Membro della facoltosa famiglia Giani
[1]
di Novate, originaria della
Val Codera
, fu vescovo e superiore di
Sirmio
nell'allora
Regno d'Ungheria
.
Figlio di Paolo Giani e Caterina Vanossi, si laureo
in utroque iure
all'
universita di Parma
[2]
il 2 giugno
1667
e fu ordinato prete il 2 febbraio
1673
a Vienna
[3]
, dov'era giunto come maestro di Camera di
Mario Alberizzi
[4]
,
arcivescovo
di
Neocesarea del Ponto
e
nunzio
presso l'imperatore
Leopoldo I d'Asburgo
, succeduto al precedente nunzio, pugliese come lui,
Antonio Pignatelli
.
L'11 giugno
1678
Francesco Giani fu nominato dallo stesso imperatore prevosto di San Michele arcangelo a
Csorna
e vescovo di
Sirmio
, ma la conferma pontificia di quest'ultima carica arrivo il 1 luglio
1697
da
papa Innocenzo XII
. Va precisato che il vescovo
Franz
Jany
[5]
non raggiunse mai la sua residenza episcopale
[6]
, in quanto diocesi
in partibus infidelium
dominata dai turchi e risiedette principalmente a
Vienna
.
Francesco Giani fu un generoso e attivo benefattore di chiese in tutta la
Valchiavenna
. Fece ristrutturare e decorare a proprie spese, in un esempio di architettura barocca, la chiesa parrocchiale della Santissima Trinita a
Novate Mezzola
(con affreschi ad opera di
Giulio Quaglio
)
[7]
e Santa Maria di Borgonuovo a
Chiavenna
, finanzio la costruzione del quadriportico davanti alla
collegiata di San Lorenzo a Chiavenna
da maestranze di
Cevio
e della scalinata con balaustre in
pietra ollare
che sale verso la facciata del Santuario lauretano di Dragonera.
Il vescovo Giani mori di
tisi
nell'aprile del 1702 in casa della vedova Cosmoverin, nel distretto viennese di
Landstraße
e venne sepolto nella vicina
chiesa Agostiniana
.
Leopoldo I
creo il nipote di Francesco, Giacomo Ferdinando Giani
[8]
,
Barone
di
Valpo
(Valpo in
magiaro
) nel
1704
, con estensione del titolo nobiliare ungherese a madre, fratelli, sorelle e loro discendenti in linea sia maschile che femminile.
[9]
Il palazzo in cui nacque Francesco Giani e ancora presente a
Novate Mezzola
, nella piazza a lui dedicata
[10]
.
- ^
Bollettino del centro studi storici valchiavennaschi,
CLAVENNA
, XLIV - 2005, pp.?72-75.
- ^
Il giovane Francesco studio ivi grazie all'intercessione del cardinale
Girolamo Farnese
, in rapporti d'amicizia col padre Paolo. Il prelato, allora incaricato della
nunziatura agli Svizzeri
, fu infatti ospitato nel 1639 presso l'osteria dell'Angelo di Novate, di proprieta dei Giani.
- ^
o forse a
Bratislava
- ^
Girolamo Farnese
era lo zio materno di Mario Alberizzi
- ^
Germanizzazione del nome di
Francesco Giani
- ^
La cui sede, al tempo, era ubicata nella cittadina di
Ilok
. Nello stesso anno 1697 al comasco
Livio Odescalchi
fu attribuito da
Leopoldo I
il ducato di Sirmio e Sava, come compensazione per l'aiuto di suo zio, papa
Innocenzo XI
, nella
guerra austro-turca
. Sede del ducato era proprio il castello di
Ilok
e, anche se l'Odescalchi non vi mise mai piede, si possono presupporre intrecci politici e conoscenze tra lui e il vescovo
Jany
.
- ^
Artisti che operarono nella chiesa della SS Trinita
, su
lombardiabeniculturali.it
.
- ^
figlio di Gian Giacomo Giani e di Filomena Calderari
,
nacque a
Chiavenna
il 28 agosto
1669
- ^
Va puntualizzato infatti che non solo Francesco gravito intorno alla corte imperiale di Vienna, ma anche due dei suoi fratelli e un nipote: Paolo, Giovanni e il gia citato Giacomo Ferdinando (o Ferrante). Il primo fu capitano dell'esercito ungherese e in seguito fu nominato prevosto di Sant'Ireneo dallo stesso
Leopoldo I
. Giovanni fu consigliere imperiale e dal
1685
abate mitrato
di San Michele arcangelo di Batha nella
diocesi di Pecs
. G.Ferdinando, dopo gli studi a
Milano
, raggiunse gli zii a Vienna e venne ordinato prima abate dell'abbazia di Santa Croce de Mura e, dopo poco, abate mitrato di San Michele arcangelo, gia dello zio Giovanni, deceduto nel
1694
. Venne successivamente nominato vescovo di
Smederevo
nel
1713
da
Carlo VI
e mori nel
1727
a
Bataszek
, in seguito alle torture subite dai turchi.
- ^
piazza Francesco Giani de Valpo
, su
google.it
.
- Bollettino del centro studi storici valchiavennaschi, CLAVENNA, XLIV - 2005, pp. 71 - 90