La
missione
ad gentes
e una delle dimensioni dell'attivita della
Chiesa
; essa risponde al
mandato
di
Cristo
espresso in
Mt
28,19-20
.
La missione e un aspetto essenziale della fede cristiana in quanto crede il messaggio di Cristo di importanza universale e considera tutte le generazioni della terra come oggetto della volonta salvifica e del disegno di salvezza di Dio o, in termini neotestamentari, considera il "
regno di Dio
" che e venuto in Gesu Cristo come destinato a tutta l'umanita
[1]
.
La missione
ad gentes
≪
|
si distingue dalle altre
attivita
ecclesiali
, perche si rivolge a gruppi e ad ambienti non cristiani per l'assenza o insufficienza dell'
annunzio
evangelico
e della presenza ecclesiale. Pertanto, si caratterizza come opera di annunzio del
Cristo
e del suo Vangelo, di edificazione della chiesa locale, di promozione dei valori del Regno.
≫
|
|
Uso del termine
missione
Spiritualita della missione
|
≪
|
Ricordo
quando arrivai la prima volta in
Brasile
nel
1972
. Entrando in
nave
nella Baia di Guanabara e guardando verso la citta di
Rio di Janeiro
, la prima cosa che mi si presento agli
occhi
fu la grande statua del
Cristo Redentore
, che dalla collina del Corcovado sembra proteggere la
citta
. Quel
Cristo
dalle enormi
braccia
spalancate mi diede un'impressione di
accoglienza
. Commosso, pensai: "Sono venuto in Brasile per annunciarlo, ma lui e gia qui che mi aspetta". Questo pensiero ha sempre accompagnato la mia vita di
missionario
. Il
Signore
e presente nella storia, nella
cultura
, nel
dolore
dei popoli. Io, missionario, sono
chiamato
a
condividere
con i
fratelli
e le sorelle a cui sono inviato l'
esperienza
di
Dio
per un arricchimento reciproco. Sono un
mendicante
che incontra altri mendicanti e, insieme, cerchiamo l'unico
tesoro
, che e il
Dio
della
vita
, che costruisce il suo
Regno
tra tutti i popoli attraverso Cristo nella
forza
dello
Spirito
.
≫
|
|
|
La realta della missione
ad gentes
e stata sempre presente nella
storia della Chiesa
anche se il termine "missione" riferito in senso tecnico all'opera di evangelizzazione in ambienti non ancora cristianizzati risale al
XVI secolo
[3]
.
Prima dell'uso di "missione" la Chiesa si servi di altre espressioni per indicare la stessa realta: "
Dilatatio fidei
", "
Propagatio fidei
", "
Evangelii Praedicatio
", "
ministerium Verbi
", "
Procuratio salutis
", "
Convocatio gentium
", "
Praedicatio apostolica
"
[4]
. Parallelamente, per indicare i "missionari" si usarono queste espressioni: "
operarii aut ministri Sancti Evangelii
", "
peregrinantes pro Christo
", "
nuntii evangelii
", "
proficiscentes ad infedeles convertendos
", "
ministri Christi in gentibus
" ecc.
[5]
Gli storici spiegano l'inizio dell'utilizzo del termine "missione" facendo riferimento a
Ignazio di Loyola
che propone alla
Compagnia di Gesu
il "
voto de las misiones
", cioe la disponibilita dei suoi membri ad accettare qualsiasi destinazione e compito o "
mision
" in qualsiasi luogo o territorio o "
division
". In effetti il termine negli scritti di Ignazio era sinonimo di "
obbedienza
" e indicava l'invio da parte dell'autorita competente e il luogo dove svolgere tale incarico, senza nessuna specificazione, pero, circa il luogo o i destinatari
[6]
.
Progressivamente all'interno stesso della Compagnia si inizio ad applicare il termine "missione" ai
ministeri
che implicavano una distanza dal luogo di residenza e un accentuato dinamismo apostolico che spingeva all' itineranza
[7]
.
Il termine gia agli inizi del
1600
usci dall'ambito della letteratura
gesuitica
e si diffuse velocemente, fino al punto che "missioni" sarebbe equivalso a "missioni estere", in particolare attraverso i
carmelitani riformati
i quali nella riflessione su quali direzioni dare alla loro riforma si interrogavano sugli aspetti contemplativi e apostolici della
riforma teresiana
. Padre
Giovanni di Gesu Maria
, ad esempio, scrisse tra il
1604
e il
1605
ben tre opere sulla missione
[8]
e il padre
Tommaso di Gesu
diffuse il termine fuori dall'ambito carmelitano con le sue due opere
Stimulus missionum sive de Propaganda a religiosis per universum orbem fidem
(Roma
1610
) e
De procuranda salute omnium gentium
(Anversa
1613
).
L'accoglienza ecclesiale del termine dipese dai legami che i padri carmelitani ebbero con la
curia pontificia
[9]
. Nel
1599
Clemente VIII
aveva istituito una Commissione di nove cardinali che doveva gestire i problemi della missione e della conversione degli eretici
[10]
; in questa iniziativa non solo i carmelitani furono presenti ma fu carmelitano
Pietro della Madre di Dio
, il "
superintendens missionum
" o segretario generale per incarico del quale
Giovanni di Gesu Maria
scrisse i suoi lavori. Anche per questi motivi il termine "missione" entro nel linguaggio pontificio:
Paolo V
lo utilizzo nella
bolla
di erezione della
Congregazione di S. Paolo apostolo per le missioni
(
Onus pastoralis officii
, del
22 luglio
1608
). La
Congregazione de Propaganda Fide
, sorta nel
1622
, utilizzera il temine "missioni" in un significato comprensivo della conversione dei
pagani
e degli
eretici
e della pastorale straordinaria presso i cattolici (
missioni popolari
, ad esempio)
[11]
.
≪
|
Il termine "missione", preso dal contesto e dal significato fornito dai gesuiti, fu utilizzato quindi per indicare l'
apostolato
iniziale presso i paesi non credenti in Cristo. (..) E proprio in questo periodo dei primi anni del
XVII secolo
che il termine missione acquista il suo diritto di cittadinanza nella terminologia ecclesiastica per designare le nostre odierne missioni estere.
≫
|
(
Walter Insero
,
La chiesa e "missionaria per sua natura" (
AG
2): origine e contenuto dell'affermazione conciliare e la sua recezione nel dopo Concilio
, Roma 2007, 37.)
|
Cosi si esprime
Bosch
inserendo il termine nel contesto del suo inizio e della sua prima diffusione:
≪
|
Il nuovo termine, "missione", e legato indissolubilmente, dal punto di vista storico, all'epoca coloniale e all'idea di un incarico magisteriale. Il termine presuppone una chiesa stabilita in Europa che invia delegati a convertire i popoli d'oltremare e costituisce, in quanto tale, un fenomeno collaterale all'espansione europea.
≫
|
(
David Bosch
,
La trasformazione della missione. Mutamenti di paradigma in missiologia
, Brescia 2000, 321.)
|
Storia
La storia della missione
ad gentes
si intreccia e si confonde con la storia stessa della Chiesa
[12]
. Le opere di storia delle missioni dell'Ottocento, risentendo eccessivamente del
metodo apologetico
, furono piu attente alla celebrazione delle glorie dei missionari piuttosto che alle informazioni documentarie
[13]
. Grazie alla facolta di
Missiologia
di Munster nel
1924
fu prodotto il primo lavoro scientifico ("secondo le fonti") di parte cattolica sulla storia delle missioni a opera di
Joseph Schmidlin
[14]
seguito da altre opere scientifiche impostate secondo l'ordine cronologico e geografico delle missioni
[15]
. Recentemente la storia delle missioni e stata affrontata con un'impostazione piu
teologica
in opere di
missiologia
che privilegiano l'analisi di "modelli" o "paradigmi" missionari rispetto alla scansione geografica e cronologica
[16]
.
Dal I al III secolo
Negli anni immediatamente successivi alla
Pasqua
l'impegno missionario della
chiesa primitiva
fu indirizzato principalmente a
Israele
anche se non mancarono
proseliti
provenienti dai
gentili
.
La
comunita di Antiochia
, soprattutto grazie all'opera di
Paolo
e
Barnaba
, apri gia intorno al
40
le prospettive della missione cristiana a una dimensione universale accogliendo senza distinzioni
ebrei
e
gentili
. Le tensioni con la
Chiesa di Gerusalemme
circa il ruolo dei gentili furono chiarite nel cosiddetto
Concilio apostolico
(o Concilio di Gerusalemme) (
47
o
48
). La
guerra giudaica
(
66
-
70
) e la
distruzione di Gerusalemme
(
70
) portarono a un progressivo irrigidimento del
giudaismo farisaico
che rese prima difficile la partecipazione dei giudeo-cristiani alla vita della
sinagoga
e infine, intorno all'
85
, impossibile dopo la promulgazione delle
Diciotto benedizioni
che anatemizzavano i cristiani e gli eretici
[18]
. La missione della Chiesa primitiva, dunque, pur non dimenticando la necessita della missione ai Giudei e la priorita permanente di Israele, si rivolse prevalentemente ai gentili.
La veloce diffusione del cristianesimo avvenne per "osmosi" affidata alla
predicazione itinerante
e alla spontaneita dei normali rapporti personali e sociali dei singoli cristiani
[19]
:
≪
|
I missionari piu numerosi non furono i maestri di perfezione, ma spesso i piu semplici tra i cristiani con lo spettacolo di fedelta e di forza che essi davano al mondo
≫
|
(
Adolf von Harnack
,
Missione e propagazione del cristianesimo nei primi tre secoli
, Cosenza
1986
, 276 (orig. tedesco 1902).)
|
In questo primo periodo della
storia della Chiesa
l'attivita missionaria fu spontanea, nel senso che nasceva dalla naturale esigenza di comunicazione della fede cristiana e nel senso che non c'era nessuna tattica predisposta di
proselitismo
. Le
persecuzioni
e il
martirio
piu che indebolire o frenare l'espansione cristiana la rinvigorirono conferendo ancor di piu agli occhi dei
pagani
un'autorevolezza che veniva dalla
testimonianza
dell'
amore universale
. Il frutto di questa prima espansione missionaria fu la nascita di comunita cristiane che si rendevano progressivamente autonome con la costituzione di una propria
gerarchia
.
Con il riconoscimento ufficiale e la liberta di culto promossa da
Costantino
e
Teodosio
la Chiesa fece i conti col massiccio ingresso di
neofiti
dovuto all'identificazione tra cristianesimo e impero. In un impero ormai ufficialmente cristiano si fece strada la necessita di raggiungere i popoli estranei all'impero
[20]
.
L'
evangelizzazione
e le
conversioni
dal
IV secolo
in poi non furono piu il risultato di
testimonianza
personale e persuasione. Si tratto, soprattutto per i popoli germanici, di
conversioni di massa
conseguenti alla conversione dei capi. La stretta unione fra la vita dello Stato e il culto religioso, che caratterizzava questi popoli, fece si che la loro conversione al cristianesimo non fosse solo un atto religioso, ma anche un atto sociale e politico.
Il primo popolo germanico che abbraccio il cristianesimo (di matrice
ariana
, pero) durante la sua migrazione verso l'area mediterranea fu quello dei
Visigoti
. Un altro popolo, la cui conversione segno la storia dell'Europa, e quello dei
Franchi
, grazie al
battesimo
di
Clodoveo I
. I
Longobardi
si convertirono grazie soprattutto al
papa Gregorio Magno
. Particolarmente lunga e ardua fu l'evangelizzazione dei
Sassoni
, contro i quali
Carlo Magno
combatte un'atroce guerra, iniziata nel
772
e conclusa solo oltre trent'anni dopo.
Per quanto riguarda l'evangelizzazione dei popoli slavi, essa avvenne in un contesto di concorrenza tra l'impero greco e il nuovo impero proclamato da
Carlo Magno
. Le missioni di
Cirillo e Metodio
, che fin dall'inizio ebbero come destinazione Roma, intendevano ricomporre la piena unione visibile tra le Chiese di Roma e Costantinopoli.
L'iniziativa fu assunta dai principi e dall'imperatore, l'adesione al cristianesimo dei quali aveva una rilevanza sociale, civile e religiosa insieme. II potere politico imponeva la nuova fede con lo stesso criterio con il quale emanava le leggi dello Stato.
La scelta del modello occidentale di cristianesimo o, all'opposto, di quello orientale esprimeva, cosi, la volonta di aderire all'una o all'altra sfera d'influenza politica.
Se l'opera di cristianizzazione dei popoli germanici e slavi vide protagonisti i principi e il potere politico sotto la responsabilita del
Papa
e si realizzo con metodi militari e coercitivi, l'
evangelizzazione
vera e propria fu opera del
monachesimo
:
≪
|
Anche se le comunita monastiche non erano
intenzionalmente
missionarie (cioe create avendo per scopo la missione), erano permeate da una
dimensione
missionaria. Anche senza saperlo e senza proporselo intenzionalmente, la loro condotta era totalmente missionaria.
≫
|
(
David Bosch
,
La trasformazione della missione. Mutamenti di paradigma in missiologia
, Brescia 2000, 328.)
|
Il monachesimo dal
V
al
XII secolo
salvo il cristianesimo dalle ambiguita che l'alleanza con il potere civile comporto per la Chiesa medioevale
[21]
.
Un ruolo significativo per la missione ebbe il
monachesimo irlandese
(o celtico),
San Colombano
, in particolare. Il
monachesimo benedettino
condivise con quello celtico una forte enfasi
escatologica
e, pur essendo piu realistico, si impegno in imprese esplicitamente missionarie in maniera ancora piu significativa dei monaci celtici.
Fu il papa
benedettino
Gregorio Magno
, in effetti, il primo a concepire una "missione estera" pianificata mandando il monaco
Agostino
tra i
pagani
inglesi.
L'incontro tra il monachesimo celtico e quello benedettino diede vita a un monaco missionario,
Bonifacio di Crediton
, che riusci a unire la predicazione itinerante a una solida organizzazione ecclesiastica
[22]
.
In questo periodo della storia della Chiesa e della storia delle missioni uno dei principali problemi storiografici e l'analisi degli strumenti coercitivi usati per la diffusione del cristianesimo
[23]
. Il testo biblico di riferimento
[24]
, usato esplicitamente o implicitamente per giustificare la coercizione al
battesimo
di
pagani
e
giudei
fu Luca 14,23: ≪
Compelle intrare
≫ ("E costringeteli a entrare") usato in questo senso per la prima volta da
Agostino
nella
controversia donatista
(in riferimento, pero, agli
apostati
e non ai
pagani
). Se inizialmente la coercizione escludeva l'uccisione e si riferiva ai soli apostati, piano piano si fece strada, soprattutto con
Gregorio Magno
, l'idea di una "
guerra giusta
" (
bellum justum
) che preparasse indirettamente il terreno per la missione ai pagani. La
guerra
di
Carlo Magno
contro i Sassoni (
772
-
804
) fu la conseguenza di una progressiva teorizzazione del confuso legame tra religione e politica. Una volta battezzati, i Sassoni andavano incontro alla
pena di morte
se ritornavano alla loro fede tradizionale: era infatti inconcepibile per la mentalita dell'epoca credere alla loro lealta politica se era in dubbio la loro lealta religiosa. La "
Capitulatio de partibus Saxoniae
", d'incerta datazione, forse del
782
, testimonia la violenta severita con la quale Carlo Magno intervenne nei confronti della religione tradizionale del popolo conquistato. La coercizione nell'attivita missionaria non fu un fatto isolato ed estremo, perche la si usera ancora per molti secoli
[25]
; nella
cristianizzazione della Norvegia
, ad esempio, a opera di
Olav II di Norvegia
alla fine del
decimo secolo
e nella sottomissione della Sassonia orientale nel
dodicesimo secolo
.
Le
crociate
si collocano in questo contesto, anche se il loro scopo non fu "missionario" ma di difesa della
Terra Santa
, anzitutto e quindi dei territori cristianizzati, dall'aggressiva espansione
islamica
[26]
.
Nella Chiesa di questo periodo ci furono, pero, anche figure e stili di missione che rifiutarono la violenza e la coercizione in materia di fede. Esemplare e la posizione di
Alcuino di York
il quale, ad esempio, cerco di mitigare e consigliare
Carlo Magno
circa i metodi di cristianizzazione dei popoli sottomessi; in una sua lettera cosi si esprime con chiarezza: ≪
Absque fide quid proficit baptisma? Dicente apostolo: Sine fide impossibile placere Deo
≫ (Senza la fede a che serve il battesimo? Dice infatti l'apostolo che senza la fede e impossibile essere graditi a Dio)
[27]
. Nelle missioni dei
monaci celtici
e
benedettini
, poi, solo pochi di loro fecero tentativi di convertire con la forza
[28]
.
In questo periodo, la Chiesa subi una serie di profondi mutamenti:
≪
|
Dalla condizione di piccola minoranza perseguitata passo a quella di organizzazione grande e influente; da setta molestata si tramuto in vessatrice di sette; ogni legame fra il cristianesimo e il giudaismo venne spezzato; si sviluppo una stretta relazione fra trono e altare; l'adesione alla Chiesa diventa una cosa data per scontata; il ministero del credente fu in gran parte dimenticato; il dogma venne definitivamente fissato e portato a compimento; la Chiesa si adatto alla lunga posticipazione del ritorno di Cristo; il movimento missionario apocalittico della Chiesa primitiva cedette il passo all'espansione del cristianesimo
≫
|
(
David Bosch
,
La trasformazione della missione. Mutamenti di paradigma in missiologia
, Brescia 2000, 333.)
|
La predicazione missionaria itinerante
Intorno all'
anno mille
la storia delle missioni registra un certo indebolimento dell'azione missionaria dovuto alle complesse condizioni della Chiesa di quel periodo (interferenze politiche,
lotta per le investiture
, feudalesimo ecc.). Si era fatta strada, inoltre, la convinzione che ormai l'Europa fosse gia cristiana. Quello che restava da fare era difendersi dall'invasione
islamica
e cercare di espandersi agli estremi confini del nord Europa.
I primi fermenti in grado di scuotere la struttura fortemente sclerotizzata delle istituzioni ecclesiastiche, ormai del tutto inserite nell'organismo della societa feudale, si manifestarono verso la meta dell'
XI secolo
a opera di movimenti popolari evangelicali. Lo stesso movimento di riforma della chiesa, noto con il termine complessivo di
riforma gregoriana
, dovette il suo successo, almeno nella sua fase iniziale, all'appoggio di vasti movimenti popolari.
La dimensione missionaria della Chiesa di questo periodo vide protagonisti soprattutto questi movimenti popolari guidati da personalita carismatiche che iniziarono a predicare ideali religiosi di riforma ecclesiastica e che si distinguevano per l'affermazione della
poverta
evangelica e per la
predicazione
itinerante
[29]
. Accanto a esperienze
ortodosse
(ad esempio
Roberto d'Arbrissel
e
Norberto di Premontre
), ci furono anche manifestazioni religiose di tipo
ereticale
(ad esempio
Bogomili
,
Patarini
,
Catari
,
Valdesi
ed
Umiliati
).
Di fronte a questi fermenti la
gerarchia ecclesiastica
reagi con varie condanne a partire dalla
decretale
Ad abolendam diversarum haeresium pravitatem
approvata da
Lucio III
alla
Dieta di Verona
il
4 novembre
1184
.
Il fatto che questi movimenti di predicatori fossero di diversa ispirazione porto
Innocenzo III
a una diversa reazione nei confronti dei vari gruppi rafforzando la repressione nei confronti di coloro che erano esplicitamente
eretici
e cercando di contenere i movimenti pauperistici-evangelici riconducendoli all'
obbedienza
cattolica.
In questo contesto la Chiesa gerarchica promosse la vocazione missionaria alla predicazione itinerante di
Francesco d'Assisi
e di
Domenico di Guzman
per far fronte alla predicazione itinerante degli
eretici
, soprattutto
catari
e
albigesi
. Il
XIII secolo
vide, con la fondazione degli
Ordini mendicanti
, quindi, un rilancio dell'azione missionaria che fu caratterizzata dalla responsabilita diretta del
Papa
e dalla itineranza nelle nascenti citta, tra gli eretici e i dissidenti.
Oltre alle missioni contro gli eretici, i
Mendicanti
si interessarono della questione
musulmana
affrontandola in modo diverso dall'impostazione "crociata" del tempo. Sia i
Domenicani
che i
Francescani
si resero conto che il metodo armato delle
Crociate
poteva difendere la Chiesa ma non convertire l'Islam. Per la conversione sarebbe stato necessario un approccio diverso: bisognava comprendere l'Islam, acquistarne la fiducia, replicare ai suoi argomenti e alla sua teologia con ragioni valide
[30]
. Esemplari di questo nuovo stile furono
Raimondo di Penafort
,
domenicano
, che organizzo una scuola per le lingue arabe e che sollecito
Tommaso d'Aquino
a comporre la
Summa contra Gentiles
(destinata ai cristiani e agli stessi missionari per avere argomenti adatti nelle dispute coi musulmani) e il
terziario francescano
Raimondo Lullo
che patrocino la causa missionaria dello studio delle lingue orientali per arrivare a conoscere meglio il mondo medio orientale e il musulmanesimo
[31]
.
Dal XV al XVIII secolo
Nella seconda meta del
XV secolo
le nuove scoperte geografiche resero evidente alla Chiesa che esistevano ancora territori per i quali era necessaria la cristianizzazione. Quest'opera di cristianizzazione fu affidata ai Regni cattolici del Portogallo e della Spagna.
Con la
bolla
Romanus Pontifex
di
Nicolo V
, del
1454
, la
Inter coetera
(
13 marzo
1456
) di
Callisto III
e la
Aeterni dirigete
di
Sisto IV
(
21 giugno
1481
), il
papato
legittimava con fini religiosi le conquiste dei portoghesi in Africa e nelle "Indie".
Dopo l'impresa di
Cristoforo Colombo
del
1492
, pero,
papa Alessandro VI
risolse pacificamente la vertenza geografica e politica tra Spagna e Portogallo con una serie di
bolle
: la prima,
[[Inter coetera (
3 maggio
1493
)|Inter coetera]]
, datata
3 maggio
1493
, fu una bolla di donazione, in quanto il pontefice concedeva ai sovrani spagnoli
Ferdinando
e
Isabella
le terre scoperte o da scoprire verso l'India. Il giorno dopo promulgo la seconda bolla, sempre chiamata
[[Inter coetera (
4 maggio
1493
)|Inter coetera]]
, di spartizione, poiche tracciava una linea in cui assegnava i territori alle due Corone (la linea di demarcazione fu poi modificata con il
trattato di Tordesillas
). Con la
Eximiae devotionis
, sempre del
4 maggio
, Alessandro VI concesse ai re di Castiglia e d'Aragona gli stessi privilegi pontifici riconosciuti anteriormente al Portogallo tra il
1454
e il
1481
. A questi documenti seguirono i
brevi
Pii fidelium
, del
23 giugno
1493
e
Dudum si quidem
, del
25 settembre
dello stesso anno.
La
Universalis Ecclesiae Regimini
del
1508
di
Giulio II
investiva il re di Spagna di compiti apostolici fino a farne il suo delegato per la missione. L'investitura simile, per il Portogallo, fu fatta da
papa Leone X
, nel
1514
, con la
Pro excellenti praeeminentia
[32]
.
Questi privilegi da parte del
papato
concessi ai sovrani portoghesi e spagnoli sempre in cambio dell'impegno a cristianizzare i territori occupati, portarono alla teoria del
patronato regio
(o vicariato regio) secondo il quale i re diventavano vicari del papa e assumevano piena autorita sulle chiese dei nuovi territori, fino a diventarne patroni. Concretamente i re di Spagna e Portogallo conferivano i
benefici ecclesiastici
, erigevano
parrocchie
e
diocesi
definendone i confini, controllavano e autorizzavano le partenze dei missionari in base alla nazionalita e alla lealta politica. Il patronato porto fino al punto che gli stessi interventi del Papa non avevano valore nei territori di missione se non dopo l'approvazione regia. I re si sentivano investiti di una missione divina, ma la motivazione religiosa dell'attivita missionaria da loro organizzata era evidentemente viziata da implicazioni politiche e commerciali.
Le missioni americane
I primi missionari che partirono per le Americhe agirono senza metodo nel tentativo di cristianizzare gli indigeni. All'inizio si tratto, in effetti, di una missione frettolosa e superficiale che utilizzava come strumenti il "
requerimiento
" e
l'"
encomienda
".
Il "
requerimiento
" era una intimazione fatta agli indigeni ad accogliere la fede cristiana e a sottomettersi
alla chiesa, al papa e al re, sotto la minaccia della guerra.
La "
encomienda
" era la struttura giuridica in base alla quale un "
encomendero
" riceveva il diritto di colonizzare un territorio e di commerciare con gli indigeni. Questi diritti erano molto vasti: comprendevano insieme a permessi commerciali, anche aspetti amministrativi, militari e religiosi per cui l'"
encomendero
" aveva il diritto di stabilire divisioni territoriali, di fondare citta, di regalare territori ai propri dipendenti, di battere moneta, di dispensare giustizia e altro. Si trattava di un sistema feudale che permise uno spietato sfruttamento coloniale.
Solo successivamente si penso la missione sul modello apostolico: occorrevano apostoli semplici, virtuosi e liberi da ambizioni e per questo si penso agli
ordini mendicanti
,
francescani
,
domenicani
,
agostiniani
e
mercedari
.
Questi missionari seguirono il metodo della "tabula rasa": nella convinzione che le nuove terre costituissero un mondo dove l'opposizione alla
fede
e alla
morale cristiana
era assoluta ne conseguiva la necessita di distruggere ogni forma
idolatrica
per poter poi instaurare la fede
[33]
.
Saranno i missionari della seconda e della terza generazione a ricorrere a metodi piu evangelici e piu fruttuosi con l'istituzione della "
doctrina
", della "
congregacion
" e delle "
reducciones
". Le "
doctrinas
" erano centri di istruzione, quasi delle scuole, che prestavano particolare attenzione alla istruzione religiosa; le "
congregaciones
" erano delle comunita che dovevano servire a favorire la
conversione
ma che, pur prefiggendosi di impedire la disgregazione delle comunita indigene, operavano secondo gli schemi e i valori occidentali.
Diverse furono le "
reducciones
", che intendevano costruire una societa ordinata e giusta, un mondo nuovo quale base di incontro tra il
vangelo
e la vita degli indigeni.
Lo stretto legame tra l'azione missionaria e quella politica alimento diffidenza e ostilita verso i missionari e porto, infine, a uno scontro tra le ragioni socio-politiche della conquista e gli ideali dell'
evangelizzazione
[34]
. La colonizzazione fu una forma di brutale conquista, emblematicamente segnata dal dramma della
schiavitu
. Nel
1537
il
papa Paolo III
autorizzo l'apertura del mercato degli schiavi di Lisbona; questo avvenne nonostante che, quello stesso anno con la
bolla
Veritas ipsa
, lo stesso papa avesse ribadito, contro ogni obiezione, che gli indiani - cioe gli indigeni delle indie occidentali - erano anch'essi "
veri homines
".
Non mancarono, in questi contesti confusi, voci che seppero denunciare gli abusi dei "
conquistadores
" nei confronti delle popolazioni indigene (
Matias Paz
,
Antonio de Montesinos
,
Bartolome de Las Casas
,
Francisco de Vitoria
, ad esempio).
Le missioni africane
Il continente africano aveva gia conosciuto fin dal
I secolo
il
cristianesimo
soprattutto nelle regioni settentrionali e in quelle della Nubia e dell'Etiopia
[35]
.
Nel
XV secolo
inizio la propagazione del cristianesimo nelle zone costiere grazie al re portoghese Enrico (
1394
-
1460
) il quale, nello spirito della "
riconquista
", decise di affrontare i saraceni sui loro territori. Evidentemente la "riconquista" portoghese aveva anche e soprattutto motivi economici.
Nel
1452
il
papa Nicolo V
lo autorizzo a conquistare i territori dei
musulmani
e dei
pagani
e lo riconfermo nel
1454
con la
bolla
Romanus Pontifex
nella quale assegnava al Portogallo il diritto a tutte le future conquiste a sud di Capo Bojador "fino alle Indie". Questi privilegi furono affiancati in campo religioso dalla
bolla
[[Inter caetera (
13 marzo
1456
)|Inter coetera]]
di
Callisto III
il quale concesse "per sempre" la giurisdizione ecclesiastica all'
Ordine del Cristo
nella persona del Gran Priore di
Tomar
. Dopo la
morte
di re Enrico il Papa acconsenti che la guida dell'Ordine fosse affidata al re del Portogallo cosi che anche la giurisdizione ecclesiastica passo alla corona.
Il cristianesimo portato in Africa dai navigatori e commercianti portoghesi tra il
XV
e il
XVI secolo
non attecchi, anche se in alcune zone i tentativi missionari andarono avanti fino al
1632
(data dell'espulsione dei
gesuiti
dall'Etiopia dove era stato tentato per circa 150 anni un avvicinamento della
Chiesa etiope
a quella romana), al
1807
(nel caso del
Regno di Warri
), al
1835
(nel caso del Regno del Kongo - corrispondente all'attuale
Congo
e
Angola
, dell'Impero di Mwene Mutapa - cioe le regioni degli attuali
Zimbabwe
e
Mozambico
- e della missione di
Luanda
). Nell'Africa orientale l'attivita missionaria fu limitata alle aree islamizzate delle citta-stato (ad esempio
Malindi
,
Kilwa
,
Sofala
,
Mombasa
,
Barawa
,
Faza, Pate, Lamu
,
Zanzibar
non ando oltre qualche iniziale tentativo d'
evangelizzazione
. Di tutti questi tentativi l'unico storicamente rilevante fu quello nel regno del Kongo grazie alla sincera conversione e all'opera di cristanizzazione di
re Alfonso
[36]
.
Il fallimento delle missioni portoghesi in Africa fu dovuto a vari motivi: la mancanza di una forza missionaria stabile e numerosa dovuta al clima malsano e alle malattie tropicali; l'identificazione tra
patronato regio
portoghese e la "
Conquista
" che porto a confondere, anche agli occhi degli indigeni, l'attivita missionaria e quella politica, i difetti del metodo missionario che impedirono l'integrazione del
Vangelo
nella vita e nelle
culture
locali e infine - e soprattutto - il commercio degli
schiavi
al quale parteciparono attivamente i missionari portoghesi
[37]
.
Le missioni in Asia
Il cristianesimo, secondo la tradizione, era arrivato in Asia gia nel
primo secolo
con l'
apostolo Tommaso
che dal
52
d.C. avrebbe fondato comunita dall'
India
dell'est fino al sud del Paese. Tra il
III
e il
V secolo
un ruolo fondamentale svolsero le comunita siriane che avevano come centro
Edessa
. In
Cina
gia nel
V secolo
arrivarono cristiani persiani che resero poi possibile all'inizio del
VII secolo
la nascita della prima comunita cristiana che perduro, durante la dinastia T'ang, per circa due secoli. Nel
XIII secolo
il
Vangelo
fu annunciata ai Mongoli
[38]
e, ancora una volta, ai Cinesi (per opera soprattutto di
Giovanni da Pian del Carpine
,
Guglielmo di Rubruck
,
Odorico da Pordenone
e
Giovanni da Montecorvino
), ma il cristianesimo quasi scomparve in queste regioni per una serie di cause, tra le quali l'insorgere dell'
Islam
, l'isolamento geografico, l'assenza di un appropriato adattamento alle culture locali e forse, soprattutto, la mancanza di preparazione a incontrare le grandi religioni dell'Asia
[39]
. Alla fine del
XIV secolo
si verifico un drammatico ridimensionamento della Chiesa in Asia, eccetto per quanto concerne la comunita isolata dell'India del sud.
La ripresa dell'espansione missionaria in Asia avvenne nel
1498
quando i portoghesi, grazie a Vasco da Gama, raggiunsero le coste indiane stabilendovi i primi avamposti commerciali e religiosi e stabilendo a
Goa
la sede del vicere e dell'
arcivescovo
.
Le prime missioni, che non diedero grandi frutti, furono opera del
clero secolare
portoghese e degli antichi
ordini religiosi
.
Nel
1540
, il re del Portogallo chiese l'intervento della nuova congregazione dei
gesuiti
e sara con loro che la missione in Asia ebbe una svolta e un singolare sviluppo
[40]
.
Francesco Saverio
, responsabile del primo gruppo missionario di
gesuiti
, fu nominato da
Paolo III
legato pontificio
per i domini portoghesi dell'Oriente; partendo da
Goa
, dove giunse nel
1542
, dedico il suo impegno alla
evangelizzazione
dell'India spingendosi fino in
Giappone
e in
Cina
: la morte lo colse nel
1552
, a San-ch'-uan, un'isoletta di fronte a Canton, alle porte della Cina. Francesco Saverio apri la strada alle missioni di
Roberto de Nobili
in India, di
Antonio de Andrade
e
Ippolito Desideri
in Tibet e di
Matteo Ricci
in Cina.
L'eredita missionaria di
Francesco Saverio
fu presa in mano da
Alessandro Valignano
, nominato Visitatore generale delle Missioni affidate alla
Compagnia di Gesu
[41]
, che si estendevano dall'Etiopia all'India, a Malacca, alle isole Molucche, al Giappone e alla Cina. Valignano invio
Michele Ruggeri
[42]
e
Matteo Ricci
a
Macao
perche vi imparassero il cinese e si preparassero quindi a entrare in Cina
[43]
. Matteo Ricci si propose di svolgere il suo apostolato presso le classi colte mettendo cosi a frutto le sue conoscenze di matematica, scienza e filosofia; dapprima come bonzo buddista e poi come letterato confuciano, Ricci svolse la sua attivita soprattutto presso la corte, in dialogo con la cultura
confuciana
e in opposizione a quella
buddista
e
taoista
. Alla sua morte, nel
1610
, non lascio molti
convertiti
ma ottenne che il cristianesimo fosse legalmente presente in Cina e che vi godesse di grande prestigio morale
[44]
. Il metodo di Ricci non fu condiviso dai suoi successori e soprattutto dai missionari
domenicani
,
francescani
, ma anche di altri ordini e congregazioni
[45]
: la "
questione dei riti cinesi
"
[46]
(cosi e conosciuta la complessa vicenda di comprensione del tentativo di inculturazione di Ricci e le contestazioni al suo metodo nate dopo la sua morte) si protrasse fino al
1742
quando, con la bolla
Ex quo singulari
di
papa Benedetto XIV
, fu praticamente decisa l'inaccettabilita dei metodi missionari iniziati da Ricci
[47]
.
Vicenda analoga a quella del Ricci e della questione sui suoi metodi si verifico in India dove
Roberto De Nobili
, convinto che dovessero essere gli europei a adattarsi agli indigeni, permise ai cristiani la conservazione delle tradizioni che fossero a rischio di
idolatria
e di
superstizioni
ed egli stesso vive alla maniera dei sanyassi e dei brahamini. La
dibattito sui riti malabarici
si concluse nel
1744
con la bolla
Omnium sollicitudinum
di
papa Benedetto XIV
[48]
.
L'evangelizzazione dell'Asia tra il
XVI
e il
XVIII secolo
conobbe oltre al problema dei metodi missionari, la difficolta dovuta ai contrasti tra le varie potenze europee che si contendevano le zone costiere per il controllo del commercio. Questi contrasti furono aggravati, dalla prima meta del
XVII secolo
, dalla nascita di
Propaganda Fide
che si pose in atteggiamento critico nei confronti dell'arroganza del
patronato
portoghese.
In
India
Propaganda
decise di erigere territori propri come
vicariati apostolici
indipendenti dal patronato portoghese. Questa duplice giurisdizione creo confusione, conflitti, gelosie, nocendo gravemente alla missione. A partire dall'India tentativi missionari furono fatti nel Tibet, nell'India settentrionale, in Persia e in Birmania, ma con scarsi risultati
[49]
.
Le missioni in
Cina
, attraversate dalla tensione della
questione dei riti
, furono portate avanti soprattutto dai
gesuiti
tedeschi e francesi e poi dai
francescani
spagnoli delle Filippine
[50]
. Anche in Cina il Portogallo cerco di far valere il patronato e ottenne dal debole
Alessandro VIII
nel
1690
i vescovadi di
Nanchino
e
Pechino
dipendenti dal patronato. A Pechino fino al
XIX secolo
coesistevano chiese cattoliche dipendenti dal
patronato
, quelle dipendenti dai
gesuiti
francesi (che Luigi XIV non volle mai sottomettere a nessun'altra autorita che non fosse francese) e quelle dei missionari di
Propaganda Fide
.
Le missioni in
Giappone
furono provate, dopo un inizio promettente, da una serie di
persecuzioni
[51]
che culminarono con la chiusura agli europei (
1614
), missionari compresi.
Solo nelle
Filippine
i missionari spagnoli riuscirono a inserirsi nella vita del popolo indigeno fondando una chiesa locale realmente vitale. Anche se l'inizio della missione, nel
1521
con lo sbarco di alcuni
Eremitani Agostiniani
(che erano al seguito di Ferdinando Magellano il quale fu ucciso dagli indigeni), fu segnato dalla reazione delle popolazioni locali, dopo il
1564
con l'agostiniano
Andrea di Urdaneta
e la presa di possesso formale da parte della Spagna nel
1569
la diffusione del Vangelo non trovo ostacoli se non nei principati
islamici
di Jolo e di Mindanao. Nell'opera missionaria furono impiegati oltre agli
Eremitani Agostiniani
, i
Francescani
(
1579
), i
Domenicani
(
1581
), i
Gesuiti
(
1581
) e gli
Agostiniani Recolletti
(
1606
). Per il fatto della difficolta delle comunicazioni con la madre patria, gli spagnoli considerarono poco le opportunita economiche e commerciali dei possedimenti filippini e i missionari poterono dedicarsi all'opera di
evangelizzazione
senza i problemi che c'erano stati nelle Americhe. Nel
1579
Manila
divenne
vescovado
e gia nel
1595
arcivescovado
in modo che la
chiesa Filippina
inizio ad avere una propria
gerarchia
. Il risultato delle circostanze geografiche e del lavoro missionario fu una nazione che dopo cinquant'anni di missioni era praticamente tutta cattolica, l'unica dell'Estremo oriente
[52]
.
La nascita di
Propaganda Fide
(1622)
Prima spedizione missionari dei
Salesiani
per l'Argentina nel
1875
.
Il sistema del
patronato regio
aveva garantito la diffusione della Chiesa nelle terre colonizzate da Spagna e Portogallo. Col passare degli anni, pero, la
Santa Sede
si rese conto degli inconvenienti della connessione e confusione tra colonialismo e missione anche a motivo delle ingerenze degli ufficiali statali negli affari ecclesiastici.
Papa Pio V
nel
1568
tento la costituzione di una commissione
cardinalizia
che presiedesse alle attivita missionarie. Analogo tentativo fu fatto nel
1599
da
Clemente VIII
che aveva istituito una commissione di nove cardinali
super negotiis Sanctae Fidei et Religionis Catholicae
che avrebbe dovuto gestire i problemi della missione e della
conversione
degli
eretici
. Questa Commissione prendera il nome di "
Congregatio de Fide Propaganda
" la quale, una volta sciolta, sara sostituita dal "Segretariato generale delle Missioni" che avra il compito di preparare la creazione della
Sacra Congregatio De Propaganda Fide
, fondata il
6 gennaio
1622
da
Gregorio XV
[53]
. La bolla di fondazione "
Inscrutabili Divinae Providentiae
", e datata
22 giugno
); a questa fecero seguito altri documenti pontifici fondamentali: "
Romanum decet
" (con la medesima data), "
Cum inter multiplices
" (
14 dicembre
1622
), "
Cum nuper
" (
13 giugno
1623
), e infine "
Immortalis Dei
" (
1º agosto
1627
).
Gregorio XV
diede a questa Congregazione una solida organizzazione interna, fondi necessari e soprattutto uomini capaci di darle la necessaria impostazione iniziale. Tra questi va ricordato in particolare il primo segretario,
Francesco Ingoli
(
1578
-
1649
), uomo deciso e dinamico che seppe dare un impronta indelebile alla congregazione disciplinando il movimento missionario, fino ad allora travagliato da rivalita all'interno della stessa Chiesa
[54]
.
La nuova Congregazione era incaricata di promuovere la propagazione della fede e assicurare la conservazione della fede nelle comunita cattoliche in diaspora.
Per quanto riguarda la promozione della fede, era compito di
Propaganda
≪
|
coordinare tutte le forze missionarie, fino ad allora sovente sparse; dare direttive uniformi per le missioni; organizzare le missioni sistematicamente in tutto il mondo, anche in quelle parti, fino allora "dimenticate"; mettere in guardia i missionari dalle conseguenze perniciose del colonialismo e dal confondere le cose ecclesiastiche con quelle politiche; liberare le missioni dalle grinfie del colonialismo politico e trasformare le missioni da un fenomeno coloniale in un movimento puramente ecclesiastico e spirituale; promuovere energicamente la formazione del clero autoctono e l'erezione delle gerarchie episcopali autoctone; finalmente aiutare le missioni materialmente.
≫
|
(
Josef Metzler
,
La Congregazione "de Propaganda Fide" e lo sviluppo delle missioni cattoliche (secoli XVIII-XX)
, in
Anuario de Historia de la Iglesia
9 (2000) 145-154, 146.)
|
L'importanza di "
Propaganda Fide
" per lo sviluppo delle missioni fu nelle indicazioni che offri ai missionari per la valorizzazione delle culture locali. In effetti i tentativi missionari del
XVI secolo
avevano mancato soprattutto sotto questo aspetto. La valorizzazione delle culture locali si manifesto anche nell'insistenza con la quale "Propaganda" chiedeva e supportava la formazione di clero e di gerarchie autoctone
[55]
.
Tra le attivita iniziali di particolare rilievo della Congregazione ci fu l'istituzione, nel
1626
, della
Tipografia Polyglotta
per stampare libri nelle lingue delle popolazioni presenti nei territori di missioni e la fondazione, con la
bolla
di
Urbano VIII
del
1º agosto
1627
del
Pontificio Ateneo de Propaganda Fide
con annesso il
Pontificio Collegio Urbano de Propaganda Fide
per accogliere i seminaristi dei paesi di missione.
La caratteristica di apertura spirituale e culturale della nuova Congregazione fu ben descritta in un documento che e considerato la "
Magna Charta
" di "
Propaganda
"
[56]
, l'"
Istruzione per i Vicari Apostolici della Cocincina, del Tonchino e della Cina
", del
1659
[57]
Un passaggio di questa "Istruzione" recita cosi:
≪
|
Non compite nessun sforzo, non usate alcun mezzo di persuasione per indurre quei popoli a mutare i loro riti, le loro consuetudini e i loro costumi, a meno che non siano apertamente contrari alla religione e ai buoni costumi. Che cosa c'e infatti di piu assurdo che trapiantare in Cina la Francia, la Spagna, l'Italia o qualche altro paese d'Europa? Non e questo che voi dovete introdurre, ma la fede, che non respinge ne lede i riti e le consuetudini di alcun popolo, purche non siano cattivi, ma vuole piuttosto salvaguardarli e consolidarli. (...) Quanto ai costumi che sono manifestamente cattivi, sara bene rimuoverli con l'atteggiamento e col silenzio piu che con le parole, cogliendo beninteso l'occasione di sradicarli pian piano e quasi insensibilmente, una volta che gli animi siano disposti ad abbracciare la verita.
≫
|
|
La
questione dei riti
che scoppio nonostante le chiare direttive che la Congregazione aveva dato ai missionari dell'Estremo Oriente
≪
|
fu una vera e propria tragedia della storia missionaria. La "maledetta questione dei riti cinesi ha ritardato di due secoli l'evangelizzazione della Cina", ha detto Pio XI.
≫
|
(
Josef Metzler
,
La Congregazione "de Propaganda Fide" e lo sviluppo delle missioni cattoliche (secoli XVIII-XX)
, in
Anuario de Historia de la Iglesia
9 (2000) 145-154, 148.)
|
Il valore storico di
Propaganda
sta nell'affermazione, con la sua costituzione e con le sue attivita, del carattere ecclesiale della missione. Il
Pontefice
riservava alla sua giurisdizione l'azione missionaria nei territori di missione. Questa rivendicazione del compito di unificare e dirigere le attivita missionarie dovette entrare necessariamente in conflitto con le potenze economiche e politiche dell'epoca. Il metodo della nomina dei
vicari apostolici
a partire dal
1637
fu la prima grande azione di separazione tra
evangelizzazione
e colonizzazione.
Tra XVIII e XIX secolo
Nel
XVIII secolo
fino ai primi anni del
XIX secolo
gli storici registrano una crisi nell'attivita missionaria della Chiesa.
I motivi furono molteplici: il regresso sociale e politico di Spagna e Portogallo che, pur con tutti i problemi, attraverso il
patronato regio
avevano mantenuto costante un certo impegno missionario; l'imporsi di nazioni
protestanti
come Inghilterra e Olanda; l'affermarsi di una concezione mitica del mondo primitivo con i suoi corollari sulla "bonta naturale" e sul "buon selvaggio" da non inquietare con la predicazione missionaria; la propaganda
illuministica
e
razionalistica
che avrebbe minato la fede cristiana nelle sue basi
[58]
; e, infine, la
soppressione dell'ordine dei gesuiti
(
1773
) che rappresentava una delle forze piu lucide dell'impegno missionario della Chiesa.
L'offensiva
giacobina
e gli esiti della
Rivoluzione francese
, con la soppressione degli istituti francesi impegnati nelle missioni (
agosto
1792
)
[59]
e la chiusura della
Congregazione di Propaganda Fide
decisa dalla
Repubblica Romana
del
1798
sollecitarono una revisione sulla formazione delle gerarchie autoctone, sul clero indigeno e sulle autonomie finanziarie che avrebbe condotto a una nuova strategia sulle missioni e ai successi delle missioni ottocentesche
[60]
.
Le missioni ottocentesche
La sensibilita e l'attivita missionaria della Chiesa riprese agli inizi dell'
Ottocento
grazie all'opera di pontefici come
Pio VII
,
Gregorio XVI
e
Pio IX
che rivitalizzarono
Propaganda Fide
, al clima culturale romantico che esaltava l'opera civilizzatrice della Chiesa, alle nuove esplorazioni soprattutto in Africa ed Estremo Oriente Oriente.
In questo periodo la sensibilita missionaria fu condivisa da tutto il popolo di Dio. Provvidenziale fu la nascita
Pontificia Opera per la Propagazione della Fede
fondata a Lione nel
1822
dalla
Venerabile
Pauline Jaricot
, la quale era riuscita a diffondere l'idea che tutti i battezzati fossero protagonisti della missione. Grazie al coinvolgimento di tutti, le fu possibile sostenere anche economicamente le opere missionarie dopo che a causa delle spogliazioni napoleoniche e dei governi
massonici
sia
Propaganda Fide
che i grandi
ordini religiosi
erano stati ridotti a una reale poverta di mezzi.
Importante fu poi la nascita della
Pontificia Opera della Santa Infanzia
, fondata nel
1843
da
Janson de Forbin
,
vescovo
di
Nancy
e della
Pontificia Opera di San Pietro Apostolo
, fondata nel
1889
dalle
Signore Bigard
a
Caen
.
Numerose furono poi le Congregazione nate missionarie o che si sarebbero poi dedicate alla missione
ad gentes
: i
Maristi
e gli
Oblati di Maria Immacolata
(
1816
), i
Marianisti
(
1817
), i
Pallottini
(
1835
), gli
Assunzionisti
(
1845
), i
Clarettiani
(
1849
), i
Missionari della Salette
(
1852
), la
Societa delle missioni africane
(
1856
), le
Missioni Estere
di Milano e i
Salesiani
(
1859
), i
Missionari di Scheut
(
1862
), i
Missionari di Mill Hill
(
1866
), i
Comboniani
(
1867
), i
Padri Bianchi
(
1868
), la
Societa del Verbo Divino
(
1875
), i
Saveriani
(
1895
).
Gli sforzi missionari si diressero soprattutto in
Africa
[61]
e nell'Estremo Oriente, in particolare in
Cina
,
Giappone
,
Indocina
e
Oceania
.
L'entusiasmo per le missioni che veniva "dal basso" fu anche provvidenzialmente sostenuto dal personale convincimento dei pontefici che si avvicendarono da
Pio VII
in poi
[62]
.
Nell'Ottocento la strategia missionaria ricorse praticamente ovunque agli stessi metodi: si cominciava con un insediamento materiale che garantisse la visibilita della missione e dimostrasse il potenziale civilizzatore del cattolicesimo attraverso una serie di servizi; si concentravano in uno spazio, inizialmente modesto, cappelle, scuole maschili e femminili, dispensari, laboratori, officine e fattorie. Con questa strategia progressivamente la missione si lego indissolubilmente a tutte le opere sociali che preparavano e prolungavano l'azione propriamente religiosa.
Le missioni nel XX secolo
Prima ancora che, tra le due guerre mondiali, il modello missionario ottocentesco andasse in crisi, furono tentati stili missionari diversi ad esempio da parte di
Francis Aupiais
, della
Societa delle Missioni Africane di Lione
, partito nel
1903
per il Dahomey o da
Charles de Foucauld
assassinato a Tamanrasset nel
1916
.
La fondazione della
Missione di Francia
nel
1941
e della
Missione di Parigi
nel
1943
, la pubblicazione del libro
La France, pays de mission?
[63]
, l'enciclica di
Pio XII
fidei donum
del
1957
[64]
furono solo alcuni degli avvenimenti ecclesiali che fecero emergere la coscienza della dimensione intrinsecamente missionaria della Chiesa che trovo poi la sua autorevole e matura espressione magisteriale nel decreto
Ad gentes
del
Concilio Vaticano II
(≪La Chiesa durante il suo pellegrinaggio sulla terra e per sua natura missionaria≫,
Ad gentes
, 2)
[65]
.
Nonostante questa rinnovata coscienza missionaria che il Concilio contribui a risvegliare nella Chiesa, negli
anni Settanta
si manifesto una profonda crisi nelle missioni estere dovuta sostenzialmente alla polemica culturale sulla positivita della missione civilizzatrice dell'Occidente e alle vicende storiche legate alle decolonizzazioni.
≪
|
Tutti questi fenomeni rappresentano la fine di una certa idea della missione perche il modello si e esaurito. Nei decenni 1960-1970 ha inizio uno spettacolare trasferimento di generosita e di obiettivi militanti. Il Terzo Mondo da il cambio alla missione estera tradizionale. (...) La riconversione del militante portatore di una buona novella religiosa in militante deciso a cambiare il mondo segna la fine di un'epoca in cui l'impegno cristiano aveva lo scopo di prolungare l'influenza della Chiesa grazie ai laici. Il militante cristiano inizia a dubitare della sua identita e si domanda se in realta possiede qualcosa piu degli altri. (...) La crisi e dunque una crisi d'identita che si basa sulla finalita della missione. Traduce l'esaurimento dell'antica teologia fondata su una concezione della salvezza che conduceva a relativizzare la trasformazione della citta. La principale risposta nasce allora da una teologia della liberazione, multiforme, ma decisa a considerare la salvezza in una prospettiva globale che associa trasformazione delle strutture e conversione dei cuori, impegno nel sociale e scelta di fede. Fra salvezza e liberazione, negli anni Settanta gli articoli e le opere di teologia sembrano ancora esitare prima di propendere dalla parte della liberazione.
Malgrado questo sforzi, la critica si trasforma nel
1973
-
74
in contestazione radicale dell'idea missionaria
tout court
.
≫
|
|
L'appello del gesuita camerunense
Fabien Eboussi Boulaga
pubblicato su
Spiritus
nel
1974
divenne il simbolo della contestazione dell'idea di missione tradizionale:
≪
|
Che cosa si deve fare? La risposta sara breve: l'Europa e l'America in primo luogo devono evangelizzare ss stesse. E poi si pianifichi in buon ordine la partenza dall'Africa dei missionari.
≫
|
(
Fabien Eboussi Boulaga
,
La demission
, in
Spiritus
56 (1974) 287.)
|
Se risenti di questo clima anche l'enciclica di
Paolo VI
Evangelii nuntiandi
, all'indomani del sinodo del
1974
, nella quale non viene utilizzato il termine "missione".
L'enciclica
Redemptoris missio
di
Giovanni Paolo II
mise a tema e interpreto la crisi che la missione
ad gentes
aveva vissuto, ribadendone i fondamenti e rilanciandola con nuove prospettive:
≪
|
Molti sono gia stati i frutti missionari del concilio: si sono moltiplicate le chiese locali fornite di propri vescovi, clero e personale apostolico; si verifica un piu profondo inserimento delle comunita cristiane nella vita dei popoli; la comunione fra le chiese porta a un vivace scambio di beni spirituali e di doni; l'impegno evangelizzatore dei laici sta cambiando la vita ecclesiale; le chiese particolari si aprono all'incontro, al dialogo e alla collaborazione con i membri di altre chiese cristiane e religioni. Soprattutto si sta affermando una coscienza nuova: cioe che la missione riguarda tutti i cristiani, tutte le diocesi e parrocchie, le istituzioni e associazioni ecclesiali. Tuttavia, in questa "nuova primavera" del cristianesimo non si puo nascondere una tendenza negativa, che questo documento vuol contribuire a superare: la missione specifica
ad gentes
sembra in fase di rallentamento, non certo in linea con le indicazioni del concilio e del magistero successivo. Difficolta interne ed esterne hanno indebolito lo slancio missionario della chiesa verso i non cristiani, ed e un fatto, questo, che deve preoccupare tutti i credenti in Cristo. Nella storia della chiesa, infatti, la spinta missionaria e sempre stata segno di vitalita, come la sua diminuzione e segno di una crisi di fede. (...) Cio che ancor piu mi spinge a proclamare l'urgenza dell'evangelizzazione missionaria e che essa costituisce il primo servizio che la chiesa puo rendere a ciascun uomo e all'intera umanita nel mondo odierno, il quale conosce stupende conquiste, ma sembra avere smarrito il senso delle realta ultime e della stessa esistenza.
≫
|
|
Le missioni cattoliche oggi
Giovanni Paolo II
ha vissuto il carisma missionario
ad gentes
attraverso i suoi molteplici viaggio apostolici: "Gia dall'inizio del mio pontificato ho scelto di viaggiare fino agli estremi confini della terra per manifestare la sollecitudine missionaria e proprio il contatto diretto con i popoli che ignorano Cristo mi ha ancor piu convinto dell'urgenza di tale attivita" (
Redemptoris missio
1)
Le chiese che fanno riferimento alla
Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli
vivono negli ultimi decenni di una singolare vivacita
[66]
.
Attualmente alla
Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli
sono affidate complessivamente 1.069 Circoscrizioni ecclesiastiche
[67]
. Di esse 180
Arcidiocesi Metropolitane
, 750
Diocesi
, 1
Abbazia Territoriale
, 72
Vicariati Apostolici
, 45
Prefetture Apostoliche
, 4
Amministrazioni Apostoliche
, 11
Missioni "sui iuris"
e 6
Ordinariati Militari
.
Su 2.850 milioni di persone che gravitano nei territori di riferimento della
Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli
i cattolici
battezzati
sono 200 milioni
[68]
.
A servizio della "missio ad gentes" lavorano all'incirca 85.000
sacerdoti
tra appartenenti al
clero diocesano
o a Istituti e ordini religiosi
[69]
, 28.000
Religiosi non sacerdoti
; da 45.000
Suore
e da 1.650.000
Catechisti
. La Congregazione accompagna, poi, nei vari territori, la formazione spirituale e accademica di 280
Seminari Maggiori
interdiocesani e di 110
Seminari minori
, assicurando loro anche un sussidio economico.
A cio, vanno aggiunte attivita educative (circa 42.000 scuole); attivita sanitarie (1.600 ospedali, oltre 6.000 dispensari, 780 lebbrosari); attivita creative e sociali (12.000 iniziative).
| |
Note
|
- ↑
Cfr.
David Bosch
,
La trasformazione della missione. Mutamenti di paradigma in missiologia
, Brescia 2000, 24.
- ↑
online
- ↑
Cfr.
Henri Holstein
,
Quel est le sens du mot mission?
, in
Spiritus
25 (
1965
) 371-380.
- ↑
Seumois recensisce queste espressioni: "diffusione della fede", "predicazione del Vangelo", "annuncio apostolico", "promulgazione del Vangelo", "accrescimento della fede", "espansione della chiesa", "fondazione della chiesa", "propagazione del regno di Cristo", "illuminazione delle nazioni" (Andre Seumois,
Theologie missionnaire
, Roma 1973, 18).
- ↑
Cfr.
Antonin-Marcel Henry
,
Mission d'hier, Mission de demain
, in
L'activite missionnaire de l'Eglise. Decret "Ad gentes"
, Paris 1967, 412.
- ↑
Cfr.
Walter Insero
,
La chiesa e "missionaria per sua natura" (
AG
2): origine e contenuto dell'affermazione conciliare e la sua recezione nel dopo Concilio
, Roma 2007, 34-35.
- ↑
Nel
1571
cosi scriveva
Jose de Acosta
(
1539
-
1600
):
≪
|
Cos'e proprio delle missioni? (...) Forse fare in modo di stabilire una sede presso gli indiani, che viene popolarmente detto mantenere salde le dottrine, o piuttosto disseminare la parola di salvezza viaggiando in mezzo a loro.
≫
|
(
Jose de Acosta
,
De promulgando evangelio apud barbaros sive de procuranda Indorum salute
, 1. V, c.21; 1. I, c. 10)
|
Il brano e riportato in Walter Insero,
La chiesa e "missionaria per sua natura" (AG 2): origine e contenuto dell'affermazione conciliare e la sua recezione nel dopo Concilio
, Roma 2007, 35.
- ↑
I tre libri sono:
Tractatus quo asseruntur missiones et rationes adversae refelluntur
;
Votum seu consilium pro missionibus quo ad nova obiecta respondentur
;
Instructio missionum
.
- ↑
Cfr.
Silvano Giordano
,
I Carmelitani Scalzi e le missioni
,
online
.
- ↑
Questa Commissione prendera il nome di "
Congregatio de Fide Propaganda
" la quale, una volta sciolta, sara sostituita dal "Segretariato generale delle Missioni" che avra il compito di preparare la creazione della "
Congregatio De Propaganda Fide
", fondata nel
1622
.
- ↑
Cfr.
Antonin-Marcel Henry
,
Mission d'hier, Mission de demain
, in
L'activite missionnaire de l'Eglise. Decret "Ad gentes"
, Paris 1967. Soltanto nel
codice di diritto canonico
promulgato nel
1917
l'espressione "
terrae missionum
" sara riservata per indicare esclusivamente quei territori che il codice stesso fara dipendere dalla
Congregazione di Propaganda Fide
.
- ↑
Cfr.
Giacomo Martina
,
Ugo Dovere
(a cura di),
Il cammino dell'evangelizzazione. Problemi storiografici
, Bologna 2001.
- ↑
Cfr., ad esempio, il classico
Patrizio Wittmann
,
La gloria della Chiesa nelle sue Missioni dall'epoca dello scisma nella fede, ossia una storia universale delle cattoliche missioni negli ultimi tre secoli
, 2 voll., Milano 1842-1843 (orig. tedesco 1841).
- ↑
Joseph Shmidlin
,
Manuale di Storia delle Missioni Cattoliche
, 3 voll., Milano 1927-1929 (orig. tedesco 1924).
- ↑
Cfr.
Alphons Mulders
,
Missionsgeschichte. Die Ausbreitung des katholischen Glaubens
, Bussum 1957; Garcia Ricardo Villoslada,
Los historiadores de las misiones.Origen y desarrollo de la bibliografia misional
, Bilbao 1956; B. Deschamps,
Histoire generale des missions
, Louvain 1932; F. J. Moltmann,
Manual de Historia de las Misiones
, Bilbao 1952; Simon Delacroix (a cura di),
Histoire universelle des Missions Catholiques
, 4 voll., Monaco-Paris 1956-1959
- ↑
Ad esempio,
Severino Dianich
,
Chiesa in missione. Per una ecclesiologia dinamica
, Cinisello Balsamo 1985 e il classico David Bosch,
La trasformazione della missione. Mutamenti di paradigma in missiologia
, Brescia 2000.
- ↑
L'immagine e stata concessa da "Laboratorio di Spiritualita e tecnica dell'Icona
La Glikophilousa
"
[1]
- ↑
L'
anatema
e presente nella dodicesima
benedizione
della
Amidah
, la
Birkat Ha Minim
.
- ↑
Severino Dianich
,
Chiesa in missione. Per una ecclesiologia dinamica
, Cinisello Balsamo 1985, 84.
- ↑
Cfr.
Vittorio Peri
,
L'adesione al cristianesimo dei popoli germanici e slavi
, in {{autore|
Giacomo Martina
,
Ugo Dovere
(a cura di),
Il cammino dell'evangelizzazione. Problemi storiografici
, Bologna 2001.
- ↑
Cfr.
Richard H. Niebuhr
,
The Kingdom of God
, New York 1959, 74.
- ↑
Cfr.
David Bosch
,
La trasformazione della missione. Mutamenti di paradigma in missiologia
, Brescia 2000, 330-331.
- ↑
Cfr.
David Bosch
,
La trasformazione della missione. Mutamenti di paradigma in missiologia
, Brescia 2000, 313-318.
- ↑
Cfr., anche se non tratta esplicitamente di questo brano,
Ilaria Morali
,
Senso e ruolo di un corretto rapporto tra Bibbia e missione. Brevi spunti di riflessione
, in
Ad Gentes
1 (2006) 82-94.
- ↑
Mario Menin
,
Modelli di presenza missionaria nella storia della Chiesa
, in
Ad gentes
12 (2008) 209-232.
- ↑
Cfr.
Benjamin Z. Kedar
,
Crusade and Mission. European Approaches Toward the Muslims
, Princeton 1984. Menin afferma che lo spirito di Crociata fu un tratto costitutivo della civilta cristiana dell'epoca, tanto da oltrepassare i limiti convenzionali del Medioevo e da influenzare fortemente sia la conquista spagnola delle Americhe, sia il conflitto secolare con l'Impero ottomano: cfr. Mario Menin,
Modelli di presenza missionaria nella storia della Chiesa
, in
Ad gentes
12 (2008) 209-232
- ↑
Alcuino di York
,
Lettera LXXI (Ad Arnonem)
, in Waltenbuch-Duemmler,
Monumenta Alcuiniana
, Weidmannos 1873, 327.
- ↑
Cfr.
David Bosch
,
La trasformazione della missione. Mutamenti di paradigma in missiologia
, Brescia 2000, 331.
- ↑
Cfr.
Carlo Delcorno
,
"Quasi quidam cantus". Studi sulla predicazione medievale
, Firenze 2009.
- ↑
Cfr.
Mario Menin
,
Modelli di presenza missionaria nella storia della Chiesa
, in
Ad gentes
12 (2008) 209-232.
- ↑
Esemplare di questo stile di affrontare l'Islam fu l'incontro di
Francesco d'Assisi
con il sultano ayyubide al-Malik-al-Kami, nel contesto della
Quinta Crociata
(
1219
); cfr.
John Tolan
,
Le saint chez le sultan. La rencontre de Francois d'Assisi et de l'Islam, huit siecles d'interpretation
, Paris 2007.
- ↑
Questi documenti pontifici sono raccolti in
Josef Metzler
(a cura di),
America Pontificia. Primi speculi evangelizationis. 1493-1592
, 2 tomi, Citta del Vaticano, 1991.
- ↑
Cfr.
Henkel Willi
,
L'idolatria come frontiera dalla missione nell'America latina
XVI secolo
, in
Melanges de l'Ecole francaise de Rome. Italie et Mediterranee
2 (1997) 747-755.
- ↑
Lewis Hanke
,
Colonialisme et conscience chretienne au XVIe siecle
, Paris 1957; Lyle N. Mc Alister,
Dalla scoperta alla conquista. Spagna e Portogallo nel Nuovo mondo. 1492-1700
, Bologna 1986.
- ↑
Cfr.
John Baur
,
Storia del Cristianesimo in Africa
, Bologna 1988, 37-50.
- ↑
Cfr.
John Baur
,
Storia del Cristianesimo in Africa
, Bologna 1988, 53-128.
- ↑
Cfr.
John Baur
,
Storia del Cristianesimo in Africa
, Bologna 1988, 128-135.
- ↑
I Mongoli (o Tartari) dopo aver conquistato dal
XII secolo
tutta l'Asia centrale raggiunsero Vienna nel
1241
. Il
Concilio di Lione
del
1245
decise come "
remedium contra Tartaros
" l'invio di missionari nel tentativo di convertire al cristianesimo i loro capi e alla chiesa cattolica quelli di loro che avevano abbracciato la chiesa
nestoriana
.
Innocenzo IV
invio a questo scopo il
francescano
Giovanni da Pian del Carpine
e il
domenicano
Ascelino Lombardo da Cremona
(
1245
). A questi inviati si aggiunsero le ambascerie del domenicano
Andre de Longjumeau
(
1249
) e piu tardi di
Guillaume de Rubrouck
(
1253
).
- ↑
Cfr. l'
esortazione apostolica
post-
sinodale
di
Giovanni Paolo II
,
Ecclesia in Asia
, 1999, n.9.
- ↑
Cfr.
Giacomo di Fiore
,
Strategie di
evangelizzazione
nell'Oriente asiatico tra Cinquecento e Settecento
, in
Giacomo Martina
,
Umberto Dovere
,
Il cammino dell'evangelizzazione. Problemi storiografici
, Bologna 2001, pp. 97-162.
- ↑
Il Valignano teorizzo un approccio missionario basato sull'adattamento (oggi si direbbe
inculturazione
) e che inculco a
Matteo Ricci
e ai missionari che sarebbero andati in Cina. Una sua opera,
Il cerimoniale per i missionari del Giappone
, ne descrive lo stile (cfr. Josef Franz Shutte, ed.,
Il cerimoniale per i missionari del Giappone. Advertimentos e avisos acerca dos costumes e catangues de Jappao
, Roma 1946: vi e edito il testo portoghese del manoscritto originale e la versione letterale italiana di Alessandro Valignano).
A questo indirizzo
una lettera del
Generale dei gesuiti
,
Claudio Acquaviva
, del
24 dicembre
1585
, nella quale esprime le sue opinioni, apprezzamenti e riserve, sul metodo missionario di Valignano. Cfr. Luca Augusto,
Alessando Valignano. La missione come dialogo con i popoli e le culture
, Bologna 2005; e anche A. Tamburello - A. Ucerler - M. Di Russo (edd.),
Alessandro Valignano S.I.. Uomo del Rinascimento: ponte tra Oriente e Occidente
, Roma 2008.
- ↑
Francesco Antonio Gisondi
,
Michele Ruggeri. Missionario in Cina e primo sinologo europeo
, Milano 1999.
- ↑
Cfr.
Etienne Ducornet
,
La Chiesa e la Cina
, Milano 2008.
- ↑
Michela Fontana
,
Matteo Ricci: un gesuita alla corte dei Ming
, Milano 2005.
- ↑
Tra questi ci fu il lazzarista
Teodoro Pedrini
.
- ↑
Matteo Ricci accetto che i convertiti continuassero ad assolvere ad alcuni aspetti della loro tradizione tributando onori a
Confucio
e praticando riti resi a familiari defunti.
- ↑
Il metodo di
inculturazione
di Ricci fu riabilitato solo nel
1935
con l'Istruzione di
Propaganda Fide
,
Plane Compertum
; per una valutazione cfr. Etienne Ducornet,
La Chiesa e la Cina
, Milano 2008, dove si afferma che ≪oggi si considera la condanna dei riti cinesi come un errore grave≫ (p.80)
- ↑
Cfr.
Enrico Fasana
,
Giuseppe Sorge
(a cura di),
Civilta indiana e impatto europeo nei secoli XVI-XVIII
, Milano 1988, 122-124.
- ↑
Cfr.
Enrico Fasana
,
Giuseppe Sorge
(a cura di),
Civilta indiana e impatto europeo nei secoli XVI-XVIII
, Milano 1988.
- ↑
Cfr.
I francescani e la Cina: 800 anni di storia
, Porziuncola 2001; anche Salvatore Zavarella,
Missione e martirio: missionari francescani martiri in Cina
, Roma 2000.
- ↑
Cfr.
Agostino da Osimo
,
Storia dei ventitre martiri giapponesi dell'Ordine dei Minori Osservanti detti Scalzi di S. Francesco
, Roma 1862.
- ↑
Hubert Jedin
,
Storia della Chiesa. VI. Riforma, Controriforma, crisi, consolidamento, diffusione missionaria
, Milano 1975, 713-715.
- ↑
Nel contesto dei tentativi fatti dal papato di accentrare, gestire e promuovere le missioni anche verso gli "eretici" vanno inserite pure le fondazioni di commissioni cardinalizie quali la "Congregazione germanica" e la "Congregazione per gli Italo-Greci", rispettivamente rivolte ai territori dell'Impero e alle comunita dell'Italia meridionale, della Grecia e dell'Illiria. Esse si preoccuparono particolarmente della preparazione del clero, dando vita a numerosi collegi nazionali, sia a Roma sia in altri territori europei soggetti a sovrani cattolici.
- ↑
Cfr.
Francesco Ingoli
,
Relazione delle quattro parti del mondo
, Citta del Vaticano 1999, a cura di Fabio Tosi con un saggio di
Josef Metzler
.
- ↑
Per aggirare le pretese del
patronato regio
portoghese "
Propaganda
" ricorse al sistema dei
Vicariati apostolici
, gia costituiti nell'Olanda
calvinista
.
- ↑
Cfr. l'affermazione sulla pagina della
Congregazione per l'Evangelizzazione dei popoli
sul sito del Vaticano
online
.
- ↑
Il testo in
Sacrae Congregationis de Propaganda Fide memoria rerum
, vol. III/2, Rom-Freiburg-Wien, Herder 1976, 696-704. Cfr. anche Jean Guennou,
L'Instruction de 1659 aux vicaires apostoliques francais
, in
Les missions catholiques
, nuova serie, IX (1959) 78-79. In rete il testo si trova a questo indirizzo:
[2]
.
- ↑
Cfr.
Gianni Colzani
,
Teologia della missione. Vivere la fede donandola
, Padova 1996, 36-37.
- ↑
In particolare la
Congregazione della missione
, fondata nel
1625
, che gestiva contemporaneamente
missioni interne
ed estere, il
Seminario delle missioni estere di Parigi
, nato nel
1658
, che era una associazione di
sacerdoti secolari
e che era divenuta la principale societa missionaria in Asia dopo la
soppressione della Compagnia di Gesu
e infine i
Padri dello Spirito Santo
, nati nel
1703
, che si erano specializzati nella formazione del
clero
coloniale francese.
- ↑
Cfr.
Stefania Nanni
,
L'idea di missione nella crisi della Chiesa di antico regime
, in
Melanges de l'Ecole francaise de Rome. Italie et Mediterranee
2 (1997) 555-580.
- ↑
L'attivita missionaria della Chiesa cattolica in Africa nel
XIX secolo
puo essere suddivisa in due fasi: una prima fase fino al
1885
(l'anno della Conferenza di Berlino durante la quale le potenze europee si "spartirono" le influenze sui territori africani) dedicata alle esplorazioni e ai tentativi di penetrare all'interno del continente e una seconda fase dal
1885
(e che durera fino agli anni '60 del
XX secolo
) che vide la fondazione e la crescita di comunita cattoliche in tutto il continente: cfr. John Baur,
Storia del Cristianesimo in Africa
, Bologna 1988, 141-144.
- ↑
Pio VII
ricostitui gli archivi della Congregazione per la Propaganda della fede riportandoli da Parigi dopo che Napoleone se ne era impossessati.
Gregorio XVI
che fece di
Propaganda Fide
l'opera prediletta del suo pontificato. Egli si adopero anche per svincolare le attivita missionarie dalle implicazioni nazionali liquidando il
patronato
spagnolo in America Latina e scontrandosi duramente con il Portogallo in India. Condanno nel
1839
la tratta dei negri e l'ineguaglianza delle razze che ne era il presupposto. Con la
Neminem profecto
favori la costituzione di chiese locali e del clero indigeno mediante la creazione di numerosi
vescovadi
.
- ↑
Henri Godin
,
Yvan Daniel
,
La France, pays de mission?
, Paris 1943.
- ↑
Tra il
XIX
e il
XX secolo
numerosi furono i pronunciamenti magisteriali riguardo alle missioni. Solo per esempio:
Sancta Dei civitas
,
Christi nomen
,
Lacrimabili statu
,
Maximum illud
,
Rerum ecclesiae
,
Satis cognitum
,
Divinum illud
,
Evangelii praecones
,
Princeps pastorum
.
- ↑
Per comprendere il percorso che ha portato all'affermazione conciliare fondamentale e il lavoro di Walter Insero,
La chiesa e "missionaria per sua natura" (AG 2): origine e contenuto dell'affermazione conciliare e la sua recezione nel dopo Concilio
, Roma 2007. L'espressione "la Chiesa e per natura sua missionaria" usata dal documento conciliare non era del tutto nuova. Monsignor Danilo Catarzi nei suoi
Lineamenti di dommatica missionaria
(Parma 1958) scriveva che la Chiesa "e missionaria per la sua stessa natura" (p. 113). Prima ancora
Henry de Lubac
affermava che la Chiesa e essenzialmente missionaria in tutti i suoi membri (
Le fondement theologique des missions
, Paris 1946, 17). Cfr. pure Adam Wolanin,
Il concetto di missione nei decreti "Ad gentes" e "Apostolicam Actuositatem" e nella "Evangelii Nuntiandi"
, in Mariasusay Dhavamony,
Prospettive di missiologia oggi
, Roma 1982, 89-105.
- ↑
I dati seguenti sono desunti da Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli,
Guida delle missioni cattoliche
, Roma 2005.
- ↑
Il numero maggiore delle Circoscrizioni ecclesiastiche si trova in
Africa
, dove sono 477; segue l'
Asia
, con 453; l'America, con 80; l'
Oceania
, con 45 e l'
Europa
, con 14. Dal
1989
al
2004
sono state erette 134 nuove
Circoscrizioni ecclesiastiche
e circa 150 hanno subito modifiche. Le complessive 1.069 Circoscrizioni ecclesiastiche corrispondono a quasi il 30% di tutte le Circoscrizioni ecclesiastiche della Chiesa universale nel mondo.
- ↑
Questo numero, pari al 7,02% e cosi distribuito per continente: 20,23 in Africa, 56,88 in America, 1,8 in Asia, 10,8 in Europa e 25,9 in Oceania
- ↑
Questa la distribuzione territoriale: 27.000 operano in Africa; 44.000 in Asia; 6.000 in America; 5.000 in Oceania; 3.000 in Europa.
|
Fonti
|
|
Bibliografia
|
- Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli
,
Guida delle missioni cattoliche
, Roma 2005
- Andre Seumois
,
Theologie missionnaire
, Roma 1973
- David Bosch
,
La trasformazione della missione. Mutamenti di paradigma in missiologia
, Brescia 2000
- Walter Insero
,
La chiesa e "missionaria per sua natura" (AG 2): origine e contenuto dell'affermazione conciliare e la sua recezione nel dopo Concilio
, Roma 2007
- Giacomo Martina
,
Ugo Dovere
(a cura di),
Il cammino dell'evangelizzazione. Problemi storiografici
, Bologna 2001
- John Baur
,
Storia del Cristianesimo in Africa
, Bologna 1988
- Battista Mondin
,
Dizionario storico e teologico delle Missioni
, Roma 2002
- Stephen Bevans
,
Roger Schroeder
,
Teologia per la missione oggi. Costanti nel contesto
, Brescia 2010
- Mario Menin
,
Modelli di presenza missionaria nella storia della Chiesa
, in
Ad gentes
12 (2008) 209-232,
online
|
Voci correlate
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