i versi sono
endecasillabi
.
≪La terza rima (o terzina incatenata, o terzina dantesca) e prima di tutto la forma metrica della
Divina Commedia
≫,
[1]
ma non tutte le terze rime sono terzine dantesche.
Sono definibili terze rime anche quelle usate da
Cecco d'Ascoli
ne
L'Acerba
(a schema
ABA CBC
) e quelle, sempre di endecasillabi, portate in auge da
Girolamo Pompei
(a schema
ABA CDC
, col secondo verso di ogni terzina sciolto), oltreche quelle, variamente rimate, della seconda parte del sonetto.
Si possono avere anche terze rime non di endecasillabi:
Giovanni Berchet
nel poemetto
I profughi di Parga
utilizza la terza rima di
decasillabi
.
- ^
Pietro G. Beltrami,
La metrica italiana
, Bologna, Il Mulino, 1991, p. 273.
- Franco Gavazzeni,
Approssimazioni metriche sulla terza rima
, Verona, Valdonega, 1983.
- Claudia Peirone,
Storia e tradizione della terza rima. Poesia e cultura nella Firenze del Quattrocento
, Torino, Tirrenia Stampatori, 1990.