La
Frangia d'Aragona
(
Franja de Aragon
in
spagnolo
,
Franja d'Arago
o
Franja de Ponent
in
catalano
,
Francha d'Aragon
o
Francha de Leban
in
aragonese
) e un territorio comprendente le zone dell'
Aragona
orientale al confine con la
Catalogna
dove la lingua maggiormente diffusa e il catalano nella sua varieta occidentale (o dialetti da esso derivati).
Fino agli anni settanta del
Novecento
, per indicare quest'ambito territoriale, si utilizzavano diversi termini ma nella seconda meta degli
anni settanta
, subito dopo la caduta del
franchismo
, si inizio per la prima volta ad utilizzare il termine di
Franja de Ponent
(in italiano Striscia
di Ponente
), con evidenti connotazioni
nazionaliste catalane
, mentre nelle zone di lingua aragonese
Francha de Leban
(in italiano Striscia
di Levante
).
Negli ambienti governativi d'Aragona e di
Spagna
ebbe invece un immediato successo la denominazione di
Franja de Aragon
(in italiano Striscia
d'Aragona
). Nel
1985
, il prestigioso
Institut d'Estudis Catalans
, venendo incontro alle richieste aragonesi, adotto definitivamente il termine di
Franja d'Arago
, non accettato pero da molti catalani che continuarono, e continuano tuttora, ad usare la vecchia denominazione di
Franja de Ponent
. Spesso, sia in Catalogna che in Aragona, soprattutto in occasioni di visite ufficiali e di scambi culturali interregionali, si preferisce utilizzare il termine di
Franja
, senza farlo seguire da alcun aggettivo qualificativo onde evitare malintesi di sorta.
La Frangia d'Aragona non e ancora un territorio dotato di un'autonomia interna, soprattutto per l'incerta definizione dei suoi limiti territoriali. Secondo i compilatori di un
Anteprogetto di legge sulle lingue d'Aragona
[1]
, non ancora approvato, la superficie totale dei territori catalanofoni sarebbe di 4.442,80 km² e 47.236 abitanti ripartiti in 62 comuni. Secondo la
Gran Enciclopedia Aragonesa
la Striscia e invece integrata dalle seguenti sub-regioni (
comarcas
), per un totale di 5.370 km² e una popolazione di circa 70.000 abitanti:
Le istituzioni linguistiche e culturali catalane non sono pero d'accordo con le cifre fornite dalla
Gran Enciclopedia Aragonesa
, che comprenderebbero zone di
lingua castigliana
o
aragonese
. Mentre pero l'
Institut d'Estudis Catalans
preferisce eliminare dal computo alcuni comuni mistilingui o in cui si parlano lingue di transizione tra aragonese e catalano (
Isabena
,
Lascuarre
,
Torre la Ribera
, ecc.), il
GREC
(
Grupo Enciclopedia Catalana
) li include, e con essi anche altri (
Benasque
,
Castejon de Sos
,
Bisaurri
ecc.), scartando in pari tempo solo quelli chiaramente ritenuti ispanofoni. In tal modo si verrebbe a dare un'accezione esclusivamente etnico-linguistica al nome di tale territorio e non prevalentemente, se non esclusivamente, geografica, come voluto dall'istituto enciclopedico aragonese summenzionato e anche da molti aragonesi. Secondo l'
Institut d'Estudis Catalans
la superficie totale della Striscia d'Aragona sarebbe pari a 4.137,20 km² e 45.984 abitanti (rilevamenti non censuali del
2006
), mentre secondo il
GREC
i km² sono 5.008,0 e gli abitanti 51.294 (tali dati sono basati anch'essi sui rilevamenti del 2006). Entrambe le cifre sono ovviamente inferiori a quelle proposte dall'importante istituzione aragonese soprattutto per cio che riguarda il numero di abitanti della sub-regione (che ricordiamo, e di 70.000 circa per la
Gran Enciclopedia Aragonesa
).
I territori che, secondo entrambi gli istituti catalani su indicati, entrerebbero a formar parte della Striscia, presenterebbero in ogni caso una forte unita etnico-linguistica (con una percentuale di catalanofoni dell'ordine del 90% circa sulla popolazione totale
[2]
).
I territori facenti oggi parte della Striscia d'Aragona furono abitati da popolazioni di lingua e cultura iberiche che, a partire dal
II secolo a.C.
, subirono un intenso processo di romanizzazione che si protrasse fino alla
caduta dell'Impero romano d'Occidente
. Alla dominazione visigota (
V
-
VII secolo
) segui quella araba (inizio dell'
VIII secolo
). La regione fu liberata dal giogo musulmano fra il
IX
(zona
pirenaica
) e il
XII secolo
(contrade limitrofi all'attuale
Comunita Valenciana
). Integrata nella
Corona d'Aragona
, di cui segui le sorti, fu ripopolata in massima parte da coloni catalani, la cui
lingua
si e conservata fino ai giorni nostri.
Nella Striscia si parlano vari dialetti catalani tutti appartenenti al
catalano occidentale
e pertanto strettamente imparentati fra di loro (fra questi i principali sono il
ribagorza
il
fragati
, il
tamarita
e il
maella
). Caratteristica di tali dialetti e l'avere adottato nel proprio lessico un certo numero di termini
castigliani
. Per quanto riguarda il ribagorza si avverte l'influsso, oltre che del castigliano, anche dell'aragonese. Ad
Aiguaviva
il dialetto utilizzato e un catalano con caratteristiche arcaizzanti e vicino, secondo alcuni linguisti, alle parlate di transizione del
valenciano
(anch'esso appartenente alla grande famiglia catalano-occidentale)
[3]
.
Va segnalato infine, il punto di vista di alcuni nazionalisti aragonesi, che considerano il catalano della Frangia una lingua a se stante, imparentata con la
fabla
e che essi hanno ribattezzato
Aragonese d'Oriente
. Tali teorie, prive di fondamento e non avvalorate dalla dottrina, hanno tuttavia fatto presa su alcune frange popolari, contribuendo a bloccare il processo di normalizzazione linguistica avviato con l'
Anteprogetto di legge sulle lingue d'Aragona
, precedentemente citato.
Va subito segnalato che il cammino da compiere una effettiva normalizzazione linguistica e ancora lungo. Purtuttavia i 62 comuni considerati catalanofoni dalle autorita aragonesi sono attualmente oggetto di una limitata tutela linguistica che trova attuazione nel riconoscimento del catalano come lingua d'uso, insieme al castigliano, in due importanti ambiti, quello dell'istruzione e, in parte, quello della
pubblica amministrazione
.
Con l'
Anteprogetto della legge sulle lingue d'Aragona
, redatto fra il
2000
e il
2001
, ma successivamente arenatosi e mai convertito in legge, la
Comunita autonoma d'Aragona
, avrebbe dovuto conferire al catalano e all'aragonese la stessa dignita, nei rispettivi ambiti territoriali di diffusione, del castigliano, assicurando in tal modo una situazione di perfetto bilinguismo (catalano-castigliano) anche alla Striscia d'Aragona. Si ricorda a questo proposito, che sia la lingua catalana che quella aragonese sono state riconosciute come parte integrante del patrimonio linguistico regionale e pertanto non solo dovrebbero essere oggetto di particolare tutela, ma anche di misure tese al proprio sviluppo e diffusione.
I ritardi nell'approvazione di una normativa linguistica di ampio respiro da parte del Parlamento aragonese sono in parte dovuti a ragioni oggettive (non ultima la mancanza di accordo su una esatta delimitazione territoriale della sub-regione) e in parte legate alle idiosincrasie di parte del popolo aragonese, piuttosto refrattario nell'assicurare alla lingua catalana, ancor piu che a quella aragonese, uno
status
paragonabile a quello del castigliano, seppur all'interno di un ambito territoriale circoscritto. A questo proposito va anche segnalato che alcuni eccessi verbali delle organizzazioni pancatalaniste e nazionaliste piu radicali del
Principat
hanno talvolta inasprito gli animi e rafforzato le posizioni altrettanto estreme dei nazionalisti aragonesi che si sono fatti promotori di proteste popolari e raccolte di firme, condizionando l'azione della coalizione socialista-aragonesista (
PSOE-PAR
) allora al potere, e determinando un congelamento del progetto legislativo, promosso, e bene ricordarlo, dallo stesso governo.
Negli ultimi anni le ottime relazioni esistenti fra i governi delle due Comunita autonome, unitamente ai legami economici, storici, culturali e anche di sangue esistenti fra il popolo aragonese e quello catalano, mai venuti meno, inducono a sperare che presto l'anteprogetto in questione, possa finalmente essere ripreso e convertito in legge, onde assicurare alla Striscia d'Aragona una normalizzazione linguistica soddisfacente.
Albelda
,
Alcampell
,
Altorricon
,
Aren
,
Azanuy-Alins
,
Baells
,
Baldellou
,
Benabarre
,
Bonansa
,
Camporrells
,
Castigaleu
,
Castillonroy
,
Estopinan del Castillo
,
Fraga
,
Isabena
,
Lascuarre
,
Laspaules
,
Monesma y Cajigar
,
Montanuy
,
Peralta de Calasanz
,
Puente de Montanana
,
San Esteban de Litera
,
Sopeira
,
Tamarite de Litera
,
Tolva
,
Torre la Ribera
,
Torrente de Cinca
,
Velilla de Cinca
,
Vencillon
,
Veracruz
,
Viacamp y Litera
e
Zaidin
.
Aguaviva
,
Arens de Lledo
,
Beceite
,
Belmonte de San Jose
,
Calaceite
,
La Canada de Verich
,
La Cerollera
,
La Codonera
,
Cretas
,
Fornoles
,
La Fresneda
,
Fuentespalda
,
La Ginebrosa
,
Lledo
,
Mazaleon
,
Monroyo
,
Penarroya de Tastavins
,
La Portellada
,
Rafales
,
Torre de Arcas
,
Torre del Compte
,
Torrevelilla
,
Valderrobres
,
Valdeltormo
e
Valjunquera
.
Fabara
,
Fayon
,
Maella
,
Mequinenza
e
Nonaspe
.
- I nazionalisti e regionalisti aragonesi piu radicali, unitamente ad alcune Istituzioni culturali dello stesso segno (e in primo luogo la
FACAO
, Federacion de Asociaciones Culturales de Aragon Oriental), osteggiarono a lungo l'
Anteproyecto de Ley de lenguas de Aragon
piu volte citato, perche non desideravano che il catalano parlato nella Striscia d'Aragona fosse designato con tale nome. Cercarono pertanto di imporre alcuni termini sostitutivi di origine "autoctona", fra cui quello di
aragones de Oriente
(o
aragones oriental
) cioe aragonese d'Oriente (o aragonese orientale). Spesso viene anche utilizzato, a livello popolare, il termine
chapurreado
(o
chapurreau
), percepito da molti catalanoparlanti come dispregiativo.
- La crisi demografica che colpisce tante piccole realta umane in Spagna e nel resto d'
Europa
, non ha risparmiato la Striscia d'Aragona, costituita in gran parte da centri abitati di dimensioni molto ridotte e legati per lo piu a un settore in crisi, quello agricolo. Per evitare lo spopolamento, uno dei comuni della Striscia, quello di
Aiguaviva
, ha incentivato l'arrivo di molti
immigrati
, soprattutto
latinoamericani
e
rumeni
, mettendo loro a disposizione case restate disabitate e terre da coltivare. I
rumeni
si sono saputi integrare meglio degli Ispanoamericani al contesto economico e sociale locale. Da questa singolare esperienza e nato anche un film-documentario diretto dalla regista catalana Ariadna Pujol e coprodotto dalla televisione di stato spagnola e da quella regionale di Catalogna
[4]
.
- Antolochia Lliteraria en Aragones (Oriental) (SS. XII-XXI): Escrits actuals de la chen de la Llitera
. Huesca: Asociacio Cultural Lliterana Lo Timo, 2005. 182 p.
- Castro Arino, Hector.
Situacio Sociolinguistica en L'Arago Oriental
in
Cresol: Revista de lliteratura en llengua valenciana
Nº 10, 1999, pp. 13-26.
ISSN
1135-9811
(
WC
·
ACNP
)
- Labara Ballester, Valeriano.
Isidro Comas, Almogavar
. Zaragoza: Rolde de Estudios Aragoneses, 2009.
- Enric Julia Danes,
Gaspar Torrente: Entre Catalunya i Arago
, Barcelona, Xarxa Cultural, 1988
ISBN 84-86487-05-3
- Guillermo Fatas Aragon Oriental,
La Vanguardia
del 7 ottobre 1995
- Marc Leprete Alemany,
La Franja d'Arago: La Situacio sociolinguistica dels territoris de llengua catalalana
Barcelona, Revista tecnica de normalitzacio linguistica, 1995
- Artur Quintana,
Gramatica de llengua catalana
, Zaragoza, Ed. Diputacion general de Aragon, 1984
ISBN 84-505-0607-7
- Joan Tort i Donada,
Viatge a la frontera de Ponent: itinerarigeografic i literari per la Noguera Ribagorcana
, LLeida, Pages Ed. (Col.leccio Guimet), 1998
ISBN 84-7935-493-3
- (
CA
,
ES
)
Sito web della Frangia.
, su
mallorcaweb.net
.
URL consultato il 7 gennaio 2009
(archiviato dall'
url originale
il 9 maggio 2008)
.