|
Due amori fondarono due citta: l'amore di se fino al disprezzo di
Dio
fondo la citta terrena; l'
amore
di Dio fino al disprezzo di se fondo la citta celeste. Percio quella si gloria di se stessa, mentre questa si gloria nel
Signore
.
|
|
|
|
L'
eremita
(dal
greco
?ρημ?τη?
er?mit?s
, "del deserto", da ?ρημο?
er?mos
, deserto) prima di esser tale e anzitutto un
asceta
,
chierico
o
laico
, cioe un
battezzato
che si allena nell'amore per
Cristo
e nei consigli evangelici, sentendosi avvolto dalla continua presenza di
Dio
nella gratuita e nella verita di se stesso. Se poi un asceta riceve l'attitudine all'esercizio delle virtu eremitiche,
[1]
Dio puo invitarlo in molti modi a vivere appartato in un luogo chiamato
eremo
cioe
deserto
, per dedicarsi alla
preghiera
mistica
e intercessoria, al combattimento spirituale e alla
penitenza
, affinche molti ricevano la forza di aprire il
cuore
al
Vangelo
.
”La vita eremitica si esprime nella scelta di vivere la ricerca intensa ed esclusiva dello sguardo di Dio. Essa e mossa dal desiderio di unione intima con Lui, a Lui solamente si consegna nella piu rigorosa separazione dal mondo [...]
La Chiesa
desidera rendere grazie per questa ≪perla preziosa≫
(
Mt
13,44)
posta nel contempo al centro e ai margini della vita delle comunita cristiane e vista con rispetto da parte dei
Pastori
delle
Chiese particolari
, consapevoli di doverla custodire nella sua autenticita e accompagnare nel suo sviluppo.”
(
Orientamenti2021
§1bc).
[2]
Sovente nella letteratura profana e nel linguaggio popolare il termine "eremita" e usato impropriamente per indicare chiunque viva in modo solitario, compreso il misantropo. Il fine di una
vocazione
eremitica invece, non puo essere la solitudine: essa e solo un mezzo, a volte temporaneo, suggerito da Dio per conseguire scopi spirituali -specificati dal
Magistero
- utili a tutta la
Chiesa
. Un eremita non lascia il
mondo
per abbandonarlo, ma solo per trovare cio che il mondo gli impediva di trovare.
[3]
”L'eremita che si allontana dal mondo non fugge per paura o per disprezzo.”
(
Orientamenti2021
§24b).
”Nella solitudine radicale, scriveva
Pier Damiani
(1007-1072)[...]l'eremita e come un microcosmo, un mondo e una
Chiesa
in miniatura; dunque non puo dimenticare la Chiesa e il mondo, che rappresenta nella loro globalita.”
(
Orientamenti2021
§15a).
”Nella sua marginalita e sobrieta la vita eremitica e segno luminoso per tutta la Chiesa e l'umanita del nostro tempo, nel ricordare la bellezza del rimanere in Dio solo.”
(
Orientamenti2021
§38).
Nella vera vocazione eremitica
cattolica
non vi e alcuna fuga dalla comunione e dalle istituzioni della Chiesa, ma anzi il
carisma
eremitico le serve umilmente, mostrando che e l'essere in ascolto della
Divina Volonta
, che deve nutrire il fare (
Lc
10,38-42
?e
San Tommaso d'Aquino
:
"L'agire segue dall'essere e il modo d'agire segue il modo di essere"
in
In Aristotelis librum De Coelo et mundo commentarium
, III,7,1097a,29, come gia in
San Gregorio di Nissa
,
PG
46,283-286 e in
Sant'Ignazio di Antiochia
:
"E meglio tacere ed essere che parlare e non essere"
Lettera agli Efesini
15,1). L'eremita quindi da la sua vita per cose che il mondo -e purtroppo un certo efficientismo cristiano- giudicano "inutili" (da un'espressione di
Vittorio Messori
e in
Deus caritas est
37. Cfr anche l'
Esortazione Apostolica
di
Papa Francesco
Evangelii Gaudium
, anno
2013
, nn° 94-95, 279-280). Qualcuno puo commentare: "Oggi e piu utile una vita missionaria tra le poverta del mondo, che una vita penitente solitaria". La risposta e facile: "Perche si vuol giudicare tra Mose ed Elia, fra gli Apostoli e l'eremita Giovanni Battista? Tutti loro piacquero egualmente a Dio".
”In quanto realta carismatica, la vocazione alla vita eremitica e frutto della cooperazione della liberta umana con la
grazia divina
ed e riconosciuta dalla Chiesa affinche possa esprimersi nella sua autenticita. Il riconoscimento ecclesiale (agnoscit) implica l'accoglienza nella
Chiesa particolare
, attraverso la conferma, la direzione e l'accompagnamento da parte del Vescovo diocesano [...]Il vincolo con il
Pastore
della
Chiesa locale
assume una peculiare
valenza canonica
nel caso della professione pubblica dei consigli evangelici...”
(
Orientamenti2021
§38).
Origini e forme di eremitismo
La vita eremitica cristiana e testimoniata per la prima volta in
Egitto
, nel
III secolo
e
san Paolo di Tebe
(
morto
attorno al
250
) e il piu antico eremita cristiano finora conosciuto.
Sant'Antonio abate
†
356
, uno dei suoi imitatori, eremita anche lui, attiro un grande numero di
discepoli
nel deserto dell'Alto Egitto: di qui gli eremiti si diffusero verso Oriente, in particolare in
Palestina
con
sant'Ilarione di Gaza
e in Cappadocia con
san Gregorio Nazianzeno
e
san Basilio
(
IV secolo
). Per la loro santita molti di questi eremiti meritarono il nome di
Padri del deserto
.
La vita eremitica si diffuse in
Europa
con
san Girolamo
, croato (in quel tempo illirico) (†
420
),
padre
e
dottore della Chiesa
che tradusse la Bibbia in latino. Dal
IV secolo
troviamo eremiti nella Gallia, nella Bretagna e nell'Irlanda: citiamo il piu celebre,
San Giovanni Cassiano
(Marsiglia †
415
). Secoli dopo e da menzionare
Sant'Atanasio l'Atonita
, fondatore dell'eremitismo sul famoso
Monte Athos
in Grecia dove
mori
nell'anno
1000
.
Fu un eremita egiziano,
san Pacomio
morto attorno al
318
, a iniziare la vita cenobitica nella quale, a differenza della vita eremitica, i
monaci
vivevano in comunita.
L'
anacoreta
cattolico
non e un sinonimo di eremita, e un
asceta
innamorato di
Cristo
che persegue gli stessi scopi spirituali dell'eremita cattolico, ma pratica un piu rigoroso allontanamento dal mondo, non si da una
regola
scritta personale e spesso non si riferisce ad alcun
Istituto religioso
.
Alcune forme estreme di penitenza eremitica nei primi secoli portarono con se il rischio dell'isolamento spirituale, percio a partire dal
XII secolo
furono costituiti
Ordini religiosi
di eremiti per ridurre tale pericolo. Il piu noto di essi in Occidente e quello degli
Eremitani di Sant'Agostino
, fondati da
Papa Alessandro IV
nel
1256
.
Due figure affascinanti di eremiti meritano di essere ricordate:
san Galgano Guidotti
di Chiusdino (
Siena
), noto per la sua spada nella roccia di Monte Siepi, ex-cavaliere morto nel
1181
e
santa Caterina da Siena
, ascoltata da
Papi
e da Principi, eremita in casa propria nella Siena del
Trecento
, citta che contava decine di eremiti urbani e tre
Certose
.
”Nei secoli seguenti, specie nel
XVIII secolo
, nonostante il discredito generalizzato che la vita religiosa subisce a motivo del declino dei grandi
Ordini monastici
e dell'esaltazione della ragione tipica dell'illuminismo, l'eremitismo continua a sussistere...”
(
Orientamenti2021
§6).
”La chiamata universale alla
santita
-affermata dal
Concilio Vaticano II
- [...]ha favorito [...]anche una significativa ripresa della vita eremitica [...]I Padri conciliari [...]hanno fatto memoria della vita solitaria tra le prime forme di sequela di Cristo.”
(
Orientamenti2021
§8).
L'eremita nel Diritto canonico e nel Magistero
Dopo il
Concilio Vaticano II
centinaia di cattolici
laici
, reagendo a una crescente rilassatezza dei costumi sociali, han dato vita a una graduale ripresa dell’ideale eremitico al di fuori degli
Istituti religiosi
, grazie anche all’influsso di
Charles de Foucauld
(1858- 1916) e di Thomas Merton (1915-1968). Coraggiosa fu anche l’esperienza di
Catherine de Hueck-Doherty
(1896-1985,) di origine russa, che propose l’idea di deserto (in russo pustinia) costituita da momenti di solitudine, preghiera e digiuno all’interno del ritmo settimanale di una normale vita “nel mondo”. Per accogliere tali preziose vocazioni, la Chiesa dall'anno
1983
ha riconosciuto giuridicamente la figura dell'eremita e dell'
anacoreta
, nel
Codice di Diritto Canonico
(CIC) con il seguente Canone 603 in due paragrafi:
§1
.
Oltre agli
Istituti di Vita consacrata
, la
Chiesa
riconosce la vita eremitica o
anacoretica
, con la quale i
fedeli
, in una piu rigorosa separazione dal mondo, nel silenzio della solitudine, nella continua
preghiera
e
penitenza
, dedicano la propria vita alla
lode
di Dio e alla
salvezza
del mondo.
§2
.
L'eremita e riconosciuto dal
diritto
come dedicato a Dio nella vita consacrata, se con
voto
o con altro vincolo sacro, professa pubblicamente i tre consigli evangelici nelle mani del Vescovo diocesano e sotto la sua guida osserva la norma di vita che gli e propria.
Tale canone
"...offre uno statuto giuridico ai fedeli che desiderano abbracciare questa particolare vocazione senza appartenere ad un Istituto di vita consacrata [...]Essa si configura nella separazione dal mondo, si propone di riservare al silenzio, alla solitudine e alla preghiera uno spazio che, in quanto tale, si dischiude alla ≪lode di Dio e alla salvezza del mondo≫"
. (
Orientamenti 2021
§9).
Il documento
Orientamenti2021
al §27 distingue, nell'attuale contesto ecclesiale,
quattro tipologie di eremiti/eremite riconosciuti
:
a)
il membro (detto sodale) professo in Istituti di Vita eremitica o semi-eremitica specifici;
b)
il sodale di
Istituti di Vita consacrata
, monastici o apostolici, che prevedono anche la possibilita di condurre vita eremitica;
c)
il fedele che conduce vita eremitica senza professare pubblicamente i consigli evangelici.
Tale distinzione non e nuova, ma ha lo spessore dei secoli. Questo tipo di eremita si puo definire
“de facto ex-Can.
603
§1
CIC
”
e tuttavia va considerato "eremita diocesano" a pieno titolo, se segue una Norma o Progetto di vita che lo identifica come fedele
"dedicato alla lode di Dio e alla salvezza del mondo nel silenzio della solitudine e nella continua preghiera e penitenza"
; puo essere riconosciuto e accolto come tale dal Vescovo diocesano, pur senza la professione pubblica dei consigli evangelici. Gli
Orientamenti2021
rendono la "diocesanita" dell'eremita una conseguenza automatica di detto semplice accoglimento, non legano la sua "diocesanita" solo a una conseguenza giuridica della professione pubblica dei consigli evangelici nelle mani del Vescovo. Questo tipo di eremita non e pero riconosciuto essere "nella vita consacrata" con i doveri inerenti, perche non ha professato i consigli evangelici nelle mani del Vescovo; quindi a ogni cambiamento dell'Ordinario della diocesi deve richiedere l'accoglimento come la prima volta (
Orientamenti2021
§43). Nulla vieta poi che nel suo Progetto di vita l'eremita non professo, se vuole, preveda anche un modo di vivere privatamente i consigli evangelici.
[4]
Questa Tipologia e la piu numerosa e conta centinaia di laici, eremiti cattolici di fatto, ancora in incognito. Si trovano nella situazione dei
Padri del Deserto
, i quali non emettevano voti ne promesse riguardo ai consigli evangelici, tantomeno nelle mani di un Vescovo, pero praticavano quei consigli con grande zelo.
d)
il fedele che professa i consigli evangelici di
castita
,
poverta
e
obbedienza
, mediante
voto
o altri vincoli sacri (promessa, giuramento) nelle mani del
Vescovo
diocesano, con il rito liturgico appropriato; il fatto stesso che i sacri vincoli vengano accettati dal Vescovo a nome della Chiesa, li qualifica come
pubblici
. Questo fedele si puo definire eremita
”de jure ex-Can.
603
§2
CIC
”
, a motivo degli effetti
giuridico-canonici
prodotti dalla professione pubblica dei vincoli sacri, che lo costituiscono stabilmente "nella vita consacrata" come religioso e monaco di vita eremitica individuale nella Chiesa locale, con gli obblighi conseguenti.
La distinzione tra eremiti professi e non professi compariva gia nel
Catechismo della Chiesa Cattolica
(abbreviato CCC) al n° 920 ed era stata preconizzata da insigni canonisti (ad es. Jean-Baptiste Beyer S.J.) perche lo
Spirito Santo
sceglie in piena liberta. Il CCC cosi recita:
nº 920:
Senza professare sempre pubblicamente i tre consigli evangelici
, gli eremiti, "in una piu rigorosa separazione dal mondo, nel silenzio della solitudine e nell'assidua
preghiera
e nella
penitenza
, dedicano la propria vita alla
lode
di Dio e alla
salvezza
del mondo".
nº 921:
Essi indicano a ogni uomo quell'aspetto interiore del
mistero
della Chiesa che e l'intimita personale con Cristo. Nascosta agli occhi degli uomini, la vita dell'eremita e predicazione silenziosa di colui al quale ha consegnato la sua vita, poiche egli e tutto per lui. E una chiamata particolare a trovare nel deserto, proprio nel combattimento spirituale, la gloria del Crocifisso.
Anche l'
Esortazione apostolica
Vita consecrata
,
25 marzo
1996
, di
Papa Giovanni Paolo II
, si occupava degli eremiti:
nº 7:
[...] Una tale vita "nel deserto" e un invito per i propri simili e per la stessa comunita ecclesiale a non perdere mai di vista la suprema vocazione, che e di stare sempre con il Signore.
nº 42:
[...] Gli eremiti, nella profondita della loro solitudine, non solo non si sottraggono alla comunione ecclesiale, ma la servono con il loro specifico carisma contemplativo.
Le pratiche ascetiche dell'eremita
La vita sia
ascetica
che
mistica
e proposta dalla Chiesa a tutti i battezzati (
CCC
915)
"...perche tutti sono chiamati alla
santita
che consiste nella perfezione della
carita
."
(
Orientamenti2021
§33a). L'eremita pero pratica tale vita in modo incessante e approfondito; per questo motivo il
Magistero
ordinario sopra citato ha specificato quattro inclinazioni ascetiche e una mistica che definiscono lo stile di vita dell'eremita cattolico riconosciuto, professo e non professo:
- profondita di silenzio nella solitudine
:
carisma
profetico con efficacia pari alla predicazione (
CCC
921) che
Vita consecrata
definisce "
invito per la comunita ecclesiale alla suprema
vocazione
": si tratta
"...della paradossale eloquenza testimoniale del silenzio, quando abitato dall'Amore."
(
Orientamenti2021
§14). Il silenzio sacro e un altro nome di Dio, e il grembo della sua Parola. Il silenzio nella solitudine non e mutismo, ma e ascolto, liberazione, profondita: e la prima premessa di ogni esperienza religiosa (CCC 2717). Senza silenzio non esiste una vera vita interiore, perche solo nel silenzio maturano la conversione, l'amore e il sacrificio. Silenzio e solitudine hanno nulla a che vedere con vuoto e privazione, perche sono dimensioni interiori abitate: in esse l'eremita sente molte piu cose di quelle che tante persone si dicono parlando:
”...il silenzio proprio dell'eremita non coincide con l'assenza di voci o rumori derivante dall'isolamento fisico...”
(
Orientamenti2021
§14). L'esperienza prolungata del silenzio insegna la responsabilita delle parole: chi e davvero pieno di Dio tace, ammutolito nella Grazia come dopo una confessione sacramentale; cosi celebra la solenne liturgia del silenzio con il ritmo della Messa: si pente, ascolta, crede, si offre, adora, ringrazia nella gioia. "
E bene aspettare in silenzio la salvezza del Signore"
(
Lam
3,26
);
- la preghiera incessante
, sulla quale ci sono esortazioni nella Parola di Dio:
Lc
18,1
;
1Ts
5,17-18
;
Ef
6,18
; e nel
CCC
ai n.ri 2613, 2635-2636, 2641, 2687, 2689, 2709-2719, 2726, 2742-2743; e cio che da gusto al "silenzio nella solitudine".
"Nutrimento della preghiera e la Parola di Dio, prima sorgente di ogni spiritualita cristiana. Essa alimenta un rapporto personale con il Dio vivente e con la sua volonta salvifica e santificante. Ogni eremita curera di
riservare un tempo adeguato alla
lectio divina
..."
(
Orientamenti2021
§20).
”La
preghiera
dell'eremita e un cammino assiduo tra l'
adorazione
e la
lode
[...]Adorazione e lode si elevano nella supplica d'intercessione...”
(
Orientamenti2021
§18a,c).
”...l'eremita trova nella preghiera d'intercessione un potente antidoto contro i pericoli dell'autoreferenzialita [...]con la sua preghiera partecipa alle difficolta e ai drammi di ogni essere umano, patisce in se il dramma dell'allontanamento dell'uomo da Dio e del conflitto tra i fratelli, e nella
fede
alimenta la
speranza
della riconciliazione [...]L'eremita, intercedendo, porta in questo mondo l'immagine del mondo a venire, in cui Dio asciughera ogni lacrima (
Ap
21,4
) e la comunione dei santi sara compiuta.”
(
Orientamenti2021
§19). Questa partecipazione
"alle difficolta e ai drammi di ogni essere umano"
, specialmente del prossimo in carne e ossa, e l'unica vera dimostrazione dell'esser diventati preghiera;
- il tenace combattimento spirituale
nel perfezionamento delle
virtu
cristiane (nel
CCC
ai n.ri 825, 1426, 1831-1832, 2516, 2725, 2847-2848) non come fine in se ma come mezzo di unione a Dio.
”Il cammino spirituale non conosce alcun avanzamento se non si apre all'azione dello
Spirito di Dio
mediante la fatica dell'
ascesi
e, in particolare, del combattimento spirituale. La vita interiore infatti, esige l'ascesi del tempo e del corpo, che aiuta a
dominare e correggere le tendenze della natura umana ferita dal
peccato
, ed e indispensabile per restare fedele alla
vocazione
e seguire
Gesu
sulla via della
Croce
....”
(
Orientamenti2021
§21ab). Anche la natura dell'eremita e ferita dal peccato; per lui il combattimento piu difficile e contro il demonio dell'indifferenza, che gli impedisce la purificazione del cuore e quindi gesti di carita fraterna verso tutti coloro che ha occasione di conoscere. Tale combattimento insegna all'eremita a conoscere bene se stesso, anche se mai del tutto; poiche afferma il primato dell’amore di Dio su tutti gli altri valori, il suo combattimento puo essere impegnato solo nella stoffa dell'amore fraterno: ogni altra stoffa si strappa;
- una vita di penitenza e di mortificazione
in unione alla Passione di Cristo, in modi esposti nel Progetto di vita; vedasi
CCC
ai n.ri 1430-1437 e 2015.
”In questa logica s'inseriscono anche le pratiche ascetiche come esercizio di distacco interiore ed esteriore e di dominio di se,
contrastando radicalmente le logiche della mondanita
ed evitando qualunque estremizzazione di stili di vita.”
(
Orientamenti2021
§21b): non quindi come compiaciuto stoicismo ma come immersione nei progetti di Dio. Infatti oltre alle "notti dei sensi e dello spirito" che giungono non cercate, non serve addizionare macerazioni e dolorismo, ma serve la serena poverta di spirito -oggetto anche di vincolo sacro- e cioe: operare nel nascondimento senza ricevere onore, non cercare il proprio interesse ma quello degli altri, portare con serena gratitudine la propria croce, sentire di essere in debito con tutti, concepire se stesso in termini di gratuita e non di tornaconto, cercare solo la volonta di Dio e non la propria, la sua amicizia e non quella di persone influenti (
Ger
17,5-7
) accettando serenamente per questi scopi le purificazioni che Dio permette. Dunque mentre molte persone desiderano cose che la religione proibisce, l'eremita rinuncia a cose che la religione permette. Per questo gli eremiti sono detti "liminari": ai margini della societa ma nel cuore della Chiesa;
- l'intimita personale con Cristo
,
"al quale ha consegnato la vita poiche Egli e tutto per lui"
(CCC 921): e la dimensione esperienziale in Dio,
mistica
e sacramentale; v. anche
CCC
ai n.ri 2014,2711,2715.
”La relazione con Dio coinvolge l'orante in tutte le sue dimensioni -corporeita, intelligenza, affettivita- e illumina il senso di tutta la sua esistenza.”
(
Orientamenti2021
§17).
”L'eremita, in virtu della sua
vocazione
e chiamato piu di ogni altro a sviluppare una spiritualita eucaristica profonda, rendendo grazie del dono ricevuto, avendo coscienza di farlo in nome dell'intera creazione, aspirando cosi alla
santificazione
del mondo e lavorando intensamente a tal fine [...]Nell'
Eucarestia
dunque, lo sguardo del
cuore
riconosce
Gesu
e lo accoglie come sposo e amico, attraverso la contemplazione orante della sua presenza
salvifica
, in una continua
conversione
al Suo
amore
, sotto la luce dello
Spirito Santo
...”
(
Orientamenti2021
§23bc). Quindi la contemplazione orante e un ripartire ogni giorno piu che un restare, e un vivere nella totale disponibilita all’ascolto del Verbo. Prima Dio sussurrava: "Parla poco con gli altri e molto con me". Nell'intimita personale comanda: "Non mi parlare piu; fonditi con me". E una folgorazione della coscienza, un'anticamera del Cielo. "
Chi possiede veramente la Parola di Gesu puo avvertire anche il suo silenzio... ed essere conosciuto per le cose che tace"
(
Sant'Ignazio di Antiochia
,
Lettera agli Efesini
15,2).
Quindi, l'abitudine di correggere le tendenze conseguenti al peccato di origine, di combattere in radice la mondanita con il silenzio, di trovar gioia sia nella preghiera incessante sia nella Lectio divina della Parola di Dio sia nell'intimita personale col Cristo eucaristico, testimoniando in questi modi la suprema vocazione umana: tutto cio e strumento riconosciuto di
santita
nella Chiesa, una partecipazione al suo fine apostolico e una icona della
fede
in obbedienza al
Magistero
. Mancando una di queste predilezioni dunque, viene a mancare non una vaga attitudine spirituale alla vita eremitica, bensi mancherebbe la sua completa ecclesialita, la quale non e una dimensione fra tante, ma e il nocciolo identitario.
Infine:
"Il rapporto filiale con
Maria
costituisce la via privilegiata per la
fedelta
alla vocazione ricevuta e un aiuto efficacissimo per progredire in essa e viverla in pienezza [...]A Lei chiediamo di accompagnare i fratelli eremiti e le sorelle eremite sulla via della santita [...]Volgano lo sguardo sempre a Maria, la
Stabat Mater
, che nell'ora della Redenzione e divenuta Madre di tutti, per la Parola del
Verbo
Eterno; La ascoltino quando c'indica in quel "fate quello che vi dira"
(
Gv
2,5),
la misura dell'amore con cui rispondere all'Unico che ci amo sino alla fine
(
Gv
13,1);
La invochino di
cuore
quali figli devoti che custodiscono "la sua voce che si accorda con quella del
Padre
nella
teofania
del monte
Tabor
: Ascoltatelo!
(
Mt
17,5)". (
Orientamenti2021
§47a,d,e).
Tutto il resto non va ritenuto fondamentale ma accessorio.
[1]
Per la
cattolicita
di questa
vocazione
va sottintesa la comunione col Vescovo (e col suo delegato) che ha il diritto-dovere sia di prevenire e correggere abusi, sia di aiutare l'eremita, anche laico non professo, nella sua specialissima vocazione (Cann. 385 e 387
CIC
;
Vita consecrata
49).
Questo carattere di
ascesi
, che e un esercizio eroico delle
virtu
, in passato e stato vissuto in modi molto personalizzati e a volte saltuari dagli asceti del mondo cristiano. E mai esistita storicamente un'unica
regola
penitenziale per tutti, ma ogni eremita deve trovare la propria, nella convinzione che e Dio a chiedergli certe pratiche individualizzate di nascondimento e non altre, in modo da non presumere pericolosamente delle proprie forze psichiche. Un buon orientamento e dato dall'antico trattatello
Imitazione di Cristo
.
”La
vocazione
dell'eremita e stare con Dio solo, l'Unum necessarium, attraverso cammini di liberazione, di
conversione
evangelica, in cui si sperimenta la fatica del combattimento spirituale, per conseguire la purificazione del
cuore
[...]nella solitudine fiorisce il
deserto
della piu stretta separazione e nella
preghiera
e nella
penitenza
il silenzio si fa eco della voce di ogni uomo, in una vita separata per essere tutta dedicata.”
(
Orientamenti2021
§11bc).
Istituti Religiosi di vita semi-eremitica
Papa
Celestino V
, eremita, fu il maggiore edificatore di eremi in
Italia
, soprattutto tra le montagne della Majella; tali eremi erano dipendenti dall'
ordine celestiniano
, di cui egli fu il fondatore.
Diversi
Ordini religiosi
presero origine da esperienze eremitiche: i
Carmelitani
, i
Servi di Maria
, gli
Olivetani
, l'
Ordine dei Minimi
di
san Francesco di Paola
, i
Cappuccini
, che col passar del tempo si trasformarono in
cenobitiche
.
San Francesco d'Assisi
trascorse lunghi periodi in solitudine e scrisse
De religiosa habitatione in heremo
, una regola per alcuni suoi confratelli che si sentivano chiamati alla vita eremitica.
I
Certosini
e i
Camaldolesi
ancor oggi uniscono la vita cenobitica, cioe in comunita, a quella eremitica in solitudine personale; i loro
monasteri
infatti sono un insieme di piccoli eremi individuali. Cosi e pure dei religiosi
ortodossi
nella penisola del
Monte Athos
, patria dell'
esicasmo
, in Grecia.
Alcuni
Ordini religiosi
cenobitici
di vita contemplativa, ad esempio i
Trappisti
(che sono dei
cistercensi
riformati) prevedono nelle loro
Costituzioni religiose
le
vocazioni
alla vita eremitica. Quando un loro
monaco
o
monaca
ha raggiunto un certo grado riconosciuto di maturita all'interno della comunita cenobitica, puo proseguire la vita monastica con uno stile eremitico, dopo il consenso del responsabile della sua comunita. Allora quel monaco si ritira in un alloggiamento separato gia appositamente predisposto e non varia la sua posizione canonica.
Charles de Foucauld
(†
1916
) e
Thomas Merton
(†
1968
) furono celebri trappisti che sperimentarono la vita eremitica in diversi luoghi.
Eremitismo pre-cristiano
La scelta di solitudine e
penitenza
che caratterizza la vita eremitica non e esclusiva del
cristianesimo
, ma nasce in India e poi fra gli
israeliti
(i profeti
Elia
e
Giovanni Battista
). L'India ha conosciuto fin dall'antichita forme di vita solitaria e penitente, paragonabili a certi aspetti della vita eremitica nota al mondo semitico, forme legate all'Induismo, al Taoismo e al Buddismo (
VI secolo a.C.
e seguenti).
"La preghiera richiede all'eremita un'assiduita non statica ma dinamica e multiforme: non perche si debbano accumulare preghiere e atti di devozione, ma perche la relazione con Dio coinvolge l'orante in tutte le sue dimensioni -corporeita, intelligenza, affettivita- e illumina il senso di tutta la sua esistenza. Ricordando che la preghiera consiste innanzitutto nel rendersi disponibili a percepire i desideri dello
Spirito
(
Rm
8,26-27
)..." (
Orientamenti2021
§17). La
discrezione
, ossia il discernimento tra le possibili scelte
ascetiche
ed
eucologiche
, secondo i
santi
e i
dottori della Chiesa
e la chiave del profitto spirituale. Quindi, fra la ricca molteplicita delle
preghiere
cattoliche, piu che imporne una all'eremita
laico
come “formattazione” univoca di stampo
cenobitico
, occorrerebbe curare l'osservanza della
Orationis formas
, Lettera ai Vescovi della Chiesa Cattolica (15 ottobre 1989) del card. Joseph Ratzinger (vedasi il Collegamento Esterno in calce).
Infatti gli
Orientamenti2021
al §26 propongono:
”L'eremitismo, come espressione di una ricerca d'interiorizzazione e di unificazione, puo essere un punto di confronto [...]per il mondo che l'eremita condivide con i nostri fratelli nella fede e nell'umanita. Per questo molti eremiti nel dopo-Concilio [Vatic.II][...]sono stati protagonisti di apertura e di dialogo con forme monastiche di altre Chiese e di altre religioni [...]Queste esperienze sono feconde e di stimolo per la Chiesa tutta purche procedano di pari passo con la serieta nelle relazioni, lo studio attento e l'assiduita nella preghiera”.
[5]
| |
Note
|
- ↑
1,0
1,1
.Un approfondimento del
Magistero
su cio che e fondamentale: l'eremita, come il monaco cattolico orientale, "
Nell'intento di trasfigurare il mondo e la vita... privilegia la
conversione
, la rinuncia a se stessi e la compunzione del
cuore
, la ricerca dell'
esichia
, cioe della pace interiore e la
preghiera
incessante, il
digiuno
e le veglie, il combattimento spirituale e il silenzio, la gioia pasquale per la presenza del
Signore
e per l'
attesa della sua venuta definitiva
...
" (
Vita consecrata
6). "
...testimoniano tali meraviglie con il linguaggio eloquente di un'esistenza trasfigurata, capace di sorprendere il mondo
" (
Vita consecrata
20). I
Padri del deserto
avvertivano che, come in ogni settore della vita, cosi anche in questo si possono rivelare qua e la incoerenze, discordanze e contro-testimonianze, ancorche involontarie e inconsapevoli. Intendevano per tali le imitazioni di atteggiamenti devozionistici senza amare e praticare le vere
virtu
eremitiche. Esse sono:
l'umilta di cercare sempre l'ultimo posto (
tapein?sis
) senza calcolo o tornaconto (
Lc
14,11
); il distacco o estraneita (
xeniteia
) da tutte le illusioni (
Sir
4,27-28
;
Evangelii Nuntiandi
48=
C.C.C.
nº1676 nota 13) e dalle agitazioni care al secolo (
tachyoyrgia
);
"Questo stare al margine e certamente anche segno di rinuncia e privazione: di parole e di relazioni. E il senso di quella che gli
antichi Padri
chiamavano xeniteia."
(
Orientamenti2021
§24); lo svuotamento da tutto cio che non viene da Dio (
ken?sis
); la mortificazione della carne, degli occhi e dell'orgoglio (
aghia nekrosis
) che uccide l'uomo vecchio per vivere nella
conversione
continua; l'intima letizia in ogni situazione con
cuore
adulto, cioe con
sapienza
evangelica, con
discernimento
degli spiriti e con buona salute mentale; la pratica delle opere di misericordia spirituale con tale zelo per la
santificazione
dei fedeli da uscire dall'eremo a questo scopo; la comunione con i sacri
pastori
. Vanno aggiunte le virtu tipiche della poverta di spirito: umilta, mitezza, mansuetudine, operare nel nascondimento senza ricevere onore, non cercare il proprio interesse ma quello degli altri, portare con serena gratitudine la propria croce, sentire di essere in debito con tutti, concepire se stesso in termini di gratuita e non di tornaconto, cercare solo la volonta di Dio e non la propria, la sua amicizia e non quella di persone influenti, accogliendo serenamente per questi scopi le purificazioni che Dio permette.
I
Padri
non erano teneri verso i solitari che invece indulgevano a: incontentabilita e raffinatezze, a vanagloria notorieta e ostentazione di se, a dar importanza a cio che si dice di loro, a un'indole petulante, a faziosita e pregiudizi, a ideologizzare la fede, a difficolta nel perdono, a preferire la lettera allo spirito. Insegnavano che l'esercizio gioioso delle
virtu teologali
cardinali
ed eremitiche si rafforza soltanto con suppliche quotidiane e specifiche alle persone della
SS.ma Trinita
.
"Questa solitudine originaria diventa lotta contro la vanagloria, contro il bisogno di riconoscimento di se, nella ricerca dell'altrui approvazione e considerazione. L'
Imitazione di Cristo
ammonisce: ≪L'uomo vede in superficie, Dio invece vede nel cuore; l'uomo guarda alle azioni esterne. Dio giudica invece le intenzioni. Agire bene, sempre e avere poca stima di se medesimi, e segno di umilta di spirito; non cercare conforto da alcuna creatura e segno di grande liberta e di fiducia interiore. Chi non cerca per se alcuna testimonianza dal di fuori, evidentemente si abbandona del tutto a Dio...≫"
(
Orientamenti2021
§22).
- ↑
Il
31 luglio
2021
Papa Francesco
ha approvato pubblicamente
La forma di vita eremitica nella
Chiesa particolare
. ≪Ponam in deserto viam
(
Is
43,19)≫
Orientamenti
, elaborata dalla
Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le societa di vita apostolica
e stampata per i tipi della
Libreria Editrice Vaticana
il
14 settembre
2021
. Si tratta di un ragguardevole documento della
Santa Sede
che in questa Voce occorre citare sovente con l'abbreviazione di
Orientamenti2021
.
- ↑
"
Mondo
" e una studiata attrazione delle anime nell'inganno e nella malevolenza (
1Gv
2,15-17
). Si sceglie il
deserto
quando si decide di escludere dal
cuore
immagini o parole rivali di Dio-Amore; e il cuore diventa "circonciso", ferito ma privato del superfluo. Tutta la
Scrittura
mostra che "deserto" e il luogo teologico ove Dio ha scelto di condurre un'anima per donarsi a lei, quindi e il luogo dove puo riprendere il dialogo interrotto nel giardino dell'Eden. Li non si vedono piu, grandi le cose piccole e piccole le cose grandi. Li il deserto fiorisce, il silenzio diventa messaggio, la solitudine trasfigura in comunione.
Se non e cosi, si rimane incapaci di scelte profetiche, cedendo alla protervia e all'ostentazione. Colui/colei che ha una vera indole eremitica non ha un'indole desiderosa di esibire il proprio valore intellettuale o spirituale. Non e piu una persona in cerca di consensi, perche sa che una cosa e amare, altra cosa e pretendere di essere amati.
- ↑
La Norma o Progetto di vita dell'eremita di fatto, puo anche non essere ancora scritta. In tal caso e raccomandabile che l'eremita, se e laico, acquisisca o abbia acquisito in passato una formazione teologica elementare e che persegua una formazione spirituale continua, affidandosi, oltre che al proprio direttore spirituale, anche a persone esperte di tale vocazione e stato di vita, che possano aiutarlo a precisare il suo Progetto e curarne le variazioni nel tempo. E segno di comunione con la Chiesa locale, che l'eremita non professo faccia conoscere il proprio cammino anche al sacerdote Delegato del Vescovo per la Vita Consacrata. Sembra utile che l'eremita di fatto, se e
laico
e non e stato membro di
Istituto religioso
, emetta i voti personali di castita, poverta e obbedienza. "Personali o privati" significa non accolti nelle mani del Vescovo a nome della Chiesa con il rito liturgico di consacrazione, ma accolti in modo confidenziale nelle mani di un sacerdote,
secolare
o
regolare
, che sia la sua guida spirituale o almeno conosca bene il suo cammino di
fede
. I voti personali sono spontanei, facoltativi e non necessari; essi non producono effetti
canonici
, ma, dopo attento discernimento con il direttore spirituale o con il confessore ordinario, impegnano in
coscienza
alla particolare condizione spirituale e morale di fedele
dedicato a Dio
nel "praticare", non nel "professare", i consigli evangelici. In tal caso si tratta di un eremita non consacrato
con assunzione solo privata dei voti
(
1Cor
7,29-31
). Questa condizione privata, anziche permanente puo diventare transitoria e preparatoria per accedere alla condizione di "vita consacrata", cioe una forma di vita stabile approvata canonicamente dalla Chiesa, con la professione pubblica nelle mani del Vescovo dei
voti
o di altri vincoli sacri (Can.603
§2
). Vedasi a questo proposito la Voce
Eremita diocesano
nota 4. L'atto di accoglimento in diocesi e di semplice riconoscimento di un eremita da parte del Vescovo, puo avvenire anche attraverso la pronuncia dinanzi al Vescovo di un
Propositum
da parte dell'eremita, nel quale non vi sia accenno a una terminologia di consacrazione ne ai tre consigli evangelici (
Orientamenti2021
, Appendice).
Sia l'accoglimento/riconoscimento, sia la professione eremitica, a volte dipendono dal grado di interessamento e premura che un
Vescovo
accorda a un aspirante eremita che gli si rivolge filialmente. Molti aspiranti eremiti laici ripetono l'esperienza di
San Benedetto Giuseppe Labre
. Egli volle farsi
monaco
ma venne allontanato per vari motivi da certosini, trappisti e cistercensi. A Chieri (TO) capi che la sua vocazione era di pellegrinare pregando nei
santuari
europei. Attraverso a questo fine Francia, Svizzera, Spagna e Italia, dormendo per strada coperto di piaghe. Si stabili a Roma sotto il 43° arco del Colosseo, passando le giornate in
adorazione
continua nelle chiese. Mori gia in fama di
santita
a 35 anni; tutta Roma partecipo alle sue esequie.
- ↑
Riguardo al dialogo con forme monastiche
di altre Chiese
, non si puo prescindere dall'eremitismo vissuto nell'
Orientale Lumen
dell'
Ortodossia
.
Il dialogo con forme monastiche
di altre religioni
, e un chiaro riferimento all'ascetismo nell'induismo, nel buddismo e nel taoismo. Certamente un eremita cattolico oggi non puo pensare a una separazione assoluta dalle fedi non cristiane, avendo essa prodotto sovente incomunicabilita e quindi conflitti. Nemmeno puo correre il pericolo di naufragare in una mescolanza indifferente, a pena di invalidare proprio quell'alterita che mantiene in essere il dialogo interreligioso. Dunque l'eremita cattolico in questo sforzo dialogico con persone di altre religioni, che potrebbe anche presentarsi all'improvviso, cerchera non un relativismo del minor denominatore comune con pretese di universalita o il sincretismo opportunista di una realpolitik, bensi accettera di approfondire la propria specificita spirituale, in modo da lasciarsi avvedutamente interrogare dalle convinzioni altrui (
1Pt
3,15
?e
Evangelii Gaudium
, 251). Un eremita cattolico sinceramente umile, anziche dissertare sulla
Verita
, fara bene a venerarla a prezzo della vita; ne puo porre a
Cristo
la domanda di
Pilato
sulla Verita (
Gv
18,37-38
), se non vuol liquidare il fallimento del proprio
Battesimo
.
|
Fonti
|
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Bibliografia
|
- Jean-Baptiste Beyer
S.J.
,
Gli eremiti
, "Quaderni di Diritto Ecclesiale" 2-V (
1992
) pp. 151-162.
(Fondamentale
, v. sotto in Collegamenti esterni).
- Emiliano Antenucci
OFMCap,
Il cammino del silenzio. Vademecum per cercatori di felicita
,
Effata Editrice
, Cantalupa (TO)
2017
.
- Emiliano Antenucci
OFMCap,
Silenzio maestro dei maestri. Dodici passi per un cammino di spiritualita
,
Effata Editrice
, Cantalupa (TO)
2016
.
- Ermanno Cavazzoni
,
Gli eremiti del deserto
,
Quodlibet Edizioni
,
Roma
-
Macerata
2016
.
- Gabriele Ziegler
,
Madri del deserto. Eremite del primo Cristianesimo
,
Libreria Editrice Vaticana
,
Citta del Vaticano
2016
.
- Francesco Antonioli
,
Un eremo e il cuore del mondo. Viaggio fra gli ultimi custodi del silenzio
,
Piemme
Edizioni, Casale Monferrato
2011
.
- Un eremita
,
Introduzione alla orazione mistica
,
Effata Editrice
, Cantalupa (TO)
2012
3
.
- Isacco Turina
,
I nuovi eremiti. La "fuga mundi" nell'Italia di oggi
,
Medusa Edizioni
, Milano
2007
.
- Andrea Arvalli
(a cura di),
I diari dell'eremo. L'esperienza francescana di Toara
,
Edizioni Messaggero
,
Padova
2007
.
- Annachiara Valle
,
Semi di Dio nelle pieghe della storia
,
''Jesus''
aprile
2005
.
- Louis-Albert Lassus
,
Elogio del nascondimento
,
Edizioni Qiqajon
, Magnano BI (
Comunita di Bose
)
2003
.
- Eugene L. Romano
,
Una spiritualita del deserto. Il Progetto di vita degli Eremiti di Bethlehem
,
San Paolo Edizioni
, Cinisello Balsamo MI
2000
.
- Un monaco
,
L'Eremo, spiritualita del deserto
,
Queriniana Editrice
, Brescia
2000
.
- Lucien Regnault
,
Ascoltare oggi i padri del deserto
,
Edizioni Qiqajon
, Magnano BI (
Comunita di Bose
)
1997
.
- Thomas Merton
,
Un vivere alternativo
,
Edizioni Qiqajon
, Magnano BI (
Comunita di Bose
)
1994
.
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Voci correlate
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Collegamenti esterni
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