Papa
Pio XI
, al secolo
Achille Ambrogio Damiano Ratti
, in
latino
Pius XI
(
Desio
,
31 maggio
1857
; †
Citta del Vaticano
,
10 febbraio
1939
), e stato il 259°
vescovo
di
Roma
e
papa
italiano
dal
1922
alla sua
morte
.
Biografia
La casa natale di Pio XI a
Desio
Nato a
Desio
, nella casa che attualmente e sede del Museo Casa Natale Pio XI e del "Centro Internazionale di Studi e Documentazione Pio XI" (al civico 4 di via Pio XI, all'epoca via Lampugnani). Quarto di cinque figli, viene battezzato il giorno dopo la nascita, nella prepositurale dei Santi Siro e Materno con il nome di
Achille Ambrogio Damiano Ratti
(il nome Ambrogio in onore del nonno paterno, suo padrino di battesimo).
Il padre Francesco fu attivo - con non molto successo come attestato dai continui trasferimenti - quale direttore in vari stabilimenti per la lavorazione della seta, mentre la madre Teresa Galli, originaria di
Saronno
, era la figlia di un albergatore.
Formazione e ministero sacerdotale
Avviato alla carriera ecclesiastica dall'esempio dello zio Don Damiano Ratti, Achille studio a partire dal
1867
nel
seminario
San Pietro Martire di
Seveso
, poi in quello di
Monza
.
Dal
1874
fece parte dell'
ordine terziario francescano
. Nel
1875
inizia gli studi teologici; i primi tre anni nel Seminario Maggiore di
Milano
e l'ultimo nel Seminario di Seveso. Nel
1879
e a Roma presso il
Collegio Lombardo
.
Fu ordinato
sacerdote
il
20 dicembre
1879
a Roma.
Ratti fu uomo di vasta erudizione, ottenne infatti tre lauree nei suoi anni di studio romani: in filosofia alla
Pontificia accademia di San Tommaso d'Aquino
di Roma, in
diritto canonico
alla
Universita Gregoriana
e
teologia
all'
Universita La Sapienza
. Aveva inoltre una forte passione sia per gli studi letterari, dove preferiva
Dante
e
Manzoni
, sia per gli studi scientifici, tanto che era stato in dubbio se intraprendere lo studio della matematica; a tal proposito fu grande amico e, per un certo periodo, collaboratore di don
Giuseppe Mercalli
, noto geologo e creatore dell'omonima scala dei terremoti, che aveva conosciuto come insegnante nel seminario di Milano.
I genitori di Pio XI, Teresa Galli e Francesco Ratti
Ratti fu anche un valido educatore, e non solo nell'ambito scolastico. L'esempio piu significativo e il rapporto intrattenuto con Tommaso Gallarati Scotti, figlio di Gian Carlo, principe di Molfetta, e di Maria Luisa Melzi d'Eril. Ratti fu amico di famiglia dei Gallarati Scotti, oltre che catechista ed istruttore agli studi del giovane Tommaso, che in seguito diventera un noto diplomatico e scrittore.
Inoltre, come cappellano del Cenacolo di Milano, una comunita religiosa dedita all'educazione delle ragazze (incarico tenuto dal
1892
al
1914
), ebbe modo di esercitare un'attivita pastorale ed educativa molto efficace, entrando in contatto con fanciulle e ragazze di ogni stato e condizione.
Ratti fu pure un appassionato alpinista, scalo diverse vette delle Alpi e fu il primo - il
31 luglio
1889
- a raggiungere la cima del Monte Rosa dalla parete orientale; il
7 agosto
1889
scala il Monte Cervino, e a fine luglio
1890
il
Monte Bianco
, aprendo la via successivamente chiamata "Via Ratti - Grasselli". Papa Ratti fu un assiduo e appassionato frequentatore del gruppo delle Grigne e per molti anni, a cavallo dei due secoli, fu ospite della parrocchia di
Esino Lario
, base logistica delle sue escursioni. Le ultime scalate del futuro Papa risalgono al
1913
. Per l'intero periodo Ratti fu membro, collaboratore e redattore di articoli per il Club Alpino Italiano.
Lo stesso Ratti disse dell'alpinismo che:
[1]
.
≪
|
Non fosse cosa da scavezzacolli, ma al contrario tutto e solo questione di prudenza, e di un po' di coraggio, di forza e di costanza, di sentimento della natura e delle sue piu riposte bellezze.
≫
|
|
Appena eletto
Papa
, l'
Alpine Club
di Londra coopto
Pio XI
come proprio socio, motivando tale invito con le tre ascensioni alle piu alte cime alpine (l'invito fu declinato, pur con il ringraziamento del Papa).
Ratti, nel
1899
, ebbe un colloquio con il famoso esploratore Luigi d'Aosta Duca degli Abruzzi per partecipare alla spedizione al Polo Nord che il Duca stava organizzando. Ratti non venne preso, si dice, perche un sacerdote, per quanto eccellente alpinista, avrebbe intimidito gli altri compagni di viaggio, rudi uomini di mare e montagna.
Carriera ecclesiastica
La profonda competenza negli studi porto Ratti all'attenzione di
papa Leone XIII
. Nel
1891
fu cosi invitato a partecipare ad alcune missioni diplomatiche di Monsignor
Giacomo Radini-Tedeschi
in
Austria
e in
Francia
, e probabilmente cio avvenne su segnalazione dello stesso Radini-Tedeschi, il quale aveva studiato con Ratti presso il
Pontificio Seminario Lombardo
di
Roma
.
Ebbe nel frattempo incarichi di insegnamento presso il seminario di
Milano
e nel
1888
entro a far parte del collegio dei dottori della
Biblioteca Ambrosiana
, per diventarne Prefetto nel
1907
. Chiamato da
Pio X
a
Roma
, e dapprima, nel
1912
, Vice-prefetto, e successivamente, nel
1914
, Prefetto della
Biblioteca Vaticana
.
La missione in Polonia
Achille Ratti, poco dopo l'elezione ad Arcivescovo di Milano
Nel
1918
papa Benedetto XV
lo nomino
visitatore apostolico
per la
Polonia
e la
Lituania
e successivamente, nel
1919
,
nunzio apostolico
(cioe rappresentante diplomatico presso la Polonia) e fu elevato al rango di arcivescovo con il titolo
in partibus infidelium
di
Lepanto
. Fu il primo nunzio apostolico nella Seconda Repubblica Polacca.
La sua missione lo porto ad affrontare la difficile situazione verificatasi con l'invasione sovietica nell'agosto del
1920
per i problemi creati dalla formulazione dei nuovi confini dopo la I Guerra Mondiale. Entrato a Varsavia, occupata dalle truppe germaniche, fu costretto, nonostante il suo desiderio di rimanere, a lasciare la citta per l'imminente attacco dei sovietici. Ratti chiese a Roma di restare a
Varsavia
prossima all'assedio ma
Benedetto XV
, temendo per la sua vita, gli ordino di raggiungere il governo polacco in esilio, cosa che fece dopo che si erano ritirate tutte le altre postazioni diplomatiche. Fu in seguito nominato Alto Commissario ecclesiastico per il plebiscito nell'
Alta Slesia
, plebiscito che si doveva svolgere tra la popolazione per scegliere fra l'adesione alla
Polonia
o alla
Germania
. Nella regione era forte la presenza del clero tedesco (sostenuto dall'arcivescovo di
Breslavia
cardinale
Bertram
), che spingeva per il ricongiungimento con la Germania. Il governo polacco, allora, chiese al Papa di nominare un rappresentante ecclesiastico che fosse al di sopra delle parti, in grado di garantire l'imparzialita in occasione del plebiscito.
Il compito specifico di Ratti, infatti, era quello di richiamare alla concordia il clero tedesco e quello polacco e, tramite costoro, la popolazione tutta. Avvenne pero che l'arcivescovo Bertram vieto ai sacerdoti stranieri della sua diocesi (in pratica i polacchi) di prendere parte al dibattito sul plebiscito. Inoltre Bertram fece sapere di avere avuto l'appoggio della
Santa Sede
: il
Segretario di Stato
, cardinale
Gasparri
, aveva dato l'appoggio a Bertram e al clero tedesco, senza informare pero Ratti. Non solo Ratti dovette subire questo sgarbo, ma vide scatenarsi contro di lui la stampa polacca, che lo accusava, ingiustamente, di essere filo-tedesco. Fu pertanto richiamato a
Roma
e il
4 giugno
1921
Ratti lascio la Polonia. Nonostante cio i suoi successi furono molto piu rilevanti e ricordati nel tempo nelle comunita slave; in particolare quando ottenne la liberazione di
Eduard von der Ropp
, arcivescovo di
Mahileu
, arrestato dalle autorita sovietiche nell'
aprile
del
1919
. Allo stesso modo desto una vasto eco e grande emozione la storica visita che porto Ratti in Lituania all'inizio del 1920.
Nell'ottobre
1921
, una volta divenuto arcivescovo di Milano, dall'Universita di Varsavia ricevette la laurea
honoris causa
in
teologia
. In questo periodo nel cardinale Ratti probabilmente si venne a formare la convinzione
[2]
che il pericolo principale dal quale la Chiesa cattolica si doveva difendere fosse il bolscevismo. Di qui la cifra che spiega il suo operato successivo: la sua politica sociale volta a contendere le masse al comunismo ed ai nazionalismi.
Arcivescovo di Milano
Nel
1921
Achille Ratti venne nominato
arcivescovo
di Milano, divenendo
cardinale
nel
concistoro
del
13 giugno
.
Il conclave
Achille Ratti fu eletto papa il
6 febbraio
1922
alla quattordicesima votazione. Il conclave era stato in effetti contrastato: da un lato i conservatori puntavano sul cardinale
Merry del Val
, ex
Cardinal Segretario di Stato
di
papa Pio X
, mentre i cardinali piu "liberali" sostenevano il Cardinale Segretario di Stato in carica, il cardinale
Pietro Gasparri
.
Pontificato
La sua prima enciclica
Ubi arcano Dei consilio
, del
23 dicembre
1922
, manifesto il programma del suo pontificato, peraltro ben riassunto nel suo motto
"pax Christi in regno Christi"
, la pace di Cristo nel Regno di Cristo. Detto altrimenti, a fronte della tendenza a ridurre la fede a questione privata, papa Pio XI pensava invece che i cattolici dovessero operare per creare una societa totalmente cristiana, nella quale
Cristo
regnasse su ogni aspetto della vita. Egli intendeva dunque costruire una nuova cristianita che, rinunciando alle forme istituzionali dell'
Ancien Regime
, si sforzasse di muoversi nel seno della societa contemporanea. Nuova cristianita che soltanto la Chiesa cattolica costituita da
Dio
e interprete delle verita rivelate era in grado di promuovere.
Questo programma fu completato dalle
encicliche
,
Quas primas
(
11 dicembre
1925
), con la quale fu pure istituita la
festa di Cristo Re
e
Miserentissimus Redemptor
(
8 maggio
1928
), sul culto del
Sacro Cuore
.
Pio XI procedette a numerose
beatificazioni
, e
canonizzazioni
, (per un totale di 496 beati e 33 santi), fra le quali quelle di
Bernadette Soubirous
,
Giovanni Bosco
,
Teresa di Lisieux
,
Giovanni Maria Vianney
e
Antonio Maria Gianelli
. Egli nomino pure quattro nuovi
dottori della Chiesa
:
Pietro Canisio
,
Giovanni della Croce
,
Roberto Bellarmino
e
Alberto Magno
. In particolare procedette alla beatificazione di 191 martiri, vittime della
Rivoluzione francese
:
≪
|
Una perturbazione universale durante la quale furono affermati, con tanta arroganza, i diritti dell'uomo.
≫
|
|
[3]
Ratti vide nel mero rientro dei
protestanti
e
ortodossi
nella Chiesa cattolica la vera soluzione alla questione
ecumenica
come scrisse nell'enciclica
Mortalium animos
del (
6 gennaio
1928
). Tradizionale fu pure la sua risposta alle questioni di morale sessuale con la
Casti Connubii
del (
31 dicembre
1930
).
In campo politico
Pio XI normalizzo i rapporti con lo Stato italiano grazie al
Concordato dell'11 febbraio 1929
cui si aggiunsero quelli con numerose nazioni europee. Non pregiudizialmente ostile a Mussolini, Achille Ratti limito fortemente l'azione del
Partito popolare
favorendone lo scioglimento, e rinnego ogni tentativo di
Sturzo
di ricostituire il partito. Ebbe pero ad affrontare controversie e scontri con il fascismo a causa dei tentativi del regime di egemonizzare l'educazione della gioventu e per le ingerenze del regime nella vita della Chiesa.
[4]
Emise l'enciclica
Quas Primas
dove veniva stabilita la festa di
Cristo Re
a ricordare il diritto della religione a pervadere tutti i campi della vita quotidiana: dallo stato, all'economia, all'arte. Per richiamare i laici ad un maggiore coinvolgimento religioso, nel
1923
venne riorganizzata l'
Azione Cattolica
(di cui disse "questa e la pupilla dei miei occhi").
In campo missionario, si batte per l'integrazione con le culture locali invece dell'imposizione di una cultura occidentale.
[
senza fonte
]
Pio XI fu estremamente critico anche con il ruolo passivo tenuto in campo sociale dal capitalismo. Nella sua enciclica
Quadragesimo Anno
del
1931
richiamo l'urgenza delle riforme sociali gia indicate quaranta anni prima da
papa Leone XIII
, inoltre ribadi la condanna del liberalismo e di ogni forma di socialismo.
Economia
Pio XI ritorno piu volte nell'enciclica sul legame fra moneta, economia e potere. Nell'enciclica
Quadragesimus annus
affermo:
≪
|
Nel nostro tempo e ormai evidente che la ricchezza e un immenso potere sono stati concentrati nelle mani di pochi uomini. Questo potere diventa particolarmente irresistibile se esercitato da coloro i quali, poiche controllano e comandano la moneta, sono anche in grado di gestire il credito e di decidere a chi deve essere assegnato. In questo modo forniscono il sangue vitale all'intero corpo dell'economia. Loro hanno potere sull'intimo del sistema produttivo, cosi che nessuno puo azzardare un respiro contro la loro volonta.
≫
|
(Papa Pio XI, Quadragesimus Annus 106-9,
1931
)
|
Nell'enciclica
Divini Redemptoris
Pio XI sviluppa riflessioni abbastanza consuete sulla necessita della sopportazione e della pazienza da parte dei poveri, che devono stimare piu i beni spirituali che i beni e i godimenti terreni. E sui ricchi come amministratori di Dio, che devono dare ai poveri quello che loro avanza:
≪
|
I ricchi non devono porre nelle cose della terra la loro felicita ne indirizzare al conseguimento di quelle i loro sforzi migliori; ma, considerandosene solo come amministratori che sanno di doverne rendere conto al supremo Padrone, se ne valgano come di mezzi preziosi che Dio loro porge per fare del bene; e non lascino di distribuire ai poveri quello che loro avanza, secondo il precetto evangelico.
≫
|
(Papa Pio XI, Divini Redemptoris, 44-45,
1937
)
|
La risoluzione della questione romana
Il primo segno di apertura Pio XI lo aveva manifestato immediatamente dopo l'elezione.
Il novello Pontefice contrariamente ai suoi immediati predecessori - Leone XIII, Pio X e Benedetto XV - decise di affacciarsi alla loggia esterna della Basilica Vaticana, cioe su
Piazza San Pietro
, sia pur senza dire nulla, limitandosi a benedire la folla presente, mentre i fedeli di Roma gli rispondevano con applausi e grida di gioia. Il gesto "dovuto", ma che si verificava dopo i fatti del
20 settembre
1870
, era da considerare di portata storica; cio accadeva perche Pio XI era convinto che la fine del potere temporale, sia pure in maniera "violenta" era, per la missione della Chiesa nel mondo, la liberazione dalle catene delle passioni umane.
La
Questione romana
incontrava non solo le preoccupazioni e le speranze dei cattolici in Italia, ma anche di tutti i cattolici del mondo, tanto da indurre zelanti sacerdoti, peraltro missionari, come per esempio don
Luigi Orione
, a prendere iniziative personali e scrivere piu volte al capo del governo fascista, Benito Mussolini; altri sacerdoti intervennero con propri studi presso la Segreteria di Stato Vaticana, nella persona del Delegato del Papa, cardinale
Pietro Gasparri
.
L'
11 febbraio
1929
il Papa fu l'artefice della firma dei
Patti Lateranensi
tra il cardinale Pietro Gasparri ed il governo fascista di Benito Mussolini. Il
13 febbraio
1929
, pronuncio un discorso agli studenti e ai docenti dell'
Universita Cattolica del Sacro Cuore
di Milano, che passo alla storia per una definizione, secondo cui Benito Mussolini sarebbe stato esaltato come ≪l'uomo che la Provvidenza ci ha fatto incontrare≫:
≪
|
Le condizioni dunque della religione in Italia non si potevano regolare senza un previo accordo dei due poteri, previo accordo a cui si opponeva la condizione della Chiesa in Italia. Dunque per far luogo al Trattato dovevano risanarsi le condizioni, mentre per risanare le condizioni stesse occorreva il Concordato. E allora? La soluzione non era facile, ma dobbiamo ringraziare il Signore di avercela fatta vedere e di aver potuto farla vedere anche agli altri. La soluzione era di far camminare le due cose di pari passo. E cosi, insieme al Trattato, si e studiato un Concordato propriamente detto e si e potuto rivedere e rimaneggiare e, fino ai limiti del possibile, riordinare e regolare tutta quella immensa farragine di leggi tutte direttamente o indirettamente contrarie ai diritti e alle prerogative della Chiesa, delle persone e delle cose della Chiesa; tutto un viluppo di cose, una massa veramente cosi vasta, cosi complicata, cosi difficile, da dare qualche volta addirittura le vertigini. E qualche volta siamo stati tentati di pensare, come lo diciamo con lieta confidenza a voi, si buoni figliuoli, che forse a risolvere la questione ci voleva proprio un Papa alpinista, un alpinista immune da vertigini ed abituato ad affrontare le ascensioni piu ardue; come qualche volta abbiamo pensato che forse ci voleva pure un Papa bibliotecario, abituato ad andare in fondo alle ricerche storiche e documentarie, perche di libri e documenti, e evidente, si e dovuto consultarne molti. Dobbiamo dire che siamo stati anche dall'altra parte nobilmente assecondati. E forse ci voleva anche un uomo come quello che la Provvidenza Ci ha fatto incontrare; un uomo che non avesse le preoccupazioni della scuola liberale, per gli uomini della quale tutte quelle leggi, tutti quegli ordinamenti, o piuttosto disordinamenti, tutte quelle leggi, diciamo, e tutti quei regolamenti erano altrettanti feticci e, proprio come i feticci, tanto piu intangibili e venerandi quanto piu brutti e deformi. E con la grazia di Dio, con molta pazienza, con molto lavoro, con l’incontro di molti e nobili assecondamenti, siamo riusciti ≪ tamquam per medium profundam eundo ≫ a conchiudere un Concordato che, se non e il migliore di quanti se ne possono fare, e certo tra i migliori che si sono fin qua fatti; ed e con profonda compiacenza che crediamo di avere con esso ridato Dio all’Italia e l’Italia a Dio.
≫
|
(
Pio XI
, allocuzione
Vogliamo anzitutto
[5]
)
|
Ma gia nel
1922
, in occasione di una intervista concessa al giornalista francese Luc Valti (pubblicata integralmente nel 1937 su "L'illustration"), il cardinale Achille Ratti dichiaro:
Il volto di Pio XI in un dettaglio della tomba
≪
|
Mussolini fa rapidi progressi, e con la sua forza elementare abbattera tutto cio che gli sbarra la strada. Mussolini e un uomo meraviglioso. Mi sentite? Un uomo meraviglioso! E un neo-convertito. Viene dall'estrema sinistra e possiede il fervore trascinante dei novizi [...] Il futuro appartiene a lui
≫, aggiungendo in seguito: ≪
Bisognera pero vedere come tutto questo andra a finire e che uso fara della sua forza. Che orientamento avra, il giorno in cui dovra scegliere di averne uno? Resistera alla tentazione, che insidia tutti i capi, di ergersi a dittatore assoluto?
≫
|
|
.
Il 31 ottobre
1926
l'adolescente
Anteo Zamboni
aveva sparato a Mussolini, a Bologna, mancando il bersaglio. Papa Ratti attribuira il fallimento dell'attentato ad un intervento divino, condannando:
≪
|
Tale criminale attentato il cui solo pensiero ci rattrista... e ci fa rendere grazie a Dio del suo fallimento.
≫
|
|
L'anno successivo Pio XI si riferi all'episodio:
[6]
.
≪
|
L'uomo che dirige le sorti del Paese con tanta energia...
≫
|
|
a seguito del fatto che fosse sfuggito al pericolo di
≪
|
..farlo perire, e il Paese con lui.
≫
|
|
Con il Concordato, stipulato nel
palazzo di San Giovanni in Laterano
, e costituito da tre atti distinti, veniva data alla
Santa Sede
la sovranita sullo Stato della
Citta del Vaticano
, riconoscendolo come soggetto del diritto internazionale e come
enclave
nella citta di
Roma
, in cambio dell'abbandono da parte del Vaticano di pretese territoriali sul precedente
Stato Pontificio
; mentre la Santa Sede riconosceva il Regno d'Italia con la capitale a Roma. A compensazione delle perdite territoriali e come supporto nel periodo transitorio, il governo garantiva un trasferimento di denaro consistente in 750 milioni di lire in contanti e di un miliardo in titoli di Stato al 5 per cento che, investito da
Bernadino Nogara
sia in immobili che in attivita produttive, pose le basi per l'attuale struttura economica del Vaticano. Il trattato richiamava inoltre l'articolo 1 dello Statuto Albertino, riaffermando la religione cattolica come la sola religione di Stato. I Patti Lateranensi imponevano ai vescovi di giurare fedelta allo Stato italiano, ma soprattutto stabilivano alcuni sostanziosi privilegi per la Chiesa cattolica: al matrimonio religioso venivano riconosciuti effetti civili e le
cause di nullita
ricadevano sotto i
tribunali ecclesiastici
; l'insegnamento della dottrina cattolica, definita "fondamento e coronamento dell'istruzione pubblica",
[7]
diventava obbligatorio nelle scuole elementari e medie; i preti spretati o colpiti da censura ecclesiastica non potevano ottenere o conservare alcun impiego pubblico nello Stato italiano. Per il regime fascista i Patti Lateranensi costituirono una preziosa legittimazione
[8]
.
In segno di riconciliazione, nel luglio successivo, il Papa usci in processione eucaristica solenne in piazza San Pietro. Un avvenimento del genere non accadeva dai tempi di Porta Pia. La prima uscita dal territorio della Citta del Vaticano avvenne invece il 21 dicembre dello stesso anno quando, di primissima mattina, il Pontefice si reco, scortato da poliziotti italiani in bicicletta, alla
basilica di San Giovanni in Laterano
, per prendere ufficialmente possesso della sua cattedrale. Nel
1930
- a un anno di distanza dalla firma dei Patti Lateranensi - l'anziano cardinal Pietro Gasparri si dimise, e fu sostituito dal cardinale Eugenio Pacelli, futuro
Papa Pio XII
.
I rapporti con il mondo della scienza
Appassionato delle scienze fin dalla gioventu e attento osservatore dello sviluppo tecnologico, fondo la
Radio Vaticana
; grazie alle apparecchiature costruite da Guglielmo Marconi, il
12 febbraio
1931
trasmise il primo radiomessaggio di un Papa indirizzato "a tutte le genti e ad ogni creatura":
≪
|
... Nel rivolgerci poi agli uomini, Ci comanda l'apostolo di fare del bene a tutti, ma specialmente ai domestici della fede (
Gal
6, 10
). Conviene dunque che Noi indirizziamo la Nostra parola prima che agli altri, a tutti coloro che, facendo parte della famiglia e dell'ovile del Signore, che e la Chiesa Cattolica, Ci chiamano col dolce nome del Padre: ai padri e ai figli, Ci rivolgiamo, alle pecorelle ed agli agnelli, a tutti quelli che il Pastore e Re supremo Cristo Gesu Ci ha affidati per pascerli e guidarli (
Gv
21, 15
;
Mt
16, 19
)......
≫
|
|
Modernizzo la Biblioteca Vaticana e ricostitui con la collaborazione di padre
Agostino Gemelli
nel
1936
la
Pontificia Accademia delle Scienze
, ammettendovi anche personalita non cattoliche e pure non credenti.
La morte e il discorso scomparso
Grotte Vaticane, Tomba di papa Pio XI
Nel febbraio
1939
Pio XI convoco a Roma tutto l'episcopato italiano in occasione del I decennale della "conciliazione" con lo Stato Italiano, del XVII anno del suo pontificato e il 40° anno del suo sacerdozio. Nei giorni 11 e 12 febbraio egli avrebbe pronunciato un importante discorso, preparato da mesi, che sarebbe stato il suo testamento spirituale e dove, probabilmente, avrebbe denunciato la violazione dei
Patti Lateranensi
da parte del governo fascista e le persecuzioni razziali in
Germania
. Tale discorso e rimasto segreto fino al pontificato di
papa Giovanni XXIII
quando nel
1959
vennero pubblicate alcune parti. Egli infatti mori per un attacco cardiaco dopo una lunga malattia,
[10]
nella notte del
10 febbraio
1939
. E ormai assodato che il testo dell'enciclica fu fatto distruggere per ordine di Pacelli
[11]
, al tempo
Cardinal Segretario di Stato
che auspicava di intraprendere nuove e piu pacate relazioni con la Germania e l'Italia.
Nel settembre
2008
, un congresso organizzato a Roma dalla
Pave The Way Foundation
sull'operato di Pio XII nei confronti degli ebrei ha riportato la questione dei rapporti tra il Vaticano e le dittature totalitarie nell'interesse dei media. Un'ex dirigente della
Federazione Universitaria Cattolica Italiana
,
Bianca Penco
(vice-presidente della federazione tra il
1939
e il
1942
e presidente nazionale insieme a
Giulio Andreotti
e
Ivo Murgia
tra il
1942
e il
1947
), ha rilasciato un'intervista al
Secolo XIX
in cui parla della questione.
Secondo il racconto della Penco, Pio XI avrebbe ricevuto alcuni esponenti di spicco della federazione nel febbraio del 1939, annunciando a questi che aveva preparato un discorso che era intenzionato a tenere l'11 febbraio, in occasione del decennale del Concordato: questo discorso sarebbe stato critico nei confronti del nazismo e del fascismo, e avrebbe anche contenuto riferimenti alle persecuzioni dei cristiani che in quegli anni avvenivano in Germania. Il Papa, secondo l'intervista, avrebbe dovuto anche annunciare un'enciclica contro l'antisemitismo. Ma Achille Ratti mori la notte prima, il
10 febbraio
e Pacelli, al tempo
Cardinal Segretario di Stato
e dopo poco meno di un mese eletto al pontificato come
papa Pio XII
, avrebbe deciso di non divulgare il contenuto di questi documenti. La Penco afferma anche che dopo la morte di papa Ratti, alle richieste dei rappresentanti della
FUCI
di avere informazioni sul destino del discorso che avevano potuto osservare in anteprima, l'esistenza stessa di questo sarebbe stata negata.
[12]
Sulla base di un presunto memoriale del cardinale
Tisserant
ritrovato nel 1972, prese corpo la leggenda che Pio XI fosse stato avvelenato per ordine di
Benito Mussolini
, il quale avendo avuto sentore della possibilita di essere condannato e forse scomunicato avrebbe incaricato il professore medico
Francesco Petacci
di avvelenare il Pontefice. Questa teoria, seccamente smentita dal cardinale
Carlo Confalonieri
, segretario personale di Pio XI, e stata inoltre esclusa dalla nota studiosa Emma Fattorini, reputando la tesi come un eccesso di immaginazione che non ritrova il minimo riscontro nell'attuale documentazione. Inoltre il medico Francesco Petacci non ebbe accesso alla stanza del Pontefice se non dopo la sua morte
[13]
.
Aspetti controversi
I rapporti con il Partito Popolare Italiano
Papa Ratti il
2 ottobre
1922
, poco prima dell'avvento del fascismo, in seguito alla Marcia su Roma, invio un documento in cui invito tutti gli ecclesiastici a non collaborare con nessun partito politico, neanche con quelli di matrice cattolica. In particolare dagli archivi e stata ritrovata la lettera, in cui si invitava don Luigi Sturzo a rassegnare le dimissioni dalla carica di segretario del
Partito Popolare Italiano
, dimissioni date effettivamente il
10 luglio
1923
. Dopo le dimissioni di Sturzo, Mussolini pote affermare che questi era l'uomo sbagliato dentro un partito di "cattolici che invece desiderano il bene dello Stato". Il
Partito Popolare Italiano
entro in una profonda crisi che ne indeboli le posizioni in parlamento e nel paese. Nel 1926 il partito fu ufficialmente dichiarato disciolto. Il Papa aveva sempre nutrito scarsa fiducia nei partiti politici di qualunque orientamento e riteneva piu giusto mantenere rapporti direttamente con gli Stati sovrani. Soprattutto in Italia dove l'apparente vicinanza ideologica del Partito Nazionale Fascista garantiva il rispetto dei valori cari alla Chiesa cattolica tramite la restaurazione dell'ordine e dell'autorita
[14]
.
Nell'ottobre 1938 nacque un contenzioso a
Bergamo
tra il federale locale e l'
Azione Cattolica
: Achille Starace intervenne rimuovendo il federale, ma ottenendo in cambio la rimozione di alcuni responsabili dell'Azione Cattolica gia membri del
Partito Popolare Italiano
. Lo stesso Pontefice mostro meraviglia per il fatto che costoro fossero stati chiamati ai vertici locali dell'associazione
[15]
.
I rapporti con il regime fascista
Achille Ratti diventa papa nel 1922, lo stesso anno che vede l'ascesa al potere di Mussolini. La
Questione romana
e ancora aperta e il papa come primo atto del suo pontificato decide d'impartire la benedizione apostolica dalla loggia centrale della basilica di San Pietro, rimasta chiusa in segno di protesta sin dalla
breccia di Porta Pia
. Sono anni quelli in cui da entrambe le parti, quella italiana e quella vaticana, si tenta di giungere ad una pacificazione, pacificazione che effettivamente si avra con la firma dei
Patti Lateranensi
nel 1929. Sbaglierebbe pero chi pensasse che dopo il 1929 i rapporti tra la Santa Sede e il Governo Italiano furono privi di tensioni, anche molto gravi. E in effetti le relazioni tra il
Vaticano
e il
Fascismo
durante il pontificato di Pio XI furono contrassegnati da alti e bassi.
All'indomani della firma dei Patti Lateranensi, Pio XI indico Mussolini come un
uomo che la
Provvidenza
ci ha fatto incontrare
, poi interpretato come
L'uomo della Provvidenza
; le parole esatte furono
[16]
:
≪
|
Siamo stati nobilmente aiutati dall'altra parte. Forse ci voleva anche un uomo come quello che la Provvidenza ci ha fatto incontrare; un uomo che non avesse le preoccupazioni della scuola liberale, per gli uomini della quale tutte quelle leggi, tutti quegli ordinamenti, erano altrettanti feticci e, proprio come i feticci, tanto piu intangibili e venerandi quanto piu brutti e deformi
≫
|
|
Secondo Messori, con queste parole, Pio XI intendeva dire che Mussolini non aveva i pregiudizi che avevano portato tutti i precedenti negoziatori a rifiutare qualsiasi accordo che prevedesse una sovranita territoriale per la
Santa Sede
.
Secondo gli antifascisti l'accordo costitui una grande vittoria morale del fascismo che diede legittimazione politica al regime e permise di ampliarne il consenso. Secondo gli intellettuali liberali, e segnatamente
Benedetto Croce
e
Luigi Albertini
, il senatore fascista professor
Scialoja
(che ne avversarono in Senato l'approvazione) con i Patti Lateranensi lo Stato rinunciava al principio dell'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge.
Secondo i democratici cristiani e piccoli nuclei cattolici i Patti costituirono un forte momento di crisi, in quanto questi esponenti politici ritenevano inconcepibile l'alleanza tra la Chiesa cattolica e un regime incompatibile con i principi cristiani.
Dopo il 1929, tuttavia, il regime fascista non manco, venendo meno, tra l'altro allo spirito della conciliazione appena raggiunta, d'interferire pesantemente in questioni di primaria importanza per la dottrina cattolica, in primo luogo l'educazione della gioventu.
Pio XI si trovo cosi - non piu di due anni dopo la firma dei Patti Lateranensi - gia in rotta di collisione con il
Duce
in primis
a causa del ruolo della Chiesa nell'educazione dei giovani, che il regime voleva vieppiu ridurre. Alla chiusura da parte del governo nel
1931
delle sedi dell'
Azione Cattolica
- spesso oggetto di violenze e devastazioni da parte di gruppi fascisti - il Papa rispose duramente con l'enciclica (scritta in italiano e non in latino)
Non Abbiamo Bisogno
, nella quale, stigmatizzando la crescente
statolatria
, mette in evidenza il contrasto tra la fedelta al vangelo di Cristo e alla ideologia fascista. Il Papa cosi si esprime in un passo dell'enciclica:
≪
|
Or eccoci in presenza di tutto un insieme di autentiche affermazioni e di fatti non meno autentici, che mettono fuori di ogni dubbio il proposito ? gia in tanta parte eseguito ? di monopolizzare interamente la gioventu, dalla primissima fanciullezza fino all’eta adulta, a tutto ed esclusivo vantaggio di un partito, di un regime, sulla base di una ideologia che dichiaratamente si risolve in una vera e propria statolatria pagana non meno in pieno contrasto coi diritti naturali della famiglia che coi diritti soprannaturali della Chiesa
≫
|
|
Il conflitto venne poi sanato con rinunce da entrambe le parti: da un lato il Papa riorganizzava l'Azione Cattolica eliminando i dirigenti in odore di antifascismo, sottoponendola al diretto controllo dei vescovi e vietandone l'azione sindacale; dall'altro Mussolini licenziava
Giovanni Giuriati
(in quanto maggiormente esposto con l'azione di forza) e accettava l'idea che l'Azione Cattolica (una volta ridimensionata al campo esclusivamente religioso) potesse continuare ad esistere.
Dopo alcuni anni di relativa calma, il progressivo avvicinarsi dell'Italia fascista alla
Germania nazista
con - fra l'altro - la copiatura delle dottrine e politiche razziste, raffreddo nuovamente i rapporti tra
Santa Sede
e il
Regime
. La disputa, pur concentrandosi soprattutto sul riconoscimento dei matrimoni misti, peraltro assai pochi
[17]
, aveva ad oggetto l'intera questione del razzismo, palesemente in contrasto con il concetto di universale fratellanza proprio del Cristianesimo. Il Decreto legge impediva ai cittadini ariani il matrimonio civile con persone di altra razza e quindi che il matrimonio religioso non potesse essere trascritto nei registri dello Stato civile
[18]
.
Il 15 luglio 1938, il giorno dopo la pubblicazione del Manifesto degli Scienziati razzisti, Pio XI, in udienza alle suore di Notre-Dame du Cenacle, condanna il razzismo come una vera e propria apostasia. Quell'allocuzione inaugura una serie di interventi di Pio XI molto severi contro il razzismo
[19]
.
Dopo la promulgazione delle Leggi razziali in Italia Pio XI cosi si espresse in un'udienza privata al padre gesuita Tacchi-Venturi:
≪
|
Ma io mi vergogno...mi vergogno di essere italiano. E lei padre [il gesuita Tacchi-Venturi] lo dica pure a Mussolini!Io non come papa ma come italiano mi vergogno!Il popolo italiano e diventato un branco di pecore stupide. Io parlero, non avro paura. Mi preme il Concordato, ma piu mi preme la coscienza
[20]
.
≫
|
|
E il 6 settembre 1938 in un'udienza concessa ai collaboratori della Radio cattolica belga disse le famose parole:
≪
|
Ma l'antisemitismo e inammissibile. Spiritualmente siamo tutti semiti
[21]
.
≫
|
|
Questa tematica occupera un posto importante nella riflessione dell'ultimo Pio XI tanto da giungere a progettare un'enciclica contro il razzismo, la
Humani generi unitas
, che pero mai verra pubblicata a causa della morte del pontefice
[22]
.
Pio XI mori alla vigilia del giorno, decennale della Conciliazione, in cui avrebbe dovuto pronunciare un importante discorso all'assemblea dei vescovi italiani riuniti per l'occasione. Tale discorso, del quale conosciamo il testo in quanto reso noto da
Giovanni XXIII
, pur essendo severo con il Fascismo, era un tentativo di dare "un colpo di freno", come nel 1931, alla violenza fascista.
I rapporti con la Germania nazionalsocialista
Nella conferenza di
Fulda
di marzo
1933
, con una pubblica dichiarazione redatta dal cardinale
Bertram
e approvata dal cardinale
Faulhaber
, i vescovi tedeschi ritrattarono i divieti e le riserve precedentemente formulati nei confronti del nazismo: i membri del movimento e del partito nazionalsocialista potevano essere ammessi ai sacramenti; "
membri del partito in uniforme possono essere ammessi ai servizi divini e ai sacramenti anche se si presentano in gruppi numerosi
". Funzioni speciali per organizzazioni politiche in generale si dovevano evitare, ma questo non si riferiva a occasioni patriottiche in generale: in tali occasioni disposte dallo Stato, le campane delle chiese potevano essere suonate su autorizzazione delle autorita diocesane. A una riunione del consiglio dei ministri
bavarese
il 24 aprile, il primo ministro pote riferire che il cardinale Faulhaber aveva dato ordine al clero di appoggiare il nuovo regime che godeva della fiducia dello stesso cardinale
[23]
.
Il 20 luglio
1933
, pochi mesi dopo l'ascesa di
Adolf Hitler
al potere, fu ratificato un
concordato
con la Germania dopo anni di trattative - seguite
in primis
dal cardinal segretario di Stato Pacelli, il quale era stato per anni nunzio in
Germania
, ma negli anni successivi i nazisti non rispettarono minimamente le clausole del concordato di garanzia
[24]
.
Per poter correttamente valutare l’importanza che assunse la stipula del Concordato tra la Santa Sede e la Germania nazista e necessario ricordare che il
Reichskonkordat
fu il primo importante trattato di diritto internazionale del governo di Hitler e un successo non trascurabile della sua politica estera: se anche la Santa Sede, quale indubbia potenza in ambito morale, non disdegnava stipulare trattati con i nazionalsocialisti, allora anche per gli Stati secolari non ci sarebbero piu stati ostacoli a intrattenere rapporti con il governo hitleriano
[25]
. A tal proposito il cardinale
Michael von Faulhaber
ammise che ≪
Papa Pio XI e stato il primo sovrano straniero a concludere con il nuovo governo del Reich un solenne concordato, guidato dal desiderio di rafforzare e promuovere gli esistenti rapporti cordiali tra la Santa Sede e il Reich tedesco
≫, continua Faulhaber che ≪
In realta papa Pio XI e stato il migliore amico, all'inizio addirittura l'unico amico del nuovo Reich. Milioni di persone all'estero avevano inizialmente un atteggiamento di attesa e diffidenza verso il nuovo Reich e solo grazie alla stipula del concordato hanno acquistato fiducia nel nuovo governo tedesco
≫
[26]
.
Anche
Adolf Hitler
espresse giubilante la sua soddisfazione per la conclusione del Concordato nel Consiglio dei Ministri del 14 luglio: ancora nel giorno della sua presa di potere egli giudicava impossibile di poter raggiungere cosi rapidamente tale risultato; egli vedeva nel Concordato un riconoscimento senza riserve del regime nazionalsocialista da parte del Vaticano
[27]
. Hitler vi ricercava un riconoscimento internazionale indubbiamente prestigioso, l'apparenza di un avallo del suo regime, che evitasse ogni isolamento diplomatico della Germania; perseguiva inoltre un ulteriore rafforzamento del proprio potere, grazie all'allargamento del consenso dei cattolici che ne sarebbe seguito, e l'eliminazione del
Centro
come partito organizzato, sostenuto dalla gerarchia e animato da una larga presenza del clero. Con il Reichskonkordat, affermo Hitler, ≪
si offre alla Germania un'opportunita e si crea un'atmosfera di fiducia di particolare importanza nella decisiva lotta contro l'ebraismo internazionale
≫. Replicando alle perplessita di quanti avrebbero desiderato una piu precisa individuazione e separazione delle rispettive sfere di competenza dello Stato e della Chiesa, egli ribadi il concetto che ≪
si tratta di un cosi eccezionale successo, rispetto al quale ogni obiezione critica deve venir meno
≫. E piu volte ripete che ancora poco tempo prima egli l'avrebbe ritenuto impossibile
[28]
.
Secondo il cardinale Pacelli la firma del Concordato non implicava un riconoscimento dell'ideologia nazionalsocialista, in quanto tale, da parte della curia. Era invece tradizione della Santa Sede quella di trattare con tutti i partner possibili - ovvero anche con sistemi totalitari - per tutelare la Chiesa e garantire l'assistenza spirituale
[29]
.
Subito dopo la ratifica del Concordato ebbero inizio le prime schermaglie tra Chiesa cattolica e regime nazionalsocialista, sotto forma di proteste non di rado decise e categoriche, ma sempre intraprese con l’accortezza, da parte delle alte gerarchie del clero cattolico, di evitare uno scontro frontale e una rottura aperta con il regime. Gli elementi ideologici piu frequentemente presi di mira furono in primo luogo le violazioni del Concordato, seguite dalle derive neo-pagane di alcune frange del regime e dal tentativo di creare una chiesa nazionale cristiana, unificata e distaccata da Roma. Ma il riconoscimento concesso al regime nei mesi precedenti (di cui il Concordato rappresenta un atto decisivo), aveva condizionato queste prime proteste che finirono per essere diluite in una serie di dichiarazioni, di silenzi, di atti, di soprassalti di protesta alternati a reticenze e a tentativi di riavvicinamento
[30]
.
Il 24 gennaio
1934
Hitler delego ad
Alfred Rosenberg
la formazione e l'educazione dei giovani nazisti e tutte le attivita culturali del partito, nominandolo
DBFU
[31]
. Pochi giorni dopo, il 9 febbraio, Pio XI mise all'
Indice
la sua principale opera
Il Mito del XX secolo
, un best seller dell'epoca (pubblicato sin dal 1930) e, assieme al
Mein Kampf
, la principale opera ideologica del nazismo; tuttavia la Santa Sede non mise mai gli scritti di Hitler all'indice e fino alla fine del suo governo il Fuhrer rimase membro della Chiesa, cioe non fu mai scomunicato
[32]
. Nel libro Rosenberg auspicava che la Germania ritornasse al paganesimo e attaccava la razza ebraica e di conseguenza il
Cristianesimo
, erede del
Giudaismo
. L'opera era studiata nelle scuole e nelle organizzazioni giovanili naziste. La condanna, inoltre, fu eccezionalmente accompagnata da una motivazione che ne esplicitava il significato.
Rosenberg rispose con un nuovo libro:
Agli oscurantisti del nostro tempo. Una risposta agli attacchi contro "Il Mito del XX secolo"
. Anche questo libro fu messo all'indice da Pio XI il 17 luglio
1935
. Poco prima si era tenuto a Munster il congresso del partito nazista. Von Galen, vescovo della citta, si era inutilmente opposto alla presenza in citta di Rosenberg con una lettera indirizzata alle autorita politiche locali. Rosenberg colse l'occasione per attaccare Von Galen e gli occasionali episodi di opposizione nei confronti di alcuni aspetti del nazionalsocialismo.
Ma gia nel gennaio
1936
, una lettera pastorale congiunta giungeva a precisare che, se anche la Chiesa proibiva ai fedeli la lettura di determinati libri, periodici e giornali, essa non voleva con questo violare le prerogative dello Stato o del partito
[33]
. E lo stesso vescovo Von Galen aveva dichiarato, nel
1935
, ai decani della diocesi di Munster: ≪
Non e compito nostro giudicare l'organizzazione politica e la forma di governo del popolo tedesco, le misure e i procedimenti adottati dallo Stato; non e compito nostro rimpiangere forme di governo passate e criticare l'attuale politica dello Stato
≫
[34]
Nel
1937
, a seguito delle continue interferenze del nazismo sulla vita dei cattolici e per il sempre piu evidente carattere neo-pagano dell'ideologia nazista, il Papa emise l'enciclica
Mit brennender Sorge
(
con viva preoccupazione
) , scritta eccezionalmente in tedesco e non in latino, con la quale condannava fermamente alcuni aspetti dell'ideologia nazista, seguita dopo poco dalla
Divini Redemptoris
, con un'analoga condanna dell'ideologia comunista. Le proteste del governo tedesco furono molto dure come quella inviata dall'ambasciatore tedesco Von Bergen il
12 aprile
a cui replico Pacelli. La crisi tra Santa Sede e Germania e momentanea e destinata a rientrare poiche si sviluppa essenzialmente sul piano spirituale e non politico
[35]
. Non per nulla l'atto di accusa contro la Germania di Hitler e quello di seguire una politica che puo indebolire il fronte antibolscevico. Contemporaneamente Pacelli si adopero perche il testo dell'enciclica fosse diffuso nella maniera piu capillare possibile. In Germania il governo procedette alla chiusura di tipografie ed archivi diocesani prelevandone molto materiale. A cio la Sante Sede rispose dando disposizioni di bruciare tutti i documenti riservati
[36]
. Le relazioni tra governo tedesco e Vaticano raggiungono la fase piu acuta quando il 18 maggio 1937 il cardinale di
Chicago
George Mundelein
durante un discorso pubblico definisce Hitler come "
un imbianchino austriaco e per giunta inetto
", in seguito alle vibranti proteste tedesche la Santa Sede rispose circa l'inopportunita dei toni usati dal cardinale americano ma facendo attenzione a non smentirlo
[37]
.
Nel maggio del 1938, quando Hitler visito
Roma
non prese in considerazione una eventuale visita dal Papa, cosi il Pontefice si reco a
Castel Gandolfo
dopo aver fatto chiudere i
Musei Vaticani
e spegnere le luci del Vaticano. La chiusura dei Musei e dell'accesso alla Basilica fu decisa dal Pontefice per palesare la polemica assenza del Pontefice dalla citta. La studiosa Emma Fattorini riporta che "da parte di Hitler non si fosse manifestato il minimo interesse per un incontro", d'altronde il Papa sarebbe stato disponibile ad un incontro se cio avesse avuto uno spirito conciliante
[38]
.
Disse in seguito "e tra le tristi cose questa: l'inalberare a Roma, il giorno della Santa Croce, l'insegna di un'altra croce che non e la croce di Cristo", riferendosi alle numerose svastiche che
Mussolini
fece esporre a Roma in omaggio a Hitler.
Egli aveva inoltre previsto l'emanazione di un'altra enciclica - la
Humani Generis Unitas
(l'unita della razza umana), che condannava in modo ancora piu diretto l'ideologia nazista della razza superiore. Il Papa aveva incaricato per la redazione dell'enciclica il gesuita americano John La Farge, che gia si era occupato di tematiche razziali inerenti alla situazione negli Stati Uniti d'America. Questi, sentendo il compito al di sopra delle sue sole capacita, chiese aiuto al suo diretto superiore, il generale della
Compagnia di Gesu
, il padre
Włodzimierz Ledochowski
, il quale gli affianco il gesuita tedesco
Gustav Gundlach
e il gesuita Gustave Desbuquois. Tale enciclica venne completata ma mai firmata da papa Ratti a causa della sua morte. Alcuni concetti dell'enciclica furono tuttavia ripresi da
Pio XII
nell'enciclica
Summi Pontificatus
.
I rapporti con il comunismo
Come era logico attendersi le valutazioni di Pio XI sul comunismo non potevano che essere negative. In questo rispecchiando la coerenza della chiesa cattolica che ha sempre valutato l'ideologia comunista come antitetica al messaggio cristiano.
Nel
1937
, anche in seguito alla vittoria delle sinistre in Francia, guidate dal socialista
Leon Blum
, il Papa emise l'
enciclica
Divini Redemptoris
. Gia precedentemente il Papa aveva espresso preoccupazione per i progressi che l'ideologia comunista faceva nella societa e in particolare presso i cattolici
[39]
. A differenza del testo
Mit brennender Sorge
, pubblicato pochi giorni prima, conosciamo una ampia documentazione che permette di conoscerne le diverse stesure. Con ogni probabilita, come attestano gli appunti di monsignor Valentini e Pizzardo, l'ispiratore dell'enciclica fu una lettera del generale dei gesuiti il conte
Wlodzimierz Ledochowski
, il quale comunque ne segui costantemente la stesura. L'enciclica gia conclusa il
31 gennaio
1937
fu ufficialmente pubblicata il
19 marzo
. Immediatamente suscito l'apprezzamento entusiastico dei vari movimenti di destra europei tra cui l'
Action Francaise
di
Charles Maurras
che a quel tempo era scomunicata.
Guerra civile spagnola
In Spagna il
Fronte popolare
di ispirazione marxista-leninista aveva apertamente coinvolto le sue forze anche contro la Chiesa cattolica. Pio XI comunque non pote, fino ad una fase avanzata del conflitto spagnolo, riconoscere i franchisti e il loro governo, nonostante il governo del Fronte popolare avesse promosso una violenta persecuzione della Chiesa cattolica con devastazioni di chiese, uccisioni e torture di religiosi, e addirittura saccheggi di tombe degli ecclesiastici. Questo riconoscimento era ostacolato anche dal fatto che il Fronte popolare era ancora l'unico ufficialmente riconosciuto a livello internazionale. Per sua regola inoltre la Santa Sede non ritira mai il nunzio apostolico da nessuno stato se non vi e costretta
[40]
.
Essendo parte in conflitto in quanto attaccata dal Fronte popolare, la Chiesa cattolica non pote condannare le violenze effettute della opposta fazione dei repubblicani, e cioe da parte franchista (il bombardamento di
Guernica
in primis). Dopo l'abolizione della legislazione anticlericale dei repubblicani ad opera di Franco ad inizio
1938
, i rapporti tuttavia migliorarono e il suo successore Pio XII avrebbe ricevuto in udienza particolare i
combattenti Falangisti
.
Vi e da precisare che nei documenti vaticani inerenti ai rapporti tra Pio XI e la Spagna franchista emerge chiaramente un atteggiamento decisamente negativo nei confronti delle pesanti violenze comuniste del
Fronte popolare
contro la Chiesa, anche se emerge chiaramente l'ostilita del Papa nei confronti di
Francisco Franco
.
Si vedano a questo proposito le pubblicazioni dello storico spagnolo Vicente Carcel Orti, che ha studiato e portato alla luce documenti inediti degli Archivi Segreti del Vaticano, dimostrando non solo che la Chiesa cattolica manifesto chiaramente ostilita nei confronti di Francisco Franco, ma anche riusci - nelle persone di Papa Pio XI e di alcuni Vescovi spagnoli - a convincerlo a risparmiare la vita di migliaia di repubblicani condannati a morte
[41]
. Il Papa nutre preoccupazione e non condivide la posizione dei cattolici baschi che gia all'epoca rivendicando l'autonomia si erano di fatto alleati con i repubblicani spagnoli
[42]
.
Il
16 maggio
1938
avviene il riconoscimento ufficiale del governo di Franco tramite l'invio del nunzio apostolico a Madrid nella persona del monsignor
Gaetano Cicognani
.
La questione messicana
Un'altra spina per papa Ratti fu rappresentata dalla politica fortemente
anticlericale
del governo
messicano
. Gia nel 1914 furono iniziate vere persecuzioni nei confronti del clero e fu proibito ogni culto religioso (conseguentemente furono chiuse anche le scuole cattoliche). La situazione peggioro nel 1917 sotto la presidenza
Venustiano Carranza
. Nel 1922 il nunzio apostolico fu espulso dal
Messico
. Le persecuzioni contro i cristiani portarono alla rivolta dei "cristeros" il 31 luglio 1926 a
Oaxaca
. Nel 1928 si sanci un accordo che riammetteva il culto cattolico ma non essendo stati rispettati i termini dell'accordo Pio XI condanno tali misure nel
1933
con l'enciclica
Acerba Anima
. Rinnovo la condanna nel 1937 con l'enciclica
Firmissimam Constantiam
.
I rapporti con gli ebrei
Le radici antigiudaiche dell’antisemitismo si intrecciano di continuo nella storia della Chiesa, l’uno condizionando l’altro, ed e veramente difficile, se non impossibile, determinare con precisione in ogni momento se e quanto l’antisemitismo appartenga alla Chiesa cattolica e quanto invece le sia esterno, pur essendo stato non poco influenzato dalla tradizione del
deicidio
[43]
.
In veste di Nunzio in Polonia, nel periodo immediatamente successivo alla prima guerra mondiale, e durante la maggior parte del suo pontificato, Achille Ratti espresse evidenti atteggiamenti antiebraici, assecondando una plurisecolare tradizione ancora profondamente radicata nella Chiesa cattolica. Solo negli ultimi anni della sua vita il pontefice muto atteggiamento determinando seri dissidi con la curia romana, con il periodico dei gesuiti romani
La Civilta Cattolica
, con il quotidiano del vaticano
L'Osservatore Romano
e, probabilmente, con il suo segretario di Stato Eugenio Pacelli, che non condividevano la svolta di papa Ratti, favorevole nei confronti degli ebrei
[44]
.
Achille Ratti giunse in
Polonia
in un periodo in cui il crescente odio dei cattolici polacchi nei confronti degli ebrei, stava determinando sempre piu frequenti atti di persecuzione che sfociarono in una serie di violenti
pogrom
, con case e sinagoghe distrutte, ruberie, percosse, centinaia di uccisioni e persino alcuni ebrei bruciati vivi. Resoconti delle atrocita contro gli ebrei polacchi cominciarono a diffondersi in tutta Europa e nel Nord America e un numero sempre maggiore di giornali attribui i massacri, almeno in parte, alla Chiesa polacca. Achille Ratti non accenno ad alcuna reazione di fronte a tali violenze. L'esame delle sue attivita nei mesi successivi rivela che, al contrario, fece di tutto per bloccare qualsiasi azione del Vaticano mirante a scoraggiare le violenze
[45]
Nel rapporto che Ratti invio alla Santa Sede, successivo ai pogrom, si evidenziava l'eccessiva influenza che avevano gli ebrei in Polonia: ≪
E invece grande e massima la loro importanza economica, politica, sociale
≫. In un successivo rapporto Ratti individuava negli ebrei i piu grandi nemici del cristianesimo e del popolo polacco: ≪
Una delle piu nefaste e delle piu forti influenze che qui si facciano sentire, forse la piu forte e la piu nefasta, e quella che viene esercitata de’ Giudei
≫
[46]
. In altre note inviate in Vaticano monsignor Ratti informava che: ≪
Gli ebrei in Polonia, contrariamente a quelli che vivono altrove nel mondo civile, sono elementi improduttivi. E una razza di negozianti per eccellenza
≫, ed aggiungeva: ≪
la gran maggioranza della popolazione ebraica e immersa nella poverta piu nera
≫. A parte un numero relativamente esiguo di artigiani, la razza ebraica ≪
consiste di piccoli commercianti, affaristi e usurai - o per essere piu precisi tutt’e tre le cose contemporaneamente - che vivono dello sfruttamento della popolazione cristiana
≫
[47]
.
A partire dalla seconda meta degli anni Venti, in un clima nel quale pregiudizi antichi convivono con spinte al cambiamento, si assiste all’emergere di una prima grave frattura religiosa e politica interna alla Chiesa. Nel
1928
, alla condanna di
Action Francaise
, segue la prima importante condanna formale dell’antisemitismo, avvenuta per volere di Pio XI (ove il termine antisemitismo e usato esplicitamente, cosa che non avverra nella
Mit Brennender Sorge
, ne durante l’intero pontificato di Pio XII). A queste condanne segue la soppressione dell’
Opus sacerdotale Amici Israel
, (l’Opera sacerdotale Amici di Israele). Sorta nel febbraio del
1926
, in antitesi allo spirito antisemita di
Maurras
(fondatore di
Action Francaise
), l’associazione disponeva di un programma rivolto ai preti, contenuto in diversi opuscoli redatti in
latino
, che cercava di promuovere un atteggiamento nuovo, amorevole verso
Israele
e gli ebrei, per i quali si sarebbe dovuto evitare qualsiasi accusa di
deicidio
.
Al fine di operare una riconciliazione con gli ebrei, l'associazione cercava di capovolgere le antiche prese di posizione assunte dalla Chiesa: gli
Amici di Israele
richiedevano l'abbandono di ogni discorso sul deicidio, sull'esistenza di una maledizione sugli ebrei e sull'
assassinio rituale
.
[48]
Un nuovo sentimento che doveva coinvolgere il cuore della gerarchia ecclesiastica e difatti, alla fine del
1927
, l'associazione poteva gia vantare l'adesione di diciannove cardinali, duecentosettantotto vescovi e arcivescovi e tremila sacerdoti. Il 25 marzo del 1928 la
Congregazione per la Dottrina della Fede
, emetteva un decreto che ordinava la soppressione di questa associazione in seguito alla sua proposta di riformulare la preghiera del Venerdi Santo (
Oremus et pro perfidis Judaeis
) e le accuse di "accecamento" in essa contenute, oltre alla proposta di rigetto dell'accusa di deicidio
[49]
. Il decreto di soppressione papale affermava che il programma dell'associazione non riconosceva ≪
la perdurante cecita di questo popolo
≫, e che il modo di agire e di pensare degli
Amici di Israele
era ≪
contrario al senso e allo spirito della Chiesa, al pensiero dei santi padri e alla liturgia
≫. Su un articolo apparso immediatamente dopo la soppressione, su la
Nouvelle Revue Theologique
, padre Jean Levie S.J. ricordava innanzitutto la ≪parte essenziale≫ del programma dell'Opera sacerdotale, precisando che tale programma era ≪chiaramente lodevole≫ e che ≪non mostrava niente che non fosse assolutamente conforme all'ideale cattolico≫.
[48]
Pio XI fu il primo professore di seminario a portare i propri allievi ad ascoltare una lezione del rabbino di Milano, il quale rimase sempre suo amico e fu piu volte ricevuto in Vaticano. E, nella difficilissima temperie dell'emanazione delle leggi antiebraiche italiane, Pio XI ebbe il coraggio di dichiarare, durante un’udienza tenuta nei giorni della emanazione delle leggi razziali:
≪
|
Spiritualmente siamo tutti semiti.
[50]
≫
|
|
Lo stesso Mussolini, nel discorso di
Trieste
del settembre del '38, accuso il Papa di difendere gli ebrei (il famoso passaggio "da troppe Cattedre li si difende") e minaccio provvedimenti piu severi a loro danno se i cattolici avessero insistito
[51]
. Ciononostante, in quei giorni quasi tutti i vescovi italiani tennero omelie contrarie al regime e al razzismo.
Encicliche di Pio XI
Onorificenze
Onorificenze della Santa Sede
|
Gran Maestro dell'Ordine dello Speron d'Oro
|
|
|
|
Gran Maestro dell'Ordine Piano
|
|
|
|
Gran Maestro dell'Ordine di San Gregorio Magno
|
|
|
|
Gran Maestro dell'Ordine di San Silvestro Papa
|
|
|
Onorificenze straniere
|
Cavaliere dell'Ordine dell'Aquila bianca (Polonia)
|
|
≪Per il sapiente ministero durante gli anni di nunziatura apostolica in Polonia≫
?
25 gennaio
1922
|
Genealogia episcopale
Successione degli incarichi
| |
Note
|
- ↑
M. Cuaz
,
Le Alpi
, Bologna
2005
p. 122
- ↑
Pierre Milza
,
Serge Berstein
,
Storia del Fascismo
, Editions du Seuil,
1980
- ↑
E. Fattorini
,
Pio XI, Hitler e Mussolini
, Editore Einaudi, Torino
2007
:
≪
|
Mi riferisco alla
beatificazione
dei martiri della Rivoluzione francese, quella rivoluzione che, come ebbe a dire nel
1922
aveva portato alla "perturbazione universale durante la quale furono affermati, con tanta arroganza, i diritti dell'uomo".
≫
|
|
- ↑
AA. VV.
,
Il fascismo
, Editore Mondadori, Milano
1998
- ↑
Allocuzione "Vogliamo anzitutto"
- ↑
P. Milza, S. Berstein,
Storia del fascismo
, Rizzoli, Milano 2004
- ↑
Art. 36 del Concordato, Legge n. 810 del 27-5-1929
- ↑
AA. VV.
,
op. cit.
- ↑
Il primo radiomessaggio di Papa Pio XI a tutte le genti e ad ogni creatura
1931,
op. cit.
- ↑
AES, Stati Ecclesiastici, pos 576, fascicolo 607 dagli appunti del cardinale Tardini "Il Papa sta male. Il professor Bonanome ha riscontrato disturbi alla prostata. Il professor Cesaliacherchi ha notato debolezza cardiaca (40-44 pulsazioni), conseguenza, come pure i dolori alla prostata, dei disturbi di circolazione. Eppure il Santo Padre ha dettato lui stesso un comunicato che comincia cosi -Il Papa sta bene, ma per precauzione si astiene dal dare udienze per poter essere pronto alle cerimonie di sabato e domenica- Abbiamo un po' modificato quest'annuncio per non dire bugie, pur non dicendo tutta la verita. Di piu, l'anticamera ha dattilografato il solito foglio delle udienze con una lunga fila di nomi. Cio per dare al Papa (e c'e bisogno?) l'illusione che si e tutti persuasi che lui stia bene e che si prepari ogni cosa come d'ordinario. Mi domando: e bene fare cosi?
- ↑
E. Fattorini
,
op. cit.
, p. 214:
≪
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Appena morto il papa, Pacelli ordina l'immediata distruzione di tutte le copie del testo scritto da Pio XI, gia composto in tipografia e pronto per essere distribuito ai vescovi.
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Mussolini, Hitler e lo scontro tra i due Papi
, articolo tratto da "Il Secolo XIX", del 21 settembre 2008
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E. Fattorini
,
Pio XI, Hitler e Mussolini
, Editore Einaudi, Torino 2007, p. 224:
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Il clima di mistero su come andarono gli avvenimenti di quegli ultimi giorni tornera ancora a lungo nel tempo fino ad alimentare addirittura il sospetto che il Pontefice fosse stato avvelenato su commissione di
Benito Mussolini
, tramite il medico, dottor Petacci. Un eccesso d'immaginazione che non trova il minimo riscontro nell'attuale documentazione, ma che resta indicativa del clima. Il cardinale Tisserant avrebbe dichiarato "Lo hanno liquidato", nessuno in quel momento si azzardo a chiedere se aveva delle prove: il professor Francesco Petacci ebbe accesso alla stanza privata del pontefice subito dopo la morte di questi. Fu lui a occuparsi degli interventi necessari per la conservazione della salma.
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E. Fattorini, Pio XI, Hitler e Mussolini, Einaudi, Torino, 2007 pag 28-29
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AES, Stati Ecclesiastici, pos 560, fascicolo 592, 10 ottobre "Continua dicendo che il
Partito Popolare Italiano
, pur avendo fatto del bene, ha anche fatto parecchio male. Sua Santita a questo punto osserva che il vescovo nel presente periodo cosi difficile attraversato dalla diocesi non e stato all'altezza della situazione: si e rivelato tardo, incerti, quasi timoroso."
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Vittorio Messori
,
La Provvidenza e il Concordato
[1]
,
Corriere della Sera
,
11 novembre
2005
- ↑
AES, Stati Ecclesiastici, pos. 576, fascicolo 607 "e bensi vero che tali matrimoni sono rarissimi; ...e pero tanto piu doloroso che per un cosi esiguo numero di casi sia stata vulnerata quella solenne Convenzione."
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Cfr. E. Fattorini, Pio XI, Hitler e Mussolini, Einaudi, Torino, 2007 pag.184-185
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Cfr. E. Fattorini, Pio XI, Hitler e Mussolini, Einaudi, Torino, 2007 pag.176-181
- ↑
E. Fattorini, Pio XI, Hitler e Mussolini, Einaudi, Torino, 2007 pag.171
- ↑
Cfr. G. Miccoli, I dilemmi e i silenzi di Pio XII, Rizzoli, Milano, 2007, pag. 309; cfr E. Fattorini, Pio XI, Hitler e Mussolini, Einaudi, Torino, 2007 pag.181
- ↑
Cfr. E. Fattorini, Pio XI, Hitler e Mussolini, Einaudi, Torino, 2007 pag.170-186
- ↑
G. Lewy,
I nazisti e la Chiesa
, Net, Milano, 2002, pp. 66-67
- ↑
G. Micoli, Santa Sede, guerra e Shoah: una proposta di discussione, in Annali "In quei primi mesi del potere nazista, la Santa Sede e la Chiesa cattolica tedesca si mostrarono dunque concentrate soprattutto a tutelare la propria condizione in Germania, stipulando con il regime a titolo di garanzia (ben presto rivelatasi illusoria) quel Concordato valido per tutto il Reich quale vanamente la curia aveva auspicato nel passato decennio".
- ↑
H. Wolf,
Il Papa e il diavolo
, Donzelli, Roma, 2008, p. 187
- ↑
K. Deschner,
La politica dei papi nel XX secolo
, Tomo I, Ariele, Milano, 2009, p. 325
- ↑
F. Engel-Janosi,
Il Vaticano fra fascismo e nazismo
, Le Monnier, Firenze, 1973, p. 162
- ↑
G. Miccoli,
I dilemmi e i silenzi di Pio XII
, Rizzoli, Milano, 2000, pp. 124-125
- ↑
H. Wolf,
Il Papa e il diavolo
, Donzelli, Roma, 2008, p.187
- ↑
G. Miccoli,
I dilemmi e i silenzi di Pio XII
, Rizzoli, Milano, 2000, pp. 126-127
- ↑
La sigla e l'abbreviazione della carica di "Plenipotenziario del Fuhrer per l'Agenzia della Supervisione di tutti gli intellettuali e per l'insegnamento ideologico nel partito nazista NSDAP". Tale carica venne poi strutturata in un ente ministeriale e preposta al controllo dello sviluppo e della diffusione della cultura tedesca.
- ↑
G. Lewy,
I nazisti e la Chiesa
, Net, Milano, 2002, p. 224
- ↑
G. Lewy,
I nazisti e la Chiesa
, Net, Milano, 2002, pp. 228-229
- ↑
.G. Lewy,
I nazisti e la Chiesa
, Net, Milano, 2002, p. 243
- ↑
AES, Germania, pos. 719, fascicolo 317 Risposta di Pacelli all'ambasciatore Von Bergen, 30 aprile 1937 "Chiara e l'intenzione religiosa, lontana da ogni tendenza politica...La Santa Sede non misconosce la grande importanza che spetta alla formazione di fronti politici di difesa, intrinsecamente sani e vitali, contro il pericolo del bolscevismo ateo...Essa non ha mai tralasciato nessuna occasione di consolidare e di perfezionare il fronte di difesa spirituale contro il bolscevismo,...ma cio non puo costituire un lasciapassare per la tolleranza, nulla e piu infondato della falsa idea che la difesa del bolscevismo possa essere fondata solo sulla forza esteriore e non spirituale...La dignita e la doverosa imparzialita...richiedono pero al Santo Padre che, nel condannare il sistema di follia e di sconvolgimento del bolscevismo, egli non chiuda gli occhi davanti ad errori simili che cominciano ad annidarsi e a prendere il dominio in altre correnti politiche e ideologiche".
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AES, Germania, pos. 720, fascicolo 328 "Il Santo Padre desidera che si risponda che brucino senz'altro (sottolineato) tutto quello che puo dare luogo ad inconvenienti. ...Ella e pienamente autorizzata ad elevare protesta, in questo, come in tutti gli altri casi, presenti e futuri".
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AES, Germania, pos. 720, fascicolo 326 "La Santa Sede non puo essa stessa correggere o deplorare il discorso dell'Emm.mo Mundelein. Sarebbe un atto di debolezza che non farebbe che rendere ancora piu superbi i capi del nazionalsocialismo e lo stesso Hitler, che nella sua auto-illusione crede che tutto il mondo debba subito inchinarsi dinanzi a lui. Certamente la parte del discorso del cardinale Mundelein riguardante le parole contro il capo dello Stato germanico sono state poco felici."
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ASDMEI, Affari politici (1931-1945), Germania, b.49 (1938), fascicolo 2, Viaggio di Hitler in Italia "Stamane, riferisce Ciano il 19 aprile all'Ambasciata di Berlino. parlando con il Segretario di Stato, ho riportato il discorso sull'eventuale visita del Fuhrer al Papa. Il porporato si e mantenuto riservato. Egli pero si e detto convinto che il Signor Fuhrer non fara mai la pubblica dichiarazione pretesa dal Pontefice. Ho osservato che se il Signor Fuhrer dimostrasse il serio proposito di fare visita al Santo Padre, forse il Pontefice s'indurrebbe, alla fine, a dare prova di spirito conciliante. Il Cardinale Pacelli mi ha dato l'impressione di condividere il mio parere."
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P. Christophe Lettera citata in "Les catholiques et le Front Populaire, Parigi 1986 pag 43 "Sua Santita desidererebbe che la Santa Sede fosse tenuta al corrente dell'azione comunista in Francia sotto i suoi diversi aspetti e in particolare dei tentativi di fondare cellule di infezione comunista tra gli stessi cattolici
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E. Fattorini, Pio XI, Hitler e Mussolini, Einaudi, Torino, 2007 pag 91 "Si crea cosi una situazione particolare, anomala nei rapporti diplomatici della Santa Sede, che per regola non ritira mai il nunzio da nessuno stato se non vi e costretta, come nel caso della Russia sovietica. Certo pero che le relazioni reali sono, ovviamente, piu che compromesse, tanto che gia nell'agosto il segretario di Stato chiede sulle pagine dell'Osservatore Romano di denunciare le atrocita antireligiose".
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(V. Carcel Orti,
Caidos, victimas y martires
, edito da Espasa-Calpe, e il recentissimo
Pio XI entre la Republica y Franco
, ed. BAC, Madrid giugno 2008; cfr.
http://www.zenit.org/article-14802?l=italian
)
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AES, Stati Ecclesiastici, pos 430a, fascicolo 354, 22 dicembre 1936, "Bisognerebbe fare capire ai baschi che realmente se anche dovessero sacrificare qualcosa delle loro aspirazioni autonomistiche, riflettano bene se non e il caso di fare qualche sacrificio, al fine di non cadere vittime dei rossi, di non sacrificare molto piu ai bolscevichi a fare della regione basca questa vergogna e questo pericolo per tutto l'occidente d'Europa, quale e un fulmine della propaganda bolscevica. Mandando a vedere o dire o sondare che effetto sarebbe per quel popolo di sapere da qualche parte che la S.S. potrebbe anche interessarli."
- ↑
J. Dujardin,
L’Eglise catholique et le peuple juif
, Calmann-Levy, Paris, 2003; R. Moro,
La Chiesa e lo sterminio degli ebrei
, Il Mulino, Bologna, 2002; E. Fattorini,
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, Einaudi, Torino, 2007
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, Garzanti, Milano, 2009, p. 107
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David Kertzer,
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Stanislaus Wilk,
Achilles Ratti (1918-1921). Acta Nuntiaturae Polonae
, vol. III, Institutum Historicum Polonicum, Roma, 1997, pp. 250-261
- ↑
David Kertzer,
I papi contro gli ebrei
, Rizzoli, Milano, 2001, p. 264
- ↑
48,0
48,1
E. Fattorini,
Pio XI, Hitler e Mussolini
, Einaudi, Torino, 2007; G. Wills,
La colpa dei papi
, Garzanti, Milano, 2001; G. Passelecq, B. Suchecky.
L’enciclica nascosta di Pio XI
, Corbaccio, Milano, 1997
- ↑
E. Fattorini, Pio XI, Hitler e Mussolini, Einaudi, Torino, 2007, p. 116
- ↑
Cfr. Y. Chiron,
Pie XI (1857-1939)
, Perrin, Paris 2004, tr. it., p. 455; cfr. anche
La Documentation catholique
, 5 dicembre 1938, coll. 1459-1460.
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Cfr.
http://it.youtube.com/watch?v=bZbHLWPCh9Q
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Bibliografia
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Pio XI. Il Papa dei patti Lateranensi e dell'opposizione ai totalitarismi
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- Carlo Confalonieri
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Pio XI visto da vicino
, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo
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Pio XI un papa interessante
, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo,
2008
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, Editions du Seuil,
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Vicente Carcel Orti
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Voci correlate
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Collegamenti esterni
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